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Autore: Sbri    18/11/2011    3 recensioni
Crackfic sulle avventure amorose di Cucchiaio, prendetela com'è XDD
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Come what may, I will love you.
Fandom: Originale
Pairing: Cucchiaio/Torta - Coltello/Torta
Genere: crack? introspettivo? angst? *ride*
Avvertimenti: le pare mentali di un cucchiaio, of course.
Conteggio parole: 1082 (fiumidiparole)
Note: sì, lo so da me che fa schifo. Però, povera creatura, era lì a fare la muffa da ottobre... almeno le ho dato uno scopo xDD 
Note#2: Il titolo è gentilmente preso in prestito da questa canzone  no, non sto piangendo angst, cosa ve lo fa pensare?



Torta era confusa.

Aveva sempre considerato Cucchiaio il suo amico più intimo; la faceva sentire apprezzata. Quando la prendeva lo faceva con dolcezza, scivolando piano in lei, e usava ripeterle che era soffice, che voleva solo lei; questo faceva star bene Torta.

Un giorno era però arrivato Coltello e da quel momento niente era rimasto lo stesso.

Coltello era rude e la penetrava con forza, senza preoccuparsi del fatto che tranciasse a metà tanti piccoli mirtilli che Torta conservava con orgoglio; la feriva, la squarciava. Nonostante ciò Torta si sentiva stranamente bene quando Coltello, con la sua durezza, la infilzava senza timore, era disposta ad un po’ di dolore per provare quel senso di sottomissione - nessuno sottometteva mai Torta perché era imponente, le era portato molto rispetto. Era, insomma, il cibo supremo, quello più raro ed ambito. Alle feste ogni Cucchiaino faceva la fila per poterla anche solo sfiorare - regnava sovrana incontrastata.

 

Ora Cucchiaio le stava dolcemente aggiustando la panna da un lato, per poi entrarle dentro, quasi abbracciandola con il suo possente corpo. Torta si sentiva in pace con se stessa - cullata da Cucchiaio.

 

Era un giorno intero che Torta si trovava in frigo a riposare, stremata dalle performance che era stata obbligata a compiere per via della mangiata tenutasi la sera precedente. Sapeva che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno, era consapevole del fatto che entro poche ore avrebbe dovuto compiere una scelta tra i suoi due più grandi pretendenti.

Pizza tentò di instaurare un conversazione con lei, ma non ricevette risposta ché era persa nei suoi ragionamenti, incapace di prendere una decisione.

Aveva paura di sbagliare, era intimidita dalle conseguenze della sua scelta.

Fece vuoto mentale e si isolò dal resto dei coinquilini, eliminando ogni pensiero superfluo ed ascoltando solo le proprie sensazioni.

 

A tarda sera il frigo venne aperto e Coltello entrò silenziosamente; si avvicinò a Torta e cominciò ad insinuarsi in lei con calma, ma senza mai esitare. Torta sussultò e stette ferma, ancora paralizzata dallo shock, per poi rilassarsi gradualmente sotto quel tocco.

Non collaborò e rimase in silenzio a vedere i residui del suo corpo disfarsi a mano a mano che Coltello avanzava in lei, fino a che rimase solo un quadratino tanto piccolo che poteva essere considerato un rifiuto.

Coltello se ne andò soddisfatto, il frigo venne richiuso.

 

Quando la mattina dopo Torta si risvegliò, era adagiata su un piattino sul tavolo e davanti a sé vi erano tutte le posate che la fissavano; chi speranzoso, chi sconcertato, chi deluso, chi disinteressato, chi altezzoso - erano tutti lì ad aspettare lei. Ravvivò gli ultimi due mirtilli e si adagiò come meglio poteva sul pan di Spagna, aspettando che qualcuno parlasse. Dopo qualche esitazione Mestolo - che era ciò di più simile ad un capo lì in mezzo - si distinse dalla folla e prese la parola: “Torta, sappiamo quello che è successo. Ci sono state differenti reazioni alla scoperta della tua scelta” lanciò una breve occhiata a Cucchiaio - stava mogio al bordo del tavolo, col dorso rivolto a loro - e proseguì “ma sappi che nessuno ti giudica. Purtroppo abbiamo ancora pochi minuti da spendere insieme e suggerisco di passarli il più felicemente possibile, senza rancori. Personalmente sono felice di averti conosciuta, spero di poter, un giorno, fare la conoscenza dei tuoi derivati.” e, detto ciò, si ritirò a parlare con Forchettone.

Torta venne assalita da tutti i Cucchiaini presenti ed anche da qualche Forchetta di passaggio, senza avere il tempo di fare o dire niente.

Venne presa immediatamente dal panico: aveva bisogno di far sapere a tutti che no, avevano capito male, non aveva scelto Coltello.

Si agitò sul posto, impossibilitata a compiere alcun movimento dalla miriade di posate intorno a lei. Tra la testa di un Cucchiaino e l’altro riuscì a scorgere Cucchiaio che saltava giù dal tavolo e, con la testa china, tornava nel cassetto vuoto.

Da un’altra stanza si sentì una persona che diceva: “Mamma, vado a mangiare l’ultimo pezzo di torta!” e fu panico.

Con un’agilità che non le era propria - facilitata dalla sua perdita di peso - Torta balzò giù dal tavolo ed arrancò per il pavimento, decisa a raggiungere Cucchiaio a tutti i costi. In quel momento un bambino entrò nella stanza e, con sguardo addolorato, urlò: “Mamma è caduta la torta, adesso non la posso più mangiare” e cominciò a piangere a dirotto. Passati una manciata di secondi la madre entrò in cucina, prese Torta dal pavimento, e la gettò nel bidone; dopo aver trafficato un po’ sui fornelli, offrì al bambino una tazza di latte coi biscotti ed insieme uscirono dalla stanza.

Torta venne piano piano assorbita dagli altri rifiuti organici e, dopo non meno di un’ora, vi si amalgamò, formando un tutt’uno di immondizia e perdendo la propria identità.

 

~⚪⚫⚪~

 

Cucchiaio vagava senza metà da ormai venti minuti senza trovare pace. Si chiedeva dove avesse sbagliato, quale linea di condotta avrebbe dovuto percorrere e se fosse dovuto essere più rude. Si malediceva e malediceva Coltello e Torta, pur sapendo che, in fondo, qualcuno ci sarebbe stato male per quella scelta.

Osservava Coltello che, non troppo lontano da lì, stava raccontando a Spatola come anche Torta si era sottomessa a lui. In due secondi netti si stava fiondando alla velocità della luce contro Coltello per fargli del male, per disintegrarlo. Pinze e Batticarne lo anticiparono e lo bloccarono, portandolo lontano da lì, e Spago lo legò ad una maniglia.

Era ormai deciso a sparire per sempre - non appena avesse ottenuto l’aiuto di Forbici - quando senti una voce flebile, quasi inudibile, che toccò le corde della sua anima e lo fece accasciare malamente contro il legno. La voce ripeteva costantemente: “Cucchiaio, ti amo” fino a che non fu diventata troppo sottile per poter essere udita da chiunque.

 

~⚪⚫⚪~

 

Torta di mele e Cucchiaio erano comodamente riposti in frigo. Giacevano insieme, guardandosi con amore, quando si aprì lo sportello e venne a far loro compagnia una nuova, fresca Torta di mirtilli.

Torta di mele riprese Cucchiaio all’attenzione con un tono un po’ seccato ed un po’ divertito, dicendogli: “Se non sapessi che mi ami, giurerei che ti faresti la novellina ai mirtilli” e Cucchiaio, faticando a distogliere gli occhi dalla Torta che si metteva in mostra tra i cibi, sussurrò -troppo piano per essere sentito - “Ho sempre avuto un debole per le Torte di mirtilli”.

 

Quella stessa notte, muovendosi lentamente, si portò di fronte a Torta di mirtilli e la osservò ammaliato; la mattina fu trovato ancora in quella posizione dai chi si svegliò per primo - la sua conca era coperta di lacrime.

   
 
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