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Autore: IlMalee    15/11/2011    4 recensioni
"Sono solo qui.Guarda il lavandino, guarda la stanza bianca.Poi guarda le tue mani. Sporche, bianche. "Lo sai che odore hanno? Lo sai vero?"Tutto bianco, tutto. La camicia è bianca. Le pareti sono bianche."
Racconto ispirato e ambientato nel Gdr Changeling: the lost della White Wolf. Quando i Gentili incrociano le nostre strade , il confine tra sogno, incubo, realtà e follia non è così definito come vorremmo pensare.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Numero paziente?"
"144"
"Condizioni?"
"Estremamente instabili. Detto tra di noi, dottore, non sappiamo che pesci pigliare.
I tranquillanti sembrano avere effetti solo in dosi pesanti. Senza sonnifero il paziente non riesce ad addormentarsi."
"Capisco, capisco. Ho già visto cose simili in passato."
"Oh, mi sa che questa non la ha ancora vista dottore."
"Cosa intende dire?"



Sono solo qui.
Guarda il lavandino, guarda la stanza bianca.
Poi guarda le tue mani. Sporche, bianche.
"Lo sai che odore hanno? Lo sai vero?"
Tutto bianco, tutto. La camicia è bianca. Le pareti sono bianche.

"Permesso?Posso entrare?"
Non guardarlo negli occhi, non ascoltarlo. Lui è qui per portarti via.
"Buongiorno, Tim. Il mio nome è Douglas, sono il dottor Douglas Stander. Ma tu puoi chiamarmi Douglas."
E' vestito di bianco anche lui. Non ascoltarlo, ti porterà via. Via assieme agli altri.
"Ti vedo bene oggi, hai dormito?"
Non bisogna dormire la notte. Non possiamo dormire la notte. Diglielo, su.
"Amber, l'infermiera mi ha detto che ti sei comportato male con lei."
Stà zitto, stà zitto. Se lo meritava. Anche lei è una di loro. Anche lei è qui per portarti via.
"Spero che cose del genere non capitino più, Timothy. Siamo intesi?"
Annuisci, sorridi. A loro piace così. Ma in realtà è qui per divorarti il cuore.


"Sono preoccupata, dottore."
"Ancora per il paziente numero 144? Se lei lo desidera, gli assegnerò qualcun altro. Non voglio certo che quel poveretto le causi altri problemi."
"No, io…"
"Mi dica, miss Amber."
"Io volevo semplicemente chiederle un consiglio. E' da un pò di tempo che la notte non riesco a riposare bene,e  faccio degli incubi."
"La vedo scossa, si sieda. Prenda una tazza di tè."
"Grazie mille."
"Mi parli di questi incubi. Di certo lei comprende che lavorare in un posto come questo non è certo un aiuto contro l'insonnia. La fantasia, la psiche vola, e la sera si libera, rivelandoci cosa abbiamo davvero dentro di noi. Che cosa la angoscia?"
"La notte faccio degli incubi, e mi sveglio di soprassalto."
"Che genere di incubi?"
"Sogno che…" la donna sospirò, poi riprese "sono in un giardino. Legata mani e piedi a un tavolo, nuda…"
"Vada avanti."
"Io.. lei mi prenderà per pazza."
"Bèh, allora è nel posto giusto."
Risero assieme.
"Sto scherzando ovviamente, era per sdrammatizzare. Su avanti, mi dica tutto. Non ha idea delle cose che sento qua dentro."
"Bèh, insomma… Sono legata,  e all'improvviso sento una musica."
"Una musica?"
"Sì, suoni di strumenti, violini, tamburi e trombe, una vera orchestra."
"Interessante. Si tratta di una musica che lei conosce?"
"No, non direi. Ricorda molto quel trambusto che oggi chiamano jazz, ma al contempo a tratti mi sembra di stare a sentire un'opera lirica."
"Capisco. Vada avanti, la prego."
"Ad un certo punto arrivano degli uomini. Degli uomini strani. Non saprei come descriverli.Sono nudi anche loro, ma indossano delle maschere."
"Maschere?"
"Sì.. delle maschere di animali. Caproni, lupi o cervi. Hanno tutti delle corna in testa."
"Questo è piuttosto interessante. E poi cosa accade?"




Sono sempre solo. Ma lo so che lui, che loro stanno guardando lì di fuori. Lo so.
Ma non mi avranno. Non un'altra volta. Mai.
"E' inutile che fuggi, lo sai vero? Perché non lo dici a quel dottore?"
Stà zitto, non mi avranno. Mai.
"Ora verrà e ti parleranno. Ti faranno delle domande. Vorranno vedere se sei pronto."
Pronto per cosa?
"Lo sai anche tu per cosa."



"Credo sia meglio che lei si prenda un periodo di riposo, miss Amber. Le prescriverò delle pillole che uso anche io  quando sono stressato."
"Grazie mille, dottore."
"Per gli incubi… Bèh si rilassi, faremo qualche seduta di psicoanalisi e vedrà che spariranno. Li lasci perdere. Dopotutto, i sogni sono sogni."
"Ha ragione, dottore. Grazie mille."
"Una alla sera e una alla mattina, intesi?"


Guarda la stanza bianca. E' arrivato. Lo sapevo, sentivo la puzza fin dal corridoio.
Non sorridere, non devi fargli vedere che sei contento.
"Allora, come andiamo oggi Timothy?"
Non parlargli.
"Bene, grazie."
Scemo! Ti ho detto di non parlargli. Vuoi che scoprano tutto???
"Anche miss Amber ti saluta. Ti ricordi di lei? E' quella che hai tentato di mordere la settimana scorsa."
"Sì, ricordo…"
Stai zitto. Stai zitto. Lui ti porterà. Ti porterà dagli altri.
"Ti va se facciamo una chiacchierata?"
No, non vogliamo.
"Sì, con piacere."
"Io penso che ci sia qualcosa che tu mi voglia dire, Timothy. Qualcosa che hai detto anche ad Amber la settimana scorsa."
"Non lo so. Non lo so…"
"Lo vedo, Timothy. Tu hai bisogno di aiuto. E noi siamo qui per aiutarti. Perché non mi dici cosa ti preoccupa?"
Niente.
"Avanti Tim, se non parli come posso aiutarti?"
Nessuno ci può aiutare. Nessuno. Lui è uno di loro. Lo so. Lo sai.
"Perché non mi spieghi come mai hai morso Amber? Le hai fatto male, sai."
Dovevamo. Altrimenti sarebbe arrivato Lui. E gli Altri.
"Noi… Io.. Lo ho fatto, Perché me lo ha ordinato lui."
Stai zitto. Guarda le pareti bianche.
"Lui chi?"
"Lui, il padrone. Il padrone ce lo ha detto."
"E chi è questo padrone?"
No, no ti prego.
"E' lui che ci ha presi. Lui ci dice di fare le cose. Però siamo scappati."
"Ti ha preso? Chi?"
"Lui. E gli Altri. Ma loro sono solo i suoi servi. E' lui che comanda. Ha una maschera in faccia."
"Descrivimi questo padrone. Ha un nome?"
"Lui ha tanti nomi, ma ormai non gli servono più. Il suo se lo è mangiato. Me lo ha detto uno dei suoi servi. Si veste sempre di verde, ma a volte è nudo."
"Dicevi che indossava una maschera?"
"Sì. Una maschera dai mille colori, per ogni stagione."
Rossa come il tramonto, verde come la foresta e buia come la notte. Danza attorno ai fuochi, piccolo mio. Danza bambino.
"Mi faceva ballare."
"Ballare?"
"Sì, e poi c'era tanta musica. Una festa."
"Che tipo di festa?"
"Non so, ballavano anche gli altri. Con le maschere addosso.Poi però mi portavano via."
"Dove?"
"Io…Io…"
Al buio, sottoterra. Sotto assieme agli altri. E lo sai perché la mani sono bianche vero?
"Non mollare adesso Tim so che ce la puoi fare! Dove ti hanno portato?"
Loro… Loro… Giù."
"Giù dove?"
"Era buio. Freddo. E non c'era la musica. Ma c'erano gli altri."
"Gli altri chi?"
Occhi bianchi, denti gialli. Pelle bianca, mosche e piaghe. Stanno solo dormendo, stanno dormendo.
"Dormivano… Dormivano… Erano bianchi. Freddi. Non parlavano con me. Non battevano ciglio."
"Erano lì con te? Quanti?"
"Tanti. Non riuscivo quasi a muovermi. E faceva freddo."
"Erano vivi?"
"Io…"
"Erano vivi?"
"Non…Non…"
"Erano vivi, Tmothy? Guardami negli occhi. O erano morti forse?"
"Io…"
Guarda come sono viscidi e freddi, lo sai perché non ti guardano più. Già le loro bocche sono spalancate, guarda i denti gialli.
"Io…"
Sai cosa vuole da noi il padrone. Lo sai perché. Sai perché sono bianchi e freddi.
"So cosa voleva da me."
"Che cosa voleva da te?"
Non c'è niente qui, è freddo e buio.
"Io li mangiavo. Li mangiavo sempre. Tutti."





Scappa. Dobbiamo andare. Ci prenderanno ancora.
"Avanti, rispondimi Timothy."
"No.. NO!"
"E' stato davvero il padrone a dirti di farlo? E' stato il padrone a dirti di mangiare quelle persone? Dove si trovano ora quelle persone?"
"No, io…"
"Dove si trovano?"
"ERANO FREDDE!!!"
"Lo stiamo perdendo."
"NON VOGLIO, NON VOGLIO VI PREGO! NON RIPORTATEMI DA LORO!!!"
"Infermiere, presto un sedativo!!!"





"Questa è davvero una bella gatta da pelare."
"Concordo, Wilson. Non ho mai visto nulla di simile."
"Certo all'accademia non ti preparano per simili cose."
"Che diavolo scriveremo nel rapporto?"
"Non lo so, so solo che voglio andare a casa. Questo posto mi fa venire la nausea."
"Dai, rimani concentrato almeno per un attimo. Hai trovato qualcosa a casa dell'infermiera schizzata?"
"Sì, ormai è certo che la colpevole sia lei. Anche se purtroppo non abbiamo un colpevole da arrestare."
"Beh tanto meglio, uno in meno per lo stato da mantenere. Dov'è che si è impiccata?"
"In cucina."
"Cristo che storia."
"E il dottore è sparito."
"Come?"
"Il dottor Stander, è una settimana che non si presenta al lavoro. Avevano supposto una malattia o una indisposizione non comunicata, ma ho mandato a controllare. Non c'è nessuno a casa sua."
"Merda. Credi ci sia immischiato anche lui in questa storia?"
"Ci puoi giurare. Mi gioco la carriera che lo stronzo sapeva cosa stava accadendo qui dentro."
"Maledizione."
"Non preoccuparti, ho già segnalato la sua scomparsa agli agenti, sono sulle sue tracce."
"Lascia stare. Cosa hai trovato a casa della pazza?"
"A parte gli arnesi ancora insanguinati e ciò che restava del marito nel frigo? Ho trovato qualcosa di interessante, sì."
"Qualcosa che ci aiuti a capire perché diavolo portava qui i resti?"
"Cristo. Il poveretto che  si trovava in questa stanza, se non era pazzo lo è di sicuro diventato. Fargli mangiare quella roba…"
"Suo marito. Fargli mangiare il marito."
"Merda… Evita di dirlo con quel tono."
"Scusami. Comunque sia, cosa hai trovato?"
"il suo diario. Il diario personale."
"Cosa c'è scritto?"
"Niente di che, ma verso la fine ho avuto i brividi."
"Cioè?"
"Quella pazza scriveva i suoi sogni. Si svegliava e li trascriveva."




"Quindi poi… Loro la violentano?"
"Sì, abusano di me.Ma io li lascio fare."
"Una sorta di attrazione erotica."
"Forse, non lo so. Quello mi piace. Quello che fanno dopo invece mi terrorizza."
"Che succede?"
"Uno di loro prende un coltello. Enorme, affilato. MI apre il ventre e comincia a… Comincia a colpirmi."
"E poi? Si risveglia?"
"No. Continuano a colpirmi. E poi…"
"Si faccia forza, vada avanti. Mi dica tutto."
"Mi.. Mi mangiano dottore."
"La mangiano?"
"Sì, divorano la mia carne, le mie interiora e se le passano l'uno con l'altro."
"Deve essere disturbante per lei svegliarsi con questi incubi."
"No, poi non mi sveglio."
"In che senso?"
"Non mi sveglio ancora. Vedo che sono ancora lì, non so come ma sono ancora viva."
"E poi?"
"Poi arrivano i vermi."
"I vermi?"
"Sì, grossi e bianchi. Mi mangiano, cominciano a riempire i miei occhi, il mio corpo. Cominciano a penetrare ovunque, sono piena di vermi."
"E poi si sveglia?"
"Poi apro gli occhi. E sono pieni di vermi. E io sono i vermi. Sono diventata come loro, e loro come me. Io sono i vermi."



"Cristo, roba da veri psicopatici in piena regola. Ed Gein avrebbe di che rabbrividire qui."
"Già. Resta da capire però come diavolo abbia fatto il poveretto che era rinchiuso qui a fuggire."
"Non ho idea di cosa scriverò sul rapporto domani mattina."
"Questo lo vedremo, le indagini sono appena cominciate. Ho il fortissimo sospetto che anche lui abbia fatto la stessa fine del marito dell'infermiera. O forse è fuggito assieme al dottore."
"Fuggito assieme? In luna di miele?"
"Dai, non fare il cretino."
"Nessun segno di scasso, nessun segno di collutazione. Sparito, come se fosse fatto d'aria. Scomparso nel nulla. L'unico ad avere le chiavi della cella era il dottore."
"Deve essere stato lui, non c'è altra spiegazione."
"Devo fumare, cazzo. Questo caso mi sta facendo andare fuori di testa. E questo posto non aiuta di certo.Mi accompagni?"
"Certo, un pò d'aria farà bene anche a me."
"…"
"Un attimo, cosa è questo?"
"Mh?"
"Sembrerebbe… un verme?"
"Che schifo. Rimettilo giù, si vede che questo posto non lo puliscono da un bel pezzo."
"E' enorme, non penso sia un verme normale. Credo che sia… Ma sì! Questa è una larva. "
"Mettila nel sacchetto assieme ai campioni, se ci tieni."
"Lo farò, ne ho già viste altre in giro, specie sui cadaveri. Il nome preciso non me lo ricordo."
"Ah!
"Cosa?"
"La senti?"
"No. Sentire cosa?"
"No niente, scusa."
"Cosa hai sentito?"
"Per un attimo, ma solo per un attimo, mi è parso di udire una musica in lontananza. Come dei flauti, dei violini e dei tamburi… Fa niente, non preoccuparti. Andiamocene fuori, questo posto gioca brutti scherzi."




  
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