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Autore: bimbic    21/11/2011    5 recensioni
Fa caldo, siamo a fine agosto e io invece di essere a sollazzarmi sulla spiaggia attorniata da un branco di bei giovanotti, sono qui alle due, a sciogliermi cercando di attraversare i viali per andare dal dentista a farmi togliere un dente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fa caldo, siamo a fine agosto e io invece di essere a sollazzarmi sulla spiaggia attorniata da un branco di bei giovanotti, sono qui alle due, a sciogliermi cercando di attraversare i viali per andare dal dentista a farmi togliere un dente.

Chi me l’ha fatto fare di sceglierlo in pieno centro storico dove non ci posso arrivare nemmeno in scooter?

Mentre attendo che il primo semaforo pedonale mi diventi verde e maledico Marcello, il dentista, mi ritrovo a fissare due ragazzi che si stanno lasciando andare a tenere effusioni dall’altra parte della strada. Lui vestito in jeans e camicia e lei con uno svolazzante vestitino azzurro, sono veramente una bella coppia mi trovo a pensare, per i primi secondi, poi ritorno in me e riaffiorano i ricordi di quando anche io andavo in giro mano nella mano con lui, e un senso d’odio mi assale.

-cazzo hanno da baciarsi quei due?- brontolo a bassa voce.

-l’amour…- mi risponde una voce, ero troppo presa a guardare la coppia che non mi sono accorta dell'arrivo di qualcuno al mio fianco, rossa di caldo e di vergogna, alzo le spalle sbuffando.

-finché lui non la tradirà con la prima che incontra…- perché non riesco a stare zitta e farmi i fatti miei?

-come sei acida? Sei per caso nel tuo periodo rosso?- a quelle domande non resisto e mi volto, mani sui fianchi, pronta a dirgliene di ogni, e mi trovo di fronte un ragazzo più alto di me, non che ci voglia molto, con due occhi azzurri da fare invidia alla mia amica Amanda, che ha gli occhi più belli che io abbia mai visto.

-ti sembro Picasso?- certo che se rispondo così sembro veramente acida, ma oggi, come spesso del resto, la mia lingua non ha freni –e se proprio devo scegliere un colore, prendo il nero, vista la sfiga che mi perseguita!- sbotto sperando che arrivi in fretta il verde, ho caldo e non ho voglia di parlare con quest’individuo.

-cornuta da poco?- aggiunge il vicino pensando d’essere simpatico, mentre con una mano mi fa cenno di muovermi che si può attraversare.

-ti sembro una che si possa tradire?- chiedo a questo punto alterata mettendo in mostra il mio bel personalino nascosto da una maglia e dei pantaloni della tuta. Non ho mai creduto di essere particolarmente bella, però con gli anni ho capito di avere un bel fisico, anche se odio le mie tette, troppo grosse.

-non so. Ci sono tanti stupidi in giro- mi dice facendomi sorridere per l’inatteso complimento.

-già mi sei più simpatico- gli confesso, nell’attesa che anche l’altro semaforo diventi verde.

-se non sono troppo indiscreto, cosa ci fai in giro a quest’ora? Oltre ad insultare le coppiette felici, s’intende!- chiede tranquillamente, mentre si accende una sigaretta.

-vado, con gioia, dal dentista a farmi togliere un dente- perché me lo aveva fatto tornare in mente –e visto che non ho mai avuto neanche una carie, un po’ mi cago sotto- non sono mai stata un tipo fine, ma sfido chiunque a crescere in mezzo ad un covo di maschietti ad esserlo –in più Marcello, il dentista, è l’ex di una mia cara amica-

-è finita male tra loro?- mi domanda vedendomi preoccupata, mentre finalmente riusciamo ad attraversare

-lei lo ha cornificato, ripetutamente- commento preoccupata –e temo vendette-

-vedi che anche le donne…- lo interrompo immediatamente con un brusco cenno della mano.

-starei ore con te ad aprire un dibatto su quale dei due sessi è più traditore ma, ahimè, le nostre strade qui si dividono, io vado a farmi torturare da quella parte-

-chi ti dice che io non vada in quella direzione?- alzo un sopracciglio a quell’affermazione e mi trovo per la prima volta a guardarlo per bene, senza fermarmi su quegli splendidi occhi, noto con piacere che oltre ad essere simpatico è anche, bellino, leggermente fuori forma, forse, ma nel complesso piacente. Scuoto immediatamente la testa come per scacciare quei pensieri, avrò veramente bisogno di un uomo come sostiene la mia amica?

-vabè! Posso accompagnarti per controllare che una volta sedata non ti tolga i denti davanti, sempre per vendetta…- sorrise nuovamente, sì sì, è proprio carino, devo ammetterlo, ma ora dovevo trovare il coraggio di andare da Marcello.

- senz’offesa ma, basta che mi scorti fino alla porta, poi preferisco soffrire da sola, poi tendo a svenire, e non è un bel vedere- ammetto un po’ a malincuore perché in fondo per quei dieci minuti mi ero divertita.

-peccato, se dovessi togliere tonsille o appendice, fammi uno squillo- mi dice mimando una cornetta mentre entro nel palazzo, e mi rendo conto che non so neanche il nome di quel ragazzo.

L’estrazione non è andata poi così male, a parte che Marcello pretendeva di fare pure conversazione, mentre me ne stavo a bocca aperta con una specie di tenda blu in bocca.

Me ne ritorno a casa con una vaschetta enorme di gelato e mi accomodo sul divano con tutte le intenzioni di finirmelo, mentre guardo qualcosa di stupido per televisione, sono interrotta col cucchiaio a mezz’aria dal cellulare che suona fastidioso, niente di che, ho solo sette chiamate non risposte e tre messaggi minatori da parte di Nicola, il mio migliore amico e vicino di casa. Decido che può attendere ancora e mi butto nuovamente nella vaschetta, ma, gli astri devono pensarla in maniera differente perché suona pure il campanello, per una frazione di secondo penso di ignorarlo, poi mossa a commozione, mi alzo e vado a controllare.

Dopo essere entrato come una furia inveendomi contro e domandandomi cosa ci faccio di solito col cellulare visto che non rispondo, vede il mio gelato, si ferma, mi guarda stupito.

-perché ti affoghi negli zuccheri? Sei una giovane zitella acida, non puoi avere problemi d’amore?Ma soprattutto perché guardi per la millesima volta quella puntata della signora in giallo? Lo so pure io che l'assassino è l'autista- indica il televisore acceso e senz’audio.

-ti ringrazio per il giovane- gli sorrido –come hai ben ricordato, non ho nessuna pena d’amore, ho solo tolto un dente- ammetto serenamente –e guardo la Fletcher perché non devo usare nemmeno un neurone-

-ti ha almeno tolto quello giusto?- chiede ridendo –visto quello che gli ha combinato Amanda…non vorrei si fosse vendicato su di te!!- continua andando in cucina a prendersi un cucchiaio per aiutarmi col gelato.

-guarda che lo mangio come medicina, non mi serve il tuo aiuto e non ho intenzione di offrirtelo, poi se non ricordo male, tu sei uno di quelli che è stato con Am, mentre era fidanzata con Marcello! Quello spaventato dovresti essere tu- aggiungo gesticolando con cucchiaio.

-ma, sfortunatamente, non è il mio dentista, e ora che ci ripenso…è stato dell’ottimo sesso, quasi quasi…-

-non ci pensare neanche, è già abbastanza incasinata con quel carciofo che ha deciso di prendersi a mano- spero di dissuaderlo da incasinarle ulteriormente la vita.

-pazienza, andrò a prestare i miei servizi altrove-

-si valà, vai a fare felice qualche altra donzella- Nicola è carino, non ti strappi le mutande quando lo vedi, però ha fascino da vendere, con le ragazze ci sa fare e riesce sempre a conquistare chi vuole, anche se ultimamente le sue relazioni durano l'arco di una notte o giù di lì.

Mi ricordo ancora, quando eravamo al liceo che, quando passavamo i pomeriggi da lui a studiare, il telefono non faceva altro che squillare e dall’altra parte c’erano sempre ragazze, una volta, esasperata, ho risposto io facendo finta d’essere la sua fidanzata ufficiale, ovviamente sotto falso nome, il giorno dopo a scuola avevano dichiarato lutto, tutte tristi e vestite di nero che auguravano alla fantomatica ragazza le peggiori morti. Per stare tranquilla per un po' sono andata in giro con un corno in tasca.

-Guarda che potrei aiutare pure te- dice avvicinandosi al mio viso –un po’ di sana ginnastica, non ti farebbe male…- e mi bacia sulla fronte facendomi sorridere, e ripensare a tutte le volte che me lo ha proposto

-grazie ma passo- dico allontanandolo con la mano gelata

-non sai cosa perdi! Comunque, stasera vieni con me che c’è una festa?- chiede poi, non è rimasto traumatizzo dal mio rifiuto.

-e rovinarti la piazza? O, peggio, passare la sera da sola a guardarti fare conquiste, aspetta che ci penso…no, grazie-

-non ti abbandonerei mai, lo sai- ma al mio sopracciglio alzato –è capitato una volta sola, eravamo a Parigi, no dico Parigi, e avevo a mano una francesina doc…- si vede che con la mente torna alla gita di quinta –me lo rinfaccerai a vita, vero?-

-certo che sì, ho passato una delle peggiori serate in vita mia, mentre cercavi di concupire la dolce madmoiselle, io ero importunata dai peggio elementi con l’erre moscia- il solo ricordo mi fa rabbrividire.

-ma tesoro, tu sei così rigida, devi imparare a lasciarti andare-

-ero fidanzata- lo interrompo con un ringhio.

-e complimenti per il ragazzo, mentre tu per fedeltà manco rivolgevi la parola ai cugini d’oltralpe, quello si trombava mezza città- si fece scappare pentendosi subito di aver rivangato quell’episodio, vista la mia faccia.

-metti pure del sale sulle mie ferite-

-amore, dovresti già essere più che cicatrizzata, è finita da due anni ormai, che ne dici se passiamo oltre e ti rifai una vita sentimentale, e soprattutto sessuale, ti ricordo che non tutti sono come lui-

 

Il lui in questione era Federico Lolli, il mio incubo personale, credo di essermi innamorata di lui la prima volta che l’ho visto, a scuola, stava prendendo un caffè al bar e per sbaglio gli ho preso contro. Mi ha guardato con quegli occhi verdi pieni d’odio, che mi hanno stregato immediatamente, era il mio ideale, alto, moro, capelli rasati, l’ho eletto subito come mio personale principe azzurro. Col tempo si è accorto di me, in quinta ci siamo messi insieme, e gli ho donato tutta me stessa, o meglio, gliel’ho data. Non sapendo che lui ne prendeva pure altre, lo sono venuta a scoprire un pomeriggio, mentre passeggiavo con Nicola, che Federico non sopportava, ma devo dire che è sempre stato reciproco, quando lo abbiamo visto in atteggiamenti inequivocabili con Grazia Di Leo, nota e rinomata zoccola. Da lì sono poi venuta a sapere di tutte le altre e oltre ad un incazzo pazzesco, ha cominciato a vacillare la mia fiducia nell’altro sesso. Infatti, dopo di lui, il vuoto, nessuno era più riuscito a conquistarmi, certo qualche breve storiella al mare, non sono una santa, ma niente di serio, e soprattutto, grande cruccio per Nicola ed Amanda, non avevo più fatto sesso con nessuno. Erano passati ormai due anni, e niente, hanno provato a presentarmi chiunque, ma, nessuno mi aveva incuriosito al punto da arrivare ad un secondo appuntamento. Ci tengo a sottolineare, che per me la cosa non era un problema, anzi, a parte qualche piccolo momento di sconforto, aiutato solitamente da abuso di alcolici, stavo bene nella mia condizione di zitella. L’unica cosa che non capivo era perché venissero tutti da me a chiedere consigli sentimentali.

Anche la stesa Amanda, che aveva ben più numerose frequentazioni, e il caro Nicola, al minimo problema, me li ritrovavo alla porta, a volte addirittura chiedevano aiuti nella conquista. A me, che non battevo chiodo nemmeno volendo.

 

La sera stessa mi ritrovo al solito pub con Amanda e i suoi allucinanti problemi sentimentali. Am è una ragazza solare, perennemente abbronzata, non come me che ho il colorito verde vomito, come dice mia madre, con i capelli tagliati cortissimi neri a causa della perdita di una scommessa.

Inizialmente si vedeva bruttissima con quel taglio, poi piano piano ha cominciato a trovare i lati positivi e ha continuato a tenerli così, ha la fortuna di avere due occhi blu enormi che le ho sempre invidiato, invidia buona ovviamente, non ho mai cercato di stapparglieli, anche perché su di me non credo starebbero così bene. Da qualche tempo poi, precisamente dall’ultima delusione d’amore, è anche dimagrita e sta che è una meraviglia, non l’ho mai vista così bella. Chissà perché le donne dopo una delusione diventano bellissime? Sarà un modo per far vedere a lui che cosa si è perso?

 



Siamo amiche da tanto, non come con Nicola, ma ci andiamo vicino, l’ho conosciuta per caso un giorno che sua madre è venuta a trovare la mia e si era portata con sé la figlia maggiore. Mi ricordo che avrà avuto cinque o sei anni e sembrava una bambolina, ai tempi bionda con capelli lunghissimi e lisci, con questi fanali blu sgranati e curiosi. Io con i miei due anni in più credevo che mi sarei annoiata a morte a passere il pomeriggio con lei, invece abbiamo cominciato a giocare con le barbie, anche se la mia era con i capelli corti, tutta tatuata e rigorosamente nuda, le sue invece erano impeccabili, con vestiti, scarpette e persino anelli. Non credevo saremmo andate molto d’accordo, invece nonostante le diversità, abbiamo imparato a volerci bene, la considero un po’ come la mia sorellina e nei suoi confronti ho sviluppato un sano istinto di protezione.

 

 

Quella sera in particolare, mi stava raccontando, dopo la seconda birra, di quanto fosse bravo a letto tal Matteo Benini.

-tu non puoi immaginare, io lo sposerei solo per come muove il bacino!- racconta estasiata con gli occhi che le brillano ancora di più del solito.

-mi sembra, in effetti, una base fondamentale per un sano e duraturo matrimonio- commento acida, quel Matteo non mi dispiace, però, credo, che se la voglia solo portare a letto, e, in effetti, c’è pure riuscito. Il problema è che lei dopo un po' vuole di più, fa tanto la dura sostenendo che si può tranquillamente trombare chi vuole, ma puntualmente s’innamora.

-tu non capisci, ormai non ti ricordi neanche più come si fa, il prossimo dovrà prima mandare un’agenzia di pulizie lì dentro…- cerca di smuovermi lo so, ma io la ignoro, non voglio tornare, di nuovo, sull’argomento, “perché non fai sesso”

-sì certo- l’assecondo –continua pure con le doti del bel Matteo- la incito così prima finisce di parlarmene prima possiamo cambiare soggetto.

-lo ammetti pure tu che è bello- dice raggiante ordinando la terza birra con un gesto della mano al cameriere che ci vede praticamente tutte le sere e sa esattamente cosa ordiniamo, non dico che tutte le sere ci strafoghiamo di birra ma, oggi è cominciata così quindi continuiamo.

-sì è carino, non è il mio tipo, ma riconosco che sia carino, contenta?- le chiedo, quando la vedo sgranare ancora di più i suoi occhini all’arrivo di un messaggio che immagino essere di Matteo –è solo stupido come una capra- aggiungo, mentre lei è troppo concentrata a rispondere per ascoltarmi – e vuole solo il tuo corpo- oddio come mi sento bigotta in questo momento

-cara, trangugia quella Beck’s che io tra mezz’ora devo essere a casa sua- mi dice eccitata, controllandosi il trucco con un microscopico specchietto.

-mi fa piacere che tu abbandoni una serata con me per correre dal manzo da monta- un po’ mi scoccia che mi lasci sola per andare a fare del sesso con quel cretino.

-recupereremo domani, dai su, alzati, che per stavolta offro io- cerca di addolcirmi, la conosco.

Quando siamo ormai ai motorini col casco in testa, mi lascio sfuggire una frase, tanto per vedere come reagisce.

-e io che volevo raccontarti del bellissimo ragazzo che ho incontrato oggi- fingo indifferenza

-chi, Marcello? Guarda che lo conosco meglio di te, in ogni parte del suo corpo- ammette placida, suona così strano che io possa aver conosciuto qualcuno?

-ma no!- urlo indispettita –mentre andavo dal dentista- mi osserva come se non credesse ad una parola di quello che sto dicendo e cercasse un segno sul mio viso.

-guarda che se è una patetica scusa per non farmi andare, non funziona- dice ridendo, e facendomi infuriare.

-allora peggio per te, ne parlerò solo con Nicola- spero di incuriosirla o almeno d’ingelosirla

-domani, prometto che ti ascolto, e mi faccio anche perdonare- mi manda un bacio e parte senza aspettare la mia risposta.

 

Salgo in motorino, sono leggermente alticcia, ma, riesco tranquillamente a guidare, non ho voglia di andare a casa, non so nemmeno chi chiamare, Nicola sarà alla festa o ad un post privato con una signorina, potrei sentire Irene.

Irene l’ho conosciuta poco più di un anno fa tramite, o per colpa, un amico in comune e in poco tempo si è insediata nella mia vita, e non riesco a liberarmene. Mi telefona o mi contatta su facebook, almeno una volta al giorno e vuole che esca con lei una volta a settimana. Il suo problema principale è che si sente sola, così il lunedì comincia ad organizzarsi la settimana e pretende di fare lo stesso con me, ho provato a spiegarle che è una cosa che odio, ma non sono ancora riuscita a farglielo capire. Le ho presentato i miei amici e lei si è accozzata pure ad Amanda che non la sopporta e non sempre riesce a fare finta, con Nicola è stato amore a prima vista, da parte sua ovviamente, lui non l’ha mai fumata. L’ha stressato per sei mesi, e di conseguenza pure me, poi per fortuna ha abbandonato l’intento, o almeno spero che non torni all’attacco.

 

Non l’avrei mai scelta, ma è arrivata, è una ragazza della mia età, molto benestante e molto viziata, e soprattutto con poche idee e molto confuse. L’unico lato positivo, oltre ad essere sempre stata gentile è che in certe occasioni riempie i miei vuoti.

Quando ho voglia di uscire, ma non sono particolarmente attiva, accetto le sue proposte, e lei parla a raffica raccontandomi un sacco di cose, delle quali me ne interessano meno della metà, e a me basta fare qualche cenno qua e là, un po’ come vedere la Fletcher in televisione.

Il problema sorge, quando ha bisogno di consigli, e lì non posso solo annuire, devo esprimere opinioni chiare, e oltre a non trovarci mai d’accordo, lei chiede aiuto, io perdo giorni a spiegarle il mio punto di vista, e le alla fine fa sempre l’opposto. La cosa mi fa arrabbiare da matti, perché, nonostante tutto, io me ne metto, e perdo tantissimo tempo, e lei non mi ascolta. Non pretendo che faccia quello che dico io, ma solo che ogni tanto mi dia retta. In fondo lo faccio per il suo bene, e puntualmente mi ritorna dicendo che avrebbe fatto meglio ad ascoltarmi. Prima o poi mi farà esaurire.

In questo periodo ha trovato un’altra vittima, un ragazzo che ha conosciuto una volta che era entrata a far parte di un gruppo che si diverte con i giochi di ruolo.

Una sera a settimana si vestono e mascherano come vampiri o cose simili e seguono una storia. Ha cercato di incastrarmi pure lì vendendomelo come la cosa più bella del mondo, ma non sono proprio il tipo. Irene lo ha abbandonato dopo qualche mese, rimanendo, però in contatto con questo Tommaso, che tra le altre cose è fidanzato e prossimo al matrimonio.

Dai suoi racconti è sbocciato l’amore, anche se lui continua a sostenere che non lascerà mai la sua ragazza, e ovviamente le ho detto di lasciarlo perdere, che si ritroverà piangente al suo matrimonio, ma non mi ascolta e ci è pure andata a letto.

 

 

Decido che preferisco tornare a casa e magari dormire un po’. Quando arrivo in camera nel silenzio più totale, apro la finestra ed esco in terrazza per fumarmi una sigaretta in pace guardando le stelle.

-lo sai che il fumo fa male- trattengo un urlo di terrore e mi giro verso la mia destra dove trovo Nicola sdraiato sul lettino che usa sua madre per prendere il sole, anche lui con una sigaretta in mano.

-sei cretino forte, ci manca poco che mi viene un infarto- ringhio attraverso le piante che ci dividono.

-dai vieni di qua che facciamo due chiacchiere- non lo lascio finire che sto già scavalcando e una volta arrivata mi accoccolo sul suo petto.

-attento a non buttarmi cenere in testa-

-dopo ti chiamo Enrico IV-

-a cosa devo queste citazioni colte alle due del mattino?- chiedo girandomi leggermente per guardarlo negli occhi, ma, non lo lascio rispondere che mi viene in mente un’altra domanda –cosa ci fai a casa così presto? E la festa?-

-senza di te non era divertente- sento che trattiene una risata e gli do una leggera gomitata tra le costole.

-che tradotto vuol dire, o che era un covo di mostri, o che non te l’hanno data. Quale delle due?- suppongo la prima perché è veramente strano che non riesca a conquistare

-la tre- dice incuriosendomi –c’era una persona che non avevo voglia di vedere- mi spiega subito dopo –aggiunto al fatto che non era una gran festa-

-chi può essere da farti scappare?- chiedo ripassando velocemente l’elenco delle sue ex, chissà perché immagino sia di sesso femminile.

-una tua amica- immediatamente penso ad Amanda, ma è impossibile, è impegnata in altro inoltre prima era con me.

-Irene- mi aiuta facendomi corrugare le sopracciglia, non lo aveva lasciato perdere?

-t’importuna ancora? Non le basta Tommaso?- chiedo pensando ai suoi ultimi racconti

-era sola- dice semplicemente facendomi capire tutto.

-ti si è accozzata, magari cercando pure di parlarti dei suoi problemi- comincio a ridere

-infatti le ho detto di chiamarti, che saresti stata ben contenta di ascoltarla-

-ti odio, lo sai vero?-

-anche io- dice dandomi un bacio tra i capelli

-sai che ho fatto un incontro piacevole oggi?- domando e mi aspetto di tutto

-chi, di grazia, è riuscito a interessarti?- chiede ironico

-interessarmi è un parolone!!- freno i suoi viaggi mentali -però, non so neanche io, mi ispirava- aggiungo ripensando al ragazzo del pomeriggio

-ma ovviamente non gli hai chiesto né nome né numero di telefono?- mi conosce troppo bene non è divertente parlare con lui

-non ero io a doverlo fare-

-il femminismo ha fatto passi da gigante- m'informa, non lo vedo ma sento che sorride.

-per certe cose sono un po' all'antica- ammetto -mi piacerebbe fosse l'uomo a fare certi passi-

-hai sbagliato epoca, in questa non ci sono i principi azzurri- mi ricorda quello che ho sempre sostenuto

-ma tu saresti perfetto, se solo lo volessi- e lo penso veramente, non per me ovviamente, ma per una fortunata ragazza lui sarebbe veramente un principe

-lo so, la calzamaglia che mette in evidenza il pacco è uno dei miei sogni proibiti- dice facendo mi ridere e quando sto per rispondergli male mi fermo perché ad entrambi i nostri cellulari è arrivato un messaggio. Dopo un’occhiata interrogativa ci decidiamo a controllare.

-il mio è di Amanda- dice veloce estraendolo dalla tasca

-pure il mio- lo guardo con sospetto, chiedendomi cosa avrà in mente quella matta.

-impone di tenermi libero per il fine settimana-

-pure il mio- confermo –ho paura di cosa stia tramando. In teoria adesso dovrebbe essere nel bel mezzo dell’amplesso!-

-Matteo?- chiede ridendo alla mia affermazione

-direi di sì-



  
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