A
te, Giulia.
Che
hai appena compiuto il viaggio più lungo di tutti.
A
te che sapevi ridere e vivere.
A
te che, a soli 16 anni, ti hanno portata via.
A
te e a loro,
che
mi siete entrati nel cuore.
A
Marianne.
Ad
Amin.
A
Lorella.
A
voi che ora siete i miei angeli.
Vi
voglio bene.
Capitolo 4:
Sotto il cielo di Okinawa – a volte
anche i tonni si svegliano
Quattro ragazzi giravano per le stradine di un paesino in una delle
isole di Okinawa,
la valigia alla mano, uno zaino in spalla e l’aria eccitata:
stava per
cominciare la loro vacanza estiva. Si prospettava davanti a loro una
settimana
intera di relax tra mare, giri per negozi, serate da passare in
allegria e via
dicendo. Erano stati fortunati, perché uno dei parenti di
Kazuha, a quanto
pareva, aveva una casa lì e gliel’aveva data a
disposizione in modo che
potessero rilassarsi prima dell’arrivo degli esami finali
dell’ultimo anno di
liceo. Così lei aveva colto la palla al balzo, aveva
chiamato Ran in preda
all’euforia e, nel giro di tre giorni, avevano già
organizzato tutto, pronte
per partire per l’ultima settimana di luglio. Si erano
ritrovati così, Heiji e
Shinichi, a partire con le loro amiche d’infanzia, fingendo
di essere seccati
dall’insistenza delle ragazze ma, oltre che il piacere della
loro compagnia,
c’era anche la scusa di potersi prendere una pausa da casi e
compiti di scuola – bugiardi tutti
e due, persino con voi
stessi, volevate decisamente passare del tempo con loro -
accettando, alla
fine, di partire con le due. Shinichi guardò il cielo
limpido sopra di loro,
con il sorriso stampato sulle labbra: aveva immaginato diverse volte di
fare
gite insieme a quei tre, uscire per appuntamenti. Tutto questo, una
volta
tornato ad essere quello di sempre, una volta abbandonata la figura di
Conan.
Gli sembrava un sogno. Gli bastò guardare la figura di Ran,
che sorrideva di
fianco a lui, per ricordargli che tutto quello era reale. Lei, e le
continue
lamentele di Heiji.
“Ma è ancora lontana la casa di tuo zio,
Kazuha?” sbottò acido Heiji,
sventolandosi il volto con la guida turistica che gli aveva rifilato
poco prima
la nominata, dopo le sue continue lamentele.
“Se continui a distrarmi, non troverò mai la casa,
Heiji!” si era difesa così,
lanciandogli un’occhiataccia in tralice.
“Uff… ma fa caldo sotto questo sole”
“Il mare è a dieci metri da te, vai e buttati se
hai così caldo” scoppiò quindi
a ridere, ma si bloccò quando vide l’espressione
sul volto di Heiji: sembrava
stesse prendendo sul serio in considerazione di farlo “non
fare l’idiota,
perché mi prendi sul serio solo per le cose stupide?
Comunque dovremmo esserci,
quasi”
“Davvero, Kazuha-chan? Fammi vedere, ti do una mano con
questa mappa!” aveva
esclamato l’amica, raggiungendola in pochi passi.
“Per fortuna…”
“E’ inutile che vi lamentiate, siete voi che avete
voluto prendere l’autobus al
posto del taxi!” esclamò Ran, guardando male i due
detective.
“Come siamo puntigliosi…”
l’aveva schernita Shinichi, avvicinandosi a lei e
mettendole un braccio intorno alle spalle, cosa che la fece arrossire
non poco.
“su, se affrettiamo il passo arriviamo prima. Heiji, non
stare lì a brontolare”
“Ma fa caldo!” all’ennesimo lamento,
Kazuha indietreggiò e l’afferrò per il
braccio, cominciando a tirarlo.
“Sì, ma farà meno caldo in casa quindi
muoviti. Peggio dei bambini” sospirò
lei, guardando con una punta di invidia i due ragazzi ora davanti a
loro: non
stavano insieme, per lo meno non per il momento, però erano
decisamente più
disinvolti. Forse perché entrambi erano a conoscenza dei
sentimenti che
provavano l’uno per l’altra. Scacciando via la
gelosia, girò l’angolo e si
ritrovò davanti alla casa indicata nella mappa.
“eccoci qui, siamo arrivati!”
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
“Bene…”
“Bene…”
“Bene…”
“Bene… basta dire bene!”
“Giusto…”
“Giust…”
“Non ricominciamo d’accapo!” aveva
sospirato infine Kazuha, mentre tutti e
quattro continuavano a fissare le due camere da letto con letti
matrimoniali.
“la soluzione migliore è che io dorma con
Ran-chan, e voi due nell’altra
stanza”
“Non se ne parla!” esclamarono in coro i due
ragazzi, arrossendo subito dopo,
in contemporanea alle altre due.
“Io non dormo nel letto matrimoniale con
questo…” borbottò Shinichi, indicando
il suo migliore amico.
“Andiamo ragazzi, l’alternativa è
che…” e Kazuha si bloccò, arrossendo
ancora
di più. “tu e Ran-chan dormiate in una stanza, e
io ed Heiji nell’altra…”
“Non mi sembra tanto male come alternativa” aveva
riso, semplificando, sempre
il detective dell’est. Ran a quel punto sembrava un peperone
con braccia e
gambe.
“Ma che razza di alternativa è?”
“E’ una che mi impedirà di dormire nel
letto con Mister-mi-metto-a-quattro-di-spade-mentre-dormo!”
urlò esasperato.
“Qui non ne usciremo mai fuori… facciamo a
votazioni” sospirò Kazuha.
“No, facciamo decidere alla sorte”
esclamò all’improvviso Heiji, tirando fuori
una moneta dalla tasca “testa Kazuha-Ran ed Heiji-Shinichi,
croce per
Kazuha-Heiji e Ran-Shinichi. D’accordo?”
lanciò quindi la moneta e, una volta
ricaduta sulla sua mano, andò a leggere il responso finale.
“facciamo due su
tre?”
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Kazuha stava sistemando i vestiti nell’armadio di fianco alla
porta finestra,
che affacciava sul balcone, vicino al suo lato del letto; si mordeva le
labbra,
nervosa, mentre finiva velocemente di sistemare la sua biancheria
intima,
sentendo una figura sedersi di fianco a lei. Ran le sorrise, con lo
sguardo
gentile, mentre lei richiudeva il cassetto in un profondo sospiro.
“Non fare quella faccia, Kazuha-chan. Non è andata
tanto male” ed era scoppiata
a ridere.
“Oh no… non è andata affatto male. Ci
stavamo solo scannando per queste stanze”
rispose sarcastica, ma aveva riso anche lei.
“Beh… vedrai che ci divertiremo in questa
settimana”
“Già! Una settimana intera di vacanza, ci pensi?
Con quei due detective da
strapazzo. Il peggio che ci può succedere è uno
dei soliti casi che mandano nel
pallone quei due”
“Kazuha, mi stai lasciando un po’ di spazio
nell’armadio? Si può sapere perché
ti sei portata tutto l’armadio, da Osaka?” Heiji
entrò nella stanza con lo
zaino di Kazuha sulle spalle e la sua valigia in mano.
“Non vedi che c’è un altro
armadio?” inarcò le sopracciglia, spostando lo
sguardo sul suo compagno di stanza. “sei sicura che
andrà tutto bene, Ran-chan?
A te di sicuro” le diede quindi una gomitata allusiva, con
tanto di risatina.
“Smettila, Kazuha-chan. Anzi… è il
momento di attaccare!”
“Eeeeh?! Ma sei pazza?!” esclamò
paonazza l’amica, mentre Heiji sbucava alle
loro spalle.
“Si può sapere che confabulate voi due, in
continuazione? E tu, ‘Ran-chan’, non
dovresti andare a sistemare la tua roba nella tua di stanza?”
la guardò di sottecchi,
mentre si alzava.
“Ma certo, vi lascio subito da soli” rise quindi,
lasciando il viso arrossato
di Kazuha e l’espressione confusa del detective
dell’ovest. Lui aspettò che Ran
uscisse dalla stanza e si sedette a terra, di fianco
all’amica.
“Senti Kazuha...”
“Dimmi”
“Stavo pensando… è passato poco tempo
da quando Kudo è tornato, non sono ancora
riusciti a stare molto tempo insieme, perciò cerchiamo di
non stargli troppo
addosso. Va bene mentre fate shopping, e qualche volta un po’
di chiacchiere non
fanno male, ma cerchiamo di lasciarli un po’ da soli,
ok?” la ragazza lo guardò
stupita.
“Lo sai che questo comporterà il fatto che sarai
tu a doverti sorbire la mia
deliziosa compagnia?” inarcò le sopracciglia,
guardandolo ironica, ma con le
gote leggermente rosse.
“Farò questo sforzo… dopotutto lui
è il mio migliore amico” sospirò lui,
beccandosi una pacca semi affettuosa sulla spalla.
“Dai, non sarà per molto. Uno di questi giorni
potrei fare amicizia con qualche
bel ragazzo, poi potrai stare in tranquil…” Heiji
sbatté un pugno contro l’anta
dell’armadio, chiudendolo di scatto.
“Non dire stupidaggini” la guardò di
sottecchi, dritta negli occhi “non mi
piace quando ti comporti da civetta”
“Eh?” fece per controbattere ma Heiji si era
già alzato, nervoso, dirigendosi
verso la porta della stanza, lasciandola a bocca aperta e totalmente
confusa.
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“Sono
troppo stanca per uscire…
ditemi che neanche voi avete voglia di mettere piede fuori di
casa!” ma la
risposta, Kazuha, la trovò da sola, osservando Heiji
spaparanzato sul divano,
con gli occhi chiusi, Ran con la faccia spiaccicata sul tavolo della
sala e
Shinichi sdraiato direttamente per terra. “meglio
così… domani faccio quello
che volete, ma ora sono esausta!”
“E pensare che Sonoko ci avrebbe costrette a giocare a
qualche stupido gioco
contro la nostra volontà” Ran era quindi scoppiata
a ridere, al pensiero.
“A proposito, non doveva venire anche Suzuki?”
“Beh…”
“Beh…” Kazuha e Ran si erano scambiate
uno sguardo eloquente e malizioso, cosa
che catturò l’attenzione dei due detective.
“teoricamente è qui.
Praticamente…”
continuò quindi Kazuha.
“Praticamente?”
“…è in America
da…” fece Ran, per poi concludere in contemporanea
con Kazuha,
in un’imitazione sdolcinata di Sonoko.
“… Makoto-kuuun!”
“Che cosa?!” esclamò Shinichi
stupefatto. “e voi la coprite?” scosse la testa,
divertito “che amiche pronte a tutto!”
“Lei farebbe lo stesso per noi, se dovessimo partire per un
viaggio da sole con
un nostro eventuale fidanzato, come io lo farei per Ran e Ran per me,
giusto?”
le due si scambiarono un sorriso complice.
“Sei fortunata, Mouri”
“Uh? Kazuha-chan è anche amica tua, scommetto che
coprirebbe anche te” continuò
stranita dall’affermazione.
“No, è che non dovrai mai coprire Kazuha. Prima
che trova un tipo che se la
prende, sarà abbastanza vecchia da non aver bisogno del
permesso dei genitori”
e riappoggiò la testa sul divano, richiudendo gli occhi.
Tant’è che non si
accorse di Kazuha che si avvicinava per tirargli una cuscinata in piena
faccia
“ahi! Che cavolo combini, stupida?!”
“Se nessuno mi si prenderebbe comunque, che ti importa se poi
faccio la
civetta?” lo guardò ferita, prima di andarsi a
sedere di fianco a Ran, mentre
il ragazzo si beccava un’occhiataccia da parte sua e di
Shinichi. Come cavolo
faceva a stare in compagnia di quello stupido? Era ovvio che avrebbe
preferito
stare in compagnia di Ran, se lui si comportava così. Le
salirono le lacrime
agli occhi – perché lo
sapevi che in
realtà preferivi la sua compagnia a quella di chiunque altro
- ma non
voleva dargliela vinta, le ricacciò
quasi subito indietro, mantenendo comunque l’aria offesa.
Dopo qualche minuto andarono a prepararsi per la notte, Ran e Shinichi
avevano
le guance leggermente arrossate, come Heiji, mentre Kazuha
già non vedeva l’ora
che quella nottata finisse: quello stupido riusciva sempre a rovinare
il suo
buon umore.
“Kazuha-chan…” cominciò Ran,
mentre se ne stavano nel ‘bagno delle ragazze’,
per sistemarsi per la notte “lascialo perdere. Lo sai che se
non ti dice
qualcosa di cattivo… ma che volevi dire con ‘che
ti importa se poi faccio la
civetta’?”
“Quando eravamo in camera prima… gli ho detto per
scherzare che avrei potuto
incontrare qualche bel ragazzo, lui ha battuto un pugno
sull’armadio e mi ha
detto che non gli piace quando mi comporto da civetta” aveva
storto le labbra,
seccata “come se fosse affar suo…”
“Forse è geloso”
“No… quello non ci pensa neanche
minimamente” finirono quindi di lavarsi i
denti prima di andarsene entrambe nelle stanze “notte,
Ran-chan. A domani
mattina” le sorrise.
“Notte!” la sentì dire, prima di entrare
e dirigersi verso il letto dove già
era sdraiato Heiji. Solo in quel momento si ricordò della
poca distanza che ci
sarebbe stata tra loro due mentre dormivano ed il cuore
cominciò a batterle
forte.
“Che fai? Dormi in piedi?” le chiese
improvvisamente, facendola sobbalzare.
“No no… stavo solo pensando. È da
quando eravamo piccoli che non dormiamo
insieme”
“Già” la osservava mentre si sdraiava di
fianco a lui, con l’aria indecisa.
“Che c’è, Heiji? Perché mi
fissi?”
“Volevo chiederti scusa per prima” la cosa la
stupì a tal punto che si girò di
lato a guardarlo, ritrovandosi però fin troppo vicino,
perché anche lui aveva
fatto la stessa cosa.
“Eh?”
“Per… prima. Insomma, io non intendevo offenderti.
Volevo solo prenderti un po’
in giro, come sempre. Lo sai, no?”
“Sì… fa niente” ed
abbozzò un sorriso: tanto alla fine lo perdonava sempre.
“Tu…” deglutì a fatica,
cercando le giuste parole “tu hai davvero…
intenzione
di cercare qualche ragazzo? Con cui uscire… dico
qui… insomma…” aveva deglutito
ancora, in imbarazzo e notò anche il rossore delle guance di
Kazuha, nonostante
fossero nel completo buio.
“Non dire sciocchezze. Anche se fossi quel tipo di ragazza,
è impossibile che
un ragazzo venga da me per cercare di
‘rimorchiarmi’ ” cercò di
girarsi
dall’altro lato ma Heiji la bloccò per un braccio.
“E perché?” la guardava sorpreso, ancora
troppo vicino.
“Potrebbe succedere?” le mancava l’aria,
ma non voleva più spostarsi.
“Io… credo di sì” si era
quindi grattato la nuca, in difficoltà
“perché non
dovrebbe succedere?”
“Beh… se tu fossi uno in cerca di qualche ragazza
e vedessi in spiaggia, o in
giro per negozi, due ragazzi e due ragazze insieme, che magari fanno la
spesa
insieme, cosa penseresti?”
“Che sono due coppie…” aveva scrollato
le spalle due secondi prima di arrivarci
“ah… per quello. Quindi è questo
l’unico motivo che ti frena dall’avere un
ragazzo?”
“Non proprio… ci sono stati dei ragazzi che mi
hanno chiesto di uscire ma…”
“E chi?” aveva quindi stretto il braccio di Kazuha,
un po’ troppo forte.
“Ahi! Heiji, fa piano!”
“Oh… scusa!” ed era quindi arrossito,
prima di lasciare andare il braccio della
ragazza. “dormiamo. Domani si va al mare. Buonanotte
Kazuha”
“Buonanotte Heiji”
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Erano al mare ormai da due ore, la giornata era splendida,
tant’è che avevano
deciso di rimanere lì per tutto il giorno e di andare a fare
la spesa subito
prima di rientrare a casa. Heiji era sdraiato al Sole di fianco a
Shinichi che
se ne stava seduto ad osservare le due ragazze che giocavano a palla in
acqua.
Il detective dell’ovest guardò per qualche istante
il suo migliore amico, che
guardava con aria persa Ran, e scoppiò a ridere, cosa che
gli fece guadagnare
un’espressione alla
‘questo-è-pazzo’ da parte sua.
“Hattori, quando fai così mi inquieti”
aveva quindi inarcato un sopracciglio.
“No è che… è buffo. Sei
buffo”
“Cos’avrei di così divertente?”
“E’ ovvio che sei pazzo di Ran, però non
ti decidi a chiederle di essere la tua
ragazza. Prima o poi si stuferà amico” si era
quindi girato a pancia in giù,
continuando a guardarlo.
“Parli tu… lei almeno sa cosa provo. Tu hai mai
provato a far capire a Kazuha
cosa provi per lei?”
“Che cavolo stai dicendo? Io non devo far capire niente a
nessuno” era però
arrossito e aveva spostato lo sguardo altrove.
“Ah bene… sei rimasto ancora ad Hoshikawa. Ancora
non hai capito che sei geloso
e che questo lo devi solo al fatto che sei innamorato di
Kazuha” scosse la
testa, incredulo.
“Io so benissimo cosa provo!” gli aveva quasi
urlato, ed era tornato a guardarlo
con gli occhi infuocati “e non sono geloso”
“Ah sì? Quindi non ti interessa nulla di quei due
ragazzi che stanno parlando
con lei e Ran, immagino” Shinichi scrollò le
spalle e si alzò da terra,
dirigendosi verso le due.
“No, può fare quello che vuole” rispose
cupo, Heiji. Cercò di tenere lo sguardo
lontano dal mare, per evitare di partire anche lui come aveva fatto
Shinichi,
ma non riuscì a trattenersi. Si voltò giusto in
tempo per vedere la scenetta
tra l’amico e i due.
“Statele lontano, capito?” aveva esclamato il
detective in acqua, prima di
prendere la mano di Ran e trascinarla verso la riva con aria seria,
lasciando l’altra
ragazza insieme ai due.
“E Kazuha?” aveva bisbigliato Ran.
“C’è una lezione da imparare, qui. Heiji
deve imparare ad essere onesto con se
stesso” sorrise a Ran, mentre si andava a sdraiare di fianco
a Heiji, che però
ormai si era alzato.
“Ehi…” aveva cominciato il ragazzo dalla
pelle scura, sotto gli occhi sorpresi
degli altri due. Aveva provato a resistere, non voleva dimostrarsi
geloso, non
voleva fare niente di tutto quello che fece. Eppure era più
forte di lui.
Quando Kazuha aveva provato ad allontanarsi uno dei due le aveva preso
la mano,
fermandola. No, quello era troppo: perché si prendeva certe
confidenze con lei?
Nessuno poteva – solo tu, no? Solo
tu
potevi prenderle la mano, solo tu potevi allontanarla da chiunque altro
–
toccare la sua amica.
“Forse è più sveglio di quel che
pensassimo” rise Ran, seguita dall’altro
ragazzo, mentre si apprestavano a godersi la scena.
“Io sono Hiroyuki. Come ti chiami? Perché non
vieni a bere qualcosa con noi?
Sei da sola con la tua amica e il ragazzo? Perché non li
lasci un po’ da soli?”
aveva detto uno dei due ragazzi, avvicinandosi un po’ troppo
a lei.
“Kazuha. Emh… grazie ma…
io…” aveva provato a dire, allontanandosi e
cercando
di liberare la mano dalla presa del tipo.
“Ma lei ha da fare” continuò per lei,
Heiji, afferrando il braccio che teneva
la ragazza, con forza. “quindi lasciala e andatevene
subito!” afferrò quindi il
braccio della ragazza, con più delicatezza –
anche se avresti tanto voluto tenerla per mano, come aveva fatto il
tipo poco
prima – e cercò di allontanarsi, prima
di venire bloccato nuovamente dal
ragazzo.
“Ehi, non decidi tu per lei. Sei forse il suo
ragazzo?” l’aveva quindi guardato
in cagnesco, riavvicinandosi ai due ragazzi.
“Niente affatto!” esclamò lui, prendendo
una vivace tonalità di rosso sul viso.
“E allora è lei a dover decidere. Che vuoi fare,
Kazuha-chan?” chiese quindi,
sorridendo dolcemente alla ragazza, che arrossì. Fu presa da
un conflitto di
interessi, avrebbe voluto farla pagare ad Heiji, ma d’altra
parte sapeva che se
si fosse allontanata con quei due tipi ce l’avrebbe avuta con
lei per tutto il
resto della vacanza.
“Scusate, io preferisco stare con i miei amici”
aveva pronunciato chiaramente,
mordendosi il labbro –
perché volevi
dirgli che in realtà volevi stare solo con Heiji, non
importava di nessun
altro, perché una piccola speranza si era accesa –
ed allontanandosi poi
con il ragazzo.
“Ti avevo già detto che…”
“Che non ti piace quando faccio la civetta”
concluse lei la frase, liberando il
braccio dalla presa del detective “sì me
l’hai detto. Ma stavolta io non stavo
facendo niente, sono loro che si sono avvicinati. È stato
quello, Hiroyuki, a
bloccarmi mentre cercavo…”
“Hiroyuki? Hai già imparato il suo nome? Sei
sicura di non voler tornare lì da
lui?” si era quindi voltato di scatto, per fissarla con aria
rabbiosa.
“Come ho già detto, voglio stare con i miei
amici” sibilò ferita “sei
incredibile! Io… cosa vuoi che faccia? Vuoi che rimanga sola
tutta la vita?”
“Perché no? Almeno la smetteresti di mettermi in
imbarazzo!” quello era il
colmo. E aveva anche cominciato ad urlare. Le lacrime le stavano
salendo agli
occhi, lo sentiva.
“Non è affar tuo quello che faccio!” si
era morsa il labbro, mentre stringeva i
pugni nel tentativo di desistere dal piangere.
“Certo che è affar mio! Tu…”
“Ah sì? Che ti importa? Non dovrei essere la tua
migliore amica? Si augura
felicità agli amici!”
“Ehm… ragazzi… state dando
spettacolo” aveva provato a dire Ran, che si era
avvicinata con Shinichi.
“Certo che voglio che tu sia felice, solo
che…” ignorò Ran, anche se aveva
decisamente abbassato il tono della voce. Ma forse era solo
perché non sapeva
bene cosa dire.
“Che? Che cosa?” Kazuha sospirò
“non ne posso più dei tuoi: non fare
così, non
comportarti cosà. Sei mio padre? Sei il mio fidanzato?
No!” si era quindi
diretta al suo asciugamano, distendendosi in posizione prona e
voltandosi dalla
porta opposta agli altri. Non voleva che la vedessero piangere,
tantomeno
quello stupido di Heiji, ma ormai non ce la faceva più a
trattenersi. Cosa
voleva da lei? Sembrava quasi geloso, però poi continuava a
dirle che ‘era la
sua dipendente’ o che lui era il suo capo; o gridava, a chi
alludeva a loro due
come coppia, che non erano affatto fidanzati. Voleva davvero che stesse
al suo
fianco per sempre come amica? Solo come amica? E contemporaneamente
senza
potersi sposare? Che stupidaggine, lei non riusciva ad immaginarsi al
fianco di
nessun altro se non al suo. La sua paura più grande era
quella di ritrovarsi a
quarant’anni, ancora innamorata di lui, da sola. Con lui
magari sposato. Sì,
perché lei lo sapeva: non poteva amare nessun altro.
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Kazuha uscì dal bagno, i capelli ancora bagnati, mentre si
passava su di questi
un asciugamano; aveva indossato velocemente un paio di pantaloncini e
una
canottiera, ed era uscita sulla veranda della casa, a godersi la fresca
aria
della sera, prima di andare a cucinare con Ran la cena. Era ancora
nervosa
dalla discussione che aveva avuto con Heiji, tant’era che non
riusciva a
sedersi; alle sue spalle c’era il dondolo, comodo e
rilassante, eppure lei se
ne stava in piedi, appoggiata alla ringhiera, con l’aria
assorta cercando la
prima stella della sera, ma ormai ce n’erano un po’
ovunque, era difficile
distinguerla. Sospirò mentre continuava a tenere il naso per
aria, ripensando
in continuazione ad Heiji e alla sua stupidità, davvero non
ne poteva più, ma
non sapeva come fare per cambiare le cose. Distratta da quei pensieri,
non si
accorse che anche qualcun altro era uscito fuori, finché non
gli si affiancò,
facendola sobbalzare.
“Che fai qui fuori?” la voce di Heiji le fece
mancare un battito e, nervosa,
cercò di rientrare in casa; purtroppo per lei,
l’amico fu più veloce e la
bloccò con il braccio, facendola tornare dov’era
prima “non puoi evitarmi per
sempre, stupida”
“No. Ma posso ignorarti” scrollò le
spalle, con fare sbrigativo.
“Non resisteresti più di un giorno” rise
lui.
“Vogliamo scommettere?” inarcò un
sopracciglio, piccata, mentre si era rigirata
dando le spalle alla ringhiera, pronta per andarsene.
“No” Heiji si posizionò davanti a lei,
impedendole di andarsene “non voglio”
posando quindi una mano sulla ringhiera, di lato a lei. “mi
spiace per oggi. ma
perché mi sembra di chiedere scusa in
continuazione?”
“Forse perché fai e dici stupidaggini. In
continuazione” precisò, sorridendogli
ironica “e forse hai cominciato finalmente a rendertene
conto”
“Forse” Kazuha lo guardò stupita:
pensava avesse voglia di fare una litigata
per riappacificarsi, invece sembrava quasi serio. “senti, a
questo punto credo
ci sia una cosa che devo dirti” ed era ora del primo infarto
della vita di
Kazuha! Il cuore cominciò a batterle forte, mentre le guance
si tingevano di
rosso, ma aveva paura in realtà. Da una parte sperava che
fosse qualcosa di…
bello per lei. Dall’altra aveva paura che le volesse dire che
era protettivo
perché era come una sorella.
“C-che cosa?” deglutì a fatica, e
cercò di evitare lo sguardo del ragazzo
quando il suo si posò su di lei.
“Io… non so cosa provo” Kazuha poteva
notare l’imbarazzo di Heiji, cosa che non
l’aiutò a calmarsi. Tra l’altro, era
davvero una frase strana.
“Eh?”
“Non so se… sono… e che
cacchio!” era diventato quasi completamente rosso,
mentre Kazuha lo guardava stupefatta “perché
è così difficile?” aveva
sospirato, esasperato dalla situazione: ma lo chiedeva davvero a lei?!
“Senti Heiji… non fa niente, dai. Noi due
litighiamo in continuazione e
quindi…” aveva cercato di tranquillizzarlo,
posandogli una mano sul braccio
teso, prima che lui la fermasse.
“No, aspetta. Shinichi ha ragione, è una cosa che
devo dirti” Heiji deglutì ancora,
rumorosamente.
“Va bene…” lei annuì
debolmente, prima di spostare lo sguardo sugli occhi di
lui, speranzosa.
“Non so se sono geloso, non so se… quello che
provo è dovuto ad un sentimento
al di là dell’ amicizia. Riesci a
capire?” certo che lo capiva! Ma riuscì solo
a muovere piano la testa, in segno di assenso “so solo che,
se ti vedo con un
altro ragazzo, se ti vedo dare segni di apprezzamento nei confronti di
qualcuno
che non sono io, se vedo un ragazzo che ti guarda… mi va il
sangue al cervello e
vado fuori di testa” sospirò, inchinandosi un poco
in un sospiro, andando a
posare la fronte sulla spalla di lei, che si sentiva
all’incirca della
consistenza di un sasso.
“Emh…”
“Sì?”
“Io… non so… cosa dire per bene,
però…” si era aggrappata alla maglietta
di
lui, come alla ricerca di un contatto “neanche a me piace
se… qualche ragazza
ti viene dietro o se… fai apprezzamenti su altre.
Io… credo che vorrei che tu
guardassi solo me. Ecco…” sorpreso, lui
spostò la testa dalla spalla di lei,
andandosi a posizionare di fronte al suo volto. A poca –
troppo poca, per i tuoi gusti – distanza dal suo
volto.
“Credo che per me sia lo stesso” spostò
quindi le mani dalla ringhiera,
attirando Kazuha verso di sé, abbracciandola.
“possiamo seguire il piano
originario”
“Cioè?” cacchio. Cacchio. Cacchio!
Abbracciare Heiji era così… piacevole e
caldo. Sentì il cuore batterle all’impazzata nel
petto, così a stretto contatto
con quello del ragazzo, che la teneva ben vicina a lui con le braccia,
carezzandole dolcemente la schiena e i capelli ancora umidi. Kazuha non
poté
far altro che ricambiare, andando a circondare il torace di lui.
“In questi giorni, possiamo passare il tempo insieme
e… capire ciò che
proviamo” ma lei lo sapeva benissimo ciò che
provava! Lo sapeva meglio di
chiunque altro. Se non era amore, il sentimento che le pulsava
così forte nel
petto in quel momento, che altro poteva essere?
“così lasceremo spazio anche a
Kudo e Mouri. Quattro piccioni con una fava” e aveva riso, ma
non sembrava
avere intenzione di lasciare andare Kazuha, di sciogliere
quell’abbraccio. Non
che a Kazuha dispiacesse, ovvio. “Va bene?”
“Sì”
“Se vedi qualche ragazzo che ti si
avvicina…” fece una piccola pausa
“allontanati. Insomma, è come se… no
aspetta”
“Cosa?” sì, Heiji Hattori era seriamente
e irrimediabilmente pazzo.
“Non avranno modo di avvicinarsi, però se dovesse
succedere, tu allontanati e
digli che sei… impegnata” sentiva le guance
andarle a fuoco, proprio come
quelle di Heiji.
“Sono impegnata?” aveva riso lei.
“In un certo senso sì. No?” si era
quindi allontanato di poco, tornando a
guardarla in viso. Cavoli, aveva una voglia incredibile di baciarlo, e
sembrava
leggere lo stesso desiderio nello sguardo del ragazzo.
“Io credo di sì” stava per abbassare lo
sguardo, imbarazzata, ma vide Heiji
avvicinarsi. No, non era pronta per quello. Lo sapeva, sarebbe svenuta.
Ma
cavoli se voleva baciarlo. “per te, è lo stesso
però”
“D’accordo” tagliò corto lui,
avvicinandosi ancora ed ancora, fino all’entrata
in scena di Shinichi, che da dentro casa faceva un capitombolo
giù per le
scale.
“Cavoli! Che è successo?” i due si
staccarono, a malincuore certo, ma sapevano
che adesso c’era di più. Per lo meno quello
stupido di Heiji si era dato una
svegliata.
“Questo stupido è scivolato su uno
scalino” se la rideva a crepapelle Ran “voi
due? Avete fatto pace?”
“Diciamo di sì” lanciò
un’occhiata a Heiji, sorridendogli, prima di raggiungere
l’amica “prepariamo la cena, Ran-chan? Direi che
è ora di mettere qualcosa
sotto i denti” le sorrise, straordinariamente allegra e con
le guance ancora
rosee per quanto era appena successo tra lei ed Heiji.
“Sì, così mi racconti che è
successo là fuori” le sussurrò
maliziosa.
“Non c’è niente da raccontare”
le diede un buffetto, ma poi abbassò decisamente
il tono della voce cominciando a raccontare quanto era appena successo
in
veranda con il ragazzo che stava per tirare addosso qualcosa al suo
migliore
amico, scocciato per l’interruzione.
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Ran era già nel letto da diversi minuti, tesa come una corda
di violino, mentre
aspettava che anche Shinichi arrivasse e si potessero finalmente
mettere a
dormire. Il fatto era che non riusciva proprio ad addormentarsi prima
di lui,
per quanto era agitata: averlo vicino, per tutta la notte, non era
affatto
facile. Quando il ragazzo la raggiunse nel letto, lesse nel suo sguardo
lo
stesso imbarazzo, eppure c’era come un discorso sospeso nel
suo sguardo, una
cosa che voleva tirare fuori da molto tempo. Mentre sentiva il cuore
batterle
all’impazzata per la vicinanza con il ragazzo
- ti chiedevi se ti saresti mai
abituata ad averlo lì, alla portata di un qualsiasi contatto
fisico - si
rigirò nel letto, voltandogli le spalle.
“Buonanotte Shinichi”
“Pensavo avresti avuto più voglia di
chiacchierare, sai?” rise lui.
“E’ che… non lo so. È strano
dormire al tuo fianco” scrollò le spalle,
dissimulando indifferenza, anche se dentro era agitatissima.
“Abbiamo dormito vicini centinaia di volte”
“Ma tu eri Conan, in quei momenti, era diverso!”
gli ricordò lei “io non
pensavo che fossi tu”
“Io lo sapevo benissimo invece” scoppiò
quindi a ridere.
“Che stupido… quindi non ti fa nessun effetto
avermi qui vicina, dormire nello
stesso letto con me?” aveva chiesto, decisamente delusa.
“Stai scherzando, vero?” la guardò male
lui.
“Io…”
“Senti Ran” aveva detto all’improvviso,
provocandole un brivido lungo tutta la
schiena.
“D-dimmi”
“Non voglio che le cose tra noi vadano come tra quei
due… insomma, sembrano due
tardoni” si era quindi seduto sul letto, seguito a razzo da
Ran, stupita ed
emozionata.
“Quindi?”
“Quindi tu… tu sai quello che provo”
deglutì. “io credo… di averlo dedotto
quello che provi tu. Io… beh, lo sai” prese un
lungo respiro, e tese la mano
per afferrare quella di Ran “io ti amo. Sono felice di essere
tornato nel mio
corpo e potertelo dire. Finalmente… Ran, io voglio stare con
te. Sei l’unica
che desidero veramente” si era avvicinato un po’,
godendosi la vista delle
guance rosse della ragazza. “tu cosa provi?”
“Io… anche io… SHINICHI
PERCHE’ MI FAI DIRE COSE TANTO IMBARAZZANTI?!”
aveva
urlato, dandogli una leggera spinta, mentre il cuore le andava a mille.
Voleva
scappare, ma ogni ansia scomparì nel momento in cui lui le
prese nuovamente le
mani “però… è vero. Neanche
io voglio che le cose tra noi rimangano in sospeso.
Ti amo, Shinichi. Ti amo da sempre…”
“Sono felice di sentirtelo dire… non penso che
avrei mai potuto sopportare di
vederti insieme ad un altro” lentamente, da lì,
seduto sul letto, a pochi
centimetri da lei, le si avvicinò, stampandole un bacio
sulla guancia,
lasciando basita la povera Ran, che si aspettava tutt’altro.
Fece per ritrarsi ma
lui gliene diede un altro, e uno ancora, avvicinandosi sempre di
più alle
labbra di lei, fino a sfiorarle delicatamente, catturandole per la
prima volta
in quello che era il loro primo bacio, si ritrovarono ad avvicinarsi di
più,
mentre le dita si intrecciavano dolcemente, giocando tra di loro. La
mano di
Shinichi si spostò sul viso della ragazza, carezzandole le
guance, passando le
dita tra i lunghi capelli, tornando poi di nuovo sul volto, attirandola
a lui
per approfondire il bacio.
“Shinichi… io…”
“Anche io, Ran” le sorrise, non servivano
più le parole, gli bastava averla lì,
vicino a lui e lo stesso sentimento lo provava anche lei. Lo sapeva. Si
distese
sul letto, portando con sé anche Ran, passandole la mano
lungo i fianchi ed
assaporando quei dolci momenti che avevano per stare insieme. Ora lo
sapevano
che sarebbe stato per sempre. Erano l’uno per
l’altra.
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Erano già passate altre due giornate, che avevano passato
interamente al mare a
crogiolarsi al Sole, mentre per quel giorno avevano deciso di fare un
po’ di
giri per il paesino, per vedere che poteva offrire di caratteristico. A
quanto
pareva, lì vicino, c’era una piccola collinetta,
in cima alla quale si trovava
un tempio molto carino e suggestivo, che proteggeva le coppie che
andavano a
far visita e lasciavano un piccolo ringraziamento agli Dei della
foresta che lo
circondava. Non appena avevano saputo di quella leggenda, le ragazze
avevano
letteralmente pregato Heiji e Shinichi di andare lì, senza
dirgli il reale
motivo di quella richiesta; in realtà poteva anche essere
divertente fare una
passeggiata in mezzo al verde e magari fare un picnic nelle vicinanze.
Senza
farselo ripetere, Ran e Kazuha avevano cominciato a fare i preparativi,
avevano
comprato l’occorrente ed avevano preparato tramezzini e
panini, pronte per la
giornata che le aspettava.
“Siete sicure che questa sia la parte della collina da cui si
deve passare?” chiese
Shinichi, indietreggiando per affiancarsi alla sua ragazza, con la
scusa di
parlare con loro.
“Sì, bisogna solo seguire il sentiero, e tra poco
arriveremo nella foresta che
racchiude il tempio” esclamò
Kazuha,
indicando la fitta concentrazione di alberi poco più avanti.
“Bene, vieni Ran, acceleriamo il passo” le prese
quindi la mano, arrossendo un
poco: quando, ogni minimo contatto con Ran, avrebbe smesso di dargli
quelle
scosse, tutte quelle emozioni?
“Sì” sorrise Ran, per poi voltarsi verso
Kazuha e farle l’occhiolino. Anche
Heiji aveva rallentato il passo e stava aspettando che la ragazza lo
raggiungesse.
“A quanto pare, quei due, alla fine si sono messi insieme,
eh?” le aveva
sorriso.
“Già, finalmente!” aveva ricambiato,
guardandolo, e per un attimo la speranza
in lei si accese ancora. Sì, perché non aveva
dimenticato il discorso che
avevano fatto un paio di sere prima. “oggi non ti lamenti
della strada troppo
lunga?” lo prese in giro all’improvviso, beccandosi
un’occhiataccia da parte
del ragazzo.
“Beh, stavolta per lo meno la strada è una
sola” si era sforzato di non
risponderle male. Le osservò per qualche istante la mano, la
voglia di
prenderla era forte, sarebbe stato piacevole camminare così,
per il sentiero.
Ma forse era presto, non voleva far niente che a lei non andasse,
dopotutto
anche lei stava pensando al loro rapporto, a quello che provava per
lui.
Com’erano complicati i sentimenti.
“Ehi polentoni, vi sbrigate?” la voce di Shinichi
lo risvegliò da quel
pensiero, ma stavolta lo spronò a fare quello che tanto
voleva fare. Le prese
quindi la mano e aumentò il passo.
“Andiamo Kazuha, non facciamoli aspettare” le
sorrise, tenendo ben salda la
presa della mano della ragazza, che d’altro canto era
arrossita. Non si
aspettava quel gesto improvviso, certo l’aveva desiderato, ma
proprio non ci
sperava.
“Sì!” raggiunsero quindi i due in pochi
passi ed entrarono nella foresta, alla
ricerca del famoso tempio, che forse stava già facendo il
suo dovere di cupido.
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Heiji Hattori odiava svegliarsi nel pieno della notte, eppure gli
capitava
abbastanza spesso. Il problema era che poi ci metteva una vita a
riaddormentarsi. Seccato, si girò dall’altro lato
del letto, ritrovandosi di
fronte il volto addormentato di Kazuha. Stupida. Come faceva a rimanere
addormentata? Non era una domanda molto intelligente, neanche da fare a
se
stessi, ma era ancora troppo seccato. Gli diede una schicchera sul
naso, che
lei subito dopo arricciò, continuando comunque a dormire.
Che cosa snervante. I
capelli le ricadevano sul volto, leggermente ondulati, gli altri dietro
la
schiena. Alcuni erano davanti agli occhi, ma non le davano fastidio,
continuava
a dormire. Le ciglia, sottili e folte si muovevano leggermente al
movimento
delle palpebre, la bocca socchiusa, le guance arrossate per il calore o
forse
per il sogno che faceva. Avrebbe tanto voluto svegliarla e romperle un
po’ le
scatole – la realtà era
che volevi vedere
i suoi occhi verdi – scambiare due chiacchiere,
fino a che anche a lui non
fosse tornato il sonno. Avrebbe voluto abbracciarla e baciarla. Ma
com’era
finito dal criticarla all’apprezzarla? Beh, se continuava a
fissarla come un
pesce lesso… Improvvisamente lo colse la verità,
come un fulmine, l’aveva finalmente
capito. Poteva passare ore, giorni, l’intera vita…
solo a fissarla mentre
dormiva. Sapeva che voleva farlo, ormai quella consapevolezza
l’aveva accolta,
senza il minimo risentimento. Sapeva che voleva solo lei al suo fianco.
“Kazuha…” sussurrò
“mi sa che ti amo” le si avvicinò di
più, le posò una mano
sul fianco e l’attirò delicatamente a
sé; inconsapevolmente lei si accoccolò
contro di lui e il suo cuore cominciò a battere: era
così stupido, ma bello.
Era amore. L’amore è sentirsi stupidi.
È sentirsi stupidamente bene.
“Heiji…?” la sua voce lo fece
sussultare, e quando lei alzò il volto ed
incontrò i suoi occhi verdi, arrossì:
l’aveva sentito? “sognavo… ho fatto un
sogno stupendo” sorrise.
“Sì? Che hai sognato?” e la strinse un
po’ di più a sé: anche se non si erano
detti ancora niente, potevano stare vicini ed abbracciarsi. E tenersi
per mano.
Il prima possibile doveva fare in modo che lei potesse farlo solo con
lui.
Dicendole che l’amava e che voleva stare con lei con sempre.
“Non ricordo bene” arrossì copiosamente
“ma sembra che stia continuando nella
realtà” lei posò la testa sul suo
petto, andando a stringere il torace del
ragazzo con un braccio. Il cuore gli mancò di un battito:
voleva dire che c’era
anche lui nel ‘sogno stupendo’?
“Kazuha?”
“Sì?”
“Domani dobbiamo finire il discorso dell’altra
sera” le diede un bacio sulla
testa e la strinse ancora un po’, prima di chiudere gli occhi
e
riaddormentarsi, godendosi il dolce profumo dei suoi capelli.
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Kazuha camminava sulla spiaggia con passo sicuro, le scarpe con il
leggero
tacco tra le mani, per non rovinarle se le era tolte. Era ad un paio di
metri
dagli altri tre. Le piaceva la sensazione della sabbia fresca della
sera sulla
pelle e tra le dita dei piedi, che le solleticava la pelle insieme
all’aria
impregnata di salsedine. Quella sera si era vestita con particolare
attenzione,
grazie all’aiuto di Ran: non aveva dimenticato la frase della
notte passata di
Heiji, e quindi, visto che non ne avevano ancora parlato, aveva
indossato una
minigonna bianca, una magliettina rossa, come il fiocco tra i suoi
capelli, e
si era messa un leggero strato di trucco: voleva essere al meglio.
Aveva avuto
il cuore che le batteva a mille per tutto il giorno,
tant’è che aveva paura di
svenire da un momento all’altro. In realtà non era
molto sicura che Heiji
volesse dirle quello che lei sperava da anni, ma
quell’abbraccio… quel leggero
bacio. Non erano buoni segni? La paura però non la
abbandonava, e non lo fece
neanche quando lui la raggiunse velocemente e la prese per mano.
“Non ti allontanare troppo, qui c’è buio
e non si vede bene” le aveva sorriso.
“Kazuha-chan! Io e Shinichi torniamo a casa”
l’aveva richiamata la sua migliore
amica. Lei aveva annuito.
“D’accordo, arriviamo!” e fece per fare
un passo nella loro direzione, ma Heiji
la bloccò.
“Noi rimaniamo un altro po’, vi raggiungiamo
più tardi” aveva esclamato, mentre
il cuore della ragazza ricominciò a battere
all’impazzata, se possibile ancora
di più: era arrivato il momento.
“Sei sicuro, Heiji? Non vuoi..”
“No”
“Ok… a dopo, ragazzi!” ed era tornata a
guardare il ragazzo, per un solo
istante – era difficile sostenere
lo
sguardo se lui ti guardava in quel modo, eh? –
prima di rabbassarlo,
nervosa.
“Passeggiamo ancora un po’?” senza
aspettare risposta, aveva cominciato a
camminare, tenendole ben stretta la mano. Kazuha guardò il
cielo, anche quella
sera limpido, con un po’ di agitazione, sospirò il
più silenziosamente
possibile.
“Certo che si sta bene anche la sera qui, eh?”
provò a cominciare lei.
“Kazuha?”
“Sì?!” si bloccò
improvvisamente: cavoli! Si doveva dare una calmata. Si
fermò
anche lui e si voltò a guardarla.
“Ho detto di rimanere qui ancora per un po’ per un
motivo…”
“Certo…”
“Dobbiamo parlare, credo” si era morsa il labbro,
agitata. Cavoli, non era
pronta. Non era pronta a qualsiasi cosa lui le volesse dire.
“Va bene” stupida. Doveva dirgli che non era il
momento, se non se la sentiva.
“Ho pensato in questi giorni… ho pensato tanto.
Credimi, davvero tanto”
sembrava in difficoltà “lo dico
perché… a volte mi imponevo di pensarci e
altre… tante altre…” riprese fiato,
mentre si avvicinava di un passo a lei,
tanto che Kazuha poteva sentire il suo respiro sul viso. Si costrinse
ad alzare
il volto e a guardarlo negli occhi “tante altre il pensiero
mi veniva
spontaneo. Mi sono accorto…” deglutì a
fatica: era difficile trovare le parole
giuste.
“Heiji non…”
“Aspetta fammi finire. Voglio dirti tutto, poi potrai
seppellirmi direttamente
qui, sotto la sabbia. Ti darò una mano” rise,
seguito immediatamente dopo da
lei. Ma erano risate tese, emozionate.
“Scusa… continua pure” gli aveva
sorriso, cercando di sembrare tranquilla,
continuando a guardarlo negli occhi.
“Dicevo, io… io ti penso sempre Kazuha”
le carezzò dolcemente il viso “mi
passeggi nella testa talmente tante volte che…”
rise “all’inizio proprio non me
n’ero accorto. Era naturale.” lei fece per
rispondere, ma lui la bloccò di
nuovo “allora ho pensato se fosse possibile pensare
così tanto ad una persona
provando solo amicizia. Se… se questo sentimento che mi
offusca la mente, tanto
che riesce persino a distrarmi durante un caso… se questo
sentimento…” frasi
sconclusionate, frasi distorte, frasi insensate se viste nel complesso,
ma
riuscivano ad emozionare Kazuha come nient’altro al mondo.
Secondo solo al
sorriso di Heiji. “se questo sentimento non è
amore, cos’altro potrebbe
essere?” lasciò la mano di Kazuha e
portò le sue sui fianchi della ragazza, attirandola
piano verso di lui. “un sentimento
così… forte da farmi sentire stupido”
questo
sì che era romanticismo.
“Io…”
“Ti amo, Kazuha”
“Io…” continuava a ripeterlo, in preda
ad un attacco di forte felicità, voleva
gridargli che anche lei lo amava, voleva gridargli che era tutta la
vita che
sentiva quel sentimento per lui. Voleva che fosse solo sua
quell’emozione.
“Tu cosa provi?” l’aveva stretta di
più tra le braccia, in attesa di una
risposta, impaziente. Lei gli mise le mani intorno al collo,
sfiorandogli i
capelli. Era tutto così surreale. Sentiva un gran caldo, le
guance le andavano
a fuoco, era tutto ovattato e l’aria era
così… densa. Ma doveva farlo. Doveva
dirlo, anche se lui si stava pericolosamente avvicinando a lei. E alle
sue
labbra.
“Ti amo anch’io, Heiji…”
riuscì a malapena a dire, in un filo di voce, prima
che Heiji la baciasse. Aspettava solo quello, proprio come lei. Si
strinse di
più a lui, mentre la circondava completamente con le
braccia, l’avvolse
delicatamente, carezzandole i capelli e la schiena. Kazuha immerse le
dita nei
capelli di lui, carezzandoli con decisione, ricambiando il bacio che
lui aveva
appena cominciato ad approfondire. Era una vita che desiderava toccare
quelle
ciocche castane ed ora… erano lì. Solo lei. Solo
lei poteva farlo. Erano sue.
Heiji era suo. E sarebbe stato così per sempre,
perché nessun altra poteva
averlo come l’aveva lei. E sentì che anche per lei
era la stessa cosa, non
poteva essere di nessun altro.
*-.__.-**-.__.-**-.__.-*
Ok sto per svenire
*___________________*
Salve a
tutti!
A parte che,
come credo più o meno tutte, sto invidiando Kazuha da
morire,
perché Heiji è uno stupido fantastico! (so che
l’ho fatto accadere io, ma è lo
stesso u.u) ma… waaaaaaah *___* vi regalo questo bel
capitolone lungo, perché
non potevo fare questo viaggio speciale in due righe. Ho inserito anche
scene
dolciose tra Ran e Shinichi! Come piccolo regalo a Sailor Kilari che ha
indovinato i due personaggi misteriosi whahha spero che questo capitolo
abbia
emozionato voi almeno la metà di quanto ha emozionato me *_*
comunque non
potevo non mettere tutte le parti che hanno portato la dichiarazione di
Heiji,
come si è accorto dei suoi sentimenti e via
dicendo… sono abbastanza
soddisfatta del risultato comunque.
La
dedica… devo dire che è una cosa che mi rende
triste. L’ho dedicata a chi
non potrà mai leggere le mie storie. A chi ha passato
momenti terribili ma che
mi ha comunque lasciato qualcosa. Ed è il caso di Giulia (16
anni), Marianne
(2), Lorella(36) ed Amin (6). Non vi sto a dare dettagli che vi
renderebbero
tristi, pensate solamente che questa storia è dedicata a
loro, e se vi capita
di incontrare qualche bambino sorridetegli. Se ne incontrate uno che
chiede
l’elemosina, dategli una caramella e vedrete che sorriso vi
saprò regalare. se
potete giocate con loro, sapranno apprezzarlo. E vi ringrazieranno come
nessun
adulto saprà mai fare.
Tornando
alla storia… sono indecisa se il prossimo capitolo
sarà l’ultimo o
meno XD perché teoricamente è l’ultimo
viaggio che mi è venuto in mente (sarà
un po’ speciale diciamo XD) sarà un viaggio che
aspettano tutte. Provate ad
indovinare? u.u
Insomma,
come dico sempre io: il tonno si è svegliato. Ricordate che
non sono
in ordine cronologico, quindi potrei mettere altri capitolini con
scenette
varie di viaggi carinelli *_* si sa che ho l’animo romantico!
vorrei
concludere, come al solito, con il ringraziare tutti quelli che
l’hanno
messa tra le seguite e le preferite, come Shine_Sun e Osaka (che
l’ha messa in
entrambe le cose *_* <3) Seleliu e Miss Elle (che mi ha anche
risposto al
commento <3 grazie *_*) ovviamente ci sono anche persone che
l’hanno messa
tra le seguite e l’hanno anche commentata, come Sailor
Kilari! Ora passiamo
alle risposte ai commenti:
Amy_m88:
anche a me è piaciuta tanto Barcellona *_* però
ci sono stata in
viaggio di piacere, con una mia amica, dopotutto ho già 23
anni XD Il fatto che
Kazuha sappia o meno lo spagnolo è a libera interpretazione,
anche perché lei è
sospettosa su quello che gli ha detto. Sono contenta che il capitolo ti
sia
piaciuto, e spero che apprezzerai anche questo *_* un bacio!
SailorKilari:
wah *_* sì hai proprio indovinato, era quell’altro
tonno di
Shinichi con Ran. Infatti ecco per te le scenette anche tra loro due.
Non potevo
non inserirli dopotutto! Spero apprezzerai i loro momenti di dolcezza e
di
dichiarazione! Io li adoro *_* un bacio
Kazuha_97:
beh, ti ho accontentata? *___* ovviamente in uno dei viaggi dovevo
inserire il loro primo bacio! Sono contenta che tu abbia apprezzato
anche
questo capitolo, e spero di non averti delusa con la scena del bacio
tra il
tonno e Kazuha e quello tra Shinichi e Ran (sempre che tu sia fan anche
di
quest’altra coppia XD) visto che ci tenevi tanto. Un bacio *_*
Grazie a
tutti voi che continuate a seguire ed apprezzare le mie fic su questi
due, che io mi diverto tanto a scrivere. Sappiate che mi fa davvero
piacere
sapere che piacciono a così tante persone! E un
po’ mi imbarazzo perché sono
quelle cose che vorrei tanto che accadessero nel manga, e sapere che
anche
altri le aspettano come me mi fa sentire meno
‘scema’ ahahahah
al prossimo
capitolo! Un bacio!
*-._Kalie_.-*