Invito a leggere questa storia al pubblico che è appena entrato nella pagina. COURTNEY NON E MAI ESISTITA quindi non è mai successo niente con lei.
- Dannato Chris, dannato Chris, dannato Chris!-
Queste erano le uniche parole che rimbombavano nella smart di Duncan e dalla povera malcapitata che si era ritrovata nella macchina con il ragazzo. - Senti Duncan, questa data è stata prevista prima dell’ inizio del A Tutto Reality Azione, quindi, non lamentarti.-
Finì la ragazza sbuffando e facendo volare quella ciocca che toccava i suoi lucidi occhi neri. - Senti Gwen, sei la mia migliore amica e ti ho offerto un passaggio visto che abiti nella mia stessa città ma credo che quel tizio sia un mago! -
Urlò il ragazzo attirando l’ attenzione di Gwen, che rideva sotto i baffetti. - Non è colpa sua se il giorno prescelto per abbandonare il Reality e stato quello più piovoso dall’ inizio di tutto l’ anno e gli allagamenti nella città hanno superato quelli di dieci anni! -
Duncan prese in giro un po’ Gwen facendogli le vocine per poi prendere una piccola stradina lungo l’ autostrada ed andare a finire in un angusto motel dai colori non troppo luminosi.
Uscirono dalla macchina e corsero a prendere le diverse valigie che si ritrovavano nel bagaglio della piccola macchina.
Prese tutte le valigie corsero alla porta del piccolo albergo e posarono queste a terra per poi dire: - Buonasera, vorrei chiederle se in questo motel c’è un posto libero per la notte. -
Era la voce di Gwen che chiedeva alla ragazza che risiedeva dietro la scrivana a chattare con un amico su Facebook. - Si, ed è molto economica a causa della pioggia che entra da una delle finestre e che bagna uno dei letti e lascia il caldo solo a quello vicino alla porta. -
Gwen osservò quel lungo corridoio poco illuminato da alcune lampade, senza decorazione e con muffa ad ogni parte.
Era abbastanza disgustoso a causa della puzza che ogni lato emanava e l’ acqua emanante un retrogusto disgusto che proveniva dal pavimento. -Quanto costa? -
Chiese Duncan notando che la segretaria si era rimessa a navigare sul computer e a masticare una gomma, senza notare i due ragazzi fradici davanti a lei. - All’ incirca $20 a testa a notte. Vorrei i vostri documenti per registrarli. -
Questi diedero le carte di identità alla donna e così i soldi per poi prendere le chiavi e dirigersi ad una delle stanze.
Duncan aprì la porta per vedere davanti a loro uno spettacolo a dir poco orrendo.
Mura con vernice che sguazzava di quà e di là, uno dei letti completamente fradicio, fili della tv sfasciata ovunque ed un caminetto con sopra una foto. - Mmm, dormo sul letto e tu per terra! -
Disse Duncan posando le valigie a terra e avvicinandosi alla finestra nel tentativo di ripararla. - Duncan, sei consapevole che io non posso dormire per terra? -
Disse lei incrociando le braccia e guardando il punk dimenarsi vicino alla ringhiera della finestra per poi bagnarsi da capo a piedi. - E perché viziatella? -
Finì lui dirigendosi al caminetto cercando di accendere un fuoco per riscaldarli e non farli prendere una bella polmonite. - Perché no è basta! -
Disse Gwen dirigendosi in bagno, per lavarsi la faccia e levarsi il giacchetto per non bagnare la piccola camera.
Ritornando nel mini-salone si sedette su una poltroncina per potersi riscaldare con quel tenero fuocherello che ardeva piano piano. - Dormiamo insieme? -
Disse lui facendo un sorrisetto malizioso guardando la bella corporatura della ragazza. - Smettila. Io vado a cambiarmi in bagno, tu ti cambi qua e non fare strani e idioti scherzetti. -
La ragazza si diresse nel bagno ed indossò una camicia e dei pantaloni, mettendosi un’ accappatoio, dei calzini e delle ciabatte.
Quando uscì da quelle quattro mura color latte vide Duncan in boxer, con dei calzini grigi che ormai si era sistemato dentro al letto. - Ehy! -
Disse lei guardando il ragazzo che sistemava il cuscino e le coperte sul letto, cercando di stendersi su quel lungo stabilimento (non sapevo che scrivere). - Senti Gwen, a me non interessa niente se sei una donna, vieni qui e dormi, almeno ci terremo al caldo. -
Disse lui senza osservare che Gwen era andata a sedersi vicino al fuoco in cerca di calore. - - Hai sentito quello che ho detto? -
Disse lui alzandosi dal letto e avvicinandosi a Gwen guardandola mentre chiamava chissà chi. - Si. Stavo chiamando papà per dirgli che ci saremmo fermati qui, ma non c’è campo. -
Disse lei alzando lo sguardo andando a fissare quello di Duncan, per fissare quegli occhi azzurro cielo. - Vieni a dormire, domani dovremo viaggiare assai lungo. - - Assai? -
Chiese lei ridacchiando guardando quel visetto angelico che fissava il letto. - Si va bè, ma andiamo a dormire? -
I due si stesero sul letto e per non cadere si strinsero, per poi stare vicini vicini. - - Duncan! -
Disse lei girandosi per stare faccia a faccia con il ragazzo dalla faccia ricoperta di parcing. - Si? -
Disse lui con gli occhi chiusi, quasi addormentato ma allo stesso tempo a sentire Gwen che parlava. - Ti voglio bene. - - E io ti amo. -
Finì Duncan per baciare Gwen in un unico preciso e meraviglioso istante che non avrebbero mai voluto far finire.