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Autore: white_shadows    20/11/2011    3 recensioni
Un Kaito diviso tra professione segreta e sentimenti. Una Aoko matura, decisa a far luce su coincidenze che non le vanno a genio. E la solita organizzazione da cui il nostro Arsenio Lupin giapponese deve difendere sé e la sua bella.
Una long fic sulla mia coppia preferita di DC.
Per le inguaribili romantiche, legate però all'elemento giallo di Gosho Aoyama.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda fic che posto, stavolta una long-fic: l’avevo in cantiere da un po’, per cui i primi 5 capitoli sono già scritti, degl

 

Seconda fic che posto, stavolta una long-fic: l’avevo in cantiere da un po’, per cui i primi 5 capitoli sono già scritti, degli altri ho scritto varie scene, ma mancano parecchi ritocchi...

É una Kaito/Aoko, su cui (ribadisco) ho notato si scrive davvero poco.

Spero piaccia, ma accetterò di buon grado anche critiche (che comunque dimostreranno che la storia viene letta).

Buona lettura!

 

NO ONE ELSE BUT YOU

 

1. First Meeting.

Aoko Nakamori guardava fuori dalla finestra.

Scrutava, per meglio dire, i passanti.

Un impiegato al telefono, una cameriera in pausa, una coppietta intenta a romantiche effusioni e una intenta a litigare.

Perché non c’è niente di meglio, quando si è nervosi, di spiare la rilassante normalità delle strade e dei suoi protagonisti, e Aoko Nakamori era, ovviamente, nervosissima.

Esami alle porte, insonnia strisciante e un padre dannatamente occupato. E, come se non bastasse, la sua stupidissima inclinazione a preoccuparsi per l’umore stravagante di un amico, che come risposta le alzava la gonna.

Kaito Kuroba era un tipico diciassettenne sulla soglia della maggiore età, dal profilo arrogante, pieno di sé, un po’ farfallone e irresistibilmente intelligente.

Definito “tipico” per il carattere, non si può certo dire la stessa cosa sul piano dell’esperienza o dei cosiddetti… “hobby”.

Aoko Nakamori si sistemò una ciocca corvina dietro l’orecchio e sospirò romanticamente nell’osservare la coppietta appostata dietro il bar “L’angolo dell’espresso”.

Buttò un ultimo sguardo alla cameriera in pausa che spegneva la sigaretta, prima di scaraventarsi sul letto: abbracciò teneramente un cuscino giallo senape, guardando il soffitto, e rimase in quella posizione per altri due minuti.

Le nove e mezzo di sera.

Suo padre aveva avvertito che sarebbe tornato l’indomani, verso le quattro del pomeriggio.

Aveva già mangiato: poco s’intende, da soli non ci si diverte a sfornare manicaretti.

Non le restava che finire quegli esercizi di matematica e poi avrebbe incollato gli occhi al televisore o su qualche fumetto.

Si alzò, lasciò cadere il cuscino sul letto e si avviò lentamente verso la scrivania, di nuovo vicino alla finestra.

Un leggero fruscio la distrasse dalla libreria in disordine e la costrinse a portare lo sguardo alle enormi anti aperte della finestra.

Una figura bianchissima si stagliava proprio lì dove un attimo prima Aoko spiava i passanti.

La ragazza si fermò di colpo, la minigonna nera fluttuante, i lunghi capelli scossi dal vento. Aprì la bocca, con la palese intenzione di urlare, ma non fece in tempo a collegare cervello e corde vocali, che la figura quasi opalescente le si materializzò davanti e le immobilizzò le labbra con una mano.

- Non ti voglio far del male… non urlare, ti prego…- le sussurrò una voce suadente (e tuttavia così familiare) nell’orecchio.

Aoko non si dimenò, né provò a emettere alcun suono; si limitò a tenere gli occhi spalancati, le iridi scure incollate alla figura così vicina, eppure così poco distinguibile.

La stretta della mano sulla bocca si allentò gradualmente, finché non rimasero solo tre dita a sfiorare il labbro inferiore della ragazza, leggermente più carnoso dell’altro.

- K… K-Kaito… Kid!- balbettò Aoko non appena la figura le si fu allontanata abbastanza da renderle possibile la parola:- Cosa… cosa diavolo ci fai tu qui?!- domandò poi, ripreso quel minimo di autocontrollo.

Un sorriso si dipinse sulla bocca sottile della candida figura, il cui viso era nascosto da un cilindro bianco come il resto del frac che indossava. La sua mano destra, munita di guanto, carezzò lievemente la guancia di Aoko, la quale aveva ormai cambiato l’espressione di sincero stupore in una di rabbia fumante.

- Volevo sapere se la figlia dell’ispettore Nakamori è davvero graziosa come dicono in giro…- mormorò in risposta la stessa voce suadente:- No. È evidentemente molto più bella.- continuò, sempre mantenendo la mano sulla gota di lei.

- Io.ti.odio.-  sillabò Aoko, guardandolo furente e cercando di ignorare il rossore che si era momentaneamente dipinto sul suo viso.

- Buffo… - disse Kaito Kid, continuando a sorridere e avvicinandosi leggermente ad Aoko, il cui respiro si era fatto irregolare:- di solito le ragazze mi adorano…-

Un fascio accecante di luce impedì ad Aoko di schiaffeggiare Kid e la seguente sirena dal volume eccessivamente alto la trattenne dal tirare fuori un repertorio che non si sarebbe certo potuto definire fine. 

- Mi spiace, devo andare.-

- A me non dispiace affatto.-

Kaito Kid si limitò ad ammiccarle, prima di far fluttuare il suo lungo mantello niveo e di sparire dalla finestra.

 

  
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