Erano
seduti nella sala d’attesa.
Tutto
intorno a loro puzzava di alcol e disinfettante, ma purtroppo non
avevano
potuto fare altrimenti.
La
sua ginecologa quel giorno era di turno all’ospedale e fra il lavoro di
lei e
di lui, non avevano potuto avere un appuntamento al suo studio privato.
Ma
non aveva importanza.
L’unica
cosa che le importava era quell’esserino che le cresceva nella pancia e
che da
un mesetto aveva iniziato a scalciare.
Aveva
letto tantissimi libri e in più lui, l’uomo che amava, era con lei.
Avrebbero
potuto scoprire il sesso del bambino due mesi prima, ma era stato
trattenuto a
lavoro, e lei voleva che fosse presente.
Era
un momento importante, e non importava che non si vedesse quasi nulla
da
un’ecografia, ma voleva che lui ci fosse sempre.
Attendevano
da ormai una mezz’ora, purtroppo se ci sono emergenze la ginecologa di
turno
dev’essere reperibile.
Si
accarezzava il pancione, ormai in evidente stato di crescita essendo
già al
sesto mese.
Aveva
letto che già in quei mesi il feto è molto attivo, dorme e si sveglia,
e quando
la madre è in movimento si nutre e si riposa, mentre quando la madre è
tranquilla o a riposo, allora si agita e muove, dato che non ha stimoli
esterni.
Il
suo bambino o bambina, faceva questo da ormai un mese.
Sentiva
i primi calci, e ogni volta che lo sentiva muoversi, sapeva che quel
feto
sarebbe diventato un bambino, una persona, fatta di carne e ossa, che
respirava.
E
lei con il suo grande amore, gli avevano donato la vita.
Spesso
si chiedeva se con il suo lavoro e con gli orari impossibili sarebbe riuscita ad essere una buona madre, presente
per il suo bambino.
Ma
poi si voltava e l’uomo di fronte a lei le sorrideva rassicurante, come
se già
sapesse a cosa stesse pensando.
A quel punto si ricordava che insieme avevano
formato una famiglia.
Che avevano creato una vita.
Un
calcio la fece respirare profondamente.
Lui
o lei era forte.
Beh
se avesse avuto la stessa determinazione della madre allora potevano
assicurarsi un piccolo bebè testardo e orgoglioso che desiderava solo
essere
indipendente.
Sorrise
a quel pensiero.
Un
altro calcio, questa volta più forte.
-“Tutto
bene?”- chiese l’uomo di fianco a lei.
-“Um...
si si... oggi è un po’ irrequieto.”- disse continuando a fare su e giù
con la
mano, accarezzando dolcemente il pancione.
-“O
irrequieta.”- disse sorridendo.
-“Vorresti
davvero una femminuccia vero?!”- chiese anche lei donandogli un
meraviglioso
sorriso.
-“Si.”-
ammise senza mezzi termini. –“Anche se poi sarei in minoranza numerica.
Ma ciò
che davvero mi importa è che sia madre che figlio o figlia, stiano bene
e in
buona salute. Se poi è un maschietto… beh continuerà la generazione!”-
disse.
Scosse
la testa sorridendo, muovendo i suoi capelli castani.
Si
avvicinò a lui e premette le sue labbra sulle sue.
Un
bacio semplice, senza pretese.
Erano
lì, sposati da poco più di un anno e ora lei era incinta di sei mesi.
Cosa
ci poteva essere di più bello nella vita?
La
porta si aprì e la ginecologa li fece accomodare.
-“Allora
signora Beckett, come andiamo?”- chiese cortese.
-“Bene…
credo. Si muove e tira calci.”- disse sorridendo.
La
ginecologa sorrise.
-“E’
tutto nella norma che inizi a tirare calci. Ora si prepari e si stenda
sul
lettino.”-
Quando
fu pronta si sistemò e prese la mano del suo uomo, intrecciando le loro
dita.
-“Allora,
avvertirà un po’ di freddo.”- disse la ginecologa passandole il gel
sulla
pancia.
Dal
monitor si avvertì subito il battito forte e regolare del bambino.
La
ginecologa stette qualche secondo in silenzio e poi disse:
-“Tutto
bene. Il bimbo cresce, aumenta di peso e il cuore si rafforza ogni
giorno di
più. Tutto procede per il meglio.”- disse la ginecologa piuttosto
soddisfatta.
Si
strinsero di più la mano felici che la gravidanza procedesse bene.
-“Dottoressa,
vorremmo sapere se è un maschio o una femmina.”- disse la donna.
-“Certo.
Allora… vediamo un po’.”- rispose gentile la dottoressa continuando
l’ecografia.
Ci
vollero più di 5 minuti, poiché il bimbo si nascondeva, ma poi si girò
e a quel
punto la dottoressa poté vedere chiaramente.
-“E’
una bella bambina. Congratulazioni!”- disse sorridendo.
Gli
occhi di entrambi brillarono.
Volevano
entrambi una bambina, ma anche se fosse stato un maschio sarebbe andato
bene,
poiché quello a cui stavano assistendo era il miracolo della vita.
Ringraziarono
e fissarono un altro appuntamento.
Uscì
dallo studio con ancora l’ecografia in mano.
Non
era la prima, ma era quella con cui avevano scoperto che aspettavano
una
bambina.
Una
piccoletta che, ne erano sicuri, sarebbe diventata una donna stupenda,
forte e straordinaria.
Le
diede un bacio sulla guancia.
-“Ora
è tempo di decidere il nome. Come si chiamerà?”- chiese l’uomo.
Lei
si voltò.
-“Si chiamerà Kate. Katherine Beckett.”- disse Johanna sorridendo come non mai mentre fissava Jim Beckett, l’amore della sua vita, negli occhi.
ANGOLO MIO: Uh Gesù, io che pubblico due giorni di seguito??! domani nevica!!! U_U
bon che dirvi?! questa cosa è nata oggi pomeriggio!.... e visto che si parla sempre di 'futuri' bimbi di Castle e Beckett ho pensato ad un diverso punto di vista... U_U
spero vi sia piaciuta comunque! ;D
bon!
non ho altro da dire...ringrazio la mia fedele beta ivi87, la mia hermy Angol e Spuffy93 x aver letto in anteprima... ;)
sbaciottos a todos!!
Mari_Rina24 ;>