Anime & Manga > Yu degli spettri
Ricorda la storia  |      
Autore: SimmyLu    14/07/2006    5 recensioni
Quattro presentazioni scritte per il contest del sito : http://bigfight.splinder.com/ del quale ho vinto la 1^ edizione
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Queste quattro presentazioni sono state scritte per il contest del sito : http://bigfight.splinder.com/ del quale ho vinto la 1^ edizione proprio con il personaggio di Hiei e queste sono le mie quattro battaglie, rispettivamente gli ottavi di finale, i quarti di finale, le semifinali e la finale. Buona lettura.
Simmy-Lu

: : : HIEI : : :


Ecco.
Lo sento.
Ogni volta è così.
Le grida della folla sono solo il sottofondo di un evento silenzioso.
Tsk… ningen!
Alcune cose le percepisce solo un demone…

Già…

«Hiei…»

Il mio nome è Hiei.
Significa Ombra che Vola.
Me lo hanno dato i briganti che mi hanno cresciuto.
In fondo non avevano torto.

«…guarda come cade la neve.»

Io sono caduto dal cielo.
Esiliato dalla Terra del Ghiaccio, un’isola volante abitata solo da donne, ovviamente nel Makai, il mondo dei demoni.
Ero il figlio di una Donna del Ghiaccio e di un Demone di Fuoco, per loro ero un abominio.
Per questo mi hanno buttato giù dalla rupe…
E mia madre gridava…
Gridava e piangeva…
Ricordo…

«Qual è la vera essenza?»

A volte lo sogno…
Il Fuoco.
Il Ghiaccio.

Ho speso anni a cercare l’isola.
Per vendetta.

Dopo l’impianto del Jagan, il Terzo Occhio, mi fu facile.
Ma la mia sete di sangue si era estinta.
Trovai la tomba di mia madre.
Si era tolta la vita.

«Qual è il colore del Fuoco?»

E scoprii di avere una sorella.
Gemella.
Yukina.

«Il Fuoco? Il Mio Fuoco è nero, come l’odio.»

Ma lei non sa chi sono…
Non capirebbe…

«E il tuo cuore? Di che colore è il tuo cuore? Il tuo cuore è trasparente e puro come il Ghiaccio? Oppure oscuro, intriso di disprezzo?»

Insieme, come due cose incomplete e incolmabili dentro il mio corpo.
Il Fuoco Nero che distrugge.
Che purifica.
E il Ghiaccio…

Ancora grida, dannati umani.
Ningen!
Odio la confusione.

Qual è la vera essenza?

«Qual è, Hiei?»

Afferro la spada.
Facciamola finita in fretta.

Ogni volta è così.
Le grida della folla sono solo il sottofondo di un evento silenzioso.

Sto per uccidere.

Veloce, senza rumore.

O per essere ucciso.

Il filo sottile…

…è l’eccitazione del combattimento imminente.

Spero sia interessante.





La Spada.
Il Fuoco.
Il Drago.

Non mi piace parlare, preferisco agire, meglio se rapidamente.
Per questo mi piace usare la spada.
Incidere, tagliare…
Il sangue…
Mi piace vedere il sangue, i tagli sulla pelle del mio avversario.
Mi piace sentirne l’odore, il gusto metallico sulla lingua.
Mi piace quando le cose si trasformano, cambiano, si evolvono rapidamente.
Sono generalmente tranquillo, ma detesto annoiarmi.
Forse perché sono un Demone di Fuoco.
Adoro il fuoco.
Amo le fiamme che lambiscono, consumano ed infine uccidono.
Io sono il Fuoco…
Mi piace distruggere…

«Hiei…»

Sobbalzo, preso alla sprovvista.

«Che c’è?» rispondo bruscamente, non mi ero accorto che qualcuno si fosse avvicinato a me.
Kurama mi guarda con attenzione.
Mi sorprende, come al solito.

«Stai bene? Hai allentato la fasciatura…» dice indicando il mio braccio destro.

«Volevo guardare il Drago…» gli rispondo, ma con voce troppo flebile perché possa sentirmi.

Forse ho risposto solo a me stesso…
Rilasso nuovamente la schiena contro il tronco dell’albero vicino al quale mi stavo riposando.

«Sto bene, cosa vuoi?» gli domando seccato.

Kurama forse capisce che non è il momento adatto per fare una chiacchierata e, trovando una scusa, si congeda e si allontana.

Qual è la vera essenza?

Spalanco gli occhi e mi scuote un brivido.
Non voglio pensarci.
No.

Eppure stai guardando il tuo Drago Nero proprio per questo…

No… io…

Il tatuaggio sul mio braccio destro è un lungo Drago Nero che mi avvolge l’arto fino a raggiungere il dorso della mano.
E’ comparso quando ho imparato ad usare la tecnica dell’Onda del Drago Nero.
Il Drago appartiene al Fuoco Oscuro del Mondo dei Demoni.
Egli è Fuoco Nero.
Io sono Fuoco.
Io gli appartengo come Lui appartiene a me.

La vera essenza…

Cosa vuol dire?

…questa domanda continua a tormentarmi…

Evocare il Drago non è semplice, controllarlo ancora meno.
Imparare a gestirlo mi è costato fatica, ustioni e dolore.

La mia pelle si brucia.
Per colpa del mio stesso Fuoco si consuma.

Richiamare a me il Drago richiede il dispendio di tutte le mie energie, è come se mi svuotasse completamente…
Osservo ancora la testa di questa bestia di fiamma adagiata tranquillamente sulla mia mano.
E’ come se mi trasmettesse forza e potere, sempre… costantemente.

Le fiamme sprigionate dal Mondo dei Demoni mi raggiungono, alimentano il Drago tramite il mio corpo…
E’ energia maligna pura che mi attraversa, mi avvolge, lambisce l’anima e il corpo fin poi a fondere in un’unica essenza il Drago e me… e poi più nulla, soltanto un potere così intenso da farmi dimenticare i confini delle mie stesse membra, così forte, così immenso, così piacevole, così doloroso, tanto caldo da…

…Il Drago prende forma, le sue fiamme lambiscono, consumano ed infine uccidono…

Il mio stesso Fuoco…
 
…bruciarmi!

…mi consuma!

Come se mi fossi svegliato all’improvviso, spalanco gli occhi e riavvolgo ben strette le bende della fasciatura attorno al braccio.

La vera essenza…
Che non sia…
Il Fuoco..?





Ma cos’è?

La folla scalpita divertita.

Un tappeto elastico, dunque?

Bene, sarà più facile saltare… un po’ meno fare altre cose, ma pazienza.

 

Paura…?

 

Sfodero la spada, camminando sul supporto molle e poco stabile.

Ho voglia di uccidere. Ho voglia di vedere il sangue.

Paura. Non credo che molte persone possano affermare di aver provato la paura, il terrore vero, quello che ha la forma del tutto e del nulla, quello dotato di artigli capaci di penetrarti invisibili il corpo, che con bramosia paralizzano il corpo e dilaniano la mente e il cuore.

La paura è calda. È fredda.

La paura ti toglie il fiato, deforma la realtà.

La paura fa parte di noi; ci segue, giorno per giorno.

Come posso io convivere con tale sentimento?

Potrei aver paura di me stesso, del mio potere; anche se sono un demone del Fuoco, il mio cuore appartiene al Freddo, al ghiaccio di un’isola che naviga nel cielo.

Non ho paura di morire, non ho paura di lottare.

Fino all’ultimo.

Il viso di mia sorella Yukina si sovrappone a quello di mia madre, mentre piange per me.

È un sogno ricorrente.

La mia carne viene bruciata dal Fuoco…

 

Non guardarmi in quel modo…!

 

…Che cosa pensi?…

 

Sono un assassino, un ladro, un reietto… ma porto nelle vene il tuo stesso sangue, Yukina.

Lo stesso.

Ma tu non lo sai.

Tu continui a cercare tuo fratello, inconsapevole che gli sei già vicina.

 

…Paura?…

 

Ho paura di un potere. Quello che gli altri hanno su di me.

Le persone… che siano esseri umani oppure demoni… sono così…

Ti prego, non guardarmi mai in quel modo…

Le persone ti deludono.

Non voglio deluderti, Yukina.

Tu non devi soffrire. Non devi patire quel dolore.

Tu non soffrirai mai come ho sofferto io, te lo prometto.

Per questo non ti dirò mai chi sono.

Mai.

 

…Non avere paura!…

 

So essere spietato.

Non sono incline al perdono.

Non mi pento di quello che faccio.

Non mi arrendo, preferisco combattere.

Forse ragiono troppo semplicemente.

Sento il tappeto elastico sotto i miei piedi, sono pronto.

Vada come vada.

Serro le dita sull’impugnatura della spada.

Ho voglia di uccidere. Ho voglia di vedere il sangue.

Forza, fatti sotto!

 

…Non avere paura!…

 

Non ho paura di combattere.

Non ho paura di morire.

In un mondo in cui nessuno sembra voglia ascoltare, tanto vale gridare più forte che si può.

Il mio cuore aumenta i battiti; vorrebbe urlare una sola domanda:

 

“Sono un fratello così orribile, Yukina?”

 

Ma tu non mi darai mai una risposta, o forse…

…ho troppa paura di ascoltarla.





Passo dopo passo, percorro il lungo corridoio, un tunnel che porta al ring; dalla semioscurità che pian piano si rischiara fino ad emergere nello spiazzo dello stadio, le voci della folla si accendono colorando l’aria.
Il cuore batte.
Batte così forte che non sembra avere un luogo, e riconosco bene quella sensazione di leggerezza e confusione che si propaga dal centro del corpo fino alle più lontane estremità.
Eccitazione, desiderio di agire.
Combattere è nella mia natura.
Ma questa volta è diverso, c’è qualcosa di particolare.
Ho uno strano presentimento, non so descriverlo, ma è come sentire la calma prima di una tempesta; il silenzio e l’attesa.
Il colore del cielo sta cambiando.
La luce è più intensa, è come se anch’essa possedesse una nuova forza.
I colori sono più caldi quando il sole tramonta.
Salgo sul ring e attendo.
Nello strepitare della folla il mio cuore sembra battere più forte.
Cosa mi prende?
Ed ecco, un secondo di silenzio e poi ancora frastuono; il mio avversario fa il suo ingresso in campo.
Raizen, Dio del Combattimento, il padre di Yusuke…  c’era da aspettarsi una sorpresa simile da parte sua.
Le ombre si allungano, scure ed inconsistenti nella luce del tramonto, espandono la percezione dell’anima.
Capelli lunghi, argentei, sguardo fiero, aura demoniaca contenuta sapientemente, una forza ed un potere senza pari; ecco contro chi dovrò combattere.
La sua espressione è indecifrabile, ma quando i suoi occhi si fermano su di me…
Ed ecco, quello che accade sempre: il rumore pian piano si affievolisce, scompare, le urla del pubblico si assottigliano, lentamente.
Scompaiono, impercettibili.
…il suo sguardo cambia, ha già cominciato a studiarmi, legge forse nei miei occhi di fuoco, nei miei occhi color sangue, i miei pensieri.
Eccitazione, desiderio di attaccare.
Voglio battermi con lui, è un istinto irrefrenabile.
Sul mio volto un ghigno si distende follemente, è la mia natura; sorrido, non aspetto altro.
«Così…» dice ad un tratto il mio avversario, senza tradire il minimo turbamento, «… tu sei Hiei.»
«Non sbagli.» dico continuando a fissarlo.
«Yusuke mi ha parlato di te.» dice con l’espressione di chi è molto contento di fare la conoscenza di qualcuno, «Sei interessante.» aggiunge infine.
Interessante…?
L’arbitro si avvicina, alza un braccio, declama i nostri nomi, dichiara aperto l’incontro, ma nessuno di noi due si muove.
Quel presentimento si fa largo in me, come acqua su un terreno secco.
Si espande e ci circonda.
«Tu sei veloce, molto abile con la spada. Mi piace il tuo modo di combattere. Ma vorrei tanto vedere quello…» dice Raizen leccandosi le labbra, come a pregustare qualcosa di immensamente gustoso, «Voglio vedere il Drago, Hiei. Sai benissimo anche tu che accadrà.»
«Può darsi…» dico, sicuro di me, «O può darsi di no.»
Raizen scoppia in una risata rumorosa, sembra si stia divertendo.
Non mi interessa, può fare tutti i discorsi che vuole, sa bene che non sono un pivello.
«Sei esattamente come Yusuke ti ha descritto!»
«Yusuke a volte non sa tenere a freno la lingua.» dico, ormai stufo delle chiacchiere.
Estraggo la spada.
«Bene, allora. Fatti avanti…» sussurra Raizen.
Un balzo, veloce, silenzioso.
La mia spada si ferma a qualche millimetro dalla sua gola, intrappolata fra le dita della sua mano destra.
Un grido.
Attacco ancora, da più fronti, più velocemente, ma sono bene anche io che è inutile.
«Hai finito il tuo riscaldamento?» mi canzona ironicamente mentre mi allontano da lui.
Eccitazione, leggerezza alla base dello stomaco, un sorriso selvaggio.
Sono convinto che anche Raien provi tutto questo.
«Chiedo scusa.» rispondo con la stessa ironia, mentre faccio vibrare la spada al mio fianco.
Un secondo e la lama viene avvolta dalle fiamme.
Il volto del mio avversario sembra sia per un momento sorpreso, ma subito dopo il suo sguardo tradisce tutto il suo divertimento.
Attacco ancora, senza sosta, sempre più rapidamente, voglio mettere alla prova le sue capacità, voglio capire fino a che punto terrà nascosta la sua aura.
Tutto il suo potere demoniaco…
…voglio che lo usi contro di me.

Schiva i miei colpi senza apparente fatica; lo distraggo con un colpo mancato con la spada e attacco direttamente.
Un pugno di fuoco e Raizen vola fuori dal ring, contro il muro degli spalti.
Lo attendo.
Ma so bene che dovrò cambiare attacco, so bene cosa sta per succedere.
Le fiamme sulla mia spada smettono di crepitare e getto l’arma lontano.
Raizen si rialza ridacchiando.
«Va bene, Hiei.» dice passandosi il dorso della mano sulla bocca per pulirsi dal sangue.
Ecco, la tempesta.
Raizen sprigiona tutto il suo potere.
Un vento impetuoso scaturisce dal Dio del Combattimento, mescolandosi alla sua aura demoniaca.
E’ così intensa che sembra attraversarmi da parte a parte. L’onda della sua aura tende a trascinarmi ma mantengo la mia posizione.
Raizen grida, è di nuovo pronto a combattere, ma questa volta si farà sul serio.
Scendo dal ring, pronto a fronteggiarlo.
«I concorrenti sono pregati di risalire sul…»
Non lascio nemmeno finire la frase all’arbitro e, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, porto la mano indietro a toccare il bordo del ring, che in pochi secondi, scompare incenerito fra le fiamme nere. Nessuno ha il coraggio di replicare.
Devo dominare questa tempesta.
All’improvviso Raizen salta fino a scavalcare gli spalti; si ferma proprio sul muro più alto.
Mi guarda, mi sfida.
Salto anche io seguendolo rincorrendolo poi nel bosco che circonda lo stadio, fra le piante fitte, fra le foglie che catturano ancora gli ultimi raggi del tramonto, prima della sera.
Nel cielo cominciano ad intravedersi le prime stelle, il fantasma della luna che ancora non brilla.
Non è ancora il suo momento.
Prima che il sole tramonti questo incontro si sarà concluso.
Prima che il sole tramonti…
Un colpo, improvviso, mostruosamente potente.
Sono a terra, ma Raizen non infierisce, mi da il tempo di rialzarmi.
«Avanti, Hiei.» dice senza tradire alcuna emozione.
Vuole il Drago Nero, ora capisco perché mi ha fatto allontanare dallo stadio.
Sorrido, divertito.
«Ti stanno proprio a cuore i Ningen, vero? Mi hai fatto correre fin qui per evitare che venissero coinvolti, per evitare di mietere vittime, per evitare che il Drago si cibasse degli esseri umani.»
«Non fa differenza dove combattiamo.» mi risponde con sguardo di ghiaccio.
«E sia, allora! Ma te ne pentirai!»
Tolgo la fascia che nasconde il Terzo Occhio e con calma tolgo le bende che ricoprono il mio braccio destro, stracciando il sigillo di protezione.
Si diffonde un calore innaturale, l’aria si agita mentre comincio a richiamare a me il Fuoco del Mondo dei Demoni. Il cielo si oscura, si squarcia per fare posto alle onde nere delle fiamme demoniache.
Tolgo anche l’ultima benda e sento il potere del Fuoco impossessarsi del mio corpo, alzo la mano destra mostrando il Drago tatuato sul braccio e convogliando ad esso tutta l’energia.
«Preparati…» sussurro un secondo prima di scagliare il Drago contro di lui.
La bestia di fuoco si libera da mio corpo, trascinando con se la mia energia, ma Raizen non si fa sorprendere, libera anch’egli il suo potere e la sua aura demoniaca si scontra con il mio Drago…

L’esplosione è stata tremenda.
Siamo stati scagliati molto lontani l’uno dall’altro.
Mi rialzo un po’ stordito, guardo in alto.
Il cielo ha riacquistato il suo colore naturale, le fiamme nere sono comparse.
Guardo il mio braccio, il tatuaggio del Drago è tornato al suo posto.
Dov’è Raizen?
Mi guardo introno, ma non riesco a trovare alcuna traccia del mio avversario.
Dolorante e ormai praticamente privo di forze, muovo qualche passo alla ricerca del Dio del Combattimento.
Il suo potere è veramente immenso…
Mi appoggio ad un albero riprendendo fiato.
Dannazione!
Un fruscio, aria che si sposta e Raizen compare dal nulla e mi afferra la gola sollevandomi da terra.
Il suo volto è coperto di escoriazioni, segno che nemmeno lui è rimasto indenne al colpo subito in precedenza.
Non ho più il tempo di pensare perché le sue dita stringono il mio collo in una morsa soffocante… devo liberarmi!
Raccolgo le forze che mi rimangono e mi aggrappo al suo braccio.
Raizen mi lascia andare, e si tiene il braccio ustionato dalle mie fiamme.
Ansimo, cercando di riprendere fiato.
Potrei provare ancora una volta l’Onda del Drago Nero, ma la mia energia non è più al massimo, farei solo del male a me stesso.
«Arrenditi, Hiei. So che sei esausto e la tua tecnica migliore non funziona due volte. Arrenditi e ti risparmierò la vita.» dice, la voce affaticata.
«Non credo che tu sia nella condizioni di trattare, Raizen, e la mia vita è molto più cara di quello che pensi!»
Non faccio quasi in tempo a finire di parlare che Raizen cade sulle ginocchia tenendosi lo stomaco con le braccia.
La sua fame lo tormenta ancora.
Per sopravvivere deve cibarsi del sangue degli esseri umani, ma è moltissimo tempo che non divora un Ningen.
Potrei approfittare di questo momento di debolezza, ma non ne ho alcuna intenzione.
Il mio avversario sogghigna alzando lo sguardo su di me.
«Oh, non potrei mai ucciderti Hiei, Mukuro si arrabbierebbe molto con me.»
«Che… cosa centra adesso Mukuro!!??» dico sorpreso e imbarazzato, non ci giurerei, ma credo che il mio viso sia più colorato del solito.
Raizen sorride ancora, questa volta amaramente.
«Guarda come ci si riduce per una donna.» dice alzandosi un po’ a fatica.
«Non capisco di cosa tu stia parlando!»
Raizen ride nuovamente.

«Dunque, sei sicuro?» domanda ancora una volta.
«Sì, a me queste cose non interessano. E poi vincere solo perché il mio avversario sta morendo di fame non mi piace! Uno stupido premio non cambia la realtà dei fatti.» dico con ironia.
«Cosa vorresti insinuare??»
«Combatterò ancora con te quando sarai al massimo delle tue possibilità, e allora ti sconfiggerò. Non mi piacciono le vittorie a metà.» affermo.
«Capisco perché sei un amico di Yusuke…»
Lo guardo senza comprendere appieno.
Il sole tramonta e le nostre ombre si fondo con le tenebre della sera.
Il vento attraversa le chiome degli alberi, facendo parlare il bosco.
Raizen, il Dio del Combattimento si allontana, tornando allo stadio; la sua energia si è affievolita molto. Non so se lo rivedrò mai più.
E mentre la sua figura scompare alla mia vista, mi volto nella direzione opposta, verso il bosco e le montagne.
Muovo appena qualche passo prima di fermarmi nuovamente e sollevare di scatto la testa.
Quest’aura…
Individuo una figura che mi osserva dall’alto delle rocce.
… io la conosco.
«Mukuro…» sussurro stupito.
Cosa fa qui?
«Tardavi a tornare.» dice, come se mi avesse letto nella mente.
Non so bene perché, ma sorrido.
«So badare a me stesso.» rispondo.
E’ strano, ma questa sensazione…
«Tsk!» sorride, «Allora? Torniamo?» domanda poi.
Sì, torniamo a casa.
… non so come descriverla.





Fine.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu degli spettri / Vai alla pagina dell'autore: SimmyLu