Anime & Manga > No. 6
Ricorda la storia  |      
Autore: _Ella_    20/11/2011    2 recensioni
Lui dorme, il viso rivolto verso il centro della stanza, le spalle messe scomodamente contro il braccio del divano malmesso, un libro aperto tra le mani, ormai abbandonate sulle coperte; in quella posizione, sembra quasi che abbia fissato le fiamme fino ad addormentarsi.
Nezumi si perde a fissare le linee delicate del viso, rimarcate dal gioco di ombre, come fossero uno schizzo di matita, un opera d’arte meravigliosa ancora nel momento più delicato del lavoro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Uno sorride di com’è, l’altro piange cosa non è.

E se la mia vita ogni tanto azzerasse
l’inutilità di queste insicurezze,
non te lo direi.

L’imbrunire scende delicato, come un velo che copre il viso etereo di una sposa.
La notte uggiosa si avvicina, mentre l’odore della pioggia è portato con sé dal vento, che smuove le foglie non del tutto verdi di una primavera che sembra non voler mai arrivare.
La sagoma scarlatta del sole cala dietro l’orizzonte, e Nezumi è lì a fissare il tramonto finché anche l’ultima sfumatura di rosso non sparisce, lasciando spazio al buio eterno della notte; buio che non spegne i suoi occhi, che sembrano poter brillare di luce propria come quelle stelle che spiccano nel cielo.
Sion dice che sono come la luna, quegli occhi. Che sono luminosi perché, da qualche parte, c’è un sole che li illumina sempre.
Nezumi non sa se crederci, gli sembra impossibile che anche una minima parte di sé possa essere illuminata dal sole. Si sente un’entità di fondo, come un’ombra.
Quando rientra nel monolocale, c’è un bel caldo ad avvolgerlo: la stufa è accesa e il rosso delle fiamme, unica fonte di luce, gli illumina il viso, sciogliendogli il freddo che sente nelle ossa, tanto che rabbrividisce.
Lui dorme, il viso rivolto verso il centro della stanza, le spalle messe scomodamente contro il braccio del divano malmesso, un libro aperto tra le mani, ormai abbandonate sulle coperte; in quella posizione, sembra quasi che abbia fissato le fiamme fino ad addormentarsi.
Nezumi si perde a fissare le linee delicate del viso, rimarcate dal gioco di ombre, come fossero uno schizzo di matita, un opera d’arte meravigliosa ancora nel momento più delicato del lavoro.

Sogna, Sion.
Sembra non poter far altro, anche quando è ad occhi aperti.
L’aroma dei dolci lo avvolge tiepidamente, mentre una voce lontana canta delicata una melodia malinconica che gli ricorda un passato troppo lontano, che cerca inutilmente di raggiungerlo.
Sogna dei pomeriggi passati a studiare, e quelli in compagnia della sua migliore amica, le domeniche in casa avanti al camino, e quelle trascorse su un bel prato verde in fiore. La sensazione dell’impasto delle torte che preparava assieme a sua madre è ancora tra le dita, appiccicosa come la colla per completare i progetti scolastici, oppure il fango che gli imbrattava le mani quando giocava per strada dopo la pioggia. Il caldo dei pullover è nelle ossa, simile a quello delle giornate estive: gli sembra di sentire le gocce di sudore che scivolano dalla nuca fin dietro la schiena.
Gli manca la tranquillità pura dell’infanzia, il benessere delle certezze.
Ma sorride, Sion, perché la bellezza della vita ha preso sfumature diverse, ma altrettanto meravigliose.

Ammutolisce, Nezumi.
Sembra non poter far altro, di fronte a quell’ingenuità che sembra spogliarlo fino a lasciarlo inerme.
Vorrebbe anche lui poter ricordare di giorni felici passati nella spensieratezza, vorrebbe più di ogni altra cosa poter sorridere quando, la notte, ha brevi flash del passato. Ricorda di melodie lontane cantate di fronte ad un fuoco, di neve che imbianca ogni singolo spiazzo verde, alberi in fiore, il rumore dell’acqua fresca che scorre, dell’umida rugiada sotto i piedi nudi. Vorrebbe ancora essere quel bambino che giocava felice e non l’unico sopravvissuto di un passato che è bruciato assieme al suo mondo, in quel maledetto incendio, lasciando solo cenere e fumo nero che gli fa venire le lacrime agli occhi.
Adesso ha bisogno di recitare i versi poetici di Shakespeare per essere felice, illudendosi di esserlo, perché quando recita non è se stesso, e questo lo consola.
Fissa il volto sorridente di Sion e non riesce a farne a meno, come se fosse più importante di respirare l’aria che lo circonda.
«Grazie» sussurra, dimenticando il fumo nero del passato.
Sion riesce a farlo sentire bene, come se nel suo sorriso e nei suoi occhi e in ogni fibra di sé conservasse i canti melodiosi, la neve, i ruscelli e i baci caldi di sua madre.
Ha bisogno di lui, per abbandonare quel passato che lo fa sprofondare nell’abisso del nulla.
Capisce in quel momento che il sole che gli illumina gli occhi, è Sion.

E il tuo sorriso spegne i tormenti e le domande
a stare bene, a stare male a chiedermi “Perché”?

 


Beh, cosa dire?
Ho una long-fic da mandare avanti ma, ahimé, ho davvero troppo poco tempo in questi giorni, visto che ogni settimana ho minimo 5 compiti in classe ;_;
Quindi spero mi perdoniate con queste brevi one-shot, che dimostrano che non vi ho dimenticati e che ho tutta la voglia e l'intenzione di scrivere <3
Cosa dire?
Questa one-shot mi soddisfa abbastanza e non posso fare a meno di scrivere cose introspettive, su No.6.
E' più forte di me, davvero.
Oh, le frasi sono prese dalla canzone: "La differenza tra me e te" di Tiziano Ferro, che io adoro con tutto il cuore, perché le sue canzoni mi piacciono ;w;
Spero sia piaciuta anche a voi e che vi prenda così come lo fa con me :3
Fatemi sapere tesori, fate contenta una scrittrice a tempo perso che sta per suicidarsi per colpa della scuola D:
Un bacio, a presto!

See ya!


   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > No. 6 / Vai alla pagina dell'autore: _Ella_