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Autore: Dark Creator    13/07/2006    5 recensioni
-Dark Creator ovvero Pfe e Rya, hanno l'onore di presentarvi la loro prima ff! A voi le parole.. -

Le puntai la lama della spada contro il collo pallido, dando pressione così che potesse perforarle la carne. Una linea di sangue le percorse la pelle mentre finalmente l’avevo in pugno. Ora la potevo uccidere dopo tutto l’agognato tempo passato a cercarla.
-Muori pu****a!!- le ringhio sul punto di tagliarle la testa. Lei mi guarda con i suoi iridescenti occhi rossi
-Vuoi veramente uccidermi??- mi chiede mentre una strana luce violacea l’avvolge.
Sgrano gli occhi e lascio la presa. Come un burattino manovrato da mani divine mi allontano da lei. La spada mi scivola dalle mani, mentre casco sulle ginocchia.
Stavo per uccidere la donna che amavo.
Genere: Dark, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Keiichiro Akasaka/Kyle, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Oh Mio Dio.. è orribile..-
-Già..-
Commentò Ryo storpiando la faccia in una smorfia.
-Sicuro che sia lei quella che dobbiamo salvare? Forse abbiamo sbagliato persona! Cioè, ci avevano parlato di una ragazza, non di.. dai sì insomma.. un uomo!-
-Smettila Kei, invece di pensare a quello, pensiamo a come distrarre gli altri!-
Mentre i due personaggi dietro ad un cespuglio continuavano a confabulare sul da farsi, quattro enormi esseri stavano accerchiando avidamente una “ragazza” disperata che si guardava attorno senza sosta. Era una “fanciulla” molto particolare. Aveva spalle larghe, praticamente niente di seno e dalla faccia quadrata, a tratti spigolosa, facevano la loro comparsa dei peli. Più precisamente sotto il naso e tutto ciò incorniciava il viso con dei baffetti semi trasparenti per via della sua carnagione chiara.
-Ma certo! Serve un’esca! Già..-
Sospirò voltandosi verso il suo vicino con un’espressione supplichevole.
-Vorrei aiutarti Ryo, ma non so davvero che pesci pigliare!-
Il breve tratto di labbra del biondo si allargò in un sorriso, seguito da uno sguardo che sembrava volesse dire: “Dai che ci puoi arrivare da solo..”
Dopo avere osservato l’altro, il castano spalancò le palpebre e rise ironicamente.
-Scordatelo!-
-Dai, si tratta di una cosa di pochi secondi!-
-No! Mi rifiuto categoricamente!-
Ringhiò cercando di trattenersi.
-Va bene..- sentenziò l’altro
-Devo sempre impormi per farti capire!-
Ryo rise.
-Capire cosa?- chiese ironico.

-Ehm.. salve!-
Annunciò un giovane sbucato dai cespugli coprendosi il viso con un mantello nero.
*Lo uccido, lo uccido, lo uccido!*
Pensò tra sé e sé toccandosi con una mano il fondoschiena marcato dalla suola di una scarpa.
Tutti si girarono a guardare il nuovo arrivato, quando una sagoma sbucata dal nulla prese una rincorsa e attaccò il demone più vicino. Con una veloce mossa di spada gli mozzò la testa che scivolò a qualche metro di distanza dal corpo.
-Il primo è andato.-
Proclamò Ryo. Un stupendo ragazzo di diciannove anni con dei meravigliosi capelli biondi, simili a delle spighe di grano che vedi muoversi al vento. E per finire il capolavoro che Madre Natura aveva creato, possedeva magnetici occhi azzurri, copia praticamente uguale del colore del cielo in primavera.
Prima che gli altri potessero fare qualcosa, il giovane si avvicinò ad un altro che gli era stato solo a qualche metro di distanza e con lo stesso gesto di prima, gli ghigliottinò la testa. Anche quella scivolò lontano dal corpo e lui scrollò la spada da quel liquido rossastro che stava luccicando per tutta la sua lunghezza. Sangue di coloro che era destinato a uccidere.
Guardò il terzo demone. Un essere alto il doppio di lui, con sembianze umane ma dal colorito un po’ particolare. Di un verde oliva molto scuro.
Si guardarono dritto negl’occhi, per poi cominciare ad avanzare in cerchio. Ognuno seguiva l’altro senza mai abbassare la guardia oppure distogliere lo sguardo. Alla fine, il primo a stancarsi fu Ryo che si inchinò leggermente formando un allineamento perfetto con il terreno. Aggiustò la lama in modo tale che la luce solare si riflettesse e fatto ciò cominciò il suo attacco. Corse nella direzione dell’avversario e a qualche metro di distanza spiccò il volo per poi cadere, dolcemente sopra ad esso. Con un rapido gesto della spada volle tagliarli definitivamente la testa, unico modo per uccidere il demone, ma l’essere fu più svelto di lui. Si scansò poco prima dell’attacco e la spada del biondo si conficcò nel terreno. La risollevò e si girò per finire la sua opera, ma nuovamente fu troppo lento. Un colpo ben assestato all’altezza del petto lo fece volare, per poi sbattere, contro un albero. Cascò a sedere mentre con gli occhi infuocati dal desiderio di sbarazzarsi di quel mostro sussurrò tra i denti
-Figlio di puttana!!-
Detto ciò, con l’ausilio dell’arma si aiutò ad alzarsi e partì nuovamente all’attacco. Corse nella sua direzione ma nel farlo notò che il demone prese la posizione per colpirlo, nuovamente, con un pugno. Ormai era troppo tardi, non poteva fermarsi o scansarsi, ma vide una via d’uscita. Sorrise e accelerò la corsa e poco prima che il braccio dell’essere potesse colpire la sua faccia, si fece cadere a terra e scivolò in mezzo alle sue gambe. Con una forte spinta di reni si rialzò e si girò spostando solo le punte dei piedi in senso orario. Alzo la spada in aria e facendola roteare dietro la testa, la passò dalla mano destra in quella sinistra proprio dietro la nuca e alla fine colpì il suo obbiettivo. Un corpo robusto traballò davanti al ragazzo che si dovette scansare facendo un passo indentro, permettendo così che il cadavere potesse cadere a terra.
-Ryo! Sta scappando!-
Ammonì Kei indicando il quarto incomodo.
-Lascialo andare. Non tornerà.-
Concluse pulendo la spada con uno straccio che stava sempre ben riposto nel suo giubbotto, per poi riporre entrambe le cose nei rispettivi posti d’origine.
-MIO EROE!!-
Strillò una vocina fastidiosamente acuta proveniente dalla vittima che si stava dirigendo, correndo con le braccia aperte verso il ragazzo che aveva appena concluso uno sterminio.
Arrivata al traguardo il premio la girò, mettendole due mani sulle spalle, verso un’altra meta.
-Guarda che è stato lui a salvarti! Con i suoi poteri telecinetici ha immobilizzato il nemico! Io ringrazierei lui se fossi in te..-
Le sussurrò in un orecchio.
Kei rimase pietrificato in lontananza vedendo la “gentil pulzella” corrergli incontro.
-GRAZIE!!-
Urlò di nuovo questa, gettandosi addosso alla sua preda indifesa.
-Di niente..-
Mormorò con un sorriso falsissimo il povero castano, al quale continuavano a scendere brividi di freddo per tutta la colonna vertebrale.

-Il sindaco è stato gentile ad offrirci un posto dove dormire.- esclamò compiaciuto Kei
-Come minimo! Dopo che abbiamo dovuto salvare quel.. quel.. non oso definirlo. Vabbè, sua figlia!- rispose schifato Ryo.
Camminando lungo il corridoio dell’albergo i due si fermarono davanti alle proprie stanze e si scambiarono uno sguardo divertito.
-Tanto so già che ti farai una doccia e uscirai. C’è un pub a pochi isolati da qui.-
-Leggi nella mente adesso?-
Domandò Ryo scherzando.
-No, diciamo che ti conosco abbastanza per poter indicare ogni tuo passaggio. Entri, ti butti sul letto, accendi sigaretta, apri la finestra, finita la sigaretta la butti, ti svesti, vai sotto la doccia. Ti rivesti ed esci.-
-Accidenti! Beh.. se ti va di venire con me al..-
Kei sorrise, anche se lo fece quasi seriamente e bloccò il discorso dell’amico.
-No grazie. Conosco il motivo del perché ci vai e a me non interessa.-
-Okay.-
Sospirò il biondo prima di varcare la porta della propria camera e lasciarsi agl’atti che poco prima aveva descritto l’amico.

Il locale era affollato di gente e una leggera nebbiolina di fumo incorniciava il tutto. Prevalevano la maggior parte gli uomini, mentre le donne giravano di tavolo in tavolo facendo vedere la mercanzia. Mi sedetti a uno sgabello vicino al bancone del bar e sospirando mi rivolsi verso il barista. Un ometto piccolino con ridicoli baffi a punta.
-Un bicchiere di wisky, per favore.-
Ordinai senza tono.
-Ecco qua, fanno due Juls.-
Disse mettendomi davanti la bevanda. Posai i soldi sul tavolo e mi trasferii nell’area dove c’erano le donne disposte ad intrattenere qualsiasi uomo per una notte di piacere. Dato che l’offerta mi interessava, non persi tempo.
Non feci nemmeno in tempo a sedermi, che subito due giovani ragazze mi si avvicinarono sorridendo.
Entrambe avevano i capelli mori e un paio di occhi stupendi, non saprei definirli.. cerulei? Un meraviglioso misto di un blu intenso, di un verde allegro e di un malinconico grigio.
Mi scrutavano ogni singola parte del corpo, come quando due avvoltoi si avvicinano alla preda ormai inerme.
Una indossava un corpetto rosso tenuto su da due lacci neri che incrociandosi fra loro formavano una “x” perfetta. Un primo pezzo perfetto per far intravedere il traboccare del seno. Dalla mia modesta esperienza, una terza come minimo. La gonna, che copriva appena le cosce, era in tinta col corpetto. Un rosso acceso con piccole ombre di un rosso carminio. Sembrava che avesse il vestito bagnato, ma era solo un illusione ottica provocata da quel miscuglio di colori. La sottogonna, come la giarrettiera che dolcemente avvolgeva la sua coscia destra e le ballerine a tacchi alti con lunghi nastri che le salivano fino al ginocchio, erano anch’essi neri.
L’altra si apprestò immediatamente a sfoggiare il suo corpetto fucsia con un laccio nero che andava a zig zag, un paio di pantaloni di pelle attillati rosa e degli stivaletti neri. I capelli lunghi erano tenuti in un paio di codini bassi che riposavano sulle spalle.
Mi sentii momentaneamente imbarazzato, anche perché io indossavo un paio di jeans rotti dalle molteplici battaglie, ma che mi davano l’aspetto un po’ trasandato, una camicia nera e delle scarpe macchiate di fango. Frutto di troppe ore di cammino.
-Ciao! Sei nuovo di queste parti?-
Domandò la prima. La guardai in volto, un piccolo dolce neo era stato disegnato sul suo naso, mentre la frangia dei capelli corti e tirati a lucido con della cera d’ape, le coprivano a malapena gli occhi. Accennai un “sì” con la testa e le sorrisi.
La più bassa, quella con i codini che simpaticamente ricadevano sulle spalle, ma che andavano a finire nell’incavo del seno, prese il bicchiere che tenevo in mano con due dita e lo sorseggiò appena, come per lavarsi la bocca da un spiacevole sapore. Sorrise.
-Cosa ti ha portato fin qui?- mi chiese
-Sono un cacciatore di demoni e sono qui solo di passaggio.- commentai per non creare stupide e alquanto inutili speranze.
-Ma certo! Sei quello che ha salvato la figlia del sindaco! Hanno parlato tanto di te i giornali. Dicono che sei un vero asso con la spada..-
Continuò lei, ma l’altra la interruppe bruscamente, troppo intenta o abituata a fare il suo lavoro anziché colloquiale con estranei. Stava giocherellando con i fili del suo corpetto quando esclamò con voce suadente:
-Il mio nome è Petra. Piacere..-
-Petra?- chiesi retoricamente
-Come la più ambita quanto irraggiungibile città della Giordania. Spero che almeno tu non sia così irraggiungibile come la città che ti ha rubato il nome..- mi fermai un attimo
-Il piacere è tutto mio, bellissima LadyPetra..-
Mormorai prendendole la mano e baciandogliela. Quando mi staccai notai divertito il suo rossore sulle guance, forse non era abituata a certi complimenti..
-Io sono Giuls! Sua sorella..- affermò l’altra. Sembrava si fosse ingelosita
-Giuls? Hai lo stesso nome del denaro. Si vede che sei di valore, spero soltanto di essere l’unico a stringerti fra le mani.. Posso baciarle la mano, LadyGiuls?-
-Sì!!-
Esclamò con lo stesso colore dipinto sulle gote della sorella. Le presi la mano e feci come promesso.
-Ryo Shirogane. Per servirvi..-
Conclusi velocemente per poi sorseggiare il mio drink.
-Chi è la più pagata del locale?-
Domandai, pugnalandole in pieno petto. Un dolore che trasparì dai loro occhi mentre queste fecero una faccia delusa. Poi Petra mi indicò freddamente una donna seduta al bancone con le gambe accavallate, che facevano a malapena intravedere le sue grazie. Era completamente vestita di nero, tutto in pelle. Beveva sensualmente un cocktail e di tanto in tanto nascondeva una ciocca dei suo capelli corvini dietro l’orecchio. Neri come la più tetra notte senza luna.
-Però anche io e mia sorella siamo pagate molto bene..-
Aggiunse Giuls seccata, mentre la ragazza vestita di rosso mise un piede nell’incavo tra le mie gambe, appoggiandolo sul piccolo pezzetto di sedia. La vidi inclinarsi verso di me e mostrarmi il seno in tutta la sua prospettiva, mentre con una mano si accarezzava dolcemente la pelle bianca della gamba arrivando pericolosamente verso l’interno della coscia dove si fermò. Un piccolo gemito e poi un sorriso malizioso.
-Non lo metto in dubbio!-
Miagolai divertito e feci l’occhiolino alla più grande della due, prima di andarmene. Dirigendomi verso chi mi avrebbe soddisfatto per quella triste e solitaria notte.
Arrivato al bancone sorrisi alla donna poco distante da me e lei, senza nemmeno guardarmi ghignò la tariffa per cui ero arrivato fin lì.
-Cinquanta Juls.-
-Li ho.-
Rassicurai e solo allora si degnò di scrutarmi con due occhi verdi a mandorla. Meno magnetici delle altre due.
-Bene.- sussurrò.

LadyShare.
Era tutto ciò che sapevo di lei, oltre al suo lavoro.
Un nome che gemeva di piacere sotto di me, sotto il mio corpo, sotto le mie cicatrici, sotto i miei occhi..
La stavo baciando, quasi volessi strapparle l’anima. Mi teneva il volto con entrambe le mani, accompagnandomi verso di lei.
Le baciai il collo.
Mi mosse leggermente i capelli mettendomi una mano dietro la testa e un brivido caldo mi attraversò la schiena, mi staccai.
Alzai il busto tenendomi sollevato solamente con due mani ai lati della sua faccia. Ci guardammo e mi sfiorò appena con le unghie della mano il petto completamente sudato.
Un altro brivido.
Cercai di sorriderle, ma lei lo fece senz’altro meglio di me.
Ricominciai a baciarla con foga, quasi violentemente.
E iniziammo a fare sesso.
Quando morì mia madre, pensai che non avrei più potuto toccare nessun’altra donna.
Mi sbagliavo.
Com’ero ingenuo. Codardo. Maledettamente stupido.
Una scossa fredda mi oltrepassò.
Ero rimasto così scioccato dalla partenza di mio padre che mi ero dimenticato di lei.
Egoista.
Ma non volevo pensarci, non quella notte. Non in quel modo.
LadyShare tratteneva le grida con sforzo, così dopo un po’ smisi di spingere.
Ci guardammo di nuovo per secondi che sembrarono interminabili.
Mi spostò con due dita la frangia dalla fronte.
-Accidenti..-
Ansimò sorridendo, mi lasciai scappare una debole risata di un attimo.
-Sei tutto rosso..-
Ghignò accarezzandomi una guancia.
Rimasi immobile. Volevo rimanere solo, quindi se mi fossi comportato sgarbatamente lei se ne sarebbe andata.
-Posso farmi una doccia?- mi precedette
-Certo.-
Risposi annuendo. Scesi dal letto e mi infilai i jeans, poi accesi una sigaretta.
Il tempo di consumarla e spegnerla nel posacenere che la donna era uscita dalla doccia e si era rivestita.
-È stato bello. Hai un bel fisico.-
Disse riferendosi ai miei addominali perfettamente scolpiti dopo ore di allenamento e di combattimenti sanguinari.
-Anche tu.-
Risposi alzandomi dalla poltrona.
-Mi accompagneresti al pub?- mi domandò
-Sì.-
Mi infilai la camicia e la raggiunsi alla porta.

-Un wisky!-
-Due juls..-
Quando entrammo nel locale LadyShare mi baciò avidamente e poi si diresse verso quelle che probabilmente erano le sue amiche o colleghe.
Queste mi guardavano con la coda dell’occhio e le loro facce cambiavano in smorfie di stupore ad ogni parola che quella donna, con cui avevo passato la notte, pronunciava.
-Vedo che ci sai fare, eh?-
Quella voce pose fine brutalmente ad ogni mio pensiero. Mi girai di scatto verso la persona che aveva pronunciato quella frase, ma vidi solamente una ragazzina dai capelli rossi e gli occhi nocciola che mi sorrideva maliziosamente.
Iniziò a farmi un po’ male la testa, vertigini, però lasciai passare e finendo il wisky mi alzai dallo sgabello concludendo il breve discorso passando dietro di lei
-Così dicono.-
Era solo una mocciosa sui quindici anni. Non valeva la pena perdere tempo con una così.
Accesi una sigaretta ed uscii dal locale.

To be continued..

Pfe: LadyGiuls!!! *un urlo si espanse*
Rya: LadyPetra!! è.é *ringhiò una persona con enormi tappi alle orecchie*
Pfe: Come osi parlarmi così!! °-° Dannata sorella zocc.. ehm!! U.U” Fai i ringraziamenti, spicciati!! *-*
Rya: Non ne ho voglia!! >.>
Pfe: =.=”” Va bè, faccio io!! Bene, ragassuoli ho qualcosa da dirvi:
Eternal Life: mi fa piacere che la mia idea ti incuriosisca e Ryashiro ti ringrazia del complimento!! ^o^
Gaia: e noi siamo ben felici di subire i tuoi commenti (anche la parte Pfefiana ti ringrazia °-°)
Baby Dark: zì, me essere tartaruga ^o^, ma come vedi abbiamo aggiornato in fretta *Pfe si getta alle gambe di Rya e la ringrazia di aver continuato la ficcy* xD
Black_pill: grazie cara, spero che anche questo capitolo che nell’insieme è un po’ comico, ti sia piaciuto!!
Hermy6: grazie anche a te e continua a seguirci anche quando torni dalle vacanze!! Bye bye
Pfe: Finiti i commentucci, vi ringraziamo nuovamente e attendiamo le vostre opinioni su questo cappy.
Un saluto da Dark Creator!! *Pfe e Rya salutano con manina*
  
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