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Autore: CrazedLunatic    15/11/2011    1 recensioni
Quando Kurt viene aggredito, Blaine lascia immediatamente il college per prendersi cura di lui. Quest'unica decisione cambia la loro relazione e ridisegna il loro futuro. Fa anche sì che tutte le persone che li circondano si rendano davvero conto di quanto siano vicini in realtà. AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la traduzione di una storia di Crazed Lunatic. Potete trovare l'originale QUI.




“Ascolta, so che hai la scuola e tutto il resto, e so che sono tipo le due del mattino, ma… è importante.”
Blaine strizzò gli occhi, cercando di decifrare il nome sullo schermo del cellulare. I suoi capelli ricci erano spettinati e i suoi occhi nocciola assonnati. Lo schermo era di un blu luminoso e spiccava contro la completa oscurità del resto della stanza, rendendo ancora più difficile per lui distinguere il nome di chi lo stava chiamando. Non era nemmeno sicuro di essere davvero sveglio perché il display si era spento e non si sentiva nessun suono. I suoi occhi si chiusero e si mosse per posare il telefono, immaginando di aver solamente sognato di sentirlo squillare.
“Blaine? Blaine, ci sei?”
Cercò di rispondere “sì”, ma non era del tutto sicuro che gli fosse uscito in quella maniera. Si costrinse a riaprire gli occhi. Quello era il motivo per cui non passava due notti di fila in bianco per poi aspettare la mezzanotte del terzo giorno per andare a dormire.
“Ascolta, devi venire qua. Kurt. E’ una cosa seria.”
Questo lo svegliò completamente. Principalmente perché la voce che aveva detto “Kurt” sicuramente non era quella del suo Kurt. La voce di Kurt era molto più acuta. La voce di Kurt gli faceva battere il cuore. Questa voce gli era in qualche modo familiare, ma non era importante e ci mise alcuni minuti per riconoscerla. “Finn? Che succede?”
“Si tratta di Kurt. E’… è in ospedale, amico. Non… non è messo bene.” Inspirò bruscamente. “E’ stato aggredito, amico. Non ne so molto. Non si è presentato e -.” Blaine non stava più ascoltando l’altro ragazzo. Saltò in piedi, afferrando la sua felpa blu dell’Università del Kentucky. Si sfilò velocemente i pantaloni del pigiama, inciampando e quasi cadendo a terra. “Pensano che sia stato violentato, credo.”
Nel sentire queste parole Blaine strinse il telefono così forte che pensò che avrebbe potuto rompersi. Questa volta fu lui a inspirare bruscamente. Chiuse gli occhi, cercando di mantenere la calma nonostante sentisse il bisogno di sfogarsi e di prendere a pugni qualcosa. O di urlare. Si sentiva incredibilmente sopraffatto e confuso. Stava succedendo davvero? “E’… Cosa..?” balbettò, incapace di trovare la voce.
“Non lo so. Sono appena arrivato e non ti avevano chiamato perché il telefono di Kurt è rotto e non avevano il tuo numero, ma io lo avevo e – Aspetta.” Sentì un lieve fruscio.
“Tesoro, ciao.” disse la voce rassicurante di Carole, la matrigna di Kurt e madre di Finn. Blaine stava ancora immobile nel mezzo della sua stanza, con una sola gamba infilata in un paio di jeans. “Sono Carole. Come stai?”
La prima cosa che uscì dalla bocca di Blaine fu, “Cosa sta succedendo?”
“Kurt è stato ricoverato al Lima Memorial Hospital. E’ stato aggredito la notte scorsa. Per ora è stabile, ma… ma è grave. Non voglio scendere nei dettagli per telefono. Pensi che potresti venire qua più tardi, dopo le lezioni? Ti pagheremo la benzina-.”
Blaine afferrò le chiavi. “E’ stato violentato? Finn ha det-.”
Carole sospirò, e Blaine poté quasi vederla rivolgere uno sguardo arrabbiato a Finn e Finn scrollare le spalle in maniera imbarazzata, le mani affondate nelle tasche dei jeans. “Blaine, parleremo quando arriverai qua. E’ al primo piano. Se qualcuno ti chiede qualcosa, di’ loro che sei suo fratello.”
“Ma-.”
“Tesoro, ti prego.” La voce della donna aveva un tono definitivo e Blaine sapeva che discutere con la matrigna di Kurt avrebbe reso le cose dieci volte peggiori. Inoltre, alla famiglia di Kurt lui sembrava piacere abbastanza e cominciare a litigare avrebbe potuto cambiare la loro opinione. Avrebbe dovuto aspettare. 
“Va bene. Sto arrivando.” Blaine attaccò e afferrò con mani tremanti il suo zaino. Ci buttò dentro due cambi di vestiti, il suo portatile, una bottiglia d’acqua, il suo cellulare, il caricatore del computer e il suo iPod, che andarono ad aggiungersi ad alcuni libri di scuola che non aveva avuto il tempo di tirare fuori. Corse in tondo per il suo appartamento almeno tre volte prima di trovare il suo portafoglio, che ovviamente era stato proprio accanto al suo zaino per tutto il tempo.
Andrà bene. Calmati. Andrà tutto bene. Se non fosse così, Carole sarebbe sembrata molto più preoccupata.
Blaine corse alla sua macchina, una BMW X5 M blu, e accese il motore. Posò lo zaino sul sedile del passeggero, lo stesso sedile su cui sedeva sempre Kurt quando erano insieme e uscì dal vialetto. Se avesse fatto in fretta, dato che erano soltanto le due del mattino, avrebbe potuto ridurre a due le tre ore e mezzo di viaggio. Avrebbe almeno potuto provare.
Per favore, fa che stia bene.
 

  
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