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Autore: anonimaG    15/11/2011    3 recensioni
-Perché ti ho scelto come coinquilino? Ma cosa mi saltava per la testa?
-A te niente! Io perché ti ho accettata come coinquilina? Ah si! Si da il caso che la signorina qui presente una sera abbia suonato a “casa mia” come un disperata a chiedermelo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23° CAPITOLO

 
 

 
Basta.
Non avrei mai voluto perderla così.
Se dovevo perderla doveva essere solamente per la mia morte, dopo sedici anni non potevo lasciarmela scappare.
    Il giorno dopo decisi di tornare di nuovo a casa di Giuseppe.
Suonai al campanello.
Mi aprì e io la portai fuori chiudendo la porta.
-Cretino! Non ho le chiavi e Giuseppe dorme con Stefania!
-Non importa, ascoltami bene.
-E adesso cosa vuoi? Mi devi dire che era un malinteso quel bacio?
-Si… Cioè no, si volevo dire! Aspetta sono confuso… Fammi rimettere le idee al posto.
-Guarda posso aspettare tanto sono chiusa fuori.
-Ok, io sono andato là perché nel bigliettino c’era scritto che tu mi volevi parlare.
-Anche nel mio.
-Poi ho trovato Veronica al posto tuo.
-E l’hai baciata no? È così che si fa vero?
-No, lei ha baciato me e poi… Va beh credi quello che vuoi-. Mi sentii il cuore in gola quando lei si girò per andarsene.
-No aspetta!-. Le urlai rimangiandomi ciò che le avevo detto prima.
-Ancora?
-Si, senti… So che siamo ancora giovani, che tu non mi credi e che magari mi dirai di no.
   Mi guardò incuriosita e io mi inginocchiai davanti a lei.
-Solo dopo sedici anni ho scoperto che ti amo e se lo avessi scoperto prima te lo avrei detto subito e questo non sarebbe accaduto… Ti amo e non posso lasciarti scappare così…-. Tirai fuori un anello dalla tasca della giacca:-Marta Alessandrini vuoi sposarmi.
   Marta continuò a guardarmi meravigliata.
-Giovanni Evans!-. Mi disse mentre cercava di farmi rialzare:- Certo che lo voglio!-. Mi rispose abbracciandomi e baciandomi.
-Senti un po’: vuoi stare ancora qua con Giuseppe e Arisa due o vuoi venire da me.
-Da te! Almeno evito anche di suonare per disturbarli, più tardi passo a prendere i miei vestiti.
-Aspetta qua, vado a prendere la macchina-. Le dissi in fretta spiccicandole un bacio.
   Che bello stavo con Marta! Me la ero ripresa! Così in fretta ma me la ero ripresa.
Ero felice.
Ero talmente felice che attraversando non vidi la macchina.
La mia felicità fu la mia rovina.
Giovanni Evans morto a vent’anni travolto da una macchina.
Non ricordavo più niente, solo Marta che mi abbracciava e continuava a piangere.
Le sue labbra.
Le sue labbra toccarono le mie per l’ultima volta.
L’ultima parola che sentii: Ti amo.

La mia felicità = la mia rovina.
Ma nessuno mi aveva detto che non potevo morire felice.
Si infondo
ero morto felice, avevo sentito le sue labbra e le due parole che dette da lei mi facevano stare bene.
“Se dovevo perderla doveva essere solamente per la mia morte, dopo sedici anni non potevo lasciarmela scappare”.
La mia morte…
-Ti amo anche io Marta-. Le mie ultime parole che speravo la facessero sentire meglio.
Si, dopo tutto ti amo anche io…
Ti ho sempre amata…
In sedici anni:
Come ho fatto a non accorgermi di te?

   
 
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