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Autore: Shadowolf    19/11/2011    3 recensioni
Film: The Avengers
Pairing: Steve Rogers/Tony Stark
Tony Stark sospirò e si passò una mano tra i capelli, abbandonando la testa contro il cuscino e chiudendo gli occhi, sentendosi tutto d’un colpo più vecchio di almeno vent’anni, e sorprendendosi a desiderare una vita più semplice.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La vecchia pellicola 8 mm era finita e adesso la bobina continuava a girare a vuoto, ma lui continuava a star lì, accoccolato sulla poltrona, a fissare la parete bianca di fronte a sé, come in trance. Non sapeva perché fosse andato a riprendere quei filmati proprio in quel momento, ma erano ormai due settimane da quando si stava sorprendendo a pensarci di tanto in tanto e quel pomeriggio, dopo l’ennesima, estenuante riunione del neonato team, aveva finalmente ceduto alla tentazione di rivedersi l’intero materiale lasciatogli da Nick Fury più di un anno prima.
Tony Stark sospirò e si passò una mano tra i capelli, abbandonando la testa contro il cuscino e chiudendo gli occhi, sentendosi tutto d’un colpo più vecchio di almeno vent’anni, e sorprendendosi a desiderare una vita più semplice, più normale. Non da multimiliardario, genio, playboy, supereroe. Non da figlio destinato già da piccolo a grandi cose. Per un attimo soltanto, si ritrovò ad immaginarsi impegnato in una relazione seria, con delle prospettive future, magari dei bambini. Una modesta casa in campagna, un cane, un caminetto acceso d’inverno. Tranquillità.
Ma quel momento durò assai poco, subito sostituito da una rabbia sorda e tenuta troppo tempo nascosta.
‹‹ Non era così che doveva andare, vero papà? Sarebbe stato troppo semplice. Non all’altezza delle tue fottute aspettative. No... Dovevo per forza far parte di tutto questo... casino senza capo né coda. ›› sibilò tra sé, tirando un pugno contro il bracciolo e sentendosi ancora più incazzato. Se con sé stesso o con suo padre o con qualcun altro, non avrebbe saputo dirlo con certezza. Ma odiava sapere di non avere il controllo della situazione nelle proprie mani, e da quando tutta quella storia era cominciata sempre più spesso si rendeva conto di non riuscirne a cavare un ragno dal buco.
Imprecò ancora e un altro pugno andò ad infrangersi sul povero bracciolo, e probabilmente fu quel rumore un po’ sordo e ovattato a mascherare l’aprirsi e il successivo richiudersi della porta alle sue spalle. O semplicemente l’uomo che si era appena intrufolato nella stanza era bravo abbastanza da non farsene accorgere.
Fatto sta che quando Tony udì una voce inaspettata risuonare tra le quattro mura non poté fare a meno di rimanerne sorpreso, sobbalzando appena e irretendosi ancora di più, se possibile.
‹‹ Your father was a good man, Stark. ››
‹‹ Maybe I’m wrong, but a closed door has always had the same meaning, even in the ‘40s, Captain. ››
‹‹ I guess so... I was looking for the training room, actually. ››
‹‹ It’s not here, as you can see. ››
‹‹ I’m not blind. ››
Lo vide sedersi sul divano con la coda degli occhi, e lasciò andare un sospiro stizzito, muovendo una mano a mezz’aria come in segno di menefreghismo e continuando a fissare la parete bianca di fronte a sé. Avrebbe continuato ad ignorarlo, sperando che si stancasse presto e lo lasciasse in pace, che era tutto ciò che voleva. Non una lite, non uno “scambio appassionato e amorevole di opinioni”, come Coulson si divertiva a chiamare i loro battibecchi. Ma gli apparve subito evidente che l’altro non avrebbe ceduto tanto facilmente, perché dopo dieci minuti era ancora lì, immobile, e sembrava non avere alcuna intenzione di ricominciare a parlare. Così lui pensò bene di prendere l’iniziativa, per toglierselo definitivamente davanti.
‹‹ Okay, tell me, what you want? ››
Ripensnadoci più tardi, si riconobbe fortunato che Steve Rogers non fosse uno stronzo come lui. Perché ad una domanda del genere avrebbe potuto rispondere le cose peggiori immaginabili. Cosa che senza dubbio alcuno avrebbe fatto lui a ruoli invertiti.
Ma il Capitano si limitò a scrollare leggermente le spalle e sorridergli un pochino, poggiando il suo sguardo intenso sul suo volto, e rimanendo in attesa di una risposta che lo soddisfacesse.
‹‹ Nothing. Just wanted to tell you... there’s no need to be like this. I know what you’ve being through, and… I know it’s not easy. ››
‹‹ No you don’t. You can’t. Nobody can. You… You don’t wake up in the morning, knowing if you just stop a moment thinking about it, you realize… nothing will ever be enough. You’re a… super soldier, failure ain’t an option for you. ››
Perché gli stava dicendo quelle cose? A malapena riusciva a sopportarlo, così educato e a modo com’era, sempre rispettoso verso gli altri. Così perfetto. Eppure, in qualche modo contorto che con ogni probabilità non sarebbe mai riuscito a spiegarsi, in quel momento sentiva di potersi fidare di lui, senza correre il rischio di essere deriso.
‹‹ For you either, isn’t so? ››
‹‹ Yeah. But I didn’t choose it, never really had a chance to. My dad… he already had everything planned on. I was just a part of his big project, that’s all. Nothing special, just one among the others. Not even the first. ››
Si zittì di colpo, abbandonandosi contro il cuscino e passandosi una mano sul volto, sospirando ancora e immergendosi nuovamente nei propri pensieri, apparentemente dimentico dell’uomo a pochi passi da sé. Venne quindi colto di sorpresa una seconda volta quando la mano di quest’ultimo si poggiò sulla sua spalla, accompagnata dall’ombra di un sorriso che, in qualche misterioso modo riuscì vagamente nell’impresa di farlo sentire sollevato, anche se solo in minima parte. Ma era un inizio, e un qualcosa che molto raramente qualcuno era stato capace di fare, prima di allora.
‹‹ I... knew your father, Anthony. We were on the same... team, you could call it that. He really… cared about the people he worked with, and… I could never believe he’d be any different to you, his own son. Sure, he had his own… ways to appreciate and love them, but… he’s always been honest. So, believe me when I tell you… he loved you. ››
Tony si girò verso di lui e fissò per qualche istante i suoi occhi in quelli dell’altro, cercando di decifrarne il colore esatto, e scoprendoli sinceri, tanto che per qualche brevissima frazione di secondo si vergognò per il modo in cui aveva trattato l’altro fino a quel momento. Sospirò piano e annuì a malapena, non distogliendo lo sguardo da lui, serbando inconsciamente la speranza che gli comunicassero di più, senza il bisogno di parlare.
Ma in quello stesso silenzio realizzò molto presto che i suoi pensieri stavano cominciando a vagare in maniera disordinata e senza un valido motivo, e si disse che era un esercizio pericoloso, che avrebbe fatto meglio a smettere, se voleva mantenere quel poco di equilibrio mentale che gli rimaneva. Così si obbligò a guardare altrove, concedendo tuttavia al Capitano l’accenno leggero di un sorriso, accompagnato da una parola che in pochissimi avevano avuto il privilegio di udire pronunciata dalle labbra di Tony Stark.
‹‹ Thank you. ›› sussurrò a mezza voce, poggiandogli una mano sul ginocchio solo per qualche breve attimo, prima di alzarsi e guadagnare l’uscita in pochi restii e lenti passi. Aprì la porta e stava per imboccare il corridoio quando all’improvviso si fermò, tornò sui propri passi e si riaffacciò sull’uscio, facendo capolino con la testa e chiamando il Capitano, il tono lievemente più rilassato e il sorriso ancora al suo posto.
‹‹ Hey, Steve. It’s Tony to the friends of mine. ››




AUTHOR'S CORNER: Tutto ha avuto origine da questa bellissima immagine che ho trovato su Tumblr, e che mi ha dato l'idea per questa fic. Inizialmente doveva essere una flash incentrata sul "rapporto" tra Tony e suo padre nel movie!verse, però poi ho giustamente pensato di inserirci anche Steve, e da lì la situazione è degenerata, al solito. Ultimo ringraziamento va ai Coldplay, che per la seconda volta oggi mi hanno fatto risparmiare un'ora di tempo alla ricerca di un titolo, fornendomene uno con la loro canzone omonima. Enjoy!

   
 
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