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Autore: foreternityblue_    16/11/2011    15 recensioni
Blaine Anderson divenne l’enigma sociale del McKinley High fin dal momento in cui pose piede nei corridoi durante il suo anno da matricola. Tutti quanti lo amavano e lo adoravano. Era così energetico e sgargiante. Fino ad un incidente a metà del secondo anno, che nessuno si sarebbe potuto mai immaginare.
Kurt Hummel era il tipico ragazzo gay preso di mira da tutti i bulli della scuola, il quale aveva sempre nutrito un certo interesse in quel mistero ambulante che si chiamava Blaine Anderson.
Forse, solo forse, a causa di un progetto scolastico, riuscirà ad arrivare alla risoluzione del mistero grazie al suo diretto contributo...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: AU, OOC, Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il momento tanto atteso da tutti *si si...credici* xP
 
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate, di questo “ritorno”... xP
 
Purtroppo i commenti cominciano a scemare...devo continuare a tradurre oppure mi fermo? (ho già qualche altra FFC sottomano)
 
Ci si legge dopo =)
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
Kurt dormì molto più del solito quella notte, probabilmente a causa delle emozioni e dell’esaurimento provocatogli dal fatto che pensava troppo a Blaine. Quando si svegliò si accorse che non c’era anima viva nella stanza e, quando guardò in direzione dell’orologio, vide che erano le 4:32. Sicuramente del pomeriggio, data la luce che invadeva la sua stanza...wow, aveva dormito per più di dodici ore. Probabilmente l’infermiera aveva accidentalmente ecceduto col dosaggio...
 
No, no, era impossibile.
 
Era ancora un po’ frastornato.
 
La porta si aprì lentamente e Kurt si voltò per vedere chi stesse entrando (il tutto sempre con molta attenzione a causa della piccola frattura alla testa). La porta era socchiusa e Kurt iniziò a credere che si trattasse solamente di qualcuno che aveva aperto la porta sbagliata e non l’aveva richiusa bene, ma, dopo aver sbattuto le palpebre, ancora un po’ intontito dal sonno, si rese conto che c’era qualcuno che bloccava la luce sull’uscio.
 
Aprì la bocca, pronto a domandare chi diavolo fosse, ma le parole gli morirono in gola nel momento in cui la porta si aprì completamente e riuscì a vedere di chi si trattasse. Fu costretto a prendere un paio di respiri profondi, deglutire e a sbattere le palpebre uno spropositato numero di volte prima di riuscire ad aprire la bocca e a far lavorare il suo cervello in maniera appropriata, “...Blaine?” sussurrò lui; le sue sopracciglia si alzarono mentre il fiore del disappunto appassiva.
 
Finalmente, Blaine era lì, in tutto il suo... stupendo completo di camicia a righe a maniche lunghe e jeans. Al collo portava una sciarpa e la sua giacca nera pendeva dal suo braccio. Gli occhi di Kurt trovarono il suo volto, e non riuscì a fare a meno di sorridere leggermente...finché non notò quanto stanco apparisse Blaine e che lui non stava sorridendo, neanche un pochino, e che i suoi occhi erano così...vuoti e freddi. Inoltre indossava gli auricolari – finché non se li tolse.
 
“Hey,” mormorò Blaine dirigendosi verso il lato del letto di Kurt dove tutti si sedevano. Ma lui, al contrario di tutti, non lo fece, rimase in piedi.
 
Kurt sorrise di nuovo, “Dammi un secondo, devo – ” stava per raggiungere il bottone per solleva lo schienale del letto, anche se non gli era permesso farlo da solo ed inoltre faceva  davvero male.
 
La mano di Blaine era gentile mentre gli afferrava il polso, improvvisamente. Kurt si voltò ad osservare il ragazzo, il quale stava scuotendo la testa, “Lascia stare, ci penso io.” mormorò. Kurt stava per domandargli se sapeva come farlo funzionare ma rimase in silenzio quando Blaine lo afferrò gentilmente e fece esattamente quello che facevano le infermiere, i dottori e la sua famiglia, se non anche meglio, dato che, essenzialmente, non c’era dolore. Essenzialmente..
 
“Dove hai imparato a farlo?” sussurrò Kurt mentre fissava Blaine, il quale si stava sedendo silenziosamente sulla sedia accanto al suo letto.
 
Blaine alzò le spalle in risposta mentre osservava Kurt con i suoi occhi nocciola, i quali luccicavano come diamanti nella luce del sole...era uno spettacolo da togliere il fiato. “Come ti senti?” domandò lui senza distogliere lo sguardo per un istante.
 
Kurt sospirò, abbassando lo sguardo sul suo ventre, “Sono stato... meglio.” rispose lui, sperando di riuscire a far sorridere l’altro, almeno un pochino. Ma niente, Blaine non sorrideva. Anzi, sembrava ancora più stanco...quindi Kurt decise di cambiare l’oggetto della discussione, “Quindi...qualcuno mi ha detto che è successo qualcosa fra te e Karofsky...” Blaine si irrigidì leggermente, e Kurt si pentì subito di aver sollevato l’argomento. Più o meno. “E’ tutto ok?”
 
Ci fu un momento di silenzio durante il quale Kurt fissò Blaine e Blaine fissò Kurt. “Sto bene.” rispose finalmente il moro, un piccolo sospiro seguì l’affermazione, “Non è stato...niente...niente di eclatante...sono solo contento che tu stia bene.” lo sguardo freddo di Blaine sembrò che stesse iniziando a sciogliersi. Giusto un po’.
 
Kurt inclinò la testa leggermente di lato, voleva spostarsi un po’ più vicino a Blaine. Tuttavia non poteva. “Non avresti dovuto farlo per me, lo sai. Fronteggiare Karofsky...parlargli.”
 
“Non potevo lasciare che la passasse liscia dopo quello che ti aveva fatto... affrontarlo era qualcosa che volevo fare, Kurt...per te.” Avevano un tale peso quelle parole e gli occhi di Blaine erano così belli, ancora più belli di prima, per qual semplice attimo, e Kurt dovette sorridere ancora perché...questo era Blaine.
 
Questa  era la ragione per cui Kurt lo amava. O per lo meno, una delle tante.
 
“Sono felice che tu sia qui.” disse Kurt in tutta onestà, sperando che Blaine continuasse a stare così il più a lungo possibile...tuttavia, nel momento in cui lo disse, il calore nello sguardo di Blaine si dileguò.
 
Lentamente, Blaine spostò lo sguardo, lontano da Kurt, fuori dalla finestra. Siccome, non sembrava che avesse intenzione di dire qualcosa, Kurt iniziò a pensare freneticamente a qualcosa da dire perché, per quanto fisse abituato ai silenzi di Blaine, c’era qualcosa di decisamente sbagliato  in quel particolare silenzio che lo faceva sentire come se gli avessero scaraventato il cuore in un secchio d’acqua ghiacciata.
 
“Devo dirti una cosa...” si lasciò uscire improvvisamente, e il suo cuore si fermò. Cavolo, come avrebbe fatto ad uscirne? Era un buon momento per dirgli quella cosa? Probabilmente no. Di certo Kurt non stava per morire, in più erano in un ospedale, e non era affatto romantico e probabilmente a Blaine non piaceva neanche e –
 
“Devo dirti una cosa anch’io...” disse Blaine interrompendo il flusso di pensieri che stava travolgendo Kurt e costringendolo a tornare a guardare l’altro, il quale lo stava fissando con occhi cauti.
 
Kurt si morse il labbro inferiore, “Puoi... iniziare tu.”
 
Blaine annuì, i suoi occhi non lasciarono quelli di Kurt in una maniera quasi snervante. “Ho... pensato molto, dopo che ti hanno attaccato. Ho pensato a te...a me...a noi...” Kurt prese un respiro profondo, una piccola smorfia apparve sul suo volto, provava ancora molto dolore quando respirava a pieni polmoni, ma lo ignorò, tutto quello che voleva era sapere cosa stava per dirgli l’altro; l’inizio sembrava decisamente promettente, in accordo con quei film sdolcinati alla Kate Hudson. “E ... sono arrivato alla conclusione che ...”
 
Ci fu una pausa.
 
Kurt si leccò le labbra, continuando a fissare Blaine, alla ricerca di un indizio che facesse trapelare quello che l’altro stava provando. Probabilmente la cautela che stava dimostrando Blaine (secondo il parere piuttosto ottimista di Kurt) era dovuta al fatto che non sapeva come far capire all’altro cosa provava – da quando era diventato così ottimista? “..alla conclusione che...” lo incoraggiò Kurt a proseguire, stava per morire a causa di tutta quella suspense, ma poteva significare solamente che stava per succedere qualcosa di estremamente bel–
 
“Non dovremmo frequentarci. Mai più.”
 
...Cosa?
 
Era ovvio che il volto di Kurt riflettesse quello che stava pensando perché Blaine continuò a parlare, ma senza guardarlo. “Guarda dove ti trovi, Kurt. Guarda cosa ti è successo. Perché ti trovi in questa situazione? A causa mia.”
 
“Non è colpa tua, Blaine.” Kurt si ritrovò ad urlare per la prima volta da quando era entrato in quell’ospedale. Dovette mordersi la lingua per reprimere un gemito di dolore. Fu piuttosto imbarazzante come suonò la sua voce, era davvero acuta.
 
Blaine tornò a guardarlo, aveva uno sguardo glaciale, come poco prima. Si alzò, prese la sua giacca dalla sedia, “E’ colpa mia, Kurt, entrambi lo sappiamo. È nel tuo interesse che io non ti stia più attorno. Finiremo il progetto separatamente. Quando il progetto sarà finito, cercherò di starti lontano per il resto dell’anno, probabilmente per il resto del liceo.”
 
Si diresse verso la porta. Blaine stava per uscire dalla vita di Kurt.
 
“Blaine!” gridò Kurt, ogni singola fibra del suo corpo stava tremando, si sentiva come se qualcuno lo stesse pugnalando, faceva così male. Poteva sentire le lacrime che stavano per cadere, ma non voleva. Batté le palpebre un paio di volte per ricacciarle da dove venivano. Non stava per piangere. Non poteva. Si rifiutava di farlo.
 
Blaine si fermò, si girò lentamente, sempre mantenendo lo sguardo lontano da Kurt, come se volesse nascondere qualcosa. Quando iniziò ad incamminarsi verso il bruno costretto a letto, Kurt sentì la speranza tornare a farsi strada dentro di lui. Blaine rimase in piedi accanto al suo letto, Kurt lo fissava, voleva che Blaine lo guardasse. Ma questi non lo faceva. Al contrario, aiutò Kurt a riportare in posizione orizzontale il suo letto. Gli rimase accanto per qualche istante. Si chinò verso il ferito, vanamente speranzoso ragazzo, il tutto evitando di mostrargli il suo sguardo.
 
Finalmente, Blaine voltò la testa giusto in modo che Kurt potesse osservare gli occhi nocciola dell’altro – Kurt sentì il cuore infrangersi, perché...in quel secondo, in quel singolo secondo, c’erano così tanto nello sguardo dell’altro. C’erano delle lacrime che stavano per cadere, e c’era rammarico, e tristezza, e dolore, e disperazione...così tanto.
 
“Non avrei mai dovuto chiederti di uscire dopo le vacanze invernali.” bisbigliò Blaine con voce rotta. Kurt voleva dire qualcosa, lo voleva così tanto, soprattutto quando Blaine gli sfiorò il collo, ripensando al sogno che aveva fatto poco prima, solo che questa volta l’aveva toccato con la mano invece che con le labbra. Alla fine Blaine lo fece sussultare, perché il suo collo era così sensibile ad ogni tocco? “Tutto questo non sarebbe successo se non l’avessi fatto. Mi dispiace...mi dispiace così tanto.” La voce gli si ruppe nuovamente in gola.
 
Blaine si allontanò. Era fuori dalla porta.
 
Non si era voltato.
 
Kurt non ci poteva fare niente. Non poteva muoversi, non poteva vedere, non poteva sentire o provare niente. Era come se tutto si fosse spento, totalmente. Nella sua mente vi era il nulla più assoluto.
 
A malapena si accorse che le sue guance erano umide, ma non riusciva a realizzare che stava piangendo.
 
Ma  era consapevole del fatto che era abbastanza stupido da voler girarsi  sul fianco e stringersi le ginocchia al petto dato che era quello che faceva di solito quando era davvero triste. Quel gesto lo fece urlare di dolore, il che fece accorrere l’infermiera, chiaramente spaventata dell’urlo.
 
Non si rese nemmeno conto che gli stessero iniettando degli antidolorifici nelle vene perché era ancora fuori di testa a causa del dolore provocato da quello stupido gesto.
 
In lontananza, si rese conto che i suoi genitori stavano entrando nella sua stanza, nel momento in cui stava per svenire, nel panico più completo e alla ricerca di farsi dare dall’infermiera delle risposte che li soddisfacessero.
 
Non si accorse che l’ultima parola che proferì (era più che altro un singhiozzo) prima di addormentarsi era stata “Blaine.”
 
Blaine.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Allora? Che ne dite?
Alcuni di voi avevano indovinato il motivo per cui Blaine non si era fatto più vivo.
 
Lasciatemi un commentino per farmi sapere se vi è piaciuta oppure no xP
 
Al prossimo capitolo.
   
 
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