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Autore: manubibi    19/11/2011    4 recensioni
Se Dave potesse guardarsi indietro come con una videocassetta cercherebbe freneticamente il punto della pellicola in cui ha deciso che avrebbe dato una possibilità a Blaine Anderson.
Ovvero, flashfic un po' crack. Mi è stata richiesta e mi ha divertito scriverla, anche se la coppia non è canon e forse non lo sarà mai. Spero vi piaccia :)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se Dave potesse guardarsi indietro come con una videocassetta cercherebbe freneticamente il punto della pellicola in cui ha deciso che avrebbe dato una possibilità a Blaine Anderson. Fisserebbe il fotogramma con uno stupore immenso e spalancherebbe gli occhi, chiedendosi più e più volte come, dal provare attrazione per Kurt Hummel - il ragazzino flamboyantissimo che bastava a rappresentare anche tutti gli eventuali gay repressi del McKinley e che gli aveva fatto scoprire in modi inconsueti l'impervia via dell'omosessualità - sia passato a provarne per il suo ormai ex-ragazzo, il Warbler venuto dalla scuola privata più costosa dei dintorni che aveva monopolizzato in pochissimo tempo l'attenzione ed il gossip furioso al liceo. Figuriamoci, a Lima non c'era mai stato uno scoop più grosso di Blaine e Kurt che finalmente avevano consumato una relazione nata chissà quando, e tutti l'avevano saputo dalla fonte più autorevole possibile. Santana.
Continuerebbe a fissare quella scena del patetico film della sua vita, ricordando a sé stesso che, allora, Blaine era appena rimasto appiedato, siccome Kurt aveva preso la via ancora più impervia dell'infedeltà ed aveva fallito a nascondere un'inaspettata relazione clandestina con Sebastian, che se prima chiamava "prostituta" ora ai suoi occhi era solo Seb. Come cambiano i punti di vista.
Ma Dave non ha un videoregistratore nel cervello e l'unica cosa che vede davanti a sé, nel loro appartamento rintanato fuori da Cleveland, è il viso maturato ed indurito da qualche anno di lavoro duro di Blaine. E ad osservarlo con attenzione si possono riconoscere tutti i problemi e le ansie temporanee dovute alla loro nuova vita, intagliate fra le piccole rughe d'espressione che Anderson cerca disperatamente di coprire da anni con inutili trattamenti estetici.
Si gratta il mento, coperto di uno strato di barba di almeno cinque giorni - da tagliare subito, gli sta dicendo Blaine, altrimenti con me non ci esci - e strabuzza gli occhi, essendosi messo nei panni del se stesso di dieci anni prima e rimanendo incredulo. Gli verrebbe da prendere Blaine per le braccia, scuoterlo ed esclamare qualcosa come: «Blaine, ma noi due stiamo insieme. Da undici anni. Io non ci credo!»
In realtà non sa cosa l'abbia spinto ad innamorarsi illogicamente e stupidamente di un tappo - che è rimasto tale - così, dal nulla, passando dall'odio profondo e geloso allo stupore nel ritrovarsi a pensare che ehi, Blaine non è così male.
Blaine sorride, lasciandogli una pacca sul braccio e passando le mani sul suo petto, lentamente per lisciare le pieghe della camicia. «Dave, mi lasci aggiungere una cosa? Posso?»
Karofsky lo osserva curioso, interrompendo quei pensieri randomici per annuire - non lo stava ascoltando, ha colto solo l'ultima parte ma ha imparato che fingere è essenziale per sopravvivere. «Dimmi.»
Blaine si morde un labbro, trascinandosi dietro l'incertezza e la necessità fisiologica di accontentare il proprio ragazzo (cortese regalo psicologico di Kurt, ovviamente) ed allontanandosi cautamente, come se aspettasse un'esplosione. Infila la testa nel loro piccolo armadio, rovistando fra i vestiti che condividono e spesso sbagliano ad indossare, con risultati esilaranti, e ne emerge tenendo fra il pollice e l'indice un farfallino di raso, agitandolo con un sorriso invitante davanti allo sguardo stupito di David.
«Blaine, quello non è uno dei tuoi papillon, vero?» Chiede retoricamente, alzando un sopracciglio. «Se me lo stai per chiedere, non lo indosserò.»

Dieci minuti dopo Blaine non riesce quasi fisicamente a staccare le dita dal colletto del suo uomo, continuando a lasciare pacchette sulle asole del farfallino blu scuro che spicca nel bianco della camicia. Dave sospira per l'ennesima volta, fissando con astio il suo fidanzato. «Allora? Andiamo?»
Blaine lo guarda, nervoso, abbassando quasi subito lo sguardo. «Sì, sì... Andiamo.»
Dave aggrotta le sopracciglia, fisicamente impossibilitato a soprassedere un'espressione così tesa e forse dolorosa. «Blaine, dimmi.»
Prima che possa ottenere una risposta, Dave la intuisce da solo. Stanno per andare al matrimonio di Sebastian e Kurt. Due più due, col suo diploma con il massimo voto in Calcolo, lo può fare.
«Possiamo restare a casa, se vuoi» Sussurra, cercando i suoi occhi e sospirando. Gli piacerebbe vedere Kurt, e anche Sebastian. Dopotutto è rimasto in rapporti amichevoli con entrambi... Ma non vuole infliggere dispiaceri su Blaine, è una sua caratteristica.
«No, no... Sono riuscito a farti mettere il papillon, non torno indietro» Risponde, alzando gli occhi e sorridendo un po' amaramente. Dave sospira, annuendo e stringendogli piano il braccio. «Okay, andiamo.»
Un'occhiata all'appartamento, accensione dell'allarme e poi fuori dalla porta. E Kurt passerà almeno mezz'ora a rimproverare Dave per essersi messo quel farfallino non l'altro. Blaine non vede l'ora.

   
 
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