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Autore: dreams96    19/11/2011    1 recensioni
“PERDONAMI”.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ una domenica come tante altre, che si susseguivano senza lasciare la minima traccia di un ricordo da poter raccontare il lunedì in ufficio.
Stufa e annoiata, decisi di uscire; indossai il mio bel cappotto, sistemai un foulard intorno al collo, presi al volo borsa e chiavi e giù per le scale.
Avevo proprio bisogno di camminare, di guardarmi intorno, di sentirmi… perché no, anche strattonata tra la folla.
Per qualche ora non volevo essere l’impiegata precisina, tutta casa e lavoro. Prima di uscire, soffermandomi davanti allo specchio pensai che dopo tutto non avevo l’aria di una che ama vivere tra la polvere e le scartoffie.
Non cercavo avventure, ma cominciavo ad avvertire la necessità di avere qualcuno al mio fianco che si preoccupasse per me e che mi riempisse di coccole. Pensavo a tutto questo, quando uno stridore di freni, accompagnato da un urlo e da un tonfo, mi riportarono alla realtà.
Un uomo giaceva sull’asfalto privo di sensi. Mi avvicinai e con cautela gli misi il mio foulard sotto il capo, gli toccai la fronte e il volto; gli presi una mano e la sentii ghiacciata, come se fosse morto.
La gente, curiosa, cominciava ad accalcarsi. Provai a scuotere l’uomo sempre più forte, finchè vidi le sue palpebre sbattere.
Aprii gli occhi… erano due lame di ghiaccio che penetrarono il mio sguardo incredulo. Una paura assurda mi assalì!
Cercai di alzarmi, ma la sua mano strinse con forza il mio braccio mentre bisbigliava una frase che mi terrorizzò ancora di più.
Riuscii a liberarmi da quella stretta e frastornata più che mai, mi diressi di corsa verso casa. lungo il tragitto nelle mie orecchie rimbombava quella frase: “ SARAI IL MIO SANGUE”!
Giunta sotto casa il tremore della mia mano era così forte, che non riuscivo a infilare la chiave nella serratura, ma non fu necessario, perché il pesante portone si aprì come se fosse telecomandato. Salii velocemente le quattro rampe di scale, il cuore batteva all’impazzata e la testa mi scoppiava.
Sull’uscio di casa ancora una volta mi bloccai terrorizzata.
La porta era socchiusa, pian piano la aprii e… dal soffitto pendevano gatti neri che si divincolavano e miagolavano paurosamente. Cercai l’interruttore, ma non c’era la luce.
Mi guardai intorno sfruttando l’illuminazione della strada e notai che la stanza era ora in perfetto ordine. Non c’erano più gatti, ne miagolii. Pensai di aver avuto un’allucinazione. 
Distrutta, mi lasciai andare sulla poltrona, ma ad un tratto avvertii la presenza di qualcuno nella stanza. Balzai in piedi, ero a due passi dal camino, afferrai l’attizzatoio e cominciai a sventolarlo sperando di colpire chi voleva terrorizzarmi.
Lottai contro l’inverosimile per circa un’ora fino a quando udii un urlo disumano.
La luce si accese e davanti ai miei piedi quegli occhi di ghiaccio mi fissavano e subito dopo comparve una grossa chiazza di sangue, che di lì a poco si trasformò in una parola: “PERDONAMI”.
Subito dopo suonò la sveglia e mi resi conto che avevo fatto un brutto sogno.
  
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