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Autore: Red S i n n e r    20/11/2011    4 recensioni
Adesso Castiel sapeva tante cose, ma non riusciva a dirne solo una.
Castiel/Dean; Castiel centric.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I take a mental pictures of you, tonight.

 

 

 

Castiel non aveva mai fatto tante cose nella sua vita- esistenza.

Non aveva mai pensato, ed è assurdo dirlo, ma davvero, non aveva mai avuto l’obbligo di pensare, c’era sempre suo padre a decidere, a pensare per tutti e nella Sua splendente onniscienza non c’era davvero nulla che potesse sbagliare, che potesse fraintendere. Dio era tutto, era frammentato nel mondo e non avrebbe mai potuto fraintendere qualcosa che Lui stesso aveva creato.

Nella sua esistenza Castiel non aveva mai avuto freddo, né paura, non aveva mai sentito dolore ma solo un amore, un amore bellissimo e puro che andava aldilà di ogni concetto umano, aldilà di ogni mera dimostrazione d’affetto umana.

Castiel aveva provato solo amore, ma non c’era mai stata null’altra emozione, nemmeno un briciolo di dolore per poter apprezzare tutto quell’amore, per poterlo circoscrivere, per poterlo desiderare ancora una volta di più.

Castiel non aveva mai realmente sentito qualcosa, e non sarebbe stato un problema se non avesse iniziato a sentire la mancanza di quel qualcosa.

Aveva iniziato a guardare le vite degli umani in un tempo imprecisato, e aveva capito che il tempo per lui così infinito e scontato era effimero per gli uomini, allora si era chiesto perché – perché dar loro vite così brevi? Li aveva visti soffrire, morire, piangere e li aveva visti amare, sorridere e provare una gamma così vasta di emozioni che lo sopraffacevano. Aveva capito che forse, forse, vivevano così poco perché provavano così tanto, forse le emozioni corrodevano, non sapeva dirlo.

 

Castiel conosceva solo la bellezza pura della creazione divina, e non aveva mai visto nient’altro che potesse definire così bello, così puro, così perfetto. Ma la perfezione è anche fredda, razionale, la perfezione è luce divina destinata a tutti e piena d’amore, ma è solo un flusso di calore, solo un collegamento tra gli angeli e loro padre. Non era un abbraccio, era un richiamo.

Non era vibrante d’emozione, non era struggente.

 

Per la prima volta nella sua vita Castiel pensò che qualcosa fosse bello, anzi, bellissimo, e non era la luce pura e meravigliosa di suo Padre – eppure così distante – ma l’anima di un uomo tra le fiamme del suo inferno personale.

C’era tutto quello che gli era sempre mancato, in quell’anima, c’era tutto l’amore e tutto il dolore con cui circoscriverlo.

 C’era rabbia e senso di colpa, c’era il desiderio struggente di rimanere lì a subire tutto quel dolore e soprattutto -  soprattutto - c’era stato l’abbraccio quando alla fine si era arreso, e fu la prima e ultima volta che Castiel  vide Dean Winchester arrendersi.

*

Adesso Castiel si trovava in un corpo umano, e doveva fare i conti con quanto fosse stretto e scomodo per contenere tutta la sua Grazia.

Adesso Castiel era in piedi vicino al letto di Dean, e aveva gli occhi puntati su quel lembo di pelle bruciata che portava la sua impronta. Un segno che non aveva potuto far a meno di imporgli perché era così bello, così bello e luminoso che Castiel voleva reclamarlo per sé, e non gli bastava aver risanato la sua pelle e i suoi muscoli, la sua vita per interno con la sua Grazia, voleva un legame con lui e ne voleva sempre di più.

Si era riscoperto egoista e non riusciva a capire quando fosse iniziato.

Si avvicinò a lui senza far rumore, anche se non lo avrebbe svegliato comunque, e accarezzò con la punta dei suoi polpastrelli quell’impronta semi nascosta dalla manica della corta maglietta.

Vide le sue palpebre agitarsi, sotto il movimento più veloce delle sue iridi e lo sentì emettere un respiro soddisfatto, quando Castiel lo spinse leggermente in un sonno più profondo evitandogli incubi e dolorosi ricordi.

L’aveva marchiato nell’anima, lo desiderava così tanto che era quasi un dolore fisico, lo trovava così bello che anche la luce pura e divina passava in secondo piano, con tutta la sua fredda distanza e algida perfezione. Dean era più vicino, lo era sempre stato, era calore e la sua anima brillava così tanto, così tanto.

Chiuse gli occhi e sospirò appena, una cosa che aveva visto fare agli umani più volte, perché aveva trovato quello che andava cercando, ma non avrebbe potuto… i doveri… suo Padre…  Se Dean l’avesse sentito probabilmente avrebbe detto “’fanculo tutto!” oppure qualcosa di offensivo nei confronti di suo Padre e Castiel piegò le labbra in un sorriso appena accennato e un po’ rassegnato.

Lo guardò di nuovo – forse non aveva mai smesso – guardò il suo viso calmo e tranquillo, i suoi tratti rilassati e cercò di ricordarsi quell’immagine rubata per portarla con sé. A Dean sicuramente non sarebbe piaciuta una cosa del genere, l’avrebbe definita “melensa”, “sdolcinata”, “roba per ragazzine frustrate”.

Castiel lo sapeva perché lo conosceva, lo conosceva in ogni suo frammento, conosceva ogni cellula del suo corpo in un legame così profondo che imbarazzava Dean. 

 

Adesso Castiel sapeva tante cose, ma non riusciva a dirne solo una.

 

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E' la prima volta che scrivo Destiel e l'ho fatto in un modo scemo e un po' (un po' tanto) banale, ma se non l'avessi pubblicata ci sarei rimasta stupidamente male. D:

Ohh, quanto amo il Destiel, quanto amo Castiel! Castiel che spunterà fuori al più presto nella settima serie, perché no, no e poi no, lui non è morto e sta facendo qualcosa di... importante, ecco! çAç

Grazie per aver letto,

Red.

   
 
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