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Autore: Giuu    19/11/2011    3 recensioni
La ragazza guardò la sua combricola. Uno era affetto da disturbo di personalità multipla, uno era un'asociale, l'altro violento, c'era un mercenario un po' pazzo, una "zingara" che leggeva tarocchi, una spia reale, un ragazzino di ghiaccio, uno psicopatico e la sorella del sucessore al trono, che era in realtà una killer professionista.
"Cavolo, mi sembra di essere l'unica normale, qui!"
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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<< Beh, questa è casa mia. >>
Erano arrivati a piedi ad una piccola casa fuori città, con un piccolo giardino sul retro.
<< Non sarà molto, ma almeno è accogliente. >> Ichigo sorrise e aprì la porta. << Sono a casa! >>
All'inizio, ci fu un silenzio tombale. Poi, dopo pochi secondi, due ragazzine arrivarono da due posti diversi: quella dai capelli neri dalle scale, mentre quella con i capelli biondo cenere da una porta vicina all'entrata.
<< Fratellone! >> dissero le due all'unisono, sorridendo.
<< P-pensavo che ti fossi perso... >> quella dai capelli chiari cominciò a piangere, mentre l'altra sbuffò.
<< Smettila di fare la bambina, Yuzu. Però ha ragione, potevi almeno dircelo che non venivi a casa per cena. >> posò lo sguardo prima sul ragazzo, poi su Yume che, silenziosamente, aveva assistito alla scena. << E lei chi è? >>
<< Sono Kiyoku... >> la mano sulla bocca di Ichigo le impedì di parlare. Lo guardò malissimo, progettando almeno venti diversi modi per ucciderlo: insomma, era stata in un manicomio, ma rimaneva comunque una nobile! Perchè non presentarsi a quelle due ragazze?
<< Lei è Yume, una mia collega. >> il ragazzo sorrise, pattando nervosamente la testa di Yume.
<< È un vero piacere conoscervi. >> fece un piccolo inchino - alzando al posto della gonna il camice -, sorridendo. Yuzu ricambiò l'inchino, mentre la ragazzina dai capelli neri la salutò con un "Ciao, io sono Karin" imbarazzato.
<< Volete qualcosa da mangiare? Del riso, magari posso fare della carne o... >> la biondina sventolò il mestolo sorridendo.
<< Una tazza di latte va più che bene. Ce la porti in camera, per favore? >>
<< Certo, certo! >> Yuzu saltellò verso la cucina, sorridendo, mentre Karin squadrò i due, per poi seguire la sorella e borbottare qualcosa su "quella età" che Yume non capì.
<< Andiamo? >> chiese Ichigo, salendo le scale.
<< Arrivo. >> la ragazza lo seguì, sorridendo come una stupida, felice dell'ambiente caloroso che c'era in quella casa.

Appostata sul tetto di una casa vicina, la ragazza dai capelli neri aspettava che le sue prede fossero sole. Guardò nel mirino: la testa della ragazza, dal dietro, era proprio al centro. Solo una piccola pressione sul grilletto e la sua vita si sarebbe spezzata.
Le piaceva poter decidere della vita degli altri. Le sembrava di essere una Dea, in qualche modo.
Stava proprio per tagliare il filo della vita della ragazza quando un gufo molto chiaro attirò la sua attenzione: fra le zampe stringeva una pergamena.
Lo guardò lasciare la pergamena difianco al fucile e poi volare via, ignorandola del tutto. Irritata la aprì e lesse quelle poche parole che la fecero incavolare ancora di più.
"Non usare armi da fuoco, ti faresti sentire da tutti."
Ecco, per l'ennesima volta i suoi piani erano volati via assieme al vento che le scompigliava il mantello. All'inizio aveva pensato di presentarsi come una lontana parente della ragazza, entrare dentro all'ospedale psichiatrico e ucciderla senza pietà. Poi però era arrivato un altro ordine, quello di uccidere anche il ragazzo dai capelli arancioni, un certo Ichigo Kurosaki, nello stesso momento in cui avrebbe ucciso la ragazza.
Chiaramente, il costo del suo servizio era aumentato. Già era elevato di suo a causa delle pochissime informazioni ricevute sulla ragazza di cui non sapeva neanche il nome, ma due persone nello stesso momento era parecchio anche per lei, assassina da almeno cinque anni.
Alzò gli occhi al cielo e stracciò la pergamena, imprecando contro il suo cliente esigente.

Avevano deciso di dormire almeno fino all'alba, prima di partire. Yuzu aveva portato nella stanza di Ichigo del latte, del pane e del formaggio che Yume aveva mangiato molto volentieri.
Lei però, malgrado la comoda quanto corta vestaglia da notte, non riusciva a dormire. Era stranamente difficile dormire in un letto comodo e profumato di dopobarba mentre il suo salvatore, che aveva evitato l'argomento "salvataggio" per tutta la serata, dormiva sul divano.
Si tirò le coperte fin sopra il naso, lasciando scoperti solo gli occhi, e sospirò. Quel ragazzo era stato veramente gentile con lei, ma non aveva i mezzi per ricambiare il grandissimo favore che le aveva fatto. Poi, cosa poteva dargli in cambio?
"Niente. Non puoi dargli niente."
Sospirò e guardò ed esaminò la stanza illuminata dalla luna: c'era la solita scrivania con le pile di fogli ben ordinati, il piccolo armadio e l'enorme finestra da cui filtrava la luce. Semplice, ma comunque molto bella, almeno per la ragazza.
Sbuffando, si alzò dal letto e scesce lentamente le scale di legno, cercando di fare meno rumore possibile, anche se le sembrava di scatenare un terremoto ad ogni passo in quel silenzio tombale. Quando arrivò, finalmente, a destinazione, si sentì sollevata di poter stare, finalmente, ferma.
Ichigo dormiva beatamente sul divano, con un'espressione infastidita dipinta sul volto.
"Forse sta facendo un incubo" pensò la ragazza, avvicinandosi al ragazzo per guardarlo meglio. Era rigido come un palo.
Senza rendersene conto, era a pochissimi centimetri dal viso del ragazzo. Lo scrutava, curiosa, come se fosse stato uno nuovo e strano oggetto con cui giocare. Quando però, senza accorgersene, appoggiò la mano sulla sua guancia, l'altro si svegliò come se una banda avesse cominciato a suonargli davanti. Anche Yume scattò all'indietro, cadendo come una stupida e sbattendo la testa contro il tavolino di legno.
<< O-ohi, stai bene? >>
Sentendosi sollevare da terra dal ragazzo, non potè fare a meno di arrossire. Ringraziò mentalmente Dio, se mai ce ne fosse stato uno, per il buio. << S-si, sto bene. Mi spiace, non era mia intenzione svegliarti. >>
<< Non fa niente, stavo facendo un brutto sogno. >> si sfregò gli occhi e si lasciò cadere sul divano. << Qualcosa non va? >>
<< Non riesco a dormire. >> fu la semplice risposta imbarazzata della ragazza.
Il silenzio calò nella stanza. Yume si stava torturando le dita delle mani, aspettando una risposta concreta, senza però riceverla. Lui, invece, la guardava come se fosse una sconosciuta un po' fuori di testa. Solo dopo qualche secondo sospirò e si alzò, per poi stiracchiarsi.
<< Vieni con me. >> disse, dirigendosi verso le scale.
Lei lo seguì e si ritrovò quasi a impregargli contro quando cominciò a salire le scale facendo un rumore pazzesco. Però lui non disse niente. Era stranamente silenzioso e si muoveva a scatti. Quando arrivarono davanti a una porta di legno colorata di bianco che la ragazza aveva notato solo con la coda dell'occhio quando era salita la prima volta in quella casa, Ichigo si girò verso di lei.
<< Qua ho sicuramente dei vestiti per te. >> aprì la stanza e ci entrò solo dopo aver preso un grande respiro. C'era un grande pianoforte a coda, in mezzo alla stanza, un armadio uguale a quello che c'era nella camera del ragazzo e uno scaffale, con su parecchie foto. Ichigo accese una candela e poi socchiuse la porta.
<< Scusami, non vorrei esserere indelicata, ma... Questa stanza non è stata aperta da un po', vero? >> Yume aveva sentito nell'aria il tipico odore di chiuso appena era entrata.
<< Qui sono racchiuse tutte le cose di mia madre. >> aprì l'armadio, cominciò a frugare fra i vestiti e, prima che la ragazza potesse chiedere altro, continuò << È morta quando avevo sei anni. Di solito veniamo qui quando ci sentiamo... soli. >> si fermò per qualche secondo, poi prese un vestito e lo diede alla ragazza. << Questo dovrebbe andarti bene. >>
<< Mi dispiace... >> la ragazza abbassò lo sguardo. << Non posso prenderlo. Era di tua madre... >>
<< Sarebbe felice di prestartelo. >>
Si lasciò sfuggire un sorriso e prese il vestito. << Ti ringrazio... >> sapeva quanto era delicato l'argomento, così non chiese più niente e si cambiò appena lui uscì dalla stanza.
Il vestito andava bene, forse era un po' lungo, ma era perfetto così. Uscì dalla stanza con un sospiro, notando che anche Ichigo si era messo una camicia e dei pantaloni.
<< Su, andiamo a farci un giro. >>

Erano arrivati a cavallo su una piccola collinetta poco prima dell'alba e si erano stesi a terra. Yume si sentiva già benissimo solo a sentire l'erba solleticarle la pelle, non avrebbe potuto neanche lontamente immaginare cosa volesse fargli vedere il ragazzo.
Quando però il ragazzo le sorrise e guardò il cielo, un sorriso stupido si dipinse sul suo viso. Il sole stava nascendo. Tutto stava prendendo, lentamente, una sfumatura arancione.
Le sembrava indirettamente di essere come quella palla di fuoco che illuminava le giornate di tutti. Dopo un sacco di tempo, era rinata, felice e splendente come non mai.
Si alzò in piedi e chiuse gli occhi, godendosi quel calore sulla pallida pelle. << Non mi sentivo così viva da almeno cinque anni. >>
<< Lo immaginavo. >> disse lui, sorridendo. << Però ora dobbiamo tornare giù, sicuramente Karin si sarà svegliata. >>
<< Sì. >> sorrise e, avvicinandosi poi al cavallo, non si accorse che qualcuno la fissava da dietro un cespuglio.

<< Non mi hai detto dove andremo. >> affermò lei aggrappandosi alla sua schiena per non cadere.
<< Non lo so ancora. >> disse, come se fosse la cosa più normale del mondo.
<< Vorrei passare nel posto in cui abitavo, se possiamo. >>
<< Non è un po' pericoloso? >> domandò Ichigo, girandosi per guardarla.
<< Abitavo sul confine, possiamo benissimo scappare e andare a Las Noches. >>
<< Ma dove cavolo vivevi? Ci credo che poi i tuoi sono stati uccisi. >> subito si pentì di aver parlato, soprattutto perchè la ragazza aumentò la stretta sulle sue spalle. << Scusa, non era mia intenzione... >>
<< Non fa niente. >> sussurrò lei, chiudendo gli occhi. Era vero, molto spesso aveva rischiato di essere derubata da qualche ragazzo poco più grande di lei quando abitava con i suoi genitori, ma si era sempre difesa.
Il ragazzo fermò il cavallo davanti alla casa e Yume scese con qualche problema causato dal vestito. << Aspettami qui, okay? >> scese anche lui e portò il cavallo nella piccola stalla. Si sarebbe mangiato il fegato, pur di ritirare la stupida frase che aveva detto prima. Ma non poteva farci niente, era come se un secondo lui vivesse al suo interno e gli facesse fare cose stupide. Sospirò e accarezzò il frisone, facendosi scappare un sorriso.
Uno sparo lo fece sussultare. Corse immediatamente fuori, senza pensare a niente se non alle sue due sorelline e alla ragazza.
<< Yume! >> urlò, quando arrivò davanti casa. Yuzu e Karin erano sulla porta, scandalizzate, Yume invece aveva un pugnale appoggiato contro la gola.
<< Cosa...?! >>
La ragazzina dai capelli neri e il mantello bianco aveva gli occhi sgranati, e così anche l'altra ragazza.
<< Rukia...? >> sussurrò lei.
 

 

N.d.A:
Buongiornooo~
Come va? <3<3
Lo so, questo capitolo non è molto fico, ma dovevo far approfondire il rapporto fra Ichi-nii e Yume, quindi sembrano molto due fidanzatini.
Perdonate il ritardo, ma non riuscivo a scrivere, mi mancava il tempo e l'ispirazione. DDD:
Beh, allora, chi pensavate che era l'assassina? Vi ho stupiti con Rukia, vero? <3 *lo spera*
Grazie mille alle tre personcine che hanno recensito i vari capitoli. Siete fantastici, davvero. E perdonate gli errori/orrori ortografici. e.e

G. 

  
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