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Autore: Kalie    15/11/2011    8 recensioni
Heiji e Kazuha, nel corso delle loro vite l'uno di fianco all'altro, hanno viaggiato insieme migliaia di volte, sia per andare a Tokyo, a Kyoto, in gita o in qualunque altro posto. - Una serie di Flashfic e Drabble o forse qualche Oneshot lunga per descrivere questi viaggi passati insieme, per vedere che combinano questi due. 'Dopotutto, l'importante era stare insieme'
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A te, Giulia.
Che hai appena compiuto il viaggio più lungo di tutti.
 A te che sapevi ridere e vivere.
A te che, a soli 16 anni, ti hanno portata via.
A te e a loro,
 che mi siete entrati nel cuore.
A Marianne.
Ad Amin.
A Lorella.
A voi che ora siete i miei angeli.
Vi voglio bene.


Capitolo 4: Sotto il cielo di Okinawa – a volte anche i tonni si svegliano

Quattro ragazzi giravano per le stradine di un paesino in una delle isole di Okinawa, la valigia alla mano, uno zaino in spalla e l’aria eccitata: stava per cominciare la loro vacanza estiva. Si prospettava davanti a loro una settimana intera di relax tra mare, giri per negozi, serate da passare in allegria e via dicendo. Erano stati fortunati, perché uno dei parenti di Kazuha, a quanto pareva, aveva una casa lì e gliel’aveva data a disposizione in modo che potessero rilassarsi prima dell’arrivo degli esami finali dell’ultimo anno di liceo. Così lei aveva colto la palla al balzo, aveva chiamato Ran in preda all’euforia e, nel giro di tre giorni, avevano già organizzato tutto, pronte per partire per l’ultima settimana di luglio. Si erano ritrovati così, Heiji e Shinichi, a partire con le loro amiche d’infanzia, fingendo di essere seccati dall’insistenza delle ragazze ma, oltre che il piacere della loro compagnia, c’era anche la scusa di potersi prendere una pausa da casi e compiti di scuola – bugiardi tutti e due, persino con voi stessi, volevate decisamente passare del tempo con loro - accettando, alla fine, di partire con le due. Shinichi guardò il cielo limpido sopra di loro, con il sorriso stampato sulle labbra: aveva immaginato diverse volte di fare gite insieme a quei tre, uscire per appuntamenti. Tutto questo, una volta tornato ad essere quello di sempre, una volta abbandonata la figura di Conan. Gli sembrava un sogno. Gli bastò guardare la figura di Ran, che sorrideva di fianco a lui, per ricordargli che tutto quello era reale. Lei, e le continue lamentele di Heiji.

“Ma è ancora lontana la casa di tuo zio, Kazuha?” sbottò acido Heiji, sventolandosi il volto con la guida turistica che gli aveva rifilato poco prima la nominata, dopo le sue continue lamentele.

“Se continui a distrarmi, non troverò mai la casa, Heiji!” si era difesa così, lanciandogli un’occhiataccia in tralice.

“Uff… ma fa caldo sotto questo sole”

“Il mare è a dieci metri da te, vai e buttati se hai così caldo” scoppiò quindi a ridere, ma si bloccò quando vide l’espressione sul volto di Heiji: sembrava stesse prendendo sul serio in considerazione di farlo “non fare l’idiota, perché mi prendi sul serio solo per le cose stupide? Comunque dovremmo esserci, quasi”

“Davvero, Kazuha-chan? Fammi vedere, ti do una mano con questa mappa!” aveva esclamato l’amica, raggiungendola in pochi passi.

“Per fortuna…”

“E’ inutile che vi lamentiate, siete voi che avete voluto prendere l’autobus al posto del taxi!” esclamò Ran, guardando male i due detective.

“Come siamo puntigliosi…” l’aveva schernita Shinichi, avvicinandosi a lei e mettendole un braccio intorno alle spalle, cosa che la fece arrossire non poco. “su, se affrettiamo il passo arriviamo prima. Heiji, non stare lì a brontolare”

“Ma fa caldo!” all’ennesimo lamento, Kazuha indietreggiò e l’afferrò per il braccio, cominciando a tirarlo.

“Sì, ma farà meno caldo in casa quindi muoviti. Peggio dei bambini” sospirò lei, guardando con una punta di invidia i due ragazzi ora davanti a loro: non stavano insieme, per lo meno non per il momento, però erano decisamente più disinvolti. Forse perché entrambi erano a conoscenza dei sentimenti che provavano l’uno per l’altra. Scacciando via la gelosia, girò l’angolo e si ritrovò davanti alla casa indicata nella mappa. “eccoci qui, siamo arrivati!”

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

“Bene…”

“Bene…”

“Bene…”

“Bene… basta dire bene!”

“Giusto…”

“Giust…”

“Non ricominciamo d’accapo!” aveva sospirato infine Kazuha, mentre tutti e quattro continuavano a fissare le due camere da letto con letti matrimoniali. “la soluzione migliore è che io dorma con Ran-chan, e voi due nell’altra stanza”

“Non se ne parla!” esclamarono in coro i due ragazzi, arrossendo subito dopo, in contemporanea alle altre due.

“Io non dormo nel letto matrimoniale con questo…” borbottò Shinichi, indicando il suo migliore amico.

“Andiamo ragazzi, l’alternativa è che…” e Kazuha si bloccò, arrossendo ancora di più. “tu e Ran-chan dormiate in una stanza, e io ed Heiji nell’altra…”

“Non mi sembra tanto male come alternativa” aveva riso, semplificando, sempre il detective dell’est. Ran a quel punto sembrava un peperone con braccia e gambe.

“Ma che razza di alternativa è?”

“E’ una che mi impedirà di dormire nel letto con Mister-mi-metto-a-quattro-di-spade-mentre-dormo!” urlò esasperato.

“Qui non ne usciremo mai fuori… facciamo a votazioni” sospirò Kazuha.

“No, facciamo decidere alla sorte” esclamò all’improvviso Heiji, tirando fuori una moneta dalla tasca “testa Kazuha-Ran ed Heiji-Shinichi, croce per Kazuha-Heiji e Ran-Shinichi. D’accordo?” lanciò quindi la moneta e, una volta ricaduta sulla sua mano, andò a leggere il responso finale. “facciamo due su tre?”

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Kazuha stava sistemando i vestiti nell’armadio di fianco alla porta finestra, che affacciava sul balcone, vicino al suo lato del letto; si mordeva le labbra, nervosa, mentre finiva velocemente di sistemare la sua biancheria intima, sentendo una figura sedersi di fianco a lei. Ran le sorrise, con lo sguardo gentile, mentre lei richiudeva il cassetto in un profondo sospiro.

“Non fare quella faccia, Kazuha-chan. Non è andata tanto male” ed era scoppiata a ridere.

“Oh no… non è andata affatto male. Ci stavamo solo scannando per queste stanze” rispose sarcastica, ma aveva riso anche lei.

“Beh… vedrai che ci divertiremo in questa settimana”

“Già! Una settimana intera di vacanza, ci pensi? Con quei due detective da strapazzo. Il peggio che ci può succedere è uno dei soliti casi che mandano nel pallone quei due”

“Kazuha, mi stai lasciando un po’ di spazio nell’armadio? Si può sapere perché ti sei portata tutto l’armadio, da Osaka?” Heiji entrò nella stanza con lo zaino di Kazuha sulle spalle e la sua valigia in mano.

“Non vedi che c’è un altro armadio?” inarcò le sopracciglia, spostando lo sguardo sul suo compagno di stanza. “sei sicura che andrà tutto bene, Ran-chan? A te di sicuro” le diede quindi una gomitata allusiva, con tanto di risatina.

“Smettila, Kazuha-chan. Anzi… è il momento di attaccare!”

“Eeeeh?! Ma sei pazza?!” esclamò paonazza l’amica, mentre Heiji sbucava alle loro spalle.

“Si può sapere che confabulate voi due, in continuazione? E tu, ‘Ran-chan’, non dovresti andare a sistemare la tua roba nella tua di stanza?” la guardò di sottecchi, mentre si alzava.

“Ma certo, vi lascio subito da soli” rise quindi, lasciando il viso arrossato di Kazuha e l’espressione confusa del detective dell’ovest. Lui aspettò che Ran uscisse dalla stanza e si sedette a terra, di fianco all’amica.

“Senti Kazuha...”

“Dimmi”

“Stavo pensando… è passato poco tempo da quando Kudo è tornato, non sono ancora riusciti a stare molto tempo insieme, perciò cerchiamo di non stargli troppo addosso. Va bene mentre fate shopping, e qualche volta un po’ di chiacchiere non fanno male, ma cerchiamo di lasciarli un po’ da soli, ok?” la ragazza lo guardò stupita.

“Lo sai che questo comporterà il fatto che sarai tu a doverti sorbire la mia deliziosa compagnia?” inarcò le sopracciglia, guardandolo ironica, ma con le gote leggermente rosse.

“Farò questo sforzo… dopotutto lui è il mio migliore amico” sospirò lui, beccandosi una pacca semi affettuosa sulla spalla.

“Dai, non sarà per molto. Uno di questi giorni potrei fare amicizia con qualche bel ragazzo, poi potrai stare in tranquil…” Heiji sbatté un pugno contro l’anta dell’armadio, chiudendolo di scatto.

“Non dire stupidaggini” la guardò di sottecchi, dritta negli occhi “non mi piace quando ti comporti da civetta”

“Eh?” fece per controbattere ma Heiji si era già alzato, nervoso, dirigendosi verso la porta della stanza, lasciandola a bocca aperta e totalmente confusa.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

“Sono troppo stanca per uscire… ditemi che neanche voi avete voglia di mettere piede fuori di casa!” ma la risposta, Kazuha, la trovò da sola, osservando Heiji spaparanzato sul divano, con gli occhi chiusi, Ran con la faccia spiaccicata sul tavolo della sala e Shinichi sdraiato direttamente per terra. “meglio così… domani faccio quello che volete, ma ora sono esausta!”

“E pensare che Sonoko ci avrebbe costrette a giocare a qualche stupido gioco contro la nostra volontà” Ran era quindi scoppiata a ridere, al pensiero.

“A proposito, non doveva venire anche Suzuki?”

“Beh…”

“Beh…” Kazuha e Ran si erano scambiate uno sguardo eloquente e malizioso, cosa che catturò l’attenzione dei due detective. “teoricamente è qui. Praticamente…” continuò quindi Kazuha.

“Praticamente?”

“…è in America da…” fece Ran, per poi concludere in contemporanea con Kazuha, in un’imitazione sdolcinata di Sonoko.

“… Makoto-kuuun!”

“Che cosa?!” esclamò Shinichi stupefatto. “e voi la coprite?” scosse la testa, divertito “che amiche pronte a tutto!”

“Lei farebbe lo stesso per noi, se dovessimo partire per un viaggio da sole con un nostro eventuale fidanzato, come io lo farei per Ran e Ran per me, giusto?” le due si scambiarono un sorriso complice.

“Sei fortunata, Mouri”

“Uh? Kazuha-chan è anche amica tua, scommetto che coprirebbe anche te” continuò stranita dall’affermazione.

“No, è che non dovrai mai coprire Kazuha. Prima che trova un tipo che se la prende, sarà abbastanza vecchia da non aver bisogno del permesso dei genitori” e riappoggiò la testa sul divano, richiudendo gli occhi. Tant’è che non si accorse di Kazuha che si avvicinava per tirargli una cuscinata in piena faccia “ahi! Che cavolo combini, stupida?!”

“Se nessuno mi si prenderebbe comunque, che ti importa se poi faccio la civetta?” lo guardò ferita, prima di andarsi a sedere di fianco a Ran, mentre il ragazzo si beccava un’occhiataccia da parte sua e di Shinichi. Come cavolo faceva a stare in compagnia di quello stupido? Era ovvio che avrebbe preferito stare in compagnia di Ran, se lui si comportava così. Le salirono le lacrime agli occhi – perché lo sapevi che in realtà preferivi la sua compagnia a quella di chiunque altro -  ma non voleva dargliela vinta, le ricacciò quasi subito indietro, mantenendo comunque l’aria offesa.

Dopo qualche minuto andarono a prepararsi per la notte, Ran e Shinichi avevano le guance leggermente arrossate, come Heiji, mentre Kazuha già non vedeva l’ora che quella nottata finisse: quello stupido riusciva sempre a rovinare il suo buon umore.

“Kazuha-chan…” cominciò Ran, mentre se ne stavano nel ‘bagno delle ragazze’, per sistemarsi per la notte “lascialo perdere. Lo sai che se non ti dice qualcosa di cattivo… ma che volevi dire con ‘che ti importa se poi faccio la civetta’?”

“Quando eravamo in camera prima… gli ho detto per scherzare che avrei potuto incontrare qualche bel ragazzo, lui ha battuto un pugno sull’armadio e mi ha detto che non gli piace quando mi comporto da civetta” aveva storto le labbra, seccata “come se fosse affar suo…”

“Forse è geloso”

“No… quello non ci pensa neanche minimamente” finirono quindi di lavarsi i denti prima di andarsene entrambe nelle stanze “notte, Ran-chan. A domani mattina” le sorrise.

“Notte!” la sentì dire, prima di entrare e dirigersi verso il letto dove già era sdraiato Heiji. Solo in quel momento si ricordò della poca distanza che ci sarebbe stata tra loro due mentre dormivano ed il cuore cominciò a batterle forte.

“Che fai? Dormi in piedi?” le chiese improvvisamente, facendola sobbalzare.

“No no… stavo solo pensando. È da quando eravamo piccoli che non dormiamo insieme”

“Già” la osservava mentre si sdraiava di fianco a lui, con l’aria indecisa.

“Che c’è, Heiji? Perché mi fissi?”

“Volevo chiederti scusa per prima” la cosa la stupì a tal punto che si girò di lato a guardarlo, ritrovandosi però fin troppo vicino, perché anche lui aveva fatto la stessa cosa.

“Eh?”

“Per… prima. Insomma, io non intendevo offenderti. Volevo solo prenderti un po’ in giro, come sempre. Lo sai, no?”

“Sì… fa niente” ed abbozzò un sorriso: tanto alla fine lo perdonava sempre.

“Tu…” deglutì a fatica, cercando le giuste parole “tu hai davvero… intenzione di cercare qualche ragazzo? Con cui uscire… dico qui… insomma…” aveva deglutito ancora, in imbarazzo e notò anche il rossore delle guance di Kazuha, nonostante fossero nel completo buio.

“Non dire sciocchezze. Anche se fossi quel tipo di ragazza, è impossibile che un ragazzo venga da me per cercare di ‘rimorchiarmi’ ” cercò di girarsi dall’altro lato ma Heiji la bloccò per un braccio.

“E perché?” la guardava sorpreso, ancora troppo vicino.

“Potrebbe succedere?” le mancava l’aria, ma non voleva più spostarsi.

“Io… credo di sì” si era quindi grattato la nuca, in difficoltà “perché non dovrebbe succedere?”

“Beh… se tu fossi uno in cerca di qualche ragazza e vedessi in spiaggia, o in giro per negozi, due ragazzi e due ragazze insieme, che magari fanno la spesa insieme, cosa penseresti?”

“Che sono due coppie…” aveva scrollato le spalle due secondi prima di arrivarci “ah… per quello. Quindi è questo l’unico motivo che ti frena dall’avere un ragazzo?”

“Non proprio… ci sono stati dei ragazzi che mi hanno chiesto di uscire ma…”

“E chi?” aveva quindi stretto il braccio di Kazuha, un po’ troppo forte.

“Ahi! Heiji, fa piano!”

“Oh… scusa!” ed era quindi arrossito, prima di lasciare andare il braccio della ragazza. “dormiamo. Domani si va al mare. Buonanotte Kazuha”

“Buonanotte Heiji”

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Erano al mare ormai da due ore, la giornata era splendida, tant’è che avevano deciso di rimanere lì per tutto il giorno e di andare a fare la spesa subito prima di rientrare a casa. Heiji era sdraiato al Sole di fianco a Shinichi che se ne stava seduto ad osservare le due ragazze che giocavano a palla in acqua. Il detective dell’ovest guardò per qualche istante il suo migliore amico, che guardava con aria persa Ran, e scoppiò a ridere, cosa che gli fece guadagnare un’espressione alla ‘questo-è-pazzo’ da parte sua.

“Hattori, quando fai così mi inquieti” aveva quindi inarcato un sopracciglio.

“No è che… è buffo. Sei buffo”

“Cos’avrei di così divertente?”

“E’ ovvio che sei pazzo di Ran, però non ti decidi a chiederle di essere la tua ragazza. Prima o poi si stuferà amico” si era quindi girato a pancia in giù, continuando a guardarlo.

“Parli tu… lei almeno sa cosa provo. Tu hai mai provato a far capire a Kazuha cosa provi per lei?”

“Che cavolo stai dicendo? Io non devo far capire niente a nessuno” era però arrossito e aveva spostato lo sguardo altrove.

“Ah bene… sei rimasto ancora ad Hoshikawa. Ancora non hai capito che sei geloso e che questo lo devi solo al fatto che sei innamorato di Kazuha” scosse la testa, incredulo.

“Io so benissimo cosa provo!” gli aveva quasi urlato, ed era tornato a guardarlo con gli occhi infuocati “e non sono geloso”

“Ah sì? Quindi non ti interessa nulla di quei due ragazzi che stanno parlando con lei e Ran, immagino” Shinichi scrollò le spalle e si alzò da terra, dirigendosi verso le due.

“No, può fare quello che vuole” rispose cupo, Heiji. Cercò di tenere lo sguardo lontano dal mare, per evitare di partire anche lui come aveva fatto Shinichi, ma non riuscì a trattenersi. Si voltò giusto in tempo per vedere la scenetta tra l’amico e i due.

“Statele lontano, capito?” aveva esclamato il detective in acqua, prima di prendere la mano di Ran e trascinarla verso la riva con aria seria, lasciando l’altra ragazza insieme ai due.

“E Kazuha?” aveva bisbigliato Ran.

“C’è una lezione da imparare, qui. Heiji deve imparare ad essere onesto con se stesso” sorrise a Ran, mentre si andava a sdraiare di fianco a Heiji, che però ormai si era alzato.

“Ehi…” aveva cominciato il ragazzo dalla pelle scura, sotto gli occhi sorpresi degli altri due. Aveva provato a resistere, non voleva dimostrarsi geloso, non voleva fare niente di tutto quello che fece. Eppure era più forte di lui. Quando Kazuha aveva provato ad allontanarsi uno dei due le aveva preso la mano, fermandola. No, quello era troppo: perché si prendeva certe confidenze con lei? Nessuno poteva – solo tu, no? Solo tu potevi prenderle la mano, solo tu potevi allontanarla da chiunque altro – toccare la sua amica.

“Forse è più sveglio di quel che pensassimo” rise Ran, seguita dall’altro ragazzo, mentre si apprestavano a godersi la scena.

“Io sono Hiroyuki. Come ti chiami? Perché non vieni a bere qualcosa con noi? Sei da sola con la tua amica e il ragazzo? Perché non li lasci un po’ da soli?” aveva detto uno dei due ragazzi, avvicinandosi un po’ troppo a lei.

“Kazuha. Emh… grazie ma… io…” aveva provato a dire, allontanandosi e cercando di liberare la mano dalla presa del tipo.

“Ma lei ha da fare” continuò per lei, Heiji, afferrando il braccio che teneva la ragazza, con forza. “quindi lasciala e andatevene subito!” afferrò quindi il braccio della ragazza, con più delicatezza – anche se avresti tanto voluto tenerla per mano, come aveva fatto il tipo poco prima – e cercò di allontanarsi, prima di venire bloccato nuovamente dal ragazzo.

“Ehi, non decidi tu per lei. Sei forse il suo ragazzo?” l’aveva quindi guardato in cagnesco, riavvicinandosi ai due ragazzi.

“Niente affatto!” esclamò lui, prendendo una vivace tonalità di rosso sul viso.

“E allora è lei a dover decidere. Che vuoi fare, Kazuha-chan?” chiese quindi, sorridendo dolcemente alla ragazza, che arrossì. Fu presa da un conflitto di interessi, avrebbe voluto farla pagare ad Heiji, ma d’altra parte sapeva che se si fosse allontanata con quei due tipi ce l’avrebbe avuta con lei per tutto il resto della vacanza.

“Scusate, io preferisco stare con i miei amici” aveva pronunciato chiaramente, mordendosi il labbro – perché volevi dirgli che in realtà volevi stare solo con Heiji, non importava di nessun altro, perché una piccola speranza si era accesa – ed allontanandosi poi con il ragazzo.

“Ti avevo già detto che…”

“Che non ti piace quando faccio la civetta” concluse lei la frase, liberando il braccio dalla presa del detective “sì me l’hai detto. Ma stavolta io non stavo facendo niente, sono loro che si sono avvicinati. È stato quello, Hiroyuki, a bloccarmi mentre cercavo…”

“Hiroyuki? Hai già imparato il suo nome? Sei sicura di non voler tornare lì da lui?” si era quindi voltato di scatto, per fissarla con aria rabbiosa.

“Come ho già detto, voglio stare con i miei amici” sibilò ferita “sei incredibile! Io… cosa vuoi che faccia? Vuoi che rimanga sola tutta la vita?”

“Perché no? Almeno la smetteresti di mettermi in imbarazzo!” quello era il colmo. E aveva anche cominciato ad urlare. Le lacrime le stavano salendo agli occhi, lo sentiva.

“Non è affar tuo quello che faccio!” si era morsa il labbro, mentre stringeva i pugni nel tentativo di desistere dal piangere.

“Certo che è affar mio! Tu…”

“Ah sì? Che ti importa? Non dovrei essere la tua migliore amica? Si augura felicità agli amici!”

“Ehm… ragazzi… state dando spettacolo” aveva provato a dire Ran, che si era avvicinata con Shinichi.

“Certo che voglio che tu sia felice, solo che…” ignorò Ran, anche se aveva decisamente abbassato il tono della voce. Ma forse era solo perché non sapeva bene cosa dire.

“Che? Che cosa?” Kazuha sospirò “non ne posso più dei tuoi: non fare così, non comportarti cosà. Sei mio padre? Sei il mio fidanzato? No!” si era quindi diretta al suo asciugamano, distendendosi in posizione prona e voltandosi dalla porta opposta agli altri. Non voleva che la vedessero piangere, tantomeno quello stupido di Heiji, ma ormai non ce la faceva più a trattenersi. Cosa voleva da lei? Sembrava quasi geloso, però poi continuava a dirle che ‘era la sua dipendente’ o che lui era il suo capo; o gridava, a chi alludeva a loro due come coppia, che non erano affatto fidanzati. Voleva davvero che stesse al suo fianco per sempre come amica? Solo come amica? E contemporaneamente senza potersi sposare? Che stupidaggine, lei non riusciva ad immaginarsi al fianco di nessun altro se non al suo. La sua paura più grande era quella di ritrovarsi a quarant’anni, ancora innamorata di lui, da sola. Con lui magari sposato. Sì, perché lei lo sapeva: non poteva amare nessun altro.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Kazuha uscì dal bagno, i capelli ancora bagnati, mentre si passava su di questi un asciugamano; aveva indossato velocemente un paio di pantaloncini e una canottiera, ed era uscita sulla veranda della casa, a godersi la fresca aria della sera, prima di andare a cucinare con Ran la cena. Era ancora nervosa dalla discussione che aveva avuto con Heiji, tant’era che non riusciva a sedersi; alle sue spalle c’era il dondolo, comodo e rilassante, eppure lei se ne stava in piedi, appoggiata alla ringhiera, con l’aria assorta cercando la prima stella della sera, ma ormai ce n’erano un po’ ovunque, era difficile distinguerla. Sospirò mentre continuava a tenere il naso per aria, ripensando in continuazione ad Heiji e alla sua stupidità, davvero non ne poteva più, ma non sapeva come fare per cambiare le cose. Distratta da quei pensieri, non si accorse che anche qualcun altro era uscito fuori, finché non gli si affiancò, facendola sobbalzare.

“Che fai qui fuori?” la voce di Heiji le fece mancare un battito e, nervosa, cercò di rientrare in casa; purtroppo per lei, l’amico fu più veloce e la bloccò con il braccio, facendola tornare dov’era prima “non puoi evitarmi per sempre, stupida”

“No. Ma posso ignorarti” scrollò le spalle, con fare sbrigativo.

“Non resisteresti più di un giorno” rise lui.

“Vogliamo scommettere?” inarcò un sopracciglio, piccata, mentre si era rigirata dando le spalle alla ringhiera, pronta per andarsene.

“No” Heiji si posizionò davanti a lei, impedendole di andarsene “non voglio” posando quindi una mano sulla ringhiera, di lato a lei. “mi spiace per oggi. ma perché mi sembra di chiedere scusa in continuazione?”

“Forse perché fai e dici stupidaggini. In continuazione” precisò, sorridendogli ironica “e forse hai cominciato finalmente a rendertene conto”

“Forse” Kazuha lo guardò stupita: pensava avesse voglia di fare una litigata per riappacificarsi, invece sembrava quasi serio. “senti, a questo punto credo ci sia una cosa che devo dirti” ed era ora del primo infarto della vita di Kazuha! Il cuore cominciò a batterle forte, mentre le guance si tingevano di rosso, ma aveva paura in realtà. Da una parte sperava che fosse qualcosa di… bello per lei. Dall’altra aveva paura che le volesse dire che era protettivo perché era come una sorella.

“C-che cosa?” deglutì a fatica, e cercò di evitare lo sguardo del ragazzo quando il suo si posò su di lei.

“Io… non so cosa provo” Kazuha poteva notare l’imbarazzo di Heiji, cosa che non l’aiutò a calmarsi. Tra l’altro, era davvero una frase strana.

“Eh?”

“Non so se… sono… e che cacchio!” era diventato quasi completamente rosso, mentre Kazuha lo guardava stupefatta “perché è così difficile?” aveva sospirato, esasperato dalla situazione: ma lo chiedeva davvero a lei?!

“Senti Heiji… non fa niente, dai. Noi due litighiamo in continuazione e quindi…” aveva cercato di tranquillizzarlo, posandogli una mano sul braccio teso, prima che lui la fermasse.

“No, aspetta. Shinichi ha ragione, è una cosa che devo dirti” Heiji deglutì ancora, rumorosamente.

“Va bene…” lei annuì debolmente, prima di spostare lo sguardo sugli occhi di lui, speranzosa.

“Non so se sono geloso, non so se… quello che provo è dovuto ad un sentimento al di là dell’ amicizia. Riesci a capire?” certo che lo capiva! Ma riuscì solo a muovere piano la testa, in segno di assenso “so solo che, se ti vedo con un altro ragazzo, se ti vedo dare segni di apprezzamento nei confronti di qualcuno che non sono io, se vedo un ragazzo che ti guarda… mi va il sangue al cervello e vado fuori di testa” sospirò, inchinandosi un poco in un sospiro, andando a posare la fronte sulla spalla di lei, che si sentiva all’incirca della consistenza di un sasso.

“Emh…”

“Sì?”

“Io… non so… cosa dire per bene, però…” si era aggrappata alla maglietta di lui, come alla ricerca di un contatto “neanche a me piace se… qualche ragazza ti viene dietro o se… fai apprezzamenti su altre. Io… credo che vorrei che tu guardassi solo me. Ecco…” sorpreso, lui spostò la testa dalla spalla di lei, andandosi a posizionare di fronte al suo volto. A poca – troppo poca, per i tuoi gusti – distanza dal suo volto.

“Credo che per me sia lo stesso” spostò quindi le mani dalla ringhiera, attirando Kazuha verso di sé, abbracciandola. “possiamo seguire il piano originario”

“Cioè?” cacchio. Cacchio. Cacchio! Abbracciare Heiji era così… piacevole e caldo. Sentì il cuore batterle all’impazzata nel petto, così a stretto contatto con quello del ragazzo, che la teneva ben vicina a lui con le braccia, carezzandole dolcemente la schiena e i capelli ancora umidi. Kazuha non poté far altro che ricambiare, andando a circondare il torace di lui.

“In questi giorni, possiamo passare il tempo insieme e… capire ciò che proviamo” ma lei lo sapeva benissimo ciò che provava! Lo sapeva meglio di chiunque altro. Se non era amore, il sentimento che le pulsava così forte nel petto in quel momento, che altro poteva essere? “così lasceremo spazio anche a Kudo e Mouri. Quattro piccioni con una fava” e aveva riso, ma non sembrava avere intenzione di lasciare andare Kazuha, di sciogliere quell’abbraccio. Non che a Kazuha dispiacesse, ovvio. “Va bene?”

“Sì”

“Se vedi qualche ragazzo che ti si avvicina…” fece una piccola pausa “allontanati. Insomma, è come se… no aspetta”

“Cosa?” sì, Heiji Hattori era seriamente e irrimediabilmente pazzo.

“Non avranno modo di avvicinarsi, però se dovesse succedere, tu allontanati e digli che sei… impegnata” sentiva le guance andarle a fuoco, proprio come quelle di Heiji.

“Sono impegnata?” aveva riso lei.

“In un certo senso sì. No?” si era quindi allontanato di poco, tornando a guardarla in viso. Cavoli, aveva una voglia incredibile di baciarlo, e sembrava leggere lo stesso desiderio nello sguardo del ragazzo.

“Io credo di sì” stava per abbassare lo sguardo, imbarazzata, ma vide Heiji avvicinarsi. No, non era pronta per quello. Lo sapeva, sarebbe svenuta. Ma cavoli se voleva baciarlo. “per te, è lo stesso però”

“D’accordo” tagliò corto lui, avvicinandosi ancora ed ancora, fino all’entrata in scena di Shinichi, che da dentro casa faceva un capitombolo giù per le scale.

“Cavoli! Che è successo?” i due si staccarono, a malincuore certo, ma sapevano che adesso c’era di più. Per lo meno quello stupido di Heiji si era dato una svegliata.

“Questo stupido è scivolato su uno scalino” se la rideva a crepapelle Ran “voi due? Avete fatto pace?”

“Diciamo di sì” lanciò un’occhiata a Heiji, sorridendogli, prima di raggiungere l’amica “prepariamo la cena, Ran-chan? Direi che è ora di mettere qualcosa sotto i denti” le sorrise, straordinariamente allegra e con le guance ancora rosee per quanto era appena successo tra lei ed Heiji.

“Sì, così mi racconti che è successo là fuori” le sussurrò maliziosa.

“Non c’è niente da raccontare” le diede un buffetto, ma poi abbassò decisamente il tono della voce cominciando a raccontare quanto era appena successo in veranda con il ragazzo che stava per tirare addosso qualcosa al suo migliore amico, scocciato per l’interruzione.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Ran era già nel letto da diversi minuti, tesa come una corda di violino, mentre aspettava che anche Shinichi arrivasse e si potessero finalmente mettere a dormire. Il fatto era che non riusciva proprio ad addormentarsi prima di lui, per quanto era agitata: averlo vicino, per tutta la notte, non era affatto facile. Quando il ragazzo la raggiunse nel letto, lesse nel suo sguardo lo stesso imbarazzo, eppure c’era come un discorso sospeso nel suo sguardo, una cosa che voleva tirare fuori da molto tempo. Mentre sentiva il cuore batterle all’impazzata per la vicinanza con il ragazzo  - ti chiedevi se ti saresti mai abituata ad averlo lì, alla portata di un qualsiasi contatto fisico -  si rigirò nel letto, voltandogli le spalle.

“Buonanotte Shinichi”

“Pensavo avresti avuto più voglia di chiacchierare, sai?” rise lui.

“E’ che… non lo so. È strano dormire al tuo fianco” scrollò le spalle, dissimulando indifferenza, anche se dentro era agitatissima.

“Abbiamo dormito vicini centinaia di volte”

“Ma tu eri Conan, in quei momenti, era diverso!” gli ricordò lei “io non pensavo che fossi tu”

“Io lo sapevo benissimo invece” scoppiò quindi a ridere.

“Che stupido… quindi non ti fa nessun effetto avermi qui vicina, dormire nello stesso letto con me?” aveva chiesto, decisamente delusa.

“Stai scherzando, vero?” la guardò male lui.

“Io…”

“Senti Ran” aveva detto all’improvviso, provocandole un brivido lungo tutta la schiena.

“D-dimmi”

“Non voglio che le cose tra noi vadano come tra quei due… insomma, sembrano due tardoni” si era quindi seduto sul letto, seguito a razzo da Ran, stupita ed emozionata.

“Quindi?”

“Quindi tu… tu sai quello che provo” deglutì. “io credo… di averlo dedotto quello che provi tu. Io… beh, lo sai” prese un lungo respiro, e tese la mano per afferrare quella di Ran “io ti amo. Sono felice di essere tornato nel mio corpo e potertelo dire. Finalmente… Ran, io voglio stare con te. Sei l’unica che desidero veramente” si era avvicinato un po’, godendosi la vista delle guance rosse della ragazza. “tu cosa provi?”

“Io… anche io… SHINICHI PERCHE’ MI FAI DIRE COSE TANTO IMBARAZZANTI?!” aveva urlato, dandogli una leggera spinta, mentre il cuore le andava a mille. Voleva scappare, ma ogni ansia scomparì nel momento in cui lui le prese nuovamente le mani “però… è vero. Neanche io voglio che le cose tra noi rimangano in sospeso. Ti amo, Shinichi. Ti amo da sempre…”

“Sono felice di sentirtelo dire… non penso che avrei mai potuto sopportare di vederti insieme ad un altro” lentamente, da lì, seduto sul letto, a pochi centimetri da lei, le si avvicinò, stampandole un bacio sulla guancia, lasciando basita la povera Ran, che si aspettava tutt’altro. Fece per ritrarsi ma lui gliene diede un altro, e uno ancora, avvicinandosi sempre di più alle labbra di lei, fino a sfiorarle delicatamente, catturandole per la prima volta in quello che era il loro primo bacio, si ritrovarono ad avvicinarsi di più, mentre le dita si intrecciavano dolcemente, giocando tra di loro. La mano di Shinichi si spostò sul viso della ragazza, carezzandole le guance, passando le dita tra i lunghi capelli, tornando poi di nuovo sul volto, attirandola a lui per approfondire il bacio.

“Shinichi… io…”

“Anche io, Ran” le sorrise, non servivano più le parole, gli bastava averla lì, vicino a lui e lo stesso sentimento lo provava anche lei. Lo sapeva. Si distese sul letto, portando con sé anche Ran, passandole la mano lungo i fianchi ed assaporando quei dolci momenti che avevano per stare insieme. Ora lo sapevano che sarebbe stato per sempre. Erano l’uno per l’altra.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Erano già passate altre due giornate, che avevano passato interamente al mare a crogiolarsi al Sole, mentre per quel giorno avevano deciso di fare un po’ di giri per il paesino, per vedere che poteva offrire di caratteristico. A quanto pareva, lì vicino, c’era una piccola collinetta, in cima alla quale si trovava un tempio molto carino e suggestivo, che proteggeva le coppie che andavano a far visita e lasciavano un piccolo ringraziamento agli Dei della foresta che lo circondava. Non appena avevano saputo di quella leggenda, le ragazze avevano letteralmente pregato Heiji e Shinichi di andare lì, senza dirgli il reale motivo di quella richiesta; in realtà poteva anche essere divertente fare una passeggiata in mezzo al verde e magari fare un picnic nelle vicinanze. Senza farselo ripetere, Ran e Kazuha avevano cominciato a fare i preparativi, avevano comprato l’occorrente ed avevano preparato tramezzini e panini, pronte per la giornata che le aspettava.

“Siete sicure che questa sia la parte della collina da cui si deve passare?” chiese Shinichi, indietreggiando per affiancarsi alla sua ragazza, con la scusa di parlare con loro.

“Sì, bisogna solo seguire il sentiero, e tra poco arriveremo nella foresta che racchiude il tempio”  esclamò Kazuha, indicando la fitta concentrazione di alberi poco più avanti.

“Bene, vieni Ran, acceleriamo il passo” le prese quindi la mano, arrossendo un poco: quando, ogni minimo contatto con Ran, avrebbe smesso di dargli quelle scosse, tutte quelle emozioni?

“Sì” sorrise Ran, per poi voltarsi verso Kazuha e farle l’occhiolino. Anche Heiji aveva rallentato il passo e stava aspettando che la ragazza lo raggiungesse.

“A quanto pare, quei due, alla fine si sono messi insieme, eh?” le aveva sorriso.

“Già, finalmente!” aveva ricambiato, guardandolo, e per un attimo la speranza in lei si accese ancora. Sì, perché non aveva dimenticato il discorso che avevano fatto un paio di sere prima. “oggi non ti lamenti della strada troppo lunga?” lo prese in giro all’improvviso, beccandosi un’occhiataccia da parte del ragazzo.

“Beh, stavolta per lo meno la strada è una sola” si era sforzato di non risponderle male. Le osservò per qualche istante la mano, la voglia di prenderla era forte, sarebbe stato piacevole camminare così, per il sentiero. Ma forse era presto, non voleva far niente che a lei non andasse, dopotutto anche lei stava pensando al loro rapporto, a quello che provava per lui. Com’erano complicati i sentimenti.

“Ehi polentoni, vi sbrigate?” la voce di Shinichi lo risvegliò da quel pensiero, ma stavolta lo spronò a fare quello che tanto voleva fare. Le prese quindi la mano e aumentò il passo.

“Andiamo Kazuha, non facciamoli aspettare” le sorrise, tenendo ben salda la presa della mano della ragazza, che d’altro canto era arrossita. Non si aspettava quel gesto improvviso, certo l’aveva desiderato, ma proprio non ci sperava.

“Sì!” raggiunsero quindi i due in pochi passi ed entrarono nella foresta, alla ricerca del famoso tempio, che forse stava già facendo il suo dovere di cupido.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Heiji Hattori odiava svegliarsi nel pieno della notte, eppure gli capitava abbastanza spesso. Il problema era che poi ci metteva una vita a riaddormentarsi. Seccato, si girò dall’altro lato del letto, ritrovandosi di fronte il volto addormentato di Kazuha. Stupida. Come faceva a rimanere addormentata? Non era una domanda molto intelligente, neanche da fare a se stessi, ma era ancora troppo seccato. Gli diede una schicchera sul naso, che lei subito dopo arricciò, continuando comunque a dormire. Che cosa snervante. I capelli le ricadevano sul volto, leggermente ondulati, gli altri dietro la schiena. Alcuni erano davanti agli occhi, ma non le davano fastidio, continuava a dormire. Le ciglia, sottili e folte si muovevano leggermente al movimento delle palpebre, la bocca socchiusa, le guance arrossate per il calore o forse per il sogno che faceva. Avrebbe tanto voluto svegliarla e romperle un po’ le scatole – la realtà era che volevi vedere i suoi occhi verdi – scambiare due chiacchiere, fino a che anche a lui non fosse tornato il sonno. Avrebbe voluto abbracciarla e baciarla. Ma com’era finito dal criticarla all’apprezzarla? Beh, se continuava a fissarla come un pesce lesso… Improvvisamente lo colse la verità, come un fulmine, l’aveva finalmente capito. Poteva passare ore, giorni, l’intera vita… solo a fissarla mentre dormiva. Sapeva che voleva farlo, ormai quella consapevolezza l’aveva accolta, senza il minimo risentimento. Sapeva che voleva solo lei al suo fianco.

“Kazuha…” sussurrò “mi sa che ti amo” le si avvicinò di più, le posò una mano sul fianco e l’attirò delicatamente a sé; inconsapevolmente lei si accoccolò contro di lui e il suo cuore cominciò a battere: era così stupido, ma bello. Era amore. L’amore è sentirsi stupidi. È sentirsi stupidamente bene.

“Heiji…?” la sua voce lo fece sussultare, e quando lei alzò il volto ed incontrò i suoi occhi verdi, arrossì: l’aveva sentito? “sognavo… ho fatto un sogno stupendo” sorrise.

“Sì? Che hai sognato?” e la strinse un po’ di più a sé: anche se non si erano detti ancora niente, potevano stare vicini ed abbracciarsi. E tenersi per mano. Il prima possibile doveva fare in modo che lei potesse farlo solo con lui. Dicendole che l’amava e che voleva stare con lei con sempre.

“Non ricordo bene” arrossì copiosamente “ma sembra che stia continuando nella realtà” lei posò la testa sul suo petto, andando a stringere il torace del ragazzo con un braccio. Il cuore gli mancò di un battito: voleva dire che c’era anche lui nel ‘sogno stupendo’?

“Kazuha?”

“Sì?”

“Domani dobbiamo finire il discorso dell’altra sera” le diede un bacio sulla testa e la strinse ancora un po’, prima di chiudere gli occhi e riaddormentarsi, godendosi il dolce profumo dei suoi capelli.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Kazuha camminava sulla spiaggia con passo sicuro, le scarpe con il leggero tacco tra le mani, per non rovinarle se le era tolte. Era ad un paio di metri dagli altri tre. Le piaceva la sensazione della sabbia fresca della sera sulla pelle e tra le dita dei piedi, che le solleticava la pelle insieme all’aria impregnata di salsedine. Quella sera si era vestita con particolare attenzione, grazie all’aiuto di Ran: non aveva dimenticato la frase della notte passata di Heiji, e quindi, visto che non ne avevano ancora parlato, aveva indossato una minigonna bianca, una magliettina rossa, come il fiocco tra i suoi capelli, e si era messa un leggero strato di trucco: voleva essere al meglio. Aveva avuto il cuore che le batteva a mille per tutto il giorno, tant’è che aveva paura di svenire da un momento all’altro. In realtà non era molto sicura che Heiji volesse dirle quello che lei sperava da anni, ma quell’abbraccio… quel leggero bacio. Non erano buoni segni? La paura però non la abbandonava, e non lo fece neanche quando lui la raggiunse velocemente e la prese per mano.

“Non ti allontanare troppo, qui c’è buio e non si vede bene” le aveva sorriso.

“Kazuha-chan! Io e Shinichi torniamo a casa” l’aveva richiamata la sua migliore amica. Lei aveva annuito.

“D’accordo, arriviamo!” e fece per fare un passo nella loro direzione, ma Heiji la bloccò.

“Noi rimaniamo un altro po’, vi raggiungiamo più tardi” aveva esclamato, mentre il cuore della ragazza ricominciò a battere all’impazzata, se possibile ancora di più: era arrivato il momento.

“Sei sicuro, Heiji? Non vuoi..”

“No”

“Ok… a dopo, ragazzi!” ed era tornata a guardare il ragazzo, per un solo istante – era difficile sostenere lo sguardo se lui ti guardava in quel modo, eh? – prima di rabbassarlo, nervosa.

“Passeggiamo ancora un po’?” senza aspettare risposta, aveva cominciato a camminare, tenendole ben stretta la mano. Kazuha guardò il cielo, anche quella sera limpido, con un po’ di agitazione, sospirò il più silenziosamente possibile.

“Certo che si sta bene anche la sera qui, eh?” provò a cominciare lei.

“Kazuha?”

“Sì?!” si bloccò improvvisamente: cavoli! Si doveva dare una calmata. Si fermò anche lui e si voltò a guardarla.

“Ho detto di rimanere qui ancora per un po’ per un motivo…”

“Certo…”

“Dobbiamo parlare, credo” si era morsa il labbro, agitata. Cavoli, non era pronta. Non era pronta a qualsiasi cosa lui le volesse dire.

“Va bene” stupida. Doveva dirgli che non era il momento, se non se la sentiva.

“Ho pensato in questi giorni… ho pensato tanto. Credimi, davvero tanto” sembrava in difficoltà “lo dico perché… a volte mi imponevo di pensarci e altre… tante altre…” riprese fiato, mentre si avvicinava di un passo a lei, tanto che Kazuha poteva sentire il suo respiro sul viso. Si costrinse ad alzare il volto e a guardarlo negli occhi “tante altre il pensiero mi veniva spontaneo. Mi sono accorto…” deglutì a fatica: era difficile trovare le parole giuste.

“Heiji non…”

“Aspetta fammi finire. Voglio dirti tutto, poi potrai seppellirmi direttamente qui, sotto la sabbia. Ti darò una mano” rise, seguito immediatamente dopo da lei. Ma erano risate tese, emozionate.

“Scusa… continua pure” gli aveva sorriso, cercando di sembrare tranquilla, continuando a guardarlo negli occhi.

“Dicevo, io… io ti penso sempre Kazuha” le carezzò dolcemente il viso “mi passeggi nella testa talmente tante volte che…” rise “all’inizio proprio non me n’ero accorto. Era naturale.” lei fece per rispondere, ma lui la bloccò di nuovo “allora ho pensato se fosse possibile pensare così tanto ad una persona provando solo amicizia. Se… se questo sentimento che mi offusca la mente, tanto che riesce persino a distrarmi durante un caso… se questo sentimento…” frasi sconclusionate, frasi distorte, frasi insensate se viste nel complesso, ma riuscivano ad emozionare Kazuha come nient’altro al mondo. Secondo solo al sorriso di Heiji. “se questo sentimento non è amore, cos’altro potrebbe essere?” lasciò la mano di Kazuha e portò le sue sui fianchi della ragazza, attirandola piano verso di lui. “un sentimento così… forte da farmi sentire stupido” questo sì che era romanticismo.

“Io…”

“Ti amo, Kazuha”

“Io…” continuava a ripeterlo, in preda ad un attacco di forte felicità, voleva gridargli che anche lei lo amava, voleva gridargli che era tutta la vita che sentiva quel sentimento per lui. Voleva che fosse solo sua quell’emozione.

“Tu cosa provi?” l’aveva stretta di più tra le braccia, in attesa di una risposta, impaziente. Lei gli mise le mani intorno al collo, sfiorandogli i capelli. Era tutto così surreale. Sentiva un gran caldo, le guance le andavano a fuoco, era tutto ovattato e l’aria era così… densa. Ma doveva farlo. Doveva dirlo, anche se lui si stava pericolosamente avvicinando a lei. E alle sue labbra.

“Ti amo anch’io, Heiji…” riuscì a malapena a dire, in un filo di voce, prima che Heiji la baciasse. Aspettava solo quello, proprio come lei. Si strinse di più a lui, mentre la circondava completamente con le braccia, l’avvolse delicatamente, carezzandole i capelli e la schiena. Kazuha immerse le dita nei capelli di lui, carezzandoli con decisione, ricambiando il bacio che lui aveva appena cominciato ad approfondire. Era una vita che desiderava toccare quelle ciocche castane ed ora… erano lì. Solo lei. Solo lei poteva farlo. Erano sue. Heiji era suo. E sarebbe stato così per sempre, perché nessun altra poteva averlo come l’aveva lei. E sentì che anche per lei era la stessa cosa, non poteva essere di nessun altro.


*-.__.-**-.__.-**-.__.-*
Ok sto per svenire *___________________*
Salve a tutti!
A parte che, come credo più o meno tutte, sto invidiando Kazuha da morire, perché Heiji è uno stupido fantastico! (so che l’ho fatto accadere io, ma è lo stesso u.u) ma… waaaaaaah *___* vi regalo questo bel capitolone lungo, perché non potevo fare questo viaggio speciale in due righe. Ho inserito anche scene dolciose tra Ran e Shinichi! Come piccolo regalo a Sailor Kilari che ha indovinato i due personaggi misteriosi whahha spero che questo capitolo abbia emozionato voi almeno la metà di quanto ha emozionato me *_* comunque non potevo non mettere tutte le parti che hanno portato la dichiarazione di Heiji, come si è accorto dei suoi sentimenti e via dicendo… sono abbastanza soddisfatta del risultato comunque.
La dedica… devo dire che è una cosa che mi rende triste. L’ho dedicata a chi non potrà mai leggere le mie storie. A chi ha passato momenti terribili ma che mi ha comunque lasciato qualcosa. Ed è il caso di Giulia (16 anni), Marianne (2), Lorella(36) ed Amin (6). Non vi sto a dare dettagli che vi renderebbero tristi, pensate solamente che questa storia è dedicata a loro, e se vi capita di incontrare qualche bambino sorridetegli. Se ne incontrate uno che chiede l’elemosina, dategli una caramella e vedrete che sorriso vi saprò regalare. se potete giocate con loro, sapranno apprezzarlo. E vi ringrazieranno come nessun adulto saprà mai fare.
Tornando alla storia… sono indecisa se il prossimo capitolo sarà l’ultimo o meno XD perché teoricamente è l’ultimo viaggio che mi è venuto in mente (sarà un po’ speciale diciamo XD) sarà un viaggio che aspettano tutte. Provate ad indovinare? u.u
Insomma, come dico sempre io: il tonno si è svegliato. Ricordate che non sono in ordine cronologico, quindi potrei mettere altri capitolini con scenette varie di viaggi carinelli *_* si sa che ho l’animo romantico!
vorrei concludere, come al solito, con il ringraziare tutti quelli che l’hanno messa tra le seguite e le preferite, come Shine_Sun e Osaka (che l’ha messa in entrambe le cose *_* <3) Seleliu e Miss Elle (che mi ha anche risposto al commento <3 grazie *_*) ovviamente ci sono anche persone che l’hanno messa tra le seguite e l’hanno anche commentata, come Sailor Kilari! Ora passiamo alle risposte ai commenti:
Amy_m88: anche a me è piaciuta tanto Barcellona *_* però ci sono stata in viaggio di piacere, con una mia amica, dopotutto ho già 23 anni XD Il fatto che Kazuha sappia o meno lo spagnolo è a libera interpretazione, anche perché lei è sospettosa su quello che gli ha detto. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e spero che apprezzerai anche questo *_* un bacio!
SailorKilari: wah *_* sì hai proprio indovinato, era quell’altro tonno di Shinichi con Ran. Infatti ecco per te le scenette anche tra loro due. Non potevo non inserirli dopotutto! Spero apprezzerai i loro momenti di dolcezza e di dichiarazione! Io li adoro *_* un bacio
Kazuha_97: beh, ti ho accontentata? *___* ovviamente in uno dei viaggi dovevo inserire il loro primo bacio! Sono contenta che tu abbia apprezzato anche questo capitolo, e spero di non averti delusa con la scena del bacio tra il tonno e Kazuha e quello tra Shinichi e Ran (sempre che tu sia fan anche di quest’altra coppia XD) visto che ci tenevi tanto. Un bacio *_*

Grazie a tutti voi che continuate a seguire ed apprezzare le mie fic su questi due, che io mi diverto tanto a scrivere. Sappiate che mi fa davvero piacere sapere che piacciono a così tante persone! E un po’ mi imbarazzo perché sono quelle cose che vorrei tanto che accadessero nel manga, e sapere che anche altri le aspettano come me mi fa sentire meno ‘scema’ ahahahah

al prossimo capitolo! Un bacio!
*-._Kalie_.-*

  
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