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Autore: Lady Aquaria    20/11/2011    4 recensioni
"...Tu sei il grande e magnanimo Saga dei Gemelli. Sei un Saint buono, gentile e caritatevole, amato e rispettato da tutti come un Dio. Ma la verità, io, la conosco. Tu fingi di essere perfetto: ti sei cucito addosso la parte del Saint senza macchia, perché vuoi essere nominato Grande Sacerdote. Ma è solo una maschera, sai? Non senti il marcio, dentro di te, nella parte più profonda del tuo essere?"
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Saga e Kanon appartengono a Masami Kurumada, e questa fic NON è scritta a scopo di lucro.

Vale^^

 

La Coscienza è la peggior Condanna.

 

Il tamburellare impazzito del cuore nel suo petto, e i suoi respiri frammentati erano le uniche cose che Saga percepiva, in quel momento, in quella stanza.

"Una bambina!"mormorò, la voce rotta."È solo una bambina! "

Arretrò di un passo, scostando la sua mano da sé, in un gesto di stizza, allontanandosi  e guardandolo con un misto tra incredulità e -che Athena lo perdonasse- raccapriccio.

Non poteva crederci. Non doveva crederci.

Suo fratello, sangue del suo sangue…aveva davvero…?

No.

No!!

Scosse la testa, come a scacciare quelle parole, cercando di dissiparle come nebbia.

"Va bene. Forse ho capito male…"gli concesse."…sono stanco, e le mie orecchie mi hanno giocato un brutto scherzo. Vattene, farò finta di non aver sentito."

Ovviamente, l'altro non era intenzionato a cedere.

"Saga. Sai che sono serio."

Assestò un pugno contro il muro -per non doverlo assestare sulla sua faccia- e serrò gli occhi.

"Non una parola, non osare pronunciare un'altra parola!"

"Non fare così. In fondo so che lo vuoi anche tu."insinuò Kanon, rimanendo fermo accanto alla porta, guardingo.

Nessuno sapeva della sua esistenza, al Santuario. Era l'ombra di Saga, e, per la buona riuscita del suo piano, nessuno doveva scoprire la sua esistenza."Tu non sei diverso da me, anzi. La tua bontà è falsa, fratello. Tu fingi di essere buono e perfetto, ma so che io e te siamo uguali."

Il sorriso amaro che gli sorse sulle labbra fu del tutto involontario.

"Ti piacerebbe, essere come me."disse Saga, fiero, scostandosi dal muro e guardandolo, gli occhi ridotti a due fessure."Tu sei solo un demone assetato di sangue e follia."

Kanon lo raggiunse, iniziando a girargli intorno come un predatore che, fiutata la paura della sua preda, la intimidiva per ottenere la sua resa.

Scoppiò a ridergli in faccia, guadagnandosi un'occhiata delle peggiori.

"Oh, già. Dimenticavo. Tu sei il grande e magnanimo Saga dei Gemelli. Sei un Saint buono, gentile e caritatevole, amato e rispettato da tutti come un Dio."lo schernì."Sei l'uomo che le madri additano come esempio, per i loro figli, e quello che ogni padre vorrebbe come genero…"

"…smettila."

"Ma la verità, io, la conosco. Tu fingi di essere perfetto: ti sei cucito addosso la parte del Saint senza macchia, perché vuoi essere nominato Grande Sacerdote. Ma è solo una maschera, sai? Non senti il marcio, dentro di te, nella parte più profonda del tuo essere?"chiese Kanon."Io la sento. La percepisco."

Lo fulminò con lo sguardo, mentre sentiva qualcosa, in quella parte appena nominata da Kanon, incrinarsi.

"Io non sono come te."sibilò, rabbioso.

Non era mai stato così, Kanon.

Era stato un ragazzo come lui, come tanti altri -no, si corresse. Come tanti altri ragazzi della loro stessa compagine- come tanti altri ragazzi, accomunati dal loro stesso destino.

Era come lui. Che cosa l'aveva fatto cambiare a tal punto?

"Uccidiamola."riprese Kanon, intenzionato a non mollare l'osso.

Le parole gli morirono in gola, lì dov'erano nate.

"Ma è una neonata!"ripeté per l'ennesima volta, ripensando alla piccola che dormiva nella sua culla.

Una creaturina indifesa e impotente.

Kanon proruppe nel suo ghigno sadico, prima di poggiare i palmi sul tavolo, sporgendosi verso di lui e puntando le iridi in quelle identiche del gemello.

"Tu non capisci, fratello. Possiamo davvero conquistare il mondo, tutti ci obbedirebbero, saremmo osannati come dèi!"

Si tappò le orecchie, incapace di sentire ancora.

"Stai delirando!"gli gridò contro, inorridito.

Aveva organizzato proprio un bel piano, Kanon. Uccidere la bambina e il Grande Sacerdote con lei, e prendere possesso del Santuario e, con calma, del mondo.

"Pensa a cosa potremo fare. Governeremo il mondo, saremo temuti e rispettati! Uccidiamo-la-bambina."scandì, mortalmente calmo."Uccidiamo lei, e il Grande Sacerdote, e Aiolos."

Ecco che cosa preoccupava Saga.

Suo fratello era lucido. Ragionava come un uomo nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, non c'era traccia di follia in lui -avrebbe avuto un'attenuante con cui difenderlo, almeno-, solo una logica terrificante. Parlava di omicidi, e stragi -perché era quello, che gli aveva appena proposto- come se gli stesse proponendo una gitarella fuori porta, come se fosse stata una cosa di poco conto.

Uccidere la piccola Athena.

Uccidere il Grande Sacerdote.

Uccidere Aiolos, un fratello, più che un amico.

"SEI UN FOLLE!"esplose furibondo, spintonandolo."Persone come te non dovrebbero nemmeno esistere, su questa Terra!"

"Eliminare tre problemi, per governare il mondo….ti sembra follia?"

Non era quello che desiderava fare, diventando Grande Sacerdote. Non voleva governare il mondo, voleva solo assicurare la Pace; e suo fratello, ora, gli chiedeva di compiere una strage in favore dei suoi sogni di gloria.

Non aggiunse nulla, non parlò. Espanse il cosmo, l'afferrò per un braccio e iniziò a trascinarlo con sé.

"Non posso tollerare una parola di più, non posso far finta di non aver sentito. Mi dispiace, Kanon, dovrò imprigionarti, perché la libertà non si addice a un cospiratore."

L'avrebbe imprigionato, non c'era altra soluzione, anche se qualcosa, nel profondo, si spezzava.

Convinto com'era che il fratello stesse bluffando, cercando solo di spaventarlo come si faceva con i bambini discoli, Kanon si lasciò trascinare, e rise, quando Saga lo spinse nell'antro sotto il tempio di Poseidone.

Capo Sounio era il luogo dove venivano gettati i traditori; un luogo dimenticato da Athena, dove era il mare a farla da padrone.

Poteva essere clemente con la bassa marea e concedere un attimo di respiro, o poteva essere crudele, e sopraffarti con i cavalloni quasi improvvisi dell'alta marea.

Un luogo di morte dal quale nessuno era mai uscito vivo, nessuno era mai tornato indietro per raccontare le proprie esperienze.

Kanon seguì con le dita dei segni lasciati sulle pareti della grotta, corrugando la fronte.

"Segni di unghie."commentò, voltandosi a sinistra, e incontrando le sbarre, anzichè Saga."SAGA!"

Era già lontano, il vigliacco. Aveva richiuso le sbarre mentre era voltato, a tradimento, e si stava allontanando, come nulla fosse.

"NON TENERE IMPRIGIONATO IL SANGUE DEL TUO SANGUE!"gli gridò.

Si voltò appena, guardando Kanon che, aggrappato alle sbarre, le strattonava come un animale in gabbia.

"Mi dispiace, Kanon. Pentiti, non puoi fare altro. Solo il pentimento potrà salvarti, io non posso far più nulla per te. Non più."mormorò, voltandogli le spalle, mentre Kanon blaterava di tradimenti, maledizioni…farai proprio quello che più temi di fare. Priverai della vita Athena, priverai della vita una neonata in fasce!

"Lo faccio per te."rispose, riprendendo a camminare.

"Per me??"rise, cinico."Sì fuggi pure, fuggi da te stesso ma non cercare rifugio nei sentimenti! Sarai sopraffatto dal rimorso, non ti salverai più dalla tua coscienza!"

*

 

Dal Santuario era impossibile intravedere il promontorio ove sorgeva la prigione, ma guardando verso est, Saga sapeva che era .

"Tu non capisci. Possiamo conquistare il mondo, tutti ci obbedirebbero, saremmo osannati come dèi! Uccidiamo la bambina."

Aveva fatto bene a imprigionare Kanon, era un cospiratore, e un traditore, e meritava una punizione come chiunque altro che, nel corso dei secoli, aveva provato a tradire la Dea.

Ma quella stessa coscienza, quella che aveva menzionato Kanon quel pomeriggio, ora lo stava logorando.

Chi era il traditore, adesso? Chi aveva tradito uno dei legami più sacri che esistevano al mondo, il legame di sangue con il suo gemello?

Con un gesto stizzito mandò all'aria il tavolo, mentre i sensi di colpa per l'empietà commessa contro il fratello lo dilaniavano.

"Sarò condannato."mormorò."Sarò condannato."

 

***

 

Lady Aquaria's corner:

Piccola postilla: ho rielaborato un punto chiave dell'anime, cercando di soffermarmi di più sui sentimenti che Saga prova per il fratello. Nell'anime vediamo solo l'amarezza che Saga prova, nel constatare ciò che Kanon gli propone, e vediamo quest'ultimo giusto il tempo necessario per essere sbattuto in prigione e maledire il gemello.

Ripeto: è un mio personale punto di vista, perciò, non iniziate a sparare a zero e maledirmi perché "nell'anime non è successo tutto questo!" io vi ho avvisato.

-"Mi dispiace, Kanon, dovrò imprigionarti, perché la libertà non si addice a un cospiratore." e  "Non tenere imprigionato il sangue del tuo sangue! (…) farai proprio quello che più temi di fare. Priverai della vita Athena, priverai della vita una neonata in fasce!"sono frasi prese pari pari dall'episodio dove Kanon maledice Saga; il resto dei dialoghi l'ho riscritto io.

Okay?

Poi….l'ultima frase, quella di Saga.

È un mio personale punto di vista, sia ben chiaro.

Si sente condannato per aver imprigionato il fratello, prova rimorso, ecco perché la frase. Tutto qui.

(ma che diamine sta dicendo questa?? O_o nd Saga

E io che ne so?? *lancia un Galaxian Explosion alla Vale* nd Kanon)

..and…last, but not least: non ho messo l'avvertimento OOC; ritengo che sia Saga che Kanon siano perfettamente IC: va bè. Kanon, serie di Hades a parte, è un essere presentato come privo di scrupoli, così come io l'ho visto e descritto. Saga, invece, pur essendo un gold saint e agendo per la giustizia, sente comunque i rimorsi per aver imprigionato il gemello. Io son certa che li provi, ecco.

Detto ciò, enjoy it. :)

Vale^^

Lady Aquaria

   
 
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