Ed ecco a voi il primo capitolo di questa raccolta! Mi scuso con tutti per l'idea assurda che mi è venuta stamattina, ma avevo bisogno di scriverla. 
Vi assicuro che la mia compagna di scleri sui Take That / lettura e scrittura di fan fiction è di gran lunga più brava e fantasiosa di me e saprà certamente accontentarvi!
Ogni commento è ben accetto!
Spero di riuscire a pubblicare qualcos'altro il più presto possibile.
Un grande abbraccio,

Amy


Creare Donna.
 
Jason, seduto al piccolo tavolo apparecchiato per tre a casa dei suoi, stava fissando da due minuti buoni un libro sullo scaffale che si trovava giusto di fronte a lui, di fianco alla porta della cucina da cui sua madre stava uscendo portando un grande pollo arrosto. Sebbene il suo stomaco gli stesse dicendo da un paio d’ore che sarebbe stato meglio riempirlo con qualcosa, prima che interrompesse poco educatamente la conversazione con suo padre, Jason non riusciva a staccare gli occhi da quei caratteri rosa stampati sul bianco ingiallito del dorso del vecchio libro.
 
Creare Donna.
 
Sì, ce lo vedeva proprio. Che lo aspettava a casa, seduto sul divano, mentre cercava di capire come si lavora a maglia. Magari stava anche indossando un grembiule, magari un bel grembiule con le rose ricamate, come quello di sua nonna. Aveva qualcosa che ricordava una vecchia nonnina, in effetti. E poi gli avrebbe schioccato un bel bacio sulla guancia e lo avrebbe fatto accomodare a tavola, mentre sfornava il pollo arrosto…
 
“Jason! Insomma, dobbiamo attendere ancora molto per sapere che parte desideri mangiare?” La voce di sua madre lo portò lentamente alla realtà.
“Sì, mamma, scusa, ero assorto.” Rispose, cercando di nascondere un mezzo sorriso con scarsi risultati e indicando distrattamente una parte del povero animale.
“L’ho sempre detto che state lavorando troppo. Ci sono settimane in cui non trovate nemmeno tempo per voi stessi … Essere una pop star non significa avere la vita facile!” Asserì la donna mentre tagliava una coscia e la poggiava sul piatto del figlio.
“Be’, ma noi ci divertiamo, senza contare che il tornaconto ne vale sicuramente la pena.” E non si riferiva solamente alle palate di soldi che guadagnavano ogni giorno che passava.
“Sì, certo… intanto non ci hai ancora presentato nessuna donna.” Ribatté ancora divertita.
Suo padre rise fragorosamente, per poi reggere il gioco alla moglie.
“Tua madre ha ragione. Hai intenzione di farci aspettare ancora molto?”
“Ho quarant’anni, riesco a pensare da solo alla mia vita… E nessuno ha mai detto che io ci stia pensando da solo.” Guardò per qualche secondo le espressioni stupite dei suoi genitori, prima di scoppiare a ridere.
“Scherzo! Stavo solo scherzando…” Appoggiò la fronte contro il palmo della mano e rise ancora più forte.
 
No, Howard non era decisamente il tipo che sarebbe riuscito a lavorare a maglia.