Non è possibile, non è possibile, non
è possibile, non è possibile…
Che cosa
stava succedendo? Levy era confusa, nervosa, arrabbiata, spaventata…no,
stranamente quell’emozione non era ancora passata per la mente della ragazza.
Conosceva
abbastanza bene Gajeel Redfox da sapere che si era fatto una pessima
reputazione: erano stati in classe insieme per due anni di fila e quel lasso di
tempo le era bastato per capire che era meglio stare alla larga da un tipo come
lui.
Sempre imbronciato,
piantagrane, maltrattava tutti in quella scuola, compresi i professori; molti
dicevano che aveva dato perfino origine ad una banda di teppisti, più o meno al
suo stesso livello, chiamata Phantom
Lord.
Il viso di
Levy si trasformò in una maschera d’odio profondo: non era tipo da arrabbiarsi
spesso e mai, mai avrebbe creduto di poter provare un sentimento tanto forte
per una persona!
Con lo
sguardo fisso su di lui, Levy si avvicinò alla sedia sulla quale il ragazzo era
seduto, stese la mano con un gesto rapido e deciso, deglutì e con il tono più
freddo che riuscì a tirar fuori dalla gola, si presentò.
“ Sono Levy
MacGarden, piacere”
Il ragazzo,
in tutta risposta, alzò di poco il sopracciglio con un’espressione che andava dalla
divertita allo scocciata: come poteva pretendere, quello scricciolo, di
incutergli un minimo di paura?!
Tuttavia,
era davvero colpito: un tono del genere era sicuramente di sfida e questo gli
dava un certo piacere; ovviamente quel nanerottolo non avrebbe dovuto
permettersi di parlargli così ma, in fondo, per un esserino come quello che
aveva davanti, doveva ammetterlo, era sicuramente notevole.
Per non
cadere a stupidaggini del genere, il ragazzo rispose con un sonoro grugnito
che, ovviamente, lascio Levy parecchio irritata: come si permette? E io che mi sto sforzando tanto di essere gentile,
che razza di sbruffone! Ah, mi fa venire certi nervi…come darle torto.
Intanto, la scena era seguita da un sempre più
pentito professore che, in cuor suo, pregava che quel momento finisse presto:
era già qualche minuto che aveva deciso, in seguito a tutto il da farsi, di
lasciar stare quest’ assurdo abbinamento. Era fin troppo evidente che Levy non
avrebbe potuto infilare proprio un bel niente in quella zucca vuota, così come
Gajeel non avrebbe mai dato retta ad una piccolina come Levy.
Ah, che disastro, pensava Markarov sospirando.
“ Va bene
ragazzi, le presentazioni sono fatte” disse il professore, tentando di rompere
quel silenzio fin troppo pesante.
“
Allora…ehm…Gajeel, devi sapere che Levy è una studentessa modello, con ottimi
voti e…”
“ Tsk…come
se me ne fregasse qualcosa! Sono qui solo perché mi ci hai trascinato tu
vecchietto!”
“ Bhe,
ecco…” tentò di dire il povero ometto ma, inaspettatamente, fu interrotto
ancora.
“Ah è così?
Allora perché non te ne torni a casa? Non capisco perché continui a venire a
scuola se tanto poi passi le tue giornate a bighellonare!” Levy lo aveva fatto,
gli aveva detto tutto, a modo suo, questo è certo.
“ Che cosa?”
“ T-tu non
fai altro che maltrattare gli studenti e-e i professori…sei…sei solo un
teppista, un grosso e stupido teppista!! Sai quanta gente c’è da menare fuori
dalla scuola? Perché devi farlo proprio qui?…io...” La ragazza si tappò la
bocca all’istante: oh no, cos’ho detto!
Le era
uscito tutto di botto, quasi senza che se potesse rendere conto.
Gajeel la
guardava esterrefatto, in silenzio. Mentre la ragazza stava parlando, si era
alzato in piedi e ora teneva le mani serrate a pugno distese lungo i fianchi,
con la bocca tirata a smorfia e le sguardo puntato verso di lei. Non capiva,
proprio non riusciva a capire come cavolo facesse a parlagli i n quel modo.
Voleva prenderle per caso?
“ Senti un
po’ tu, non so chi ti credi di essere, ma non ho intenzione di stare qui a
farmi fare la predica da un microbo troppo arrogante” dicendo questo, si era
avvicinato alla ragazza e aveva curvato leggermente la schiena, in modo da
poterla guardare dritta negli occhi.
“ I-io non
sono arrogante!!”
“ A me pare
proprio di si. Non so davvero dove l’abbia trovata professore” Disse il
ragazzo, rivolgendo lo sguardo verso il vecchio Markarov.
“ Come
sarebbe a dire? Guarda che eravamo nella stessa classe l’anno scorso e anche
l’anno prima!”
“ Eh?”
alzando di nuovo il sopracciglio, Gajeel tornò in posizione eretta.
“ Incredibile,
non ti ricordi neanche di me!”
“ Per
fortuna direi!”
Levy non ce
la faceva più, aveva superato il limite: non le piaceva pensare male delle
persone, infatti raramente litigava con Lucy o con Natsu o in generale con
qualcuno, ma quella situazione la stava facendo innervosire.
Sbuffando,
con la faccia imbronciata, si girò verso la porta e uscì in corridoi sbattendo
quest’ultima dietro di lei.
Immediatamente,
anche il piccolo professore la raggiunse.
“ Mi
dispiace tanto Levy, è stato un errore proporti un abbinamento del genere. Me
ne sono subito reso conto e adesso sei libera di lasciar perdere tutto, non ti
costringerò ad aiutarlo se non vuoi. Sei un’ottima studentessa e il mio
consiglio, come professore, è di concentrarti sullo studio e…”
“ Lo farò!”
Ormai era
stato interrotto altre due volte per cui non si alterò più di tanto, tutta via
quasi gli venne da svenire.
“ C-come?”
“ Rimango
nel programma tutor, può lasciarmi l’abbinamento! Farò studiare Gajeel Redfox”
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L’ultima
cosa che Gajeel si sarebbe aspettato quella mattina era farsi mettere i piedi
in testa prima dai un vecchio e poi da una mocciosa; quando il piccolo
professore lo aveva trascinato in aula insegnanti, non aveva obbiettato solo
perché aveva decisamente sonno e non avrebbe potuto lamentarsi neanche volendo.
Per quanto riguardava quella ragazza…come si chiamava? Bha, a chi importava!
Comunque, era stata decisamente un fulmine a ciel sereno: non aveva mai
picchiato una ragazza, non era nel suo stile, ma qualcosa nella sua mente aveva
iniziato a dirgli che forse era venuto il momento di cambiare idea.
Con questi
pensieri, il ragazzo si stava avviando verso l’uscita della scuola per tornare
a casa. Arrivato alla fermata dell’autobus dovettero passare dieci minuti buoni
perché si accorgesse di qualcuno vicini a lui: con espressione sorpresa, si
voltò verso destra.
“ ANCORA
TU!!!”
In piedi,
proprio accanto a lui, Levy lo guardava con aria del tutto rassegnata.
“ Ah, sei
davvero ingiusto!”
“ COSA!?”
urlò ancora, lievemente sorpreso.
“ Tu e io
prendiamo lo stesso autobus da quando abbiamo iniziato la scuola superiore”
“ Non è
possibile”
“ E invece
ti dico di si”
“ Non ci
credo”
“ No, dico
sul serio”
“ Me ne
sarei accorto, cavolo!”
“ Sono
problemi tuoi”
“ Che
vorresti dire?”
“ Che io
l’ho fatto!”
“ Cosa?”
“ Me ne sono
accorta?”
“ Di che?”
“ Di te,
no?”
“ Davvero
sono tre anni che prendiamo lo stesso autobus?”
“ Aaaaaah…si!!”
“ E siamo
stati due anni nella stessa classe?”
“ Esatto”
Incredibile,
davvero aveva passato tre anni con quella ragazza nei dintorni? Cazzo, o era
diventato cieco oppure, semplicemente non l’aveva mai notata!
Aspetta un attimo, perché sto qui a
pensare perché noto o meno una persona? Insomma, chi se ne frega!!!
“ Va bhe
lasciamo stare piccoletta”
Levy non
fece in tempo a ribattere che l’autobus era arrivato ed entrambi ci saltarono
dentro: Levy si sedette più o meno sul fondo, mentre Gajeel, quasi a farlo apposta,
esattamente dal’altra parte, in piedi.
C’era qualcosa di strano, di nuovo che,come
una folata di veto, era arrivato all’improvviso nella quotidianità della
ragazza: era vero, Levy prendeva da sempre l’autobus con Gajeel ma, solo
adesso, sentiva crescere dentro di lei l’impulso di guardarlo.
Sapeva che
razza di reputazione aveva, eppure non riusciva a staccargli gli occhi di
dosso: era stata la sua voce a farla impazzire? Oppure quegli occhi cremisi che
si era scoperta addosso? Non lo sapeva, ma, nonostante tutto, era come
schiacciata da un desiderio di conoscerlo, di sapere tutto di lui, di toccarlo,
di sentirlo ridere, di…
Ma cosa mi sta succedendo…io, io lo
odio! Si, io lo detesto: fa male alle persone e prende in giro i miei amici e…e
io lo odio, lo odio, lo odio, lo…odio?
Lo ammiro…strana
parola da pronunciare! Ma Gajeel era tutto ciò che Levy avrebbe sempre voluto essere!
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La giornata
passo abbastanza tranquilla per entrambi: si erano lasciati senza troppe parole
e si erano scambiati i numeri di cellulare nel caso avrebbero dovuto mettersi d’accordo
per studiare. Ovviamente Levy dovette metterci un po’ di tatto nel
chiederglielo sia per i nuovi pensieri che aveva avuto durante il tragitto
verso casa, sia perche Gajeel aveva prontamente risposto con un TE LO SCORDI!
Il giorno
seguente, grazie ad un apposito messaggio quasi minaccioso, Gajeel aveva
chiesto udienza alla ragazza per una questione seccante. Come arrivò, Levy quasi dovette tirarsi un pizzicotto: l’indirizzo
era quello che il ragazzo le aveva inviato, eppure davanti a lei c’era una casa
che non avrebbe mai detto essere lo stile di Gajeel. Era un modernissimo
palazzo a tre piani, con tanto di cortile esterno.
Levy era
estremamente nervosa: era la prima volta che andava a casa di un ragazzo; si, è
vero, era spesso andata da Natsu o da Gray o da Jet, ma era diverso. Loro erano
amici mentre Gajeel…bhe era Gajeel!
Suonò i
campanello e la porta d’ingresso si aprì: varcata la soglia si trovò in un
immenso e luminosissimo atrio, con le pareti bianche come la neve e le scale a chiocciola,
che salivano, erano coperte da un sottile drappo rosso. Le erano subito parse
come quelle dei castelli che venivano spesso descritti nei suoi libri. Non c’era
l’ascensore, ma non le dispiacque percorrere quella magica scalinata.
Arrivata al
terzo piano si trovò davanti una sola porta, suonò al campanello e venne alla
porta una persona che, di primo impatto, non riconobbe.
“
Ga-Gajeel?!”
“ Che
diavolo ti prende adesso? Dai muoviti ad entrare!”
Levy non
fece neanche caso alle sue parole, era concentrata su altro: Gajeel indossava
un paio di jeans lisi e strappati, abbinati ad una maglietta rossa a mezze
maniche; i capelli erano raccolti in una coda disordinata e questo lasciava perfettamente
visibili i piercing che coprivano il suo volto, orecchie comprese.
Dovette trattenersi
dal ridacchiare perché era evidente che quello
non era il solito aspetto di Gajeel come quella non era la casa in cui si era immaginata che il ragazzo
vivesse.
Improvvisamente,
mentre Gajeel cercava il modo di collocarla all’interno dell’appartamento, Levy
si rese conto che c’era un sacco di cose che non sapeva sul conto del ragazzo
che le stava di fronte, un sacco di storie sentite per anni e che ora, in un
secondo, erano state cancellate per sempre.( come il fatto che fosse stato
allevato dai lupi)
E se la
verità su di lui fosse stata diversa da come tutti se l’erano immaginata? E se
il suo carattere volesse solo nascondere qualcosa di più profondo?
Chi era
veramente Gajeel Redfox?