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Autore: moveslikelevine    18/11/2011    1 recensioni
Una sorta di autobiografia, ma anche uno sfogo personale sul ragazzo che non riuscirò mai a dimenticare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21 Settembre 2008
 
 “La solita fiera in paese, sì quella che ho sempre odiato.
E’ l’occasione per vedere tutta la gente che più non sopporto sulla faccia della terra, tutta insieme, tutta in un solo colpo.
Ma è anche l’unico giorno in cui metto fuori il naso da queste quattro mura, dove peraltro mi sembra di stare così bene e di non sentire la mancanza di nulla.
Una volta l’anno faccio questo sforzo.
E così ho fatto anche stamattina, sono uscita da casa, camminavo tra le bancarelle, così tristi a mio parere, erano esposte cianfrusaglie varie, sembravano sofferenti anche loro.
Tenevo la testa bassa, non volevo incontrare lo sguardo di quelle persone che stavo evitando.
Non ho ancora specificato il motivo di tutto ciò, non sono masochista, faccio questo solo per stare un po’ con la mia migliore amica, facciamo un giro e scambiamo quattro chiacchiere.
Ad un certo punto ha cominciato a strattonarmi, balbettava qualcosa, ma non capivo, poi ho visto che dall’altra parte della strada, stava passando, quello che per lei è sempre stato il suo “amore impossibile”, il ragazzo di cui era “innamorata” fin dalle medie.
Ma non è lui che ho in mente, guardo quello che gli sta a fianco, so benissimo chi è, ma non lo conosco di persona. L’avrò visto un sacco di volte, mi chiedo perché mi abbia colpito tanto, solo oggi, credo che non lo scoprirò mai. Cerco di pensare a lui, ma non riesco a ricreare il suo viso nella mia mente, mi succede sempre con i ragazzi che mi piacciono.
Come due stupide li abbiamo seguiti per un po’ poi siamo tornate.
Non l’ho più visto, tutto ciò che spero ora è di rivederlo domani alla fermata. Cavolo credo proprio che mi piaccia.”
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
Così tutto iniziò quel giorno, oserei dire “maledettissimo” per certi aspetti, per altri non vorrei cancellarlo per nulla al mondo.
Ho deciso di rileggere le pagine di diario che ho scritto, a partire da quella data.
Mi ricordo, mi impegnavo a trovare il posto sul pullman più adatto, perché sapevo esattamente dove lui aspettava il pullman e non volevo perdermelo.
Esasperavo le mie amiche, descrivevo per filo e per segno ogni suo movimento, i suoi vestiti, ogni cosa.
La situazione peggiorava, o meglio, migliorava per me, ma ripensandoci, stava degenerando.
La mia ex-migliore amica mi aveva dato il suo numero. Maledizione.
Lo chiamo, solo per sentire la sua voce, dico di aver sbagliato numero e riaggancio, ma ero felice, inspiegabilmente.
Mia madre mi sente parlare di lui, un giorno riesco a farglielo vedere, ma non sembra piacergli, lo prende subito in giro, non abbiamo mai avuto gli stessi gusti.
Il mio diario riporta ogni parola della canzone “Can’t Have You”.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”

Arriva il giorno in cui prendo quel coraggio che invece mi sarebbe dovuto mancare, gli scrivo un messaggio era il 17 novembre, le date sono stampate con inchiostro indelebile nel mio cervello.
Cercavo di spiegargli chi ero, ma lui mi fa capire che non si è mai reso conto della mia esistenza, non ha idea di chi sono.
A quel punto l’sms che mi arriva dice “non so, se vuoi possiamo vederci”, rispondo d’impulso, mi pentirò per lungo tempo di quella risposta, ma ora so di aver fatto la cosa migliore, gli dico di no, semplicemente, che non me la sento.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
 
Girano le voci che non frequenti delle gran brave persone, i discorsi che fa non mi convincono, pastiglie, erba, lo so che sono più o meno tutti così, ma quando senti “comprati quelle perché ti fanno divertire davvero” da una persona a cui tieni,beh, ci rimani male.
Mi ricordo un giorno, l’ho visto, era qualche posto davanti a me, sul pullman, si è alzato per scendere, non si reggeva in piedi. Con le lacrime che ormai non riuscivo più a trattenere sono tornata a casa distrutta.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
Un orrendo giorno, mi sveglio, come tutte le mattine, vado alla fermata.
Quelle che erano le mie migliori amiche sono tutte là, le raggiungo.
Una di loro mi guarda e sorride, mi chiede se per caso ho mandato messaggi a LUI. Vado in panico, di lei ormai non mi fidavo più, ma ora stava con il suo amico, certo, me ne ero dimenticata.
Farfuglio qualcosa, le dico che gli ho fatto solo uno squillo, alza un sopracciglio.
“Vaffanculo troia”.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
Non mi arrendo, riesco a trovare il suo indirizzo di msn, sarà passato un anno ormai, continuavo a controllarlo, ogni singolo giorno, avevo paura che sarebbe arrivato il giorno in cui non sarei più riuscita a vederlo.
Lo aggiungo, mi accetta, parliamo.
Non si ricorda nulla, ci metto un po’ a fargli capire che sono sempre io.
Non so perché gli chiedo che cosa gli aveva detto la “troia” su di me, mi risponde che non si ricorda.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
I miei mi sentono parlare con la mia migliore amica, di lui, purtroppo sentono anche la parte in cui le dico che ho paura, che non voglio che stia male, che voglio che esca da quel giro.
Mi dicono che devo lasciarlo perdere, perché sto cambiando e non devo farmi prendere dai suoi problemi.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
Arriva il giorno che temevo: non c’è più, non c’è più nemmeno il giorno dopo, nemmeno la settimana dopo e neanche il mese dopo.
Passano due anni e una sera, tornata a casa, mia mamma mi accoglie con una notizia.
“Ti ricordi lui?” Certo io non ho mai smesso di pensare a lui nemmeno per un attimo.
“Hanno dovuto ricoverarlo in una comunità di tossicodipendenti”
Il mondo mi crolla addosso, sento il colpo.
Lo stomaco mi si aggroviglia, piango per due giorni senza mai smettere.
Non l’avrei mai pensato, cioè non mi rendevo conto di quanto la situazione fosse grave.
Da quel momento non ho più notizie.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you”
 
Vorrei solo vederlo stare bene, vederlo ancora sorridere, non perché qualcosa lo fa sentire fintamente allegro, ma perché è realmente felice.
Non ho mai smesso di pensare a lui e non lo farò mai, non saprò mai perché quel ragazzo ha avuto un impatto così forte su di me, ma questo è ciò che è successo.
Vi risparmio gli altri dettagli, non ne ho mai parlato, è il mio primo sfogo su di lui.
Mi manca. Sarò stupida, non posso farci niente. Mi manca.
“i’d rather just be alone, if i know that i can’t have you” 

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scusate se vi ho annoiato, non era il mio scopo, spero invece, che qualcuno mi capisca, qualcuno che magari ha passato cose simili, anche se non lo auguro a nessuno; non mi stupirei nel vedere che nessuno ha affrontato situazioni del genere, mi rendo conto siano assurde, ma è stato quel che è stato.
non ho inserito nessun nome, appunto perchè essendo una storia vera, non vorrei che si cresassero altri problemi.
Commentate pure :)
                                                                                          -L'autrice

 

  
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