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Autore: Seminy_53    18/11/2011    3 recensioni
Ho solo dieci parole per descrive questa one-shot: Ichigo, Rukia, uno smalto e tutto quello che ne consegue! XD
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seminy: LA MIA PRIMA FANFIIIIIIIIC! *AAAA* *corre per la stanza*
V.F.C.: Ma che casino che fai per una semplice storia! *tira cuscini a raffica, mancandola ogni volta* Comunque gente, siate clementi visto che è una principiante...Non vorrei che mi schiattasse proprio ora. '-'

Seminy: OMMIODDIO! *AAAA* *continua a correre per la stanza*
V.F.C.: *facepalm*

Dedico questa fanfic alla mia sorellona, che mi ha involontariamente ispirato. :3

 

 

PINK NAIL TROUBLE!

 

«Che stai facendo, Yuzu-chan?»
La biondina distolse lo sguardo dalla boccetta rosa e si voltò verso chi le aveva parlato, sorridendo nel suo solito modo cordiale.

«Sto metteno lo smalto sulle unghie, perchè Rukia-chan?»

Rukia continuò a fissarla senza capire, interessata da quel piccolo spettacolo di vita quotidiana a cui lei non aveva mai assistito.

 

Era salita nella camera delle due sorelle Kurosaki perchè non riusciva a trovare il suo telefono (esatto! Quel telefono), probabilmente finito sotto al letto per colpa della stanchezza di quella notte.

 

Maledetti Hollow!

 

Appena aperta la porta era stata investita da un forte odore fastidioso e dalla natura a lei sconosciuta.

Storse un po’ il naso ma entrò lo stesso.

Fu proprio allora che aveva notato Yuzu seduta sul pavimento intenta a fare qualcosa che Rukia non riusciva a capire.

 

Quando Yuzu le aveva risposto non aveva fatto altro che far aumentare le domande che frullavano nella testolina della moretta.

E poi quell’odore le stava iniziando a far girare la testa.

 

La piccolina continuò a fissarla, incuriosita dal comportamento di Rukia. Poi sembrò capire cosa la stava turbando.

«Ti da’ fastidio l’odore dello smalto, Rukia-chan?» Le sorrise.

«Hai ragione, è insopportabile! Però appena sarà asciutto aprirò la finestra.»

L’espressione perplessa di Rukia non cambiò, anzi, fissava un punto del pavimento con estrema curiosità. Yuzu ne seguì lo sguardo che andò a posarsi sulla boccetta rosa accanto ai suoi piedi.

«Vorresti provarlo anche tu?» La piccola la guardò con entusiasmo, mentre Rukia le si avvicinava, dimentica del perchè era salita in camera delle ragazze.

 

«P-posso prenderlo?» chiese infine la moretta, con una punta di imbarazzo nella voce, indicando la boccetta.

Yuzu le sorrise ancora di più e annuì energicamente, dopodichè si alzò, andò ad aprire la finestra e le raccomandò di stare attenta a non rovesciarlo. Girò sui tacchi e sparì giù per le scale canticchiando allegramente.

 

Rukia rimase immobile a fissare la porta finchè non sentì più Yuzu cantare.

 

Deve essere uscita a fare la spesa...

 

Tornò a concentrarsi sulla boccetta che teneva tra le mani; era piccola, contenente un liquido piuttosto viscoso color rosa confetto.

Ne svitò il tappo lentamente e fin da subito risentì ancora quell'odore acre.

 

Allora è questa sostanza che puzza in quel modo!

 

Mentre Yuzu usciva dalla cameretta, aveva notato che le sue unghie delle mani non erano del solito color carne, ma erano invece della stessa tonalità del contenuto della boccetta puzzolente.

La richiuse e si fiondò nella camera accanto, dall'unica persona che (forse) avrebbe potuto chiarire i suoi dubbi sulla misteriosa sostanza che la piccola Kurosaki aveva chiamato “smalto”.

 

Nella casa aleggiava un silenzio innaturale per gli standard di QUELLA famiglia: Karin era fuori a giocare a calcio, Isshin in clinica e Yuzu se ne era appena andata. Mancava solo UN elemento in particolare...

 

Entrò nella camera decisa, trovandosi “testa d'arancia” intento a leggere un libro, tranquillamente spaparanzato sul letto.

«Ichigo.»

«Che vuoi?» fu la burbera risposta dell'altro, senza staccare gli occhi dalle pagine.

«Come si userebbe questo...”smalto”?» domandò la moretta, agitando la boccetta.

Ichigo si tirò su a sedere, richiuse il libro visibilmente infastidito, tenendo un dito tra le pagine a mo' di segnalibro e la fissò seccato in viso.

 

Dio, quanto amo quei tuoi occhi così blu che potre-UN MOMENTO! Ma che diavolo sto pensando!? Riprenditi, Ichigo, riprenditi! E' solo una nanetta rompiballe venuta per chissà quale motivo a rompere le scatole!

 

Abbassò lo sguardo sulla boccetta, poi tornò sul viso deciso della ragazza. Più seccato di prima, riaprì il libro e con fare sbrigativo tentò di liquidarla.

«E che ne so! Mica sono una ragazza! Chiedi a Karin o a Yuzu se ci tieni tanto!»

«Non ci sono in casa.» gli rispose acidamente.

 

Possibile che non sia capace di fare niente tranne rendersi insopportabile!?

 

Gonfiò le guance e continuò a fissarlo, stizzita. Ichigo la guardò di sottecchi. Le faceva tenerezza, in qualche modo, quando si comportava da bambina viziata.

 

Ma anche no!

 

Sbuffando, appoggiò il libro sul cuscino, si alzò e si stiracchiò le braccia indolenzite e le prese la boccetta di smalto dalle mani, guardandola pensieroso.

Sospirò rassegnato.

«E va bene! Hai vinto nanetta del cavolo! Ti faccio vedere come si mette UNA volta sola e poi ti arrangi!»

Arrossì un poco mentre parlava: un uomo non dovrebbe intendersi di cose del genere, risultava equivoco da ogni punto di vista, ma aveva osservato tante di quelle volte le sue sorelline...

 

Solo per poter capire un po' le ragazze eh! Non sono un pervertito ai livelli di Kon! E comunque Keigo ha schifosamente ragione a dire che non capisco un tubo in materia di donne! Maledizione a Keigo, alle ragazze e a ME!

 

La fece sedere a terra, di fronte a se. Era leggermente agitato, mentre Rukia aspettava trepidante che il suo improvvisato “maestro” le insegnasse “i segreti del mestiere”.

Siam messi bene...!

 

Svitò il tappo con incredibile lentezza, per ritardare in qualche modo un tale oltraggio al suo orgoglio maschile.

«Ti vuoi muovere?» le disse Rukia, il sopracciglio destro che iniziava a fremere in modo pericoloso.

Sempre più agitato, le prese una mano e con calcolata delicatezza iniziò a passare il pennellino su un'unghia. Sentiva il sudore scorrere sul volto, troppo concentrato di non commettere sbagli.

Dai, solo questa e poi è finita... Ancora un secondo... Fatto!

Alzò la mano in gesto teatrale, sollevato che quella tortura fosse finita tanto in fretta.

Rukia si fissò le dita, l'unghia rosa che risaltava in contrasto con il candore della sua pelle.

 

Ancora un po' e inizierà a sbrilluccicare...

 

«Bene. Ora che hai visto come si fa, ti arrangi!» si alzò da terra e grattandosi la testa si diresse di nuovo al suo letto per riprendere a leggere quando si sentì tirare la maglia.

 

Che vuole anco-

 

«Ichigo...» si voltò a guardarla, preoccupato dallo strano tono con cui aveva pronunciato il suo nome.

Sorridendo, indicò la boccetta.

«Non ci penso neanche!»

«Penso che invece TU lo FARAI.» le rispose la moretta, sorridendo ancora di più.

 

***

 

Era ormai ora di cena e tutta la famiglia si era riunita in soggiorno.

Karin tentava di guardare la televisione mentre il padre non faceva altro che blaterare cose senza senso. Ichigo era seduto su una sedia, guardandoli con fare più scazzato del solito, Rukia invece era in cucina ad aiutare la più piccola dei Kurosaki.

 

E' ancora rosso in faccia...! Forse non avrei dovuto minacciarlo di spifferare tutto... Ma in fondo, che male c'è?

 

«Cosa è successo a Onii-chan?» le chiese Yuzu, fissando il fratello che borbottava improperi vari rivolti ad una certa “nana malefica”.

«Oh? Niente!» le rispose allegramente.

Aiutò la biondina a portare in tavola la cena, le unghie delle mani dipinte di rosa.

  
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