A Serena,
perché è la migliore amica che potessi
desiderare.
A Chiara,
perché niente sarebbe lo stesso senza la
mia Mel.
A Mags,
Serena e Sara
per tutte le ore passate fuori
dagli alberghi.
Alla mia
collega,
perché a quanto pare parlare con
me le fa tornare l'ispirazione.
Alla mia
adorata
Serpe, perché in fondo ha un cuore
tenero.
Speak
Now
I
am not the kind of girl
who should be
rudely bargin' in on a white veil
occasion,
but you are not the
kind of boy,
who should be
marrying the wrong girl.
Nel
corso della sua vita, Serena non era mai stata puntuale. Era
nata con una settimana di ritardo rispetto al termine stabilito dai
medici,
aveva iniziato ad andare all’asilo un anno in ritardo
rispetto agli altri, era
arrivata in ritardo il primo giorno di scuola elementare e poi anche
tutti gli
altri giorni, immancabilmente. Era sempre arrivata in ritardo il giorno
della
gita scolastica o agli appuntamenti, che fossero con le sue amiche, con
un
ragazzo, con un medico, poco importava. Era arrivata in ritardo persino
il
giorno in cui avrebbe dovuto svolgere il test di ammissione per il
college.
Non
lo faceva apposta, semplicemente, ogni volta succedeva
qualcosa che le impediva di essere pronta in tempo: il cellulare si
scaricava
durante la notte e la sveglia non suonava, una macchina passava a tutta
velocità su una pozzanghera bagnandola da capo a piedi e
costringendola a
tornare a casa e cambiarsi. Le erano capitati gli imprevisti
più strambi e
improbabili, ma probabilmente nessuno fu come quello che le
capitò durante il
primo anno di college: la paura. Si era resa conto di provare qualcosa
che
andava oltre la semplice amicizia per il suo migliore amico, che
però era già
fidanzato. Insomma, si era ritrovata catapultata nel più
banale e scontato dei
cliché da commedia cinematografica americana.
Poi,
all’improvviso, lui era tornato single. Se la sua vita fosse
stata una delle sopracitate commedie romantiche americane che sbancano
il
botteghino ogni anno, quello sarebbe stato il momento perfetto per
tentare di
conquistare Nicholas, ma Serena aveva paura.
C’erano però voluti due semestri e una vacanza di
tre mesi in Italia perché lei
si rendesse conto di qual era il problema, insomma, chiunque la
conoscesse
sapeva che lei non aveva mai paura.
Prima di partire, infatti, aveva passato mesi a tergiversare e ad
addurre
sempre nuove scuse per non dichiararsi: aveva lasciato la sua ragazza
da troppo
poco tempo, lui sembrava divertirsi troppo da single, era troppo
impegnato con
la scuola. Più passava il tempo, più le
motivazioni divenivano futili e
sciocche. Ammettere che l’unica cosa che la frenava era la
paura di un rifiuto,
dopo aver passato anni a ripetere di essere una ragazza forte e poco
incline ai
drammi, non fu facile.
Nei
mesi passati in Italia, però, si rese conto che la cosa che
temeva di più era svegliarsi un giorno e sapere di non aver
fatto nulla per
rivelare i propri sentimenti ed essere felice.
Una
volta tornata in America, era ben decisa a dirgli tutto. Prima
ancora di andare a casa a salutare i suoi genitori e i suoi fratelli,
si
diresse verso la casa di Nicholas.
Ed
eccola ricadere nel cliché: proprio mentre lei girava
l’angolo,
lui stava uscendo da casa, mano nella mano con una ragazza che lei non
aveva
mai visto.
Era
stato allora che aveva capito: era arrivata in ritardo, di
nuovo.
I sneak in
and see
your friends
and her snotty little family all dressed in
pastel.
And she is yelling at a bridesmaid,
somewhere back inside a room,
wearing
a gown shaped like a pastry.
Serena
guardò la
piazza di fronte alla Chiesa, riconoscendo tra gli invitati alcuni
vecchi
compagni del liceo o del college, oltre ad un gruppo di persone che
portavano
abiti dagli sgargianti colori pastello estremamente imbarazzanti, i
parenti
della sposa, a giudicare dall’aspetto altezzoso che
ostentavano. Ridacchiando
tra se al pensiero della sposa che, nel suo abito a forma di
pasticcino,
gridava contro una delle povere damigelle d’onore, rea
probabilmente di aver
deciso di apportare delle modifiche all’abito orribile che le
era stato
imposto, decise di fermarsi per un attimo nel parchetto che si trovava
a pochi
passi da lì, e dove lei e Nicholas avevano passato ore a
giocare, da bambini.
Per la serie “pensi al
diavolo e
spuntano le corna”, seduto su una delle vecchie altalene, con
una sigaretta in
mano e un’aria sconsolata, c’era Nicholas.
“Ma
tu non avevi
smesso di fumare?” gli chiese, dopo essersi seduta
sull’altra altalena.
“Esatto…
avevo!”
commentò lui, sorridendo.
Per
la prima volta da
quando lo conosceva, Serena si ritrovò senza nulla da
dirgli. O meglio, avrebbe
voluto dirgli tante cose, ma lui stava per sposarsi e non era giusto,
non
poteva.
This
is surely not what you'd thought it
would be.
I lose myself in a daydream,
where I stand and say:
Don't
say yes,
run away now,
I'll meet you when you're out
of the church at the back door.
Don't wait or say a single vow,
you need to hear me out
and they said speak now.
“Penso
che ti meriti di guardare indietro alla tua
vita senza un coro
risuonante di voci che dicono: ‘avrei potuto, ma è
troppo tardi adesso.’ C’è un
momento per stare in silenzio, c’è un momento per
aspettare il tuo turno, ma se
sai ciò che provi e sai esattamente ciò che devi
dire, te ne accorgerai. Non
penso che dovresti aspettare, penso che dovresti parlare adesso.”
Nemmeno
si ricordava
chi l’aveva scritta, quella frase, sapeva solo che in quel
momento non riusciva
a togliersela dalla testa. Parlare adesso. Adesso.
Che cosa era più giusto fare?
“Terra
chiama Serena,
rispondete?” disse divertito Nicholas, sventolandole una mano
davanti agli
occhi.
Lei
si riscosse con
un sussulto, ma rimase comunque in silenzio, mordendosi la lingua nel
tentativo
non riversargli addosso anni di parole non dette.
“Tutto
bene?” incalzò
lui, guardandola accigliato.
“Sono
innamorata di
te.” disse lei, improvvisamente, senza più
riuscire a trattenersi.
“C-cosa?”
“Sono
innamorata di
te.” ripeté, scandendo le parole. “Sono
innamorata di te da così tanto tempo
che nemmeno mi ricordo quand’è stata
l’ultima volta che ti ho guardato con gli
occhi di una semplice amica. So che dirtelo adesso è inutile
e ingiusto, perché
tu stai per sposarti, ma non posso continuare a fingere, non ce la
faccio.”
Dopo
cinque minuti di
silenzio, Serena si alzò.
“Non
preoccuparti,
non me ne andrò e non farò nulla di stupido o che
potrebbe metterti in
imbarazzo. Mi conosci, non sono il tipo di ragazza che irrompe
rudemente ad un
matrimonio.” cercò anche di sorridere, mentre si
allontanava da lui il più in
fretta possibile e cercava di ricacciare indietro le lacrime. Avrebbe
avuto
tutto il tempo di piangere quella sera, quando sarebbe stato tutto
finito.
Fun
gestures are exchanged
and the organ starts to play a song,
that sounds like a death march
and I am hiding in the curtains,
it seems that I was uninvited by your lovely bride
to be.
She
floats down the aisle like a pageant queen,
but I know you wish it was me
you wish it was me,
don't you?
Dopo
aver ripreso il
controllo di se stessa ed aver controllato di avere un aspetto
presentabile,
Serena si diresse verso la Chiesa e prese posto accanto alla sua
famiglia, su
una delle panche più lontane dall’altare. A quanto
pareva, la sposa, che si era
occupata dell’organizzazione, non era molto entusiasta di
averla tra gli
invitati; era piuttosto sicura che al ristorante si sarebbe ritrovata
seduta il
più lontano possibile dal tavolo degli sposi. Mentre era
ancora persa nei suoi
ragionamenti, sentì la marcia nuziale. Era possibile
avessero confuso lo
spartito della marcia nuziale con quello di un lamento funebre? Si
girò, come
tutti, per guardare la sposa percorrere la navata: sembrava una regina
d’altri
tempi mentre galleggiava nel suo vestito-pasticcino. Non appena lei
raggiunse
Nicholas all’altare, Serena si estraniò
completamente dalla realtà, non
ascoltando nemmeno una parola di quel che veniva detto.
Don't
say yes,
run away now,
I'll meet you when you're out
of the church at the back door.
Don't wait or say a single vow,
you need to hear me out
and they said speak now.
Don't
say yes,
run away now,
I'll meet you when you're out
of the church at the back door.
Don't wait or say a single vow,
you're time is running out
and they said speak now.
Si
perse in un sogno ad occhi aperti, nel quale tutto si risolveva
proprio come nei film: lei si sarebbe alzata, avrebbe rivelato il
proprio amore
davanti a tutti e poi sarebbe corsa via, convinta che tanto non sarebbe
cambiato nulla, ma, colpo di scena, lui l’avrebbe rincorsa e
avrebbe rivelato
di ricambiare i suoi sentimenti e di aver scelto la ragazza sbagliata.
“Mio
Dio, non posso davvero essere caduta così in
basso!” mormorò tra se, rendendosi conto di
quanto la cosa fosse patetica.
I hear
the preacher say
"Speak now or forever hold your peace".
There's the silence,
there's my last chance
I stand
up with shaking hands,
all eyes on me.
Horrified looks from everyone in the room,
but I'm only looking at you.
“Parli
ora o taccia
per sempre.” quasi come se fosse stato tutto programmato, il
prete pronunciò la
fatidica frase proprio in quel momento.
Le
immagini del suo sogno ad
occhi aperti,
mescolate a quelle di chissà quale stupido polpettone
romantico che aveva
guardato in un momento di puro sconforto, le si affollarono nella
mente,
insieme ad un’unica frase: “E’ la mia
ultima possibilità.”
Non
seppe nemmeno
come fosse successo, ma si ritrovò in piedi, con le mani
tremanti e gli occhi
di tutti gli invitati puntati addosso.
Ma
non le importava.
Tutto ciò di cui le importava erano gli occhi scuri nei
quali aveva fissato i
suoi, gli occhi di Nicholas.
I am
not the kind of girl,
who should be rudely bargin' in on a white veil
occasion,
but you are not the kind of boy,
who should be marrying the wrong girl.
So
don't say yes,
run away now,
I'll meet you when you're out
of the church at the back door.
Don't wait or say a single vow,
you need to hear me out
and they said speak now.
“Lo
so, avevo detto
che non avrei fatto nulla di stupido o imbarazzante, ma a quanto pare
il mio
corpo e la mia bocca hanno deciso di non collaborare con il cervello,
oggi, ma
solo con il cuore.” non distolse lo sguardo da lui nemmeno
per un secondo,
dimenticando di essere in una Chiesa gremita che la fissava sconvolta.
“Forse
io non sono il tipo di ragazza che dovrebbe irrompere rudemente ad un
matrimonio, ma tu non sei il tipo di ragazzo che dovrebbe sposare la
ragazza
sbagliata. Forse non ho il diritto di dire queste cose adesso, ma
è la mia
ultima occasione. Mi sento così stupida in questo momento,
ho come
l’impressione che la mia vita sia stata trasformata in un
polpettone romantico
o in una fan fiction di basso rango, ma… Ti prego, non dire
si.”
Lui
non si mosse, non
rispose, non diede alcun segno di reazione, così Serena,
nello stupore
generale, si spostò al centro della navata.
“Bene,
ora che mi
sono resa abbastanza ridicola, potete anche continuare.”
disse, girandosi e
camminando a testa alta, cercando di tenere stretto a se
quell’ultimo briciolo
di dignità che le era rimasto.
And
you say
let’s run away now,
I'll meet you when I'm out
of my tux at the back door.
Baby,
I didn't say my vow,
so glad you were around
when
they said speak now.
Aveva
fatto appena qualche passo fuori dall’edificio, quando
sentì
qualcuno afferrarla per un braccio.
“Forse
questa volta sei arrivata appena in tempo, sai?” disse
Nicholas, sorridendole.
***
“E
poi vissero tutti
felici e contenti, vero?” chiese la bambina alla madre, con
gli occhi che
brillavano.
“Sì,
beh… Quasi
tutti! Non credo che la poveretta che fa lasciata all’altare
fosse molto
felice, non credi anche tu?” le rispose Serena, sorridendo.
Angolino
Autrice (o chi ne fa le veci)
Buonasera!
Non
sono _Selene13,
ma oggi posto per conto suo, dato che lei non può.
Vorrebbe
che vi
dicessi “Bla bla bla, la storia fa schifo, bla bla bla
scusatemi”, io invece
dico che ADORO questa storia e che, se oltre a leggerla tutta, vi siete
interessati anche a quest’angolino, almeno un po’
piace anche a voi, perciò...
Beh, RECENSITE, no??? Che aspettate?!