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Autore: _Selene13    17/11/2011    4 recensioni
Nel corso della sua vita, Serena non era mai stata puntuale. [...]
Non lo faceva apposta, semplicemente, ogni volta succedeva qualcosa che le impediva di essere pronta in tempo. [...]
Era stato allora che aveva capito: era arrivata in ritardo, di nuovo.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Serena, perché è la migliore amica che potessi desiderare.

A Chiara, perché niente sarebbe lo stesso senza la mia Mel.

A Mags, Serena e Sara per tutte le ore passate fuori dagli alberghi.

Alla mia collega, perché a quanto pare parlare con me le fa tornare l'ispirazione.

Alla mia adorata Serpe, perché in fondo ha un cuore tenero.

 

Speak Now

 

I am not the kind of girl 
who should be rudely bargin' in on a white veil occasion, 
but you are not the kind of boy, 
who should be marrying the wrong girl. 

 

Nel corso della sua vita, Serena non era mai stata puntuale. Era nata con una settimana di ritardo rispetto al termine stabilito dai medici, aveva iniziato ad andare all’asilo un anno in ritardo rispetto agli altri, era arrivata in ritardo il primo giorno di scuola elementare e poi anche tutti gli altri giorni, immancabilmente. Era sempre arrivata in ritardo il giorno della gita scolastica o agli appuntamenti, che fossero con le sue amiche, con un ragazzo, con un medico, poco importava. Era arrivata in ritardo persino il giorno in cui avrebbe dovuto svolgere il test di ammissione per il college.

Non lo faceva apposta, semplicemente, ogni volta succedeva qualcosa che le impediva di essere pronta in tempo: il cellulare si scaricava durante la notte e la sveglia non suonava, una macchina passava a tutta velocità su una pozzanghera bagnandola da capo a piedi e costringendola a tornare a casa e cambiarsi. Le erano capitati gli imprevisti più strambi e improbabili, ma probabilmente nessuno fu come quello che le capitò durante il primo anno di college: la paura. Si era resa conto di provare qualcosa che andava oltre la semplice amicizia per il suo migliore amico, che però era già fidanzato. Insomma, si era ritrovata catapultata nel più banale e scontato dei cliché da commedia cinematografica americana.

Poi, all’improvviso, lui era tornato single. Se la sua vita fosse stata una delle sopracitate commedie romantiche americane che sbancano il botteghino ogni anno, quello sarebbe stato il momento perfetto per tentare di conquistare Nicholas, ma Serena aveva paura. C’erano però voluti due semestri e una vacanza di tre mesi in Italia perché lei si rendesse conto di qual era il problema, insomma, chiunque la conoscesse sapeva che lei non aveva mai paura. Prima di partire, infatti, aveva passato mesi a tergiversare e ad addurre sempre nuove scuse per non dichiararsi: aveva lasciato la sua ragazza da troppo poco tempo, lui sembrava divertirsi troppo da single, era troppo impegnato con la scuola. Più passava il tempo, più le motivazioni divenivano futili e sciocche. Ammettere che l’unica cosa che la frenava era la paura di un rifiuto, dopo aver passato anni a ripetere di essere una ragazza forte e poco incline ai drammi, non fu facile.

Nei mesi passati in Italia, però, si rese conto che la cosa che temeva di più era svegliarsi un giorno e sapere di non aver fatto nulla per rivelare i propri sentimenti ed essere felice.

Una volta tornata in America, era ben decisa a dirgli tutto. Prima ancora di andare a casa a salutare i suoi genitori e i suoi fratelli, si diresse verso la casa di Nicholas.

Ed eccola ricadere nel cliché: proprio mentre lei girava l’angolo, lui stava uscendo da casa, mano nella mano con una ragazza che lei non aveva mai visto.

Era stato allora che aveva capito: era arrivata in ritardo, di nuovo.

 

I sneak in and see your friends 
and her snotty little family all dressed in pastel. 
And she is yelling at a bridesmaid, 
somewhere back inside a room,
wearing a gown shaped like a pastry.
 

Serena guardò la piazza di fronte alla Chiesa, riconoscendo tra gli invitati alcuni vecchi compagni del liceo o del college, oltre ad un gruppo di persone che portavano abiti dagli sgargianti colori pastello estremamente imbarazzanti, i parenti della sposa, a giudicare dall’aspetto altezzoso che ostentavano. Ridacchiando tra se al pensiero della sposa che, nel suo abito a forma di pasticcino, gridava contro una delle povere damigelle d’onore, rea probabilmente di aver deciso di apportare delle modifiche all’abito orribile che le era stato imposto, decise di fermarsi per un attimo nel parchetto che si trovava a pochi passi da lì, e dove lei e Nicholas avevano passato ore a giocare, da bambini. Per la serie “pensi al diavolo e spuntano le corna”, seduto su una delle vecchie altalene, con una sigaretta in mano e un’aria sconsolata, c’era Nicholas.

“Ma tu non avevi smesso di fumare?” gli chiese, dopo essersi seduta sull’altra altalena.

“Esatto… avevo!” commentò lui, sorridendo.

Per la prima volta da quando lo conosceva, Serena si ritrovò senza nulla da dirgli. O meglio, avrebbe voluto dirgli tante cose, ma lui stava per sposarsi e non era giusto, non poteva.

 

This is surely not what you'd thought it would be. 
I lose myself in a daydream, 
where I stand and say:

Don't say yes, 
run away now,
I'll meet you when you're out 
of the church at the back door. 
Don't wait or say a single vow, 
you need to hear me out 
and they said speak now.
 

 

Penso che ti meriti di guardare indietro alla tua vita senza un coro risuonante di voci che dicono: ‘avrei potuto, ma è troppo tardi adesso.’ C’è un momento per stare in silenzio, c’è un momento per aspettare il tuo turno, ma se sai ciò che provi e sai esattamente ciò che devi dire, te ne accorgerai. Non penso che dovresti aspettare, penso che dovresti parlare adesso.

 

Nemmeno si ricordava chi l’aveva scritta, quella frase, sapeva solo che in quel momento non riusciva a togliersela dalla testa. Parlare adesso. Adesso. Che cosa era più giusto fare?

“Terra chiama Serena, rispondete?” disse divertito Nicholas, sventolandole una mano davanti agli occhi.

Lei si riscosse con un sussulto, ma rimase comunque in silenzio, mordendosi la lingua nel tentativo non riversargli addosso anni di parole non dette.

“Tutto bene?” incalzò lui, guardandola accigliato.

“Sono innamorata di te.” disse lei, improvvisamente, senza più riuscire a trattenersi.

“C-cosa?”

“Sono innamorata di te.” ripeté, scandendo le parole. “Sono innamorata di te da così tanto tempo che nemmeno mi ricordo quand’è stata l’ultima volta che ti ho guardato con gli occhi di una semplice amica. So che dirtelo adesso è inutile e ingiusto, perché tu stai per sposarti, ma non posso continuare a fingere, non ce la faccio.”

Dopo cinque minuti di silenzio, Serena si alzò.

“Non preoccuparti, non me ne andrò e non farò nulla di stupido o che potrebbe metterti in imbarazzo. Mi conosci, non sono il tipo di ragazza che irrompe rudemente ad un matrimonio.” cercò anche di sorridere, mentre si allontanava da lui il più in fretta possibile e cercava di ricacciare indietro le lacrime. Avrebbe avuto tutto il tempo di piangere quella sera, quando sarebbe stato tutto finito.

 

Fun gestures are exchanged 
and the organ starts to play a song, 
that sounds like a death march 
and I am hiding in the curtains, 
it seems that I was uninvited by your lovely bride to be. 

She floats down the aisle like a pageant queen, 
but I know you wish it was me 
you wish it was me, 
don't you? 

 

Dopo aver ripreso il controllo di se stessa ed aver controllato di avere un aspetto presentabile, Serena si diresse verso la Chiesa e prese posto accanto alla sua famiglia, su una delle panche più lontane dall’altare. A quanto pareva, la sposa, che si era occupata dell’organizzazione, non era molto entusiasta di averla tra gli invitati; era piuttosto sicura che al ristorante si sarebbe ritrovata seduta il più lontano possibile dal tavolo degli sposi. Mentre era ancora persa nei suoi ragionamenti, sentì la marcia nuziale. Era possibile avessero confuso lo spartito della marcia nuziale con quello di un lamento funebre? Si girò, come tutti, per guardare la sposa percorrere la navata: sembrava una regina d’altri tempi mentre galleggiava nel suo vestito-pasticcino. Non appena lei raggiunse Nicholas all’altare, Serena si estraniò completamente dalla realtà, non ascoltando nemmeno una parola di quel che veniva detto.

 

Don't say yes, 
run away now,
I'll meet you when you're out 
of the church at the back door. 
Don't wait or say a single vow,
you need to hear me out 
and they said speak now. 

Don't say yes, 
run away now, 
I'll meet you when you're out 
of the church at the back door. 
Don't wait or say a single vow, 
you're time is running out 
and they said speak now.

 

Si perse in un sogno ad occhi aperti, nel quale tutto si risolveva proprio come nei film: lei si sarebbe alzata, avrebbe rivelato il proprio amore davanti a tutti e poi sarebbe corsa via, convinta che tanto non sarebbe cambiato nulla, ma, colpo di scena, lui l’avrebbe rincorsa e avrebbe rivelato di ricambiare i suoi sentimenti e di aver scelto la ragazza sbagliata.

“Mio Dio, non posso davvero essere caduta così  in basso!” mormorò tra se, rendendosi conto di quanto la cosa fosse patetica.

 

I hear the preacher say 
"Speak now or forever hold your peace". 
There's the silence, 
there's my last chance 

I stand up with shaking hands, 
all eyes on me. 
Horrified looks from everyone in the room, 
but I'm only looking at you. 

 

“Parli ora o taccia per sempre.” quasi come se fosse stato tutto programmato, il prete pronunciò la fatidica frase proprio in quel momento.

 Le immagini del suo sogno ad occhi aperti, mescolate a quelle di chissà quale stupido polpettone romantico che aveva guardato in un momento di puro sconforto, le si affollarono nella mente, insieme ad un’unica frase: “E’ la mia ultima possibilità.”

Non seppe nemmeno come fosse successo, ma si ritrovò in piedi, con le mani tremanti e gli occhi di tutti gli invitati puntati addosso.

Ma non le importava. Tutto ciò di cui le importava erano gli occhi scuri nei quali aveva fissato i suoi, gli occhi di Nicholas.

 

I am not the kind of girl, 
who should be rudely bargin' in on a white veil occasion, 
but you are not the kind of boy, 
who should be marrying the wrong girl. 

So don't say yes, 
run away now,
I'll meet you when you're out 
of the church at the back door. 
Don't wait or say a single vow, 
you need to hear me out 
and they said speak now.

 

“Lo so, avevo detto che non avrei fatto nulla di stupido o imbarazzante, ma a quanto pare il mio corpo e la mia bocca hanno deciso di non collaborare con il cervello, oggi, ma solo con il cuore.” non distolse lo sguardo da lui nemmeno per un secondo, dimenticando di essere in una Chiesa gremita che la fissava sconvolta. “Forse io non sono il tipo di ragazza che dovrebbe irrompere rudemente ad un matrimonio, ma tu non sei il tipo di ragazzo che dovrebbe sposare la ragazza sbagliata. Forse non ho il diritto di dire queste cose adesso, ma è la mia ultima occasione. Mi sento così stupida in questo momento, ho come l’impressione che la mia vita sia stata trasformata in un polpettone romantico o in una fan fiction di basso rango, ma… Ti prego, non dire si.”

Lui non si mosse, non rispose, non diede alcun segno di reazione, così Serena, nello stupore generale, si spostò al centro della navata.

“Bene, ora che mi sono resa abbastanza ridicola, potete anche continuare.” disse, girandosi e camminando a testa alta, cercando di tenere stretto a se quell’ultimo briciolo di dignità che le era rimasto.

 

And you say 
let’s run away now, 
I'll meet you when I'm out 
of my tux at the back door. 

Baby, I didn't say my vow, 
so glad you were around
 
when they said speak now. 

 

Aveva fatto appena qualche passo fuori dall’edificio, quando sentì qualcuno afferrarla per un braccio.

“Forse questa volta sei arrivata appena in tempo, sai?” disse Nicholas, sorridendole.

 

 

***

 

“E poi vissero tutti felici e contenti, vero?” chiese la bambina alla madre, con gli occhi che brillavano.

“Sì, beh… Quasi tutti! Non credo che la poveretta che fa lasciata all’altare fosse molto felice, non credi anche tu?” le rispose Serena, sorridendo.

 

Angolino Autrice (o chi ne fa le veci)

Buonasera!

Non sono _Selene13, ma oggi posto per conto suo, dato che lei non può.

Vorrebbe che vi dicessi “Bla bla bla, la storia fa schifo, bla bla bla scusatemi”, io invece dico che ADORO questa storia e che, se oltre a leggerla tutta, vi siete interessati anche a quest’angolino, almeno un po’ piace anche a voi, perciò... Beh, RECENSITE, no??? Che aspettate?!

   
 
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