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Autore: MusicAddicted    15/11/2011    6 recensioni
Un emozionato co-pilota al suo primo volo e uno steward solitamente impeccabile nel suo lavoro si incontrano… cosa succederà?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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‘Sera a tutte/i. Inizialmente questo doveva essere parte di un progetto che ormai non credo vedrà più la luce, ma dato che questa FF io ce l’ho pronta da un bel po’ ho deciso di postarla…e vada come vada! ;)
 
Questo è il mio primo AU.. almeno il mio primo AU non sovrannaturale, ahah.
L’AU tutti umani non è di certo il mio genere preferito, salvo qualche rara eccezione, ma questa storia, o meglio questo tema  in un certo senso me l’hanno un po’ imposto, quindi… ci ho provato.
 
Doveva essere una one-shot, ma mi è uscito una specie di mini-film, quindi l’ho divisa in due.
 
Partiamo con la prima parte
 
 
 
Titolo:You’re the cause of all this.
Personaggi: Matthew e Dominic  in primis, ma ci sono un po’ tutti…
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro. E il titolo è preso dalle lyrics di ‘Nature_1’ dei Muse.
Genere: commedia, romantico, AU
Rating: più pg13 di così non si può ;)
 
Riassunto: Un emozionato co-pilota al suo primo volo e uno steward solitamente impeccabile nel suo lavoro si incontrano… cosa succederà?
 
 
“Non avrei dovuto bere quella Red-Bull a pranzo!” borbotta il comandante Chris Wolstenholme, alzandosi dalla sua postazione.
 
Del resto, sull’aereo stanno ancora imbarcando gli ultimi passeggeri, quindi ha ancora un po’ di tempo per se stesso.
 
“Hey, tu, come hai detto che ti chiami? Natt, vero?” si rivolge all’assistente co-pilota che gli hanno affidato.
 
“Matt, Signore, diminutivo di Matthew.” lo corregge puntiglioso l’interpellato.
 
“Quello che è!” sbuffa il comandante.
 
“Questo è il mio primo volo in assoluto!” sorride l’altro, emozionato.
 
“Sì, lo so, me l’avrai già ripetuto almeno venti volte!” alza gli occhi Chris. “Tuttavia, dovrai pure cominciare da qualche parte. Ora, ascolta, io mi assento un attimo, torno subito. Tu aspetta buono buono e non toccare niente!” si raccomanda, uscendo dalla cabina.
 
Quel ‘Non toccare niente!’ ha su di Matt lo stesso effetto che avrebbe su di un bambino, vale a dire quello opposto.
 
Una volta rimasto solo, il ragazzo comincia a guardarsi intorno, incuriosito, fingendo di premere bottoni, finché uno specifico lo attira come un’ape col miele.
 
L’ape in questione si rigira fra le mani quel miele che altro non è che il microfono collegato agli altoparlanti, che serve al comandante per comunicare con i passeggeri.
 
Si schiarisce la voce e se lo studia un altro po’, senza accorgersi di aver spostato verso l’alto un’importante levetta.
 
“Buongiorno a tutti e benvenuti sul volo Starlight 747 diretto a Nizza. E’ il co-pilota Matthew Bellamy che vi parla. Il comandante si è sentito male e quindi sarò io ad eseguire questo volo. E’ il mio primo volo  e me la sto facendo sotto dalla paura, ma sono quasi sicuro di riuscire a portare questo bel bestione a destinazione. Al limite, stavolta cercate di prestare un po’ più attenzione alle istruzioni che vi daranno le hostess e gli steward su cosa fare in caso di emergenza!” conclude il suo annuncio fasullo Matt, ridacchiando, ma le risate gli muoiono in gola, non appena sente delle urla provenire dal corridoio di passeggeri.
 
Deglutendo pesantemente, controlla meglio il microfono.
 
“Un momento, ma.. questo coso è acceso sul serio?” si domanda ad alta voce, facendosi così sentire da tutti un’altra volta.
 
 
Tuttavia, fra i passeggeri nessuno gli presta più attenzione, sono tutti impegnati a cercare di salvarsi la pelle e il panico dilaga, propagandosi a macchia d’olio.
 
“No, Signori, vi prego di restare calmi, la situazione è più che sottocontrollo!” spiega Kelly, l’assistente della cabina di volo, con tutta la gentilezza, la calma e i nervi saldi di cui dispone.
 
Dato che ha eccezionalmente abbandonato la sua postazione per occuparsi dei passeggeri, assieme al resto del personale di bordo, lo steward Dominic si trova più vicino alla porta che lo divide dalla cabina dei comandi.
 
Non perde tempo e si lancia in quella direzione col preciso intento di fare il re dei cazziatoni al responsabile di quel disastro.
 
-Quell’idiota, mentecatto, ma chi è il pazzo che gli ha permesso di volare? Quello non dovrebbe nemmeno avvicinarsi a un aereo, nemmeno a quelli radiocomandati! Ma ora mi sente, quel deficiente, quel coglione, quello stupido, quell’incosciente, quel… -
 
E’ già arrivato a destinazione e sentendo qualcuno avvicinarsi Matt si volta, sgranando i suoi occhi di un azzurro immenso.
 
-Quel piccolo, tenero, dolce cucciolo spaurito!- cambia decisamente opinione e temperamento Dominic, folgorato da quella visione.
 
Del resto, per Dominic Howard, trent’anni all’anagrafe, steward da ormai più di tre gloriosi anni e gay dichiarato da almeno dieci, resistere a quel faccino che lo guarda intimorito, con quelle ciocche nere e disparate che ancora non sono state intrappolate nel berretto e con quel corpo gracilino ma a suo modo perfetto che è scosso da qualche fremito è pressoché impossibile.
 
“Immagino che tu te ne sia già accorto da solo, ma il microfono era acceso,” lo informa, sorridendogli, benché sia pienamente cosciente che è una situazione che non richiede un sorriso, tanto meno un tono di voce così smielato.
 
Matthew sorride nervosamente, un po’ imbarazzato, e ripone il microfono incriminato al suo posto, spegnendolo accuratamente.
 
 Una volta superato quel panico iniziale, Matthew è libero di vedere quella situazione da un’altra prospettiva: una prospettiva bionda, aitante, dagli occhi ammalianti ai quali non è possibile associare un colore soltanto e da un sorriso che capace com’è di abbagliare probabilmente deve contenere il sole dentro.
 
E per Matthew, ventinove anni all’anagrafe, che è uscito con il più brillante dei voti dall’accademia di aeronautica, nonostante il suo interesse per i compagni aspiranti piloti fosse maggiore di quello che nutriva per le lezioni, quella sorta di biondo dio greco non può certo essergli indifferente.
 
“Sì-me-ne-sono-reso-conto-quando-ormai-era-troppo-tardi.-Pensavo-che-stessi-solo-parlando-per conto-mio-per-scherzo-ma-non-immaginavo-nemmeno-lontanamente-che…”
 
Dominic lo interrompe, ridacchiando.
 
“Parli sempre così velocemente?” domanda, avanzando di qualche passo.
 
“Solo quando sono agitato.”
 
Il biondo gli si fa più vicino, prendendo il posto del comandante che per il momento è ancora assente e prendendo le mani del moro nelle sue.
 
“Sei ancora agitato?” gli mormora, con un tono di voce caldo come le sue mani.
 
“No. Non più.” sorride l’altro.
 
“Non ti nascondo che hai combinato un gran bel guaio e di là si stanno dando tutti da fare per calmare i passeggeri,” lo informa lo steward, continuando a tenergli le mani
 
“Mi dispiace,” guaisce il suo interlocutore, interrompendo quella stretta, perché si vuole auto-punire, negandosela.
 
“Lo so, ma non preoccuparti, tesoro, tutti commettono errori. Ormai l’equivoco è stato chiarito e di là la situazione è notevolmente migliorata.” lo informa Dom, alzandosi.
 
“Meno male!” sospira l’altro, prima che fra i due cada un pericoloso silenzio fatto di sguardi languidi e istinti tenuti a freno.
 
“Va meglio ora, Matthew?” mormora Dominic, facendosi rischiosamente vicino.
 
“Come sai il mio nome?” si stupisce il moro.
 
“Ti sei presentato tu prima, nell’annuncio, guarda che l’ho ascoltato tutto, molto attentamente!” ridacchia l’altro.
 
“E tu non me lo vuoi dire il tuo nome, bellissimo? Non hai nemmeno un targhetta sulla divisa,” osserva Matt, alzandosi.
 
Ora è lui quello che gli si fa oltraggiosamente più vicino, con intenzioni fameliche.
 
“Ecco cosa mi sono dimenticato!” riflette ad alta voce Dom, prima di perdersi nei due oceani infiniti che lo stanno guardando.
 
“A me va bene anche se mi chiami ‘bellissimo ‘!” ride Dom, civettuolo, mentre giocherella con le decorazioni sulla giacca del co-pilota.
 
Matthew lo lascia fare, perdendosi nelle due tempeste che ha davanti nelle quali  il grigio sembra lasciarsi sopraffare da un verde intenso.
 
“Scherzi a parte, mi chiamo…”
 
 
“Si può sapere che ci fai tu qui? Fila di là, nemmeno sei adibito a stare nella cabina dei comandi e di là stanno per iniziare le dimostrazioni per la sicurezza!” lo interrompe secco Chris, facendo sussultare sia Dom che Matt.
 
“Mi scusi, comandante, è che nel caos generale ero quello che si trovava più vicino per intervenire. Corro subito!” si allontana il biondo, salutando Matt con lo sguardo.
 
“E ora veniamo a noi due, non credere di passarla liscia!” quasi ringhia Chris.
 
Benché lui e Matthew siano pressappoco coetanei, l’aria austera e la figura imponente  del Comandante lo fanno sembrare molto più maturo, nonché responsabile.
 
“Lo so, ho fatto un casino. Allora dov’è?” chiede remissivo Matt.
 
“Dov’è cosa?” lo guarda confuso il Comandante.
 
“Il sostituto che prenderà il mio posto. Immagino che io debba pagare la mia bravata a caro prezzo!” sospira infelice.
 
Per tutta risposta, Chris ridacchia.
 
“Tu non hai capito proprio un accidenti. Guarda che sono stato ragazzo anch’io, la differenza è che queste cose le facevo *dieci anni fa* ! Ma.. siamo proprio certi di avere la stessa età?”
 
“La carta d’identità non mente, Signore!” replica Matt, rivolgendogli uno sguardo  colmo di riconoscenza per quello che ha precedentemente detto.
 
“No, ti prego, piantala con questa cosa del Signore! Mi fai sentire vecchio. Chiamami Chris e basta!”
 
“Ok, Chris.” sorride Matt. “Ora sarà il caso che tu faccia l’annuncio, quello vero, intendo!”
 
“Sì, ma non credere di farla franca, la tua punizione arriverà, stanne certo!” sogghigna in un modo inquietante Chris, facendo deglutire pesantemente il suo interlocutore.
 
Chris prende il microfono, lo accende e si schiarisce la voce.
 
“Buongiorno a tutti e benvenuti sul volo Starlight 747 diretto a Nizza.. Vi parla il comandante Christopher Wolstenholme. Quello che avete sentito prima è quel bontempone del co-pilota Bellamy, ma non preoccupatevi, sapremo prendere i giusti provvedimenti!” ridacchia, prima di farsi serio e proseguire.
 
Nel corridoio dell’Economy Class, Dominic ascolta attentamente l’altoparlante, mentre si prepara per la dimostrazione di routine.
 
-Giusti provvedimenti? No, mio bel co-pilota, pazzerello, che cosa vogliono farti?- si preoccupa.
 
“Dom!” lo chiama Emma, una delle hostess.
 
“Che c’è?” si distoglie Dom.
 
“Come pensi di far vedere a tutti come si adopera il giubbino di salvataggio se il giubbino non lo prendi neppure?” ridacchia lei, indicandogli il giubbino che ha lasciato sul sedile.
 
“Oh! Grazie, Emma, sei un tesoro!” le sorride, allontanandosi imbarazzato sotto lo sguardo divertito della ragazza.
 
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Mentre dalla cabina dei comandi Chris espone in tono impersonale e strascicato le misure di sicurezza, Matthew è tutto impegnato a raffigurarsi nella sua mente il bellissimo e misterioso steward che ha incontrato, mentre esegue la dimostrazione nel modo più sexy possibile e… indossando solo un paio di boxer bianchi moto attillati, cercando di immaginarsi come possa essere il corpo che nasconde sotto la sua divisa.
 
- Di sicuro deve essere perfetto! – pensa il co-pilota, accorgendosi che Chris ha concluso e gli ha appena rivolto una domanda.
 
“No, non mi va il pollo, non dovremmo nemmeno mangiare adesso!” borbotta confuso in risposta.
 
Chris lo fissa ancora più confuso.
 
“Ma che diavolo hai capito? Ti ho detto ‘preparati al decollo ‘, perché lascerò a te il comando… anche se me ne sto già pentendo,” brontola il comandante.
 
Matthew lo guarda esterrefatto.
 
“Davvero lo lasci fare a me?”
 
“A scuola eri lo studente più brillante, nelle varie esercitazioni sei stato irreprensibile, tanto vale che mi dimostri quello che sai fare. Che Dio mi perdoni, ma… mi voglio fidare di te, Matt,” spiega Chris, mettendogli una mano sulla spalla.
 
“Non te ne pentirai,” gli sorride Matthew.
 
“Tuttavia, per ovvie ragioni, ai passeggeri diremo che il volo l’ho eseguito io,” aggiunge Chris, facendo ridere l’altro.
 
Matthew scaccia via i biondi pensieri insidiosi  e si concentra appieno sul decollo, eseguendo ogni manovra alla perfezione, sotto lo sguardo compiaciuto di Chris.
 
“Ben fatto, Matt!” gli sorride il comandante.
 
Matt sorride in risposta, perdendosi nelle meravigliose sensazioni che gli regala volare.
 
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Nei corridoi le hostess e gli steward aspettano che si spengano le insegne che obbligano a tenere allacciate le cinture e che i passeggeri abbassino i loro tavolini, per poter passare con il carrello delle bevande.
 
Solitamente, Dominic esegue quei gesti con meccanicità, ma il bel biondino è troppo impegnato a pensare a cosa possa stare facendo quel bel copilota dietro lo sportello che lo separa dal corridoio, per potersi concentrare pienamente su quello che sta facendo.
 
“Allora, Sveglia? Le ho detto che voglio un’acqua tonica!” sbotta uno scorbutico uomo d’affari sui cinquant’anni.
 
Dominic si gira verso di lui, col bicchiere di plastica tenuto a mezz’aria  e l’espressione imbambolata, prima di riprendersi.
 
“Oh, mi scusi, Signore!” esegue gli ordini il ragazzo, con tutta la diplomazia che lo contraddistingue, quando in realtà in quel bicchiere vorrebbe solo sputarci.
 
Mentre distribuiscono le bevande nel resto delle file, Kelly lascia la sua postazione e prende il microfono per fare un annuncio.
 
“Bene, Signori, c’è qualcuno che vuole visitare la cabina dei comandi?”
 
Dominic è quasi tentato di alzare la mano e manifestare quella volontà… peccato che ceda alla tentazione e lo faccia sul serio.
 
“Dominic! Che fai?” lo guarda indignata Kate, una delle hostess, squadrandolo dall’alto in basso con aria di superiorità.
 
“Era solo per fare da apripista!” ridacchia Dom, facendo l’indifferente. “Allora, c’è qualcuno che vuole andare?” dà man forte a Kelly.
 
“Io!” alza la mano un’avvenente ragazza sui ventisette anni, dai lunghi capelli castani che le ricadono sulle spalle in morbide onde dai riflessi ramati.
 
 
“Benissimo, seguimi!” le sorride Dominic, facendole strada, ma Kelly gli si para davanti.
 
“Dove credi di andare? Quello semmai è compito mio!” riprende il suo sottoposto, anche se nel modo più cortese possibile, prima di rivolgersi alla ragazza.
 
“Come ti chiami, cara?”
 
“Gaia.” risponde la ragazza.
 
“Molto bene, Gaia, vieni con me.” si allontana con lei Kelly.
 
Dominic rimane a guardarle da lontano.
 
- Va’ pure, Gaia. Tanto, per quanto tu sia graziosa, non ti temo. Sei una ragazza, non gli puoi interessare!- pensa sollevato.
 
“Hey, tu, biondino, poi ci voglio andare anch’io in cabina!” lo distoglie una voce acidula.
 
Dominic si volta in direzione della voce e vede un gran bel ragazzo sui trentacinque anni, minuto ma perfetto, dai lisci capelli corvini e con grandi occhi che racchiudono tutte le tonalità del verde e del turchese, e con labbra piene accentuate dall’abuso di rossetto che le adorna.
 
-Accidenti, no! Con te è diverso, ti temo eccome!- si allarma lo steward.
 
A essere sinceri, a Dominic quel ragazzo non è indifferente, se solo non fosse tanto bello quanto odioso.
 
“Hey, bambolina, sei diventato sordo? Ti ho detto che ci voglio andare anch’io!” insiste, piccato.
 
Dominic perde la sua consueta pazienza.
 
“Senti un po’, come-ti-chiami, semmai il sordo sei tu, se non hai sentito che quello non è compito mio. E, seconda cosa, in cabina ci può andare una sola persona alla volta, quindi devi attendere il tuo turno… ammesso e non concesso che il tuo turno arrivi. Sai com’è, non è che in cabina ci mandiamo cani e porci!” replica secco il bel biondo.
 
“Hey, dico, ti sembra il modo di rivolgerti? Per prima cosa mi chiamo Brian, ficcatelo in quella zucca vuota e vedi di ricordartelo!” sbotta il moro. “Sta pur certo che segnalerò questo tuo comportamento cafone ai tuoi superiori!”  sibila il morettino.
 
“Segnala un po’ quello che ti pare!” fa spallucce Dom, andando a ritirare il carrello delle vivande.
 
“Si può sapere che ti è preso?” lo interroga Tom, un altro steward, nonché il suo migliore amico, spingendo il carrello dalla parte opposta.
 
“Quel tizio è insopportabile! Mica potevo farmi mettere i piedi in testa così, ti pare?” risponde Dom, ancora innervosito per quell’incontro.
 
“Sì, ok, lui è un idiota, ma questo non ti autorizza comunque a comportarti così. L’ha detto anche lui che segnalerà la cosa, ci saranno conseguenze.” si preoccupa l’amico.
 
“Io non mi allarmerei tanto. Can che abbaia non morde, nel suo caso poi… è un chihuahua isterico!” ride Dom, ritrovando il suo buonumore  e contagiando anche il suo interlocutore.
 
 
“Dominic, non è che più per quello che ti ha detto, ti fa infuriare il fatto che lui voglia andare in cabina a importunare il co-pilota sul quale hai messo gli occhi tu?”
 
“E tu come lo sai?” si stupisce il biondo.
 
“Andiamo! lo sai che ti so leggere come un libro aperto. E poi da quando sei tornato dalla cabina di volo, dopo quel falso annuncio che ha gettato il caos… non ci stai più con la testa. Quel ragazzo ti piace, vero?” deduce il moro.
 
“Da morire!” sospira Dom. “E non credo di essergli indifferente!” aggiunge con un sorrisetto compiaciuto.
 
“Per voi gay le cose sono molto più facili!” sbuffa Tom, alzando gli occhi.
 
“Non direi. Non ho più avuto modo di vederlo. Se non ci riesco durante questo volo, quante probabilità credi che io abbia di incontrarlo di nuovo?” si agita il biondo.
 
“Ci riuscirai, devi solo attendere che l’aereo atterri.” lo rincuora l’amico.
 
“E ad Eterolandia le cose come vanno?” si interessa l’altro.
 
“Oh, una meraviglia. E’ da quando l’ho vista che sto facendo di tutto per farmi notare da Emma, ma non mi caga di striscio!” si rattrista Tom. “In compenso c’è quell’oca di Kate che mi sta appiccicata peggio di una cozza!” aggiunge, infastidito.
 
“Povero rubacuori sfigato!” lo sfotte Dom ridendo.
 
“Bravo, bravo, infierisci pure!” si imbroncia Tom.
 
“Non buttarti giù. Secondo me sbagli tattica.”
 
“Che intendi dire?”
 
“Prova a fare il contrario. Fa’ lo scemo con Kate anche se non te ne frega nulla e fingi di non vedere nemmeno Emma. Secondo me funziona!” sorride il biondo.
 
“Ha una sua logica in fondo, sai? Proverò.” decide il moro.
 
“Oh no!” si allarma Dom, guardando il corridoio.
 
“Che ti prende?” si acciglia il moro.
 
“E’ tornata dalla cabina di volo la ragazza e ora Kelly ci sta portando quell’odioso!” si morde le unghie il biondo, assalito dalla gelosia.
 
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Ormai volano da quasi due ore e tutto procede per il meglio.
 
Non si è verificata nemmeno la minima turbolenza… se si escludono quelle interiori di Dominic  e Matthew.
 
-Dove sarà adesso? Ovvio, di là nel corridoio, dove vuoi che sia? Sì, ma cosa starà facendo? Di sicuro starà flirtando con qualcuno dei passeggeri, tipo quello che è venuto qui, forse ora è di là che gli sta facendo una corte spietata! Dopotutto, caratteraccio  impossibile a parte, quel morettino non è niente male… - rimugina Matthew, torturandosi coi denti una pellicina sul dito indice, fino a che non la strappa, dolorosa mossa che lo distoglie.
 
“Dannazione , ma mi ascolti?” sbotta Chris. “Ti ho detto di darmi le coordinate!” ribadisce, spazientito.
 
“Uh! Scusami!” si attiva subito il co-pilota, eseguendo quanto richiesto.
 
“Ci mancava solo che anche tu fossi malato come quell’altro!” borbotta Chris.
 
“Quell’altro chi? E poi perché malato?” si incupisce Matt.
 
“Intendo lo steward di prima, che ti si è appiccicato come un magnete. Pensavo si desse un contegno, invece non cambia mai!” brontola Chris.
 
“Quindi tu lo conosci?” si accende di interesse l’altro.
 
“L’ho incontrato su un altro paio di voli ma non è mai stato così esuberante!”
 
Matt è lusingato da quella risposta, ma è un’altra la cosa che più gli preme sapere.
 
“Sai come si chiama?” domanda, fingendo di voler solo fare semplice conversazione .
 
“Non lo ricordo… o forse nemmeno me l’ha mai detto, non è che io e lui ci siamo fatti grandi chiacchierate.” replica l’altro.
 
Matt sbuffa rassegnato, quel nome continuerà a rimanere un mistero.
 
“Ad ogni modo, se chiami malati noi solo perché in materia di sentimenti, perché di sentimenti si tratta, abbiamo gusti diversi da tuoi, perdonami, ma credo che il vero malato sia tu.” sentenzia Matt, senza troppi preamboli.
 
Chris ci rimane di stucco.
 
“Ma… io … non è che abbia qualcosa contro i gay, è solo che… oh, andiamo! Se Adamo è andato con Eva un motivo ci sarà!” argomenta Chris, senza distarsi.
 
“Certo che c’è un motivo. Cosa doveva fare, povero Adamo, visto che Dio non gli ha concesso nessun’altra alternativa?” ribatte Matt, rimanendo concentrato sulla traiettoria.
 
“E va bene, non imbarchiamoci su argomenti più grandi di noi, diciamo che il mondo è bello perché è vario!” stabilisce il comandante.
 
“Mi sembra un valido compromesso!” approva il co-pilota.
 
“Ad ogni modo, basta fare l’adolescente innamorato, al tuo bel steward ci pensi dopo. Tra meno di mezz’ora ci dobbiamo preparare all’atterraggio, anzi , ti devi preparare!” lo avvisa Chris.
 
“Mi lasci effettuare anche l’atterraggio?” si emoziona Matt e l’altro annuisce con un sorriso fiducioso.
 
“E comunque, lo vedi? Pure tu hai detto che lo trovi bello!” riflette Matt.
 
“Oh, ti prego, taci!” alza gli occhi Chris.
 
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“Qualcuno gradisce ancora qualcosa da bere?” domanda con un sorriso di cortesia Dominic, passando fra le file del corridoio.
 
“Meno male, sembra che si sia ripreso. Niente più distrazioni.” commenta Emma con Kate, appartate in un angolo, non troppo distanti da lui.
 
“Che poi non capisco il perché di tanto interesse, come se Dom avesse chance con quel co-pilota,” replica Kate, alzando la voce di proposito. “Lo sanno tutti, è il più classico dei cliché: pilota e co-pilota, amore ad alta quota. Ho fatto anche la rima!” ridacchia, ma è l’unica a farlo.
 
In quel preciso momento, Dominic sta versando da bere ad una ragazza, ma è intento ad ascoltare quella conversazione.
 
- In effetti, ora che ci ripenso, il comandante mi ha allontanato in fretta e furia dalla cabina, quand’è arrivato, quasi come se fosse geloso! - rimugina.
 
“Ma che sciocchezze vai dicendo?” l’ammonisce Emma.
 
“Fidati, è così. Piloti e co-piloti hanno tutti.. quel difetto di fabbrica, ci siamo capite!” prosegue l’altra, incurante.
 
“Intendi dire gay? Non è un difetto di fabbrica!” puntualizza Emma.
 
“Quello che è!” fa spallucce Kate. “Il punto è che saranno di là tutti impegnati a farsi gli occhi dolci, indisturbati. Aspetta solo che l’aereo atterri e scendano tutti e vedrai come si daranno alla pazza gioia quei due!”
 
A quelle parole Dom sussulta, finendo per rovesciare il contenuto del bicchiere addosso alla ragazza che sta servendo, una bella morettina, sui ventisette anni.
 
“Oddio, sono mortificato!” si scusa all’istante, provvedendo ad asciugarla con un fazzoletto.
 
“Tranquillo, non è successo niente, è soltanto acqua.” sorride lei, accomodante. “E poi sei così carino che ti perdono!” aggiunge ammiccante, prima di tendergli la mano. “Io sono Jessica.” si presenta, sbattendo i begli occhioni color acqua marina.
 
- E io non sono il tipo di ragazzo che tu credi io sia. Mi spiace, tesoro! - pensa lui, ma non fa altro che presentarsi a sua volta, prima di dileguarsi all’istante.
 
Kelly ha assistito alla scena intera e si avvicina a Dominic, trovandolo un po’ demoralizzato.
 
“Caro, se fossi in te non baderei allo starnazzare di quell’oca!” esordisce, mettendogli una mano sulla spalla, prima di avvicinarsi ulteriormente per bisbigliargli qualcosa all’orecchio.
 
“Ad ogni modo, se c’è una cosa che ti posso affermare con assoluta certezza e cognizione di causa è che il comandante Wolstenholme non è affatto gay.”
 
“Kelly!” ridacchia il biondo, guardandola sorpreso.
 
“Non ho mai detto di essere una santerellina!” gli fa una spiritosa linguaccia lei.
 
- Anche se ora ci sono conseguenze di una certa rilevanza. - pensa la ragazza, accarezzandosi dolcemente il ventre.
 
(Fine prima parte)
 
Spero vi sia piaciuta, liberi di dirmi qualunque cosa, anche le critiche sono ben accette ^^
 
A presto con la seconda e ultima parte.
 
E, don’t worry, che non mi dimentico di tutte le altre FF che ho in corso (pure quella con Adam dei Maroon 5, che è in cima alle mie storie da aggiornare, quindi.. arriverà), collaborazioni comprese! ^^
   
 
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