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Autore: Requiem_Poetica    15/11/2011    1 recensioni
Questa fanfic è un'alternativa alla serie GT. Goku non è tornato bambino e parte con Vegeta alla ricerca delle Sfere del Drago con le stelline nere. Ma proprio quando a mancare all'appello è una sola Sfera, le cose si complicano.
Si guardarono. Lei aveva smesso di cantare ad alta voce e adesso gli soffiava parole incomprensibili sul viso, a circa dieci centimetri di distanza. Vegeta fissava le labbra scure e carnose muoversi, dando vita ad una specie di danza ipnotica.
In quel momento ebbe l'istinto di morderle.
La guardò negli occhi. Erano gli occhi più grandi che lui avesse mai visto.
Brillavano di una strana luce. Aldilà dell'oro, vedeva qualcosa splendere, qualcosa di soprannaturale.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Out of the water...I will love you.'
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Il viaggio procedeva bene.

La navicella progettata da Bulma, con l'aiuto di Gohan, non aveva dato loro problemi, e Goku e Vegeta erano fuori dal Sistema Solare da quasi nove mesi.
Una gravidanza, in effetti.
Ma la ricerca delle Sette Sfere del Drago con le stelline nere doveva essere portata a termine, nel giro di un anno. Ne andava del futuro della Terra.
Per colpa di Pilaf, le nuove Sfere si erano sparse in tutto l'Universo. Ma non era tutto; secondo Re Kaioh, avevano, come già detto, un anno esatto di tempo dal loro ultimo utilizzo per essere di nuovo radunate. Altrimenti la Terra sarebbe esplosa.
Di certo, non era una prospettiva rosea.
<< Mh >> .
Goku si voltò di scatto. Fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo fisso sul radar cerca-sfere.
<< Che c'è? >> domandò a Vegeta, credendo che avesse scorto qualcosa nella lunga distesa di spazio inesplorato che gli si prostrava davanti, attraverso il vetro spesso della navicella. Ma il principe dei Saiyan si era stiracchiato profondamente ed aveva incrociato le braccia dietro la testa con aria disinteressata, sbuffando.
<< Che c'è? >> ripeté, con meno entusiasmo. Vegeta non rispose subito.
<< Sono stufo >> proclamò ad un tratto. Goku si scompigliò i capelli, per poi tornare ad esaminare il radar: << Beh, si...anche io >> rispose, scrollando le spalle. Si massaggiò lo stomaco: << Più che altro, mi mancano i manicaretti di Chichi >> piagnucolò.
Vegeta si specchiò appena nella vetrata. Lui non sentiva affatto la mancanza della cucina di Bulma. In effetti, non era esattamente un'ottima cuoca.
<< Beh, mica vorrai mollare ora >> riprese Goku, sorridendo. << Ci manca solo una sfera! Poi potremo tornare a casa >>
<< Si, a casa >> gli fece il verso sarcastico, con la solita freddezza. Il compagno alzò un sopracciglio, ma non rimase affatto stupito dal suo atteggiamento. In fondo, conosceva Vegeta come le sue tasche oramai, e quella era una delle sue classiche risposte. Non si stupiva del fatto che, nonostante tutto quel tempo trascorso, nonostante la sua famiglia, la sua attitudine dura, razionale e distaccata fosse tuttora la sua caratteristica principale. Lui era così, semplicemente.
Come un cane randagio.
<< Bau >> lo prese in giro, ridendo. Vegeta distolse lo sguardo dal vetro che dava sullo spazio che stavano percorrendo, per voltarsi di scatto verso il compagno.
<< Che vuol dire bau? >> sbottò scontroso. Goku rise ancora, un secondo dopo si trattenne: << Niente. Un discorso tra me e me >> .
Vegeta si girò di nuovo, non prima d'avergli lanciato un'occhiataccia. Non conosceva i suoi pensieri, ma di sicuro dovevano essere, come al solito, frivoli, se non impertinenti.
Diavolo.
Quasi lo invidiava.
Come faceva ad essere così? Come faceva ad essere sempre così spensierato? Non lo concepiva affatto. Nonostante tutto il tempo che aveva trascorso insieme a lui, ancora non se ne capacitava. Eppure era un Saiyan. Eppure era buono.
Un Terrestre a tutti gli effetti allora. Come aveva fatto ad adeguarsi così alla vita e agli usi di quel pianeta? Lui ancora non ci era riuscito. Ogni volta che credeva di potergli assomigliare di più, come quando gli si stringeva il cuore quando guardava suo figlio Trunks, avvertiva il sangue Saiyan pulsargli nelle vene, come a ricordargli chi veramente era. Era frustrante.
In quei nove mesi lontano da Bulma, lontano dalla Terra, la sua lotta interiore era diventata un logorio continuo. Perché, effettivamente, non avvertiva nulla.
Niente.
Era vuoto.
Non gli mancava la sua famiglia.
Non gli mancava quel pianeta.
Forse, aveva solo visto qualcosa che non era mai esistito.
O meglio, provato qualcosa che in realtà non c'era.
Si era solo passivamente adeguato? Di fatto, la vita andava avanti.
Scosse la testa per cacciare via quei pensieri. Si massaggiò una tempia.
<< Urca! >>
Vegeta sobbalzò.
<< Kakaroth! Ma che strilli?! >> tuonò, disturbato.
<< Accelera! Accelera! >>
Il radar cerca-sfera aveva cominciato ad emettere sonori beep.
<< Ma che... >>
<< Accelera! Accelera! >>
Vegeta si lanciò sul pannello di controllo. Tirò con un gesto secco una leva e la navicella si impennò bruscamente, alla velocità della luce. Il principe dei Saiyan cadde a terra e rotolò sul fondo della stanza, Goku fu schiacciato contro la poltroncina su cui era seduto.
<< N...non così f...forte! >> lo riprese, mentre, con fatica, stabilizzava la velocità navicella, regolando le leva appena tirata con delicatezza.
Il mezzo rallentò, continuando comunque a viaggiare ad un ritmo sostenuto.
<< Tsk! >> fece Vegeta, mentre si rialzava con nervosismo e si lisciava i vestiti. << Sei tu che mi hai messo fretta! >>
Goku rise appena. Il principe lo raggiunse.
<< Beh? >> domandò, strappandogli di mano il radar cerca-sfere, che non smetteva di emettere quel suono in loop. << Ci siamo? >>
<< Già, già >> rispose, impaziente. << Ecco, guarda... >>
Vegeta osservò la vetrata. Vide, poco lontano, un pianeta. Era avvolto da una spessa coltre di nubi, attraverso le quali si intravedeva del verde, chiaramente di vegetazione.
<< Sì, il segnale viene da li >> fece, analizzando il radar. << Bene. Diamoci una mossa >> .
Goku annuì con decisione. Tirò delicatamente un'altra leva e la navicella s'inclinò appena. Nel giro di pochi secondi, entrarono nell'atmosfera del pianeta sconosciuto, facendosi largo nella densa coltre di nubi.
Ad un tratto, la nave spaziale iniziò a tremare. I due Saiyan dovettero aggrapparsi.
<< Ma che diavolo succede?! >> strillò Vegeta, spaesato.
<< Non lo so! >> rispose Goku, colto alla sprovvista altrettanto. << Anche i comandi sembrano impazziti! Reggiti forte! >>
L'atterraggio avvenne nel giro di qualche secondo. Goku riuscì a malapena a controllare la navicella per non farla schiantare.
Il problema principale fu che non c'era un posto in cui planare. Il pianeta era ricoperto da una fittissima vegetazione. Il Saiyan si trovò costretto ad aprirsi un varco tra gli alberi, buttandoli giù con la spinta della nave spaziale. Sussultarono violentemente, una parte del pannello di controllo fece scintille. Fino a quando non riuscirono ad arrestarsi del tutto, finalmente.
<< Kakaroth! >>
Goku, che nell'atterraggio era caduto sulle ginocchia a causa dei sussulti, non fece in tempo a rialzarsi, che Vegeta lo aveva già afferrato per la tuta, strattonandolo a pochi centimetri dalla sua faccia.
<< Ma che hai combinato?! >> gli strillò, adirato. << Vuoi che rimaniamo bloccati su un pianeta sconosciuto?! >>
<< Oh, andiamo! >> si divincolò, disturbato dalla ramanzina. << Non potevo fare meglio di così! >>
<< No, è che tu prendi sempre tutto alla leggera! >>
<< Allora la prossima volta ci pensi tu! >>
I due Saiyan zittirono in contemporanea. Osservarono il pannello di controllo, che aveva cominciato ad emettere del fumo.
<< Lo sai sistemare? >> fece Goku, preoccupato. Vegeta alzò un sopracciglio, fulminandolo con lo sguardo: << Non sono mica un meccanico >>
<< Ma tua moglie... >>
Si interruppe; Vegeta aveva fatto due passi aventi e adesso stava esaminando il pannello.
<< Non dovrebbe essere difficile >> sentenziò ad un tratto, sempre gelido. Goku tirò un sospiro di sollievo. In quel momento di silenzio, udì il radar cerca-sfere continuare ad emettere una serie infinita di beep.
Corse in un angolo, dove l'arnese era rotolato via nell'atterraggio, e lo prese tra le mani; il segnale sembrava debole, ma c'era.
<< Come ci organizziamo? >> domandò, impaziente di trovare l'ultima sfera. Vegeta scosse le spalle: << Come ti pare >>
<< Ma che bella risposta >> commentò, piegando un lato della bocca in un accenno di sorriso. Vegeta non ribatté; si limitò a riprendere ad esaminare il pannello di controllo, dandogli le spalle.
<< Eh...va be'... >> continuò Goku, scompigliandosi i capelli con aria indecisa. << Io vado a cercare la Sfera e tu provi a riparare il danno? >>
Vegeta sembrò ignorarlo.
<< Eh...è un sì? >>
Nessuna risposta.
<< Vegeta... >>
Silenzio più assoluto.
 
<< Ok...io vado, eh... >> lo avvertì per l'ultima volta, davanti al portellone, pronto per lasciare la nave. Vegeta si limitò ad un distratto cenno della mano, continuando a dargli le spalle. Goku sbuffò ed uscì fuori, pronto per esplorare quel mondo sconosciuto.
Mise per la prima volta piede sul suolo coperto di fanghiglia e foglie. Si guardò attorno curioso.
La prima cosa che notò, fu la forte umidità che aleggiava nell'aria. Il clima era abbastanza temperato, ma quella condizione rendeva quasi difficile la respirazione.
Tutt'attorno a lui, non c'era altro che vegetazione. Alberi, cespugli simili a felci, edere incolte. Di tanto in tanto dei variopinti uccelli svolazzavano da un ramo all'altro, cinguettando musicalmente. Quel canto gli provocò una sensazione di accoglienza.
Guardò il radar cerca-sfere, che continuava debolmente a suonare. Era strano; era come se, nell'atmosfera di quel pianeta, il segnale elettromagnetico si fosse infievolito. D'altronde, ora che ci pensava bene, anche i controlli della navicella avevano dato problemi.
Strinse le spalle; l'importante era portare a termine la missione.
Orientandosi col segnale, si addentrò, lanciandosi all'esplorazione di quel mondo apparentemente incontaminato.
Doveva assolutamente trovare l'ultima Sfera, ne era delle sorti del suo pianeta.

Vegeta stava ancora frugando tra i meccanismi del pannello di controllo. A quanto pareva, era più complicato di quanto pensasse. In quel momento, avrebbe voluto avere Bulma accanto a lui.
Si fermò un attimo, proprio mente teneva tra le mani un filo azzurro penzolante, che aveva smontato. Aveva lo stesso colore dei capelli di sua moglie.
Certo, in quel momento gli serviva. Ne aveva bisogno.
Tante volte si era chiesto quale fosse esattamente il senso dell'amore. Si era domandato se esistesse davvero e se lui fosse realmente in grado di provarlo. Prima di conoscere Goku ed i suoi amici, non si era mai fatto di quei problemi, lo considerava un sentimento da deboli. Troppo banale, come conclusione.
In realtà, si sentiva più debole in quel momento, rendendosi conto di essere incapace di far dischiudere in se stesso quel tipo di sensazione, che sembrava venire tanto naturale a Goku.
Come al solito, lo invidiava.
Come al solito, aveva qualcosa in più che lui non aveva.
Riprese a lavorare per sistemare quei meccanismi, ma si sentì scoraggiato. Per la seconda volta, desiderò avere Bulma lì con lui.
Era forse quello il senso dell'amore? Avere bisogno di una persona per cavarsela?
Eppure, nella sua mente, aveva cucito a quel sentimento un vestito immaginifico, nobile e soprannaturale. Non lo vedeva come una cosa così reale e pratica.
Era quello il suo errore? Averlo idealizzato?
Probabilmente era una cosa molto più istintiva. Ma il suo istinto gli sembrava indifferente.
Vegeta si voltò improvvisamente, fissando il portellone. Aveva sentito una voce.
Troppo preso dal suo turbine di pensieri, si voltò verso la vetrata. Vide il buio.
Talmente preso, era calata la notte.
Guardò di nuovo il portellone, aguzzò l'udito. Forse era Goku.
Uscì fuori, per la prima volta. Faceva fresco e c'era molta umidità. Incrociò le braccia per farsi calore e si guardò attorno più volte.
Sembrava non esserci nessuno.
Forse, tanto pensava a Bulma, che aveva sentito la sua voce nel suo immaginario. Perché si, era la voce di una donna.
Stava per rientrare, ma si fermò; la sentiva di nuovo, lontana.
<< Ma che diavolo... >> sussurrò, confuso. Quel pianeta sembrava disabitato, eppure quella che sentiva era proprio una voce. Fece due passi avanti, si fermò; non la udiva più.
Si passò una mano sul volto con aria stressata. Forse tutto quel pensare gli aveva dato alla testa. Eppure c'era qualcosa, una forza maggiore soprannaturale, che gli suggeriva di andare.
Andare, ma dove?
Era l'istinto che glielo gridava forte.
Si addentrò, facendosi largo tra i cespugli incolti di felci e facendo attenzione a non scivolare sulla fanghiglia a terra. Si fermò, dopo aver percorso un bel tratto.
<< Gur h-e mo ghille dubh-dhonn... >> .
Si girò più volte nel buio della selva. La voce ora era più chiara, più vicina. Cominciò a correre nella direzione in cui proveniva, con foga inspiegabile, saltando i cespugli con balzi atletici.
<< ...gur tù mo chuilean runach >> .
Era cristallina. Stava cantando in una lingua incomprensibile. Vegeta accelerò il passo; c'era qualcosa che lo spingeva a correre in quella direzione, una inspiegabile forza di attrazione. Saltò l'ennesimo cespuglio di felce, con un balzo felino.
<< Urca! >>
Vegeta prese una bella botta. Cadde di schiena, tra il fango.
<< Vegeta! >> fece Goku, massaggiandosi il sedere, anche lui sul terriccio bagnato. << Ma vuoi stare attento? >>
Vegeta non rispose; si rialzò con foga, si guardò più volte attorno, mettendo in moto le sue funzioni sensoriali.
Silenzio.
<< Che hai? >> gli domandò Goku mentre si rialzava a sua volta, incuriosito. Vegeta aprì e richiuse la bocca più volte, con aria scossa.
<< L'hai sentita? >> domandò ad un tratto, senza smettere di guardare il buio attorno.
Goku corrugò la fronte, confuso: << Ma cosa? >>
Vegeta fissò un punto indefinito nel vuoto, assorto. Aguzzò le orecchie.
Sembrava essere tornato il silenzio più assoluto.
<< Stai bene? >> gli domandò allora il compagno, notando il suo stato confusionario. Vegeta scosse la testa come per riprendersi. Poi si passò una mano tra i capelli corvini a fiamma: << No, niente...io...ero venuto a cercarti >> mentì spudoratamente e Goku se ne accorse. Rise: << E da quando sei così premuroso? >>
<< Tsk >> fece solo, voltandosi dal lato opposto. Goku rise ancora, ma poi tornò improvvisamente serio: << Sei riuscito a riparare il guasto? >>
<< Ci sono quasi >> mentì di nuovo. Goku sembrò accorgersene per la seconda volta, ma, probabilmente, fece finta di credergli. In quel momento, gli tese il radar cerca-sfere: << Questo è andato >> .
Vegeta lo prese tra le mani, spiazzato da quelle parole. Lo girò e rigirò più volte. Lo scosse nervosamente. Sembrava morto.
<< Quindi mi pare di capire che non hai trovato la Sfera >> sentenziò, ghignando per schernirlo. << Incapace >>
<< Non è questo il punto >> ribatté subito, leggermente stizzito per l'insulto subìto. << Non è colpa mia. Ha smesso di funzionare >> .
Vegeta pensò; in effetti, una volta entrati nell'atmosfera di quel pianeta, il segnale era diventato più debole. E anche i comandi della navicella erano improvvisamente divenuti difettosi. Probabilmente il campo magnetico di quel posto mandava in tilt le loro apparecchiature.
<< Quindi, fammi capire >> disse ad un tratto, facendo un rapido ragionamento. << Dobbiamo cercare questa maledetta Sfera, che è dispersa chissà dove in questo maledetto pianeta, ma non possiamo usare questo maledetto radar? >>
Goku strinse le spalle e allargò le braccia, in cenno di rassegnazione. Vegeta sbuffò.
<< Bene >> fece, sarcastico. << Ok, Kakaroth. Ok, va bene. Io vado a riposare, prima di avere una crisi di nervi >> lo informò, mentre faceva dietrofront per tornare alla navicella. Goku lo raggiunse: << Buona idea. Riprendiamo le ricerche domani mattina >>
<< No, forse non hai capito >> lo riprese, fermandosi improvvisamente. Gli puntò un indice al petto: << Tu riprendi le ricerche >> sottolineò. << Non è il mio pianeta che dobbiamo salvare, ma il tuo. Quindi, te ne occupi tu >> .
Goku alzò un sopracciglio, disturbato: << A me risulta che è anche il tuo pianeta >>
<< A me no >> .
Goku sospirò, rassegnato. Si grattò la testa, poi gli disse: << Va bene. Tu continua a cercare di riparare il guasto alla navicella. Immagino che neppure tu voglia rimanere intrappolato qui >>
<< Certo che no >>
<< Ah, beh, almeno questo... >>
Si incamminarono di nuovo, in silenzio. Vegeta si voltò appena, nella direzione dalla quale aveva sentito quel canto sconosciuto.

  
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