Serie TV > Dr. House - Medical Division
Ricorda la storia  |      
Autore: Jenny_Malfoy    13/07/2006    4 recensioni
House e Chase necessitano un chiarimento… -- Prima House/Chase che abbia mai scritto, ormai è il mio pairing preferito, quindi sapete cosa aspettarvi in futuro...buona lettura!!^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Greg House, Robert Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Title: “Hurt me”

Author: JM

Rating: PG-13

Genre: Hurt/Comfort, Romance

Pairing: House/Chase

Summary: House e Chase necessitano un chiarimento…il dialogo in corsivo all’inizio è tratto dalla puntata 1x17 Un ‘Candidato a rischio’ (‘Role Model’)

 

 

-Come la possiamo mettere?-

-In che senso?-

-Non posso licenziarti, non hai motivo di temermi e perciò di mentirmi. Hai detto alla Cuddy dov'ero. Hai detto a Vogler quello che facevo.-

-Sì.-

-Come ci lavoro con te?-

-Non hai scelta.-

 

Dannazione, se ne aveva di scelta! Avrebbe potuto metterlo nei guai in qualsiasi momento, trovare il minimo appiglio per farlo cacciare. Negligenza, una distrazione, un errore non propriamente attribuibile a lui. Ne aveva a centinaia di scelte per liberarsi di lui. Se avesse accidentalmente-quasi-causato la morte di un paziente neppure Vogler avrebbe potuto parargli il culo e lui se ne sarebbe liberato. E gliel’avrebbe fatta pagare.

Cameron aveva mollato, quel giorno non si era  presentata al Princeton, e lui ormai sapeva che la squadra non aveva modo di tornare ad essere quella di un tempo. Eppure quella era la sua principale scusa per non agire contro Chase. Lui era ancora della squadra, lui era indispensabile per la squadra ora che Cameron non c’era più, di certo non poteva rimanere solo con Foreman, tanto valeva chiudere il reparto.

Forse era quello che doveva fare, chiudere tutto e chiedere il pensionamento anticipato, molto anticipato.

-Ehi!- esclamò Wilson entrando nell’ufficio e trovando House immerso nelle proprie riflessioni. Era quasi ora di andare a casa, ma per tutto il giorno non aveva incontrato l’amico.

-Hai anche tu l’impellente necessità di espormi la tua opinione sul piccolo siparietto di ieri sera?- chiese sarcastico l’uomo, voltandosi a guardarlo.

-Se quello lo chiami piccolo siparietto…- commentò perplesso James sedendosi. -Comunque no, non è per farti la predica che sono qui, non mi piace sprecare fiato.- aggiunse con un sorrisetto.

-Allora sei qui per chiedermi come preferisco la bara.- decretò il nefrologo alzandosi.

-Nemmeno…- obiettò tranquillo l’amico. -Sono qui senza un motivo preciso…volevo solo vedere come andava.- aggiunse con naturalezza.

-Un pensiero davvero carino da parte tua, considerando che sai perfettamente che al momento la situazione fa schifo in un modo dannatamente assurdo.- rispose sarcastico Greg prendendo dalla tasca il Vicodin. -Odio i sentimenti.- borbottò ingoiando una pillola. -Rendono gli uomini deboli e stupidi.-

-E quale sentimento in particolare ti avrebbe reso debole e stupido? L’odio?- chiese perplesso Wilson.

-No, uno ancora più infido e subdolo.- lo contraddisse Greg.

-E cioè?- domandò sinceramente curioso James.

-Ti do un indizio…ha un ridicolo paio di ali e delle stupide frecce all’arsenico.- sbottò contrariato. -E per inciso, mi ha reso solo debole, non stupido! Nulla mi rende stupido…- precisò torvo.

-Tu innamorato?- chiese incredulo e quasi divertito l’oncologo.

-Non dire quella parola, la odio!- esclamò irritato House, prendendo il cappotto e incamminandosi fuori dallo studio.

-E chi sarebbe la causa dei tuoi mali?- domandò Wilson seguendolo immediatamente e affiancandolo.

-Dovresti saperlo bene…- rispose Greg fermandosi di botto e guardandolo negli occhi. -Chi è il piccolo bastardo che mi ha fatto finire in questa situazione? Chi è il piccolo bastardo che avrei dovuto licenziare immediatamente quando Vogler mi ha imposto di ridurre la squadra, essendo il meno qualificato?- chiese sarcastico. -Chi è il piccolo bastardo che mi ha pugnalato alle spalle quando nonostante tutto non ho voluto cacciarlo?- concluse con rabbia.

-Chase…- mormorò piano Wilson.

-Non ci voleva un genio per capirlo, sai?- ribatté sardonico Greg.

-No!- esclamò l’oncologo. -Chase!- indicò oltre la spalla dell’amico.

House si voltò e vide il biondo scoccargli un’occhiata ferita e voltarsi, iniziando a camminare lentamente nella direzione opposta.

-Credo che abbia sentito tutto.- mormorò Wilson cupo.

-Che vada al diavolo, una buona volta.- borbottò l’altro senza però riuscire a mascherare la sua preoccupazione.

-Va’ da lui.- suggerì James cercando il suo sguardo.

-Scordatelo.- sbottò deciso evitando però i suoi occhi.

-Lo hai ferito.- insistette l’oncologo.

-Tanto succede di continuo, no?- chiese sarcastico Greg, riprendendo a camminare verso gli ascensori.

-Smettila di fare l’idiota!- esclamò Wilson seguendolo e piazzandosi davanti in modo che dovette fermarsi per forza.

-Lasciami in pace, non andrò a parlare con quel bastardo! L’ho ferito? Peggio per lui, se l’è meritato!- replicò deciso, guardando negli occhi l’amico.

-Non puoi pensarlo davvero!- obiettò deluso James. -Non se quello che mi hai detto poco fa è vero.- aggiunse cercando di far ragionare il nefrologo.

House non rispose, limitandosi a distogliere lo sguardo e a fissarlo in un punto alla sua destra.

-Smettila di fare lo stupido, non lasciare che la persona che ami si allontani dalla tua vita, non di nuovo.- continuò deciso Wilson.

Senza dire nulla Greg lo aggirò e riprese a camminare deciso verso gli ascensori. Non appena le porte si aprirono vi entrò, schiacciando il pulsante del piano terra.

L’oncologo lo osservò senza fare una mossa, non sapeva come interpretare il silenzio dell’amico.

 

-House!- lo chiamò la Cuddy quando lo vide uscire dall’ascensore e lo vide dirigersi all’uscita.

Lui si limitò a guardarla senza fermarsi.

-Chase si sente bene? E’ uscito poco fa, aveva un’aria terribile.- chiese preoccupata la donna.

-Sarà qualche forma di influenza.- commentò asciutto uscendo senza salutare.

-Di nome House, immagino…- mormorò lei apprensiva.

 

 

Giunse nel suo appartamento pochi minuti dopo, con uno strano peso all’altezza del petto. Non riusciva a togliersi dalla mente l’espressione ferita di Chase mentre si incamminava nel corridoio.

Scosse la testa mentre appoggiava il cappotto e andava in cucina per recuperare del whiskey. Ne aveva decisamente bisogno.

Con la bottiglia e un bicchiere in mano si diresse al divano, e in silenzio si sedette, iniziando a bere.

Perché non riusciva a smettere di preoccuparsi di quel piccolo traditore? Perché non riusciva ad odiarlo?

Bevve mezzo bicchiere tutto d’un sorso, sentendo la bevanda bruciargli in gola.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta facendolo sussultare.

Decise di ignorare il visitatore, quasi sicuramente era Wilson.

Di nuovo bussarono, in modo più forte e più deciso. E di nuovo House decise di rimanere sul divano.

Quando per la terza volta sentì le nocche battere ostinatamente contro il legno sbuffò, appoggiando il bicchiere al tavolino e alzandosi lentamente.

-Apri House, so che sei in casa!- esclamò l’unica voce che non si sarebbe mai aspettato di sentire in quel momento.

Raggiunse la porta aiutato dal bastone, ma esitò.

-Vattene.- disse semplicemente, con tono calmo e risoluto.

-Non me ne andrò finché non mi avrai aperto.- rispose decisa la voce.

-Perché ci tieni a farti del male?- chiese House aprendo lentamente la porta.

-Perché ci tieni a farmene?- ribatté Chase guardandolo in viso.

Greg non rispose, ma si spostò per lasciarlo passare.

-Non è necessario che io entri.- replicò asciutto il biondo, senza guardarlo. -Voglio solo parlarti.-

-Parla allora.- rispose piano il nefrologo. -Ma dentro.- aggiunse determinato.

Robert esitò, poi varcò la soglia dell’appartamento e sentì la porta richiudersi alle sue spalle.

-Chiama Cameron, dille che può tornare.- informò atono, mettendo le mani in tasca. -Me ne vado dalla squadra.- aggiunse calmo.

-Perché?- chiese semplicemente House.

-Evidentemente non sono gradito.- rispose Chase cercando di mantenere un tono controllato.

-Prima mi sputtani per tenerti il lavoro e poi te ne vai perché non sei gradito?- domandò incredulo Greg prendendolo per un braccio e costringendolo a voltarsi. -Perché adesso sei disposto a rinunciare al tuo lavoro?- insistette cercando i suoi occhi.

Chase evitò il suo sguardo, senza dire nulla.

-Perché non mi hai cacciato subito?- domandò piano dopo qualche istante.

-Perché non volevo.- rispose semplicemente House.

-Perché?- chiese di nuovo Robert alzando gli occhi su di lui.

-Non ha importanza ora.- sbottò Greg distogliendo a sua volta lo sguardo.

-Sì che ha importanza dannazione!- esclamò Chase.

Inaspettatamente il nefrologo lo spinse contro il muro, avvicinandosi minacciosamente e guardandolo dritto negli occhi con rabbia.

-Ti odio.- sibilò a pochi centimetri di distanza dal suo viso.

-Allora riprenditi Cameron.- mormorò il biondo distogliendo lo sguardo ferito ma senza reagire fisicamente.

Greg non disse nulla per alcuni secondi, osservando attentamente il suo viso. Si accorse che aveva gli occhi arrossati, non lo aveva notato prima.

-Non voglio che tu te ne vada.- mormorò piano. -Non lo volevo un mese fa e non lo voglio neppure ora.- aggiunse senza riuscire a nascondere una sorta di dolorosa accettazione in quelle parole.

-Perché?- chiese di nuovo Chase, alzando lo sguardo incerto.

-Perché vuoi rinunciare al tuo lavoro?- ribatté Greg deciso.

-Perché ogni volta che mi rivolgi la parola non fai che lanciare frecciatine velenose, perché non fai altro che ferirmi, perché mi odi.- rispose con un filo di voce, avvertendo gli occhi inumidirsi leggermente. -Ho agito in modo viscido e sleale, lo so…ma non volevo che tu mi cacciassi.- aggiunse chiudendo le palpebre.

-Non ti avrei mai cacciato.- mormorò House facendo un piccolo passo indietro.

-Perché?- domandò ancora una volta il biondo, con un tono quasi sofferente senza aprire gli occhi.

Senza rendersi conto di ciò che faceva Greg salì ad accarezzargli una guancia, sentendo di nuovo un peso opprimergli il petto. Gli faceva dannatamente male veder soffrire Robert, farlo soffrire, ma non riusciva ad evitarlo. Eppure ogni volta era un piccolo pugnale nel cuore, ogni volta più in profondità.

Si avvicinò fino a far sfiorare le loro labbra e socchiuse gli occhi.

-Perché ti amo, idiota.- sussurrò in modo a malapena udibile, ma Chase lo udì chiaramente, e i suoi occhi si riaprirono di scatto.

La mano di House passò dietro la nuca e lo attirò a sé, baciandolo lentamente. Dopo un iniziale sorpresa il biondo ricambiò, circondando il collo dell’uomo con le braccia.

Quando si separarono si strinse a lui, infilando il viso nell’incavo del collo.

-Mi dispiace…- mormorò piano, avvertendo le braccia di Greg stringerlo a sé dolcemente.

-Non pensavo seriamente quelle cose, prima…- lo rassicurò a sua volta il nefrologo. -Cioè, le pensavo, ma non con quel tono.- ammise con un piccolo ghigno.

Chase si lasciò sfuggire un sorriso, allontanandosi leggermente.

-Mi dispiace…- ripeté guardandolo negli occhi.

-L’ospedale supererà anche questa crisi…ma cerca di stare alla larga da Vogler.- mormorò House con un ghignetto.

-Lo farò.- sussurrò Robert, baciandolo di nuovo.

Quando si separarono il nefrologo cercò il suo bastone, appoggiato lì accanto.

-Vieni, stavo bevendo qualcosa…- disse incamminandosi verso il divano.

-Ehi…- chiamò titubante il biondino seguendolo.

House si voltò e lo guardò con aria interrogativa.

-Io...- mormorò guardandolo negli occhi.

-Lo so.- il nefrologo annuì con un piccolo sorriso e si sedette sul divano facendogli cenno di raggiungerlo. Chase ghignò e lo raggiunse.

 

 

END

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: Jenny_Malfoy