A/N: Nessuno di questi personaggi appartiene a me, purtroppo, ma a RIB e alla Fox. Il testo in corsivo viene da L'Attesa di Emanuele Dabbono e la frase in fondo è presa da Oggi Sono Io di Alex Britti
***
Amare
è scelgo te, non m'importa se la mano tesa o no
Sarebbe
stato molto più facile innamorarsi di qualcuno che già
provasse lo stesso per lui. Credeva di averlo imparato, dopo Finn;
era sicuro che lui non ci sarebbe ricaduto in quel deplorevole stato
in cui ci si aggrappa a qualsiasi gesto affettuoso per convincersi
che l'altro è semplicemente troppo timido per confessare i
propri sentimenti.
Piuttosto
avrebbe preferito uno tra la moltitudine dei suoi ammiratori
immaginari, tra cui figurava perfino Sam – che ancora non si
era scoperto bisessuale, ma presto...
Eppure,
se anche quella persona fosse esistita, adesso non è sicuro
che sarebbe cambiato qualcosa. Che davvero avrebbe potuto sceglierla
al posto di Blaine.
Perché
non è certo stato qualcosa di programmato, su cui ha potuto
esercitare una benché minima volontà. È successo
in un attimo, senza che lui quasi se ne accorgesse.
Quando
poi l'ha rivelato al Professor Schue, ormai, la situazione era
irreparabile.
Sapeva
che ciò che provava non sarebbe scemato soltanto perché
non ricambiato. Sapeva che si sarebbe accontentato di stargli accanto
anche semplicemente come amico, malgrado il desiderio di avere di più
lo dilaniasse. Nonostante l'averlo visto cantare per Sebastian prima
e baciare Rachel poi gli avesse fatto venire dei seri istinti omicidi
nei suoi confronti.
Il
suo cuore aveva scelto lui, lui e nessun altro. Non ci sarebbero
stati argomenti capaci di fargli cambiare idea.
Kurt
Hummel è stato incastrato nel momento in cui era sceso lungo
quella stramaledettissima scale, signore e signori.
***
Amare
è stomaco, è giugno
è più o meno
tutto, a volte, è più o meno niente
Non
c'è sfarfallio nello stomaco, batticuore o gola riarsa
dall'emozione.
C'è
imbarazzo per essersi voluto attaccare a questi stereotipi, prima di
accorgersi di ciò che prova per Kurt. Che ora potrebbe
benissimo essersi stancato di lui ed essersi trovato qualcuno di più
sveglio. Qualcuno che non rischi di rovinare tutto.
C'è
il coraggio di provarci comunque, perché vuole che l'onesta
venga sempre al primo posto tra di loro. Anche quando può
essere abrasiva come in quella loro litigata al Lima Bean o scomoda,
tipo i suoi commenti sulla sensualità forzata di Kurt.
Le
parole, però, sembrano troppo vuote e banali per farsi capire.
Fa un timido tentativo, un discorso miracolosamente di senso compiuto
ma che non riesce a racchiudere appieno quel che vorrebbe veramente
dire. Non ricevendo risposta, ma confortato dal fatto che Kurt non
sia scappato, deve lasciare che a parlare per lui sia qualcosa di
meno fraintendibile. Di più totalizzante.
Un
bacio. Anche due. Tre. Una decina. Tanti da perderne il conto. Tanti
da perdere il filo dei suoi pensieri, da non desiderare altro che
continuare per il resto della giornata. O della sua vita.
E
là fuori, oltre i cancelli della Dalton, ci saranno sempre
quelli che al loro amore non danno alcun valore e che vorrebbero solo
vederli sanguinanti sul ciglio della strada. Ma tra le sue braccia,
sulle sue labbra, può concedersi di dimenticarlo...
E’
come un pugno, amare, prende e non cede
…
salvo
essere riportato a quella sera, quando Kurt gli chiede di
accompagnarlo al ballo della McKinley. All'odio ed il disprezzo
riversatogli addosso – sotto forma di pugni e calci di cui
ancora
porta i segni, anche se non sono più visibili sulla sua pelle
– soltanto per aver osato portare al ballo con un altro
ragazzo. Riprovarci, proprio in quella scuola da cui il suo ragazzo è
dovuto scappare, sembra una vera e propria idiozia. I suoi amici
potrebbero distrarsi e a certe persone basta un attimo per sbatterti
contro un muro e farti rimpiangere di essere nato.
Ne
vale veramente la pena?
Sì,
assolutamente. Lui ci tiene molto, eppure sarebbe disposto a
rinunciarci se ciò mettesse Blaine a disagio.
Deve
dare forse questa ennesima vittoria ai suoi aggressori, standosene a
casa?
No,
manco per sogno. Lui è terrorizzato, ha paura sia per la
propria incolumità sia per quella di Kurt e gli ci vorrà
un bel fegato per chiedergli di ballare un lento davanti a tutti ma
ha il dovere di provarci se non altro.
Non
può cedere, ora che ha qualcuno per cui vale la pena
lottare.
***
E’
dircelo a gesti,
a mani nude, ad occhi chiusi... Ancora.
Quelle
tre parole giungono inaspettate, mentre sta sorseggiando un caffé,
eppure è come se le avesse sentite già da tempo. In
ogni bacio, in ciascuna carezza. In quella nota di calore, solo a lui
riservata, nella sua voce. Nel suo sguardo così restio ad
allontanarsi da lui. Nell'intrecciarsi delle loro dita, nella stretta
salda delle loro mani.
Non
si tratta della dichiarazione, perciò, di un sentimento a
lungo celato. È un dato di fatto, comunicato con la stessa
naturalezza con cui avrebbe detto 'Oh, sai, oggi è proprio una
bella giornata.'
'Sì,
lo è. Perché ti sono accanto.' non può che
rispondergli, dopo essersi perso per un attimo nel suo sguardo.
Chi
avesse teso l'orecchio per origliare quella conversazione avrebbe
sentito altro, ovviamente, ma a loro due il messaggio è
arrivato forte e chiaro.
E
mi dicevi che te la cavi solo, ma io vorrei essere con te una cosa
sola sempre.
E
ci sono tante cose che ora riesce a capire di lui, senza che debba
nemmeno accennargliele.
Situazioni
a cui vorrebbe porre rimedio, in cui vorrebbe essere per lui un punto
di riferimento e che Blaine preferisce invece non
accollargli.
Suppone
ci sia un'ottima ragione, per esempio, per cui abbia visto soltanto
di sfuggita la sua famiglia e si siano scambiati giusto le
presentazioni pretese dalla buona educazione. Ipotizza che abbia a
che fare con il disperato bisogno di Blaine di sapere che almeno
qualcuno è orgoglioso di lui.
Potrebbe
costringerlo a rivelargli di che si tratta, imporgli il suo aiuto. Ma
non lo farà.
Ci
sono ancora cose di cui anche Kurt parla solamente con suo padre,
quindi sarebbe alquanto ipocrita pretendere che invece lui non gli
nasconda mai nulla. Non è la stessa cosa, lo sa, eppure non è
nemmeno poi così diverso.
Eppure
lo vorrebbe così tanto. Essere una cosa sola, essere sempre
l'uno al fianco dell'altro e sapere cosa prova in ogni istante. Per
cancellare ogni timore, ogni sofferenza, e renderlo la persona più
felice al mondo.
Chissà
se un certo passo avanti nella loro relazione potrebbe aiutare... Ne
dubita, ma ormai riesce a malapena a concentrarsi su altro.
Vuole
essergli più vicino. Molto più vicino. Così
vicino da strappargli gli abiti di dosso, e tanti saluti ai buoni
propositi perché in fondo anche gli ormoni vogliono la loro
parte.
Di
questo sì, può discuterne apertamente.
Il
resto arriverà. Magari in uno sproloquio post-coitale, quando
sarà troppo stanco e troppo confuso per porsi dei limiti in
ciò che può confessare.
E
se non arriverà, avrete pur sempre fatto sesso e questo non ti
dispiacerebbe affatto.
Ora
si tratta soltanto di farlo capire a Blaine. Il prima
possibile.
Adesso
che gli sta ballando di fronte come un lap dancer troppo vestito? Mai
momento potrebbe essere più opportuno...
***
Perciò
ti aspetterò. Perché vali, perché meriti, tu
solo un'attesa del genere.
S'era
persuaso che qualsiasi momento sarebbe stato opportuno per aver
finalmente il permesso di sconfinare oltre all'Equatore, anche solo
per un viaggetto mordi e fuggi. Invece no, la parte sua parte più
razionale aveva soffocato sul nascere i festeggiamenti per
l'improvvisa apertura di Kurt verso nuovi orizzonti e s'era
affrettata a rassicurarlo che voleva solo essere sicuro che fosse a
suo agio e per quel che riguardava lui... Be', era naturale che
provasse certe naturali pulsioni ma d'altra parte erano un'ottima
scusa per continuare a tenere allenato il suo polso. Non sarebbe
morto di seghe nell'attesa, insomma. Anche se certo non la poteva
porre in questi termini a Kurt, perciò aveva un po'
parafrasato.
Tuttavia,
magari era giunta l'ora di smettere di porsi dei freni. Lasciarsi
andare.
Questo
gli stava dicendo Kurt, no?
E
quando finalmente era riuscito a mettere a tacere la ragione, a
lasciarsi governare dall'istinto, aveva finito per imporsi e per
rischiare seriamente di rovinare tutto. Aveva frainteso. Con l'alcool
che gli circolava nelle vene aveva distorto e manipolato
quell'ammissione. Lui lo voleva, Blaine lo voleva perciò
perché aspettare?
Ma
cazzo, doveva aspettare perché quello non era né il
momento né il luogo giusto per farlo. Lo sapeva ed aveva fatto
finta di nulla. Davvero, come gli era passato per la testa di fargli
una proposta del genere? Di lasciarlo lì da solo nel
parcheggio come se fosse stato Kurt ad essere nel torto, quando era
stato lui a comportarsi in modo riprovevole?
Non
c'erano scuse, ma sperava che lui potesse accettarle
comunque.
Perché
nonostante si ostinasse a frequentare quell'idiota di Blaine
Anderson, Kurt Hummel si meritava di più di una sveltina nel
parcheggio di un gay bar. Si meritava che il suddetto Anderson
tornasse sui suoi passi e lo aspettasse, per tutto il tempo a lui
necessario.
E
l'avrebbe fatto. Ci fossero voluti mesi o perfino anni. Nel frattempo
si sarebbe riabilitato ai suoi occhi, l'avrebbe reso orgoglioso di
essere al suo fianco.
A
cominciare da un'esibizione perfetta sul quel palco. Il resto, poi,
sarebbe venuto da sé.
E
non me ne frega niente se non è successo ancora
Aspetterò
quand'è il momento e non sarà una volta sola