Avete presente quella strana sensazione che ti prende alla bocca dello stomaco, che non sai spiegare cos'è ma ti arriva al cuore e senti i battiti accelerare , ti si asciuga la salivazione e ti ritrovi senza muovere un solo muscolo pensando a lui? No? Meglio per voi, io invece ci sono dentro fino al collo e non posso farci niente.

Quando la paura ti raggiunge è ormai troppo tardi.

E pensare che questa mattina mi sono svegliata tranquilla e serena... insomma un giorno come un altro, dedicato ai miei libri, a Lu-chan ed a svicolare le proposte di Jet e Droy.

Peccato che è anche l'ultimo giorno utile di quella scommessa.
Chi mi conosce sa che non amo mettermi nei guai, adoro la mia vita più o meno tranquilla (essere un mago di Fairy Tail non ti permette di mantenere uno stile di vita banale) al fianco dei miei compagni. Ma questa volta ero sicura di avere la vittoria -e la libertà- nelle mie mani.
La posta in palio in caso del mio successo era la categorica costrizione, per lui, a non chiamarmi più con quegli stupidi nomignoli che si diverte ad affibbiarmi, spesso e volentieri per vedermi arrossire.
Solo a ripensarci mi viene il nervoso!

Ah! Se soltanto riuscissi a risolvere il problema alla radice – imbastendo questo ridicolo gioco d'azzardo- non sarò più costretta a provare tutto quello scombussolio che inibisce tutti i miei sensi. Tutto per colpa di quei suoi occhi cremisi e quel suo ghigno assassino da predatore.

Ancora intenta nelle mie elucubrazioni vengo riscossa da Lu-chan che è particolarmente agitata e preoccupata. Con un dito tremante mi sta indicando la porta di ingresso dalla gilda.

Senza aver nemmeno il tempo di sbiancare, abbandono il mio té per correre a nascondermi nel primo posto che mi capitava a tiro.

Gajeel è tornato. In tempo.

            ***

Nessuno sembrò notare l'istantanea sparizione della piccola maga dai capelli blu, tranne Mirajane ovviamente, a lei non sfuggiva mai niente.

Nemmeno il lieve rossore che colorò il volto di Levy.

Le porte della gilda vennero quasi scardinate dall'impeto del dragon slayer d'acciaio che senza troppe cerimonie si diresse verso il bancone dove la bella barista stava asciugando un bicchiere, terribilmente concentrata nel lavoro.

Il suo arrivo portò ad un irreale silenzio, che continuò imperituro durante tutta la traversata del salone, fino a che, fermatosi in mezzo a tutti gonfiò il petto ed urlò:

«Ehi piccoletta! Ho vinto!»

Tutti i maghi presenti guardarono Gajeel sorpresi e confusi, per una volta nessuno sapeva cosa dire.

«Eeehi! Vieni fuori, non fare la codarda. Devi pagare il debito!» Continuò ad urlare, consapevole che la piccola maga che stava cercando era presente in quella stanza. Sentiva il suo odore e con estremo piacere avvertiva la sua paura e la sua eccitazione.

Raggiunse il bancone – con Mira che continuava a pulire il suo bicchiere scintillante, tutta sorridente- sbatté le grosse mani sulle tavole di legno, facendole ballare per qualche secondo. Un urletto spaventato provenne da sotto il bar e diverse cose accaddero in quel momento: Gajeel si sporse trovando Levy accovacciata nell'angolo con le mani strette -troppo tardi- davanti alla bocca; Jet e Droy partirono all'attacco in difesa della loro compagna ma vennero fermati da una Mirajane molto vicina alla Satan Soul; Lucy cercava di non guardare l'inevitabile fine della sua amica, tutta rossa in volto; gli altri maghi erano troppo curiosi di vedere come sarebbe finita per intervenire a difesa della maga dei Solid Script.

«Eccoti gamberetto!» e senza alcuna fatica la sollevò sopra al bancone -non badando alle inutili proteste di lei- e se la caricò sulle spalle tranquillamente, le diede una manata sul sedere -così imparava a nascondersi e a fare tutte quelle manfrine- ed uscì vittorioso dalla gilda, salutando  tutti con la mano libera dal fondo schiena di Levy.

                                                                            

«Facciamo una scommessa: se tu riuscirai a completare questa missione da 2 settimane in tre giorni soltanto, io farò qu-quella cosa» Iniziò a dire Levy, terribilmente imbarazzata ma dallo sguardo sicuro «Se invece perdi dovrai smetterla di darmi quei soprannomi orribili!» Finì di proporre guardando in faccia Gajeel e puntando un foglio contenente la missione in questione.

Lui la guardò con sospetto, poi con il solito sorriso da predatore -che a lei tanto piaceva, ma mai lo avrebbe confessato- strappò la pergamena dal tabellone delle missioni ed urlò: «Ehi barista! Prendo questa missione!» poi tornò a rivolgersi alla maga accanto a sé parlandole all'orecchio «Tra tre giorni, gamberetto. Ricordatelo» Poi uscì dalla gilda senza badare più a nessuno.

Levy cercò di calmarsi come poté ma il cuore non ne voleva sapere di rallentare e le gambe tremavano senza sosta: si era fregata da sola, ma lo aveva fatto apposta.