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Autore: Il_Genio_del_Male    21/11/2011    7 recensioni
Una storia d'amore non convenzionale.
[Crossover La Sirenetta/Aladdin]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di slash, deliri senza fine ed altre sciocchezze'
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RATING: Verde-Giallo?

GENERE: Romantico,Drammatico.

PAIRING: Jasmine/Ariel.

AVVERTIMENTI: Femslash, Crossover, AU, Angst.

DEDICA: A Marchesa Velvetwalk Vanzetta, perché la… cosa  che vi apprestate a leggere è una sua espressa richiesta come regalo di non-compleanno; siccome ho il cuore di panna, ho ceduto senza (quasi) protestare ed ecco il risultato: è tutto per te, donnaH! <3

NOTE: Detto fuori dai denti: questo è il mio primo tentativo di scrivere una femslash, e non ho le capacità sufficienti per rendermi conto se è un totale ed immenso obbrobrio -se è così, me ne scuso in anticipo- o se c’è qualcosa di decente/salvabile. La folle idea di un simile folle crossover mi è stata suggerita da questo video (http://www.youtube.com/watch?v=PfHDGuhYCNw). E’ tutta colpa sua, della sua autrice e di Marchesa che mi ha contagiata con il suo -malriposto- entusiasmo, ecco (nel caso ve lo stiate chiedendo, sì: è una patetica mossa difensiva per pararmi le terga)!

Ma ciancio alle bande… Buona lettura, e abbiate pietà di me: ho solo vent’anni e tutta una vita davanti xD.

 

 

 

 

 

Jasmine ricordava ancora l’istante in cui i suoi occhi -neri più dell’ossidiana, luminosi come il manto notturno punteggiato di stelle- avevano incrociato per la prima volta quelli -azzurro mare, così chiari da sembrare trasparenti- di Ariel.

Una corrente di elettricità pura l’aveva investita, togliendole il fiato per un lunghissimo e pigro momento, lasciandole una sensazione di vuoto nello stomaco.

E così è questo il colpo di fulmine, aveva pensato fugacemente la principessa di Agrabah.

Presa com’era dalle sue considerazioni, si era accorta in ritardo della presenza di Eric, suo amato fratello nonché futuro sovrano del regno; egli non pareva aver notato il suo turbamento e anzi le era andato incontro per abbracciarla.

“Sorella mia, che gioia poter rivedere il tuo bel volto! Non sai quanto ne ho sentito la mancanza, in questi mesi lontano da te” l’aveva salutata con sincero affetto il giovane, gli occhi verdi scintillanti di entusiasmo.

“Eric caro, così dicendo lusinghi il mio ego, ma non rendi giustizia all’affascinante fanciulla al tuo fianco. Puoi presentarmela?” si era schermita con improvvisa timidezza.

“Stavo giustappunto per farlo: sorella adorata, lei è Ariel. Ariel, Jasmine” e così dicendo aveva spinto gentilmente in avanti la sua accompagnatrice perché si facesse ammirare in tutta la sua bellezza.

Ariel proveniva dalla lontana Britannia, aveva spiegato Eric dopo che le due donne si erano strette la mano con circospezione. Egli vi si era recato al fine di concludere una trattativa commerciale con uno dei più influenti industriali al mondo, cosa che avrebbe significato per Agrabah un afflusso di denaro supplementare non indifferente, e s’era perdutamente innamorato della nipote del notaio incaricato di redigere l’accordo. Il tempo di corteggiarla e far breccia nel suo cuore, ottenerne la mano ed erano partiti alla volta dell’Arabia, dove si sarebbero sposati il prima possibile.

A quelle parole, pronunciate dal fratello con spensierata crudeltà, Jasmine si sentì morire.

Il lieve sorriso che Ariel le rivolse al momento di congedarsi per la notte, però, le restituì un po’ di speranza. Questo, e il fatto che la ragazza non avrebbe condiviso il letto con Eric.

Non fino al matrimonio, almeno.

 

 

I giorni a seguire Jasmine li visse con addosso uno strano senso d’irrealtà. Trascorse più tempo possibile nelle sue stanze in compagnia della fedele tigre Rajah, raccontandole della bellissima figlia del Nord che le aveva rubato il cuore; ci aveva scambiato sì e no due parole durante i pasti, ma era in grado di descrivere con esattezza la sfumatura fulva dei suoi capelli ed il numero di efelidi che le decoravano il volto, nonché il biancore lunare della carnagione. L’aveva osservata con discrezione, furtivamente, ma i suoi occhi attenti avevano memorizzato ogni ombra, ogni curva del corpo, ogni piccola irregolarità nei lineamenti.

 

 

Un pomeriggio particolarmente assolato, mentre vagava lungo i corridoi del palazzo con un’espressione trasognata, s’imbatté nei futuri sposi che volteggiavano con grazia nella sala da ballo. Rimase sulla soglia, senza farsi scoprire, e li osservò a lungo. Le note del valzer, così eleganti e solenni, non riuscivano a coprire il chiacchiericcio allegro dei due giovani. Ariel rideva, illuminando tutta la stanza, ed Eric le rivolgeva sguardi intensi ed appassionati. Ad un certo punto l’inglese mise un piede in fallo, perdendo l’equilibrio, ma il suo cavaliere fu lesto a tirarla verso di sé, impedendole la caduta.

Più silenziosa di uno spirito dei boschi, Jasmine si allontanò, vergognandosi dei propri pensieri.

 

 

Ormai arresasi all’ineluttabilità del fato, la ragazza rimase alquanto sorpresa -per non dire sconvolta- quando, la mattina seguente, la fidanzata del fratello le fece visita nei suoi appartamenti.

“Spero di non disturbarvi, principessa. Posso entrare?” chiese Ariel, giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli.

Jasmine, malinconicamente distesa su un triclinio blu come la veste che indossava, alzò il capo di scatto, imitata prontamente da Rajah.

“Ah… C-Certamente, Ariel. Accomodatevi, prego, e chiamatemi pure Jasmine” balbettò confusa.

“Grazie, Jasmine” replicò l'altra prendendo posto sulla poltrona di fronte. Poi si sporse in avanti, verso di lei, ed i loro visi quasi si sfiorarono. “Diamoci del tu, che ne dici?” propose con tono cospiratorio, e rise.

“Con molto piacere, cognata” riuscì a rispondere Jasmine fingendo un’allegria che non provava, stirando le labbra in un sorriso che, sebbene esitante, turbò profondamente l’altra ragazza.

 

 

Fu così che le loro chiacchierate mattutine divennero un’abitudine molto gradita ad entrambe. Eric, che si alzava al levar del sole per svolgere i suoi incarichi di principe e non rientrava a palazzo che per l’ora del pasto serale, si mostrò contento all’idea che sua sorella ed Ariel stessero legando tanto in fretta. Le vedeva scherzare fra di loro, le teste vicine e le occhiate complici, e notava quanto fosse argentina e coinvolgente la risata di Jasmine e palese l’ammirazione che accendeva gli occhi della sua futura moglie.

Ne era felice, davvero, ma non riusciva a non esserne sottilmente, irrimediabilmente... geloso.

 

 

 

Una notte, assicuratasi che nessuno la stesse sorvegliando, Jasmine bussò alla camera di Ariel.

 

 

 

 

L’acqua nella vasca delle ninfee rifletteva la luce del sole pomeridiano, illuminandosi di bagliori accecanti.

“Non è giusto, Ariel. Non possiamo continuare così… tu ed Eric siete fidanzati” la voce di Jasmine era colma di tristezza e rimorso, dolorosamente consapevole di essere stata lei a dare inizio a tutto. Immerse una mano nella vasca, e decine di pesciolini colorati accorsero, attirati dalle sue dita affusolate.

“Ma non siamo ancora sposati” replicò con decisione la sua interlocutrice.

“Ciò non toglie il fatto che quello che c’è tra noi sia sbagliato. Come ho potuto tradire mio fratello in questo modo?” si rimproverò duramente la ragazza, furiosa con se stessa.

“Jasmine, ascoltami” Ariel le afferrò le spalle guardandola dritta in faccia. “Non mi hai costretta né sedotta. L’abbiamo voluto entrambe, e se potessi rifarei tutto da capo, lo sai. Ti amo” mormorò dolcemente per alleviare il senso di colpa dell’altra.

“Ti amo anch’io” sospirò infelicemente la principessa. “Ma il nostro amore non può durare. Io sono una nobile, tu lo diventerai con il matrimonio: la società non avrebbe pietà di noi”.

“Al diavolo la società! Andiamocene, Jasmine. Fuggiamo in un posto lontano, dove nessuno potrà trovarci. Non m’interessano i titoli nobiliari e il prestigio se non posso amarti alla luce del sole e dividere il resto della mia vita con te”,  dichiarò fermamente Ariel, stringendo con forza la mano bagnata dell’altra.

“Vorresti davvero passare il resto della tua vita… con me?”, sussurrò Jasmine incredula.

Ariel in tutta risposta la baciò.

 

 

Eric le vide, dalla finestra del salone. Le vide, ed il suo cuore ruggì.

 

 

 

 

La fanfiction termina qui. Lo so, è un finale (volutamente) brusco e aperto e ad alcune di voi potrà non piacere o dare fastidio, ma di più non riesco a scrivere -e poi ci tenevo a postarla in giornata perché, siccome mi conosco, so che tenderei a trascinarmela dietro all’infinito. Comunque sia, per me la storia tra le due ragazze è finita esattamente come nel video (sicché, se non l’avete già fatto, vi consiglio di cliccare sul link e di vederlo!).

Spero che non vi abbia schifato troppo; se vi andasse di lasciarmi pure un commento, mi fareste un bel regalo di non-compleanno xD.

 

 

 

   
 
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