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Autore: JessL_    22/11/2011    4 recensioni
Per uno strano scherzo del destino – o forse di Sandra – Alex e Elise si incontrano in quello che per lui è una semplice uscita con gli amici.
Alex rimane affascinato dalla presenza di lei e non ne capisce il perché, d’altronde che cosa può mai fare un bel viso e un bel corpo a un dongiovanni? Di tutto e di più se si tratta di Elise – ragazza misteriosa e simpatica che riesce a far prendere, in tutti i sensi, il nostro protagonista sexy.
Ecco i pensieri del protagonista maschile di “Overwhelms me – Travolgimi”, il primo incontro tra i protagonisti, ma visto con gli occhi di lui... e non solo.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Travolgimi'
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Introduzione:
Prima di chiudere la pagina e mandarmi a quel paese, per favore, leggete almeno queste note iniziali. Per me ultimamente è stato un brutto periodo, ne ho passate di tutti i colori e sinceramente di mettermi seduta al pc e cercare di decifrare i pensieri di un ragazzo non... non era mia intenzione e nemmeno ce la facevo. Ci ho provato più volte ma piuttosto che farvi leggere una cagata di cui non ero nemmeno contenta... beh ho preferito lasciar perdere. Ma ora sono qui, vi sto postando un capitolo che mi piace e che spero possa piacere anche a voi se vorrete leggerlo...
Non mi prolungo... spero solo che non ci sia un disastroso silenzio di tomba xD vi lascio ad Alex. Buona lettura.
 
 
Gruppo degli spoiler.
Come sarà vestita Elise per la prima parte del capitolo -> link.
Come sarà vestita Elise al matrimonio di Valeria -> link.
Dove trovate l'asterisco (*) non è mia quella frase, è stata presa col consenso da questo link.

 
 
 





  ~Il vero segreto della felicità non sta in ciò che date o in ciò che ricevete, ma in quello che condividete.


 

 
 
 
Titolo raccolta: Stravolgimi – Alex pov.
Sottotitolo: Il matrimonio.
Rating: giallo. 


Alex pov. 
<< Vado bene vestita così? >> Afferro le chiavi della macchina e mi volto verso di lei, sorrido istintivamente, faccio due passi avanti e le porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Ha indosso un pantalone nero, un top del medesimo colore con sopra un giacchettino grigio.
<< Stai bene, e mi piacciono anche i capelli mossi. Però... le scarpe da ginnastica? >> Scrolla le spalle.
<< Non vanno bene, vero? Ok, vado a mettere le paperine. >> Ridacchio e osservo le sue spalle mentre si allontana. Beh, oddio, le spalle... sì, le guardo il sedere.
<< Ehm... Elise... >> Inizio titubante alzandomi dalla sedia.
<< Lo so, lo so... dovevo mettermi le paperine ma quando ho visto questa maglietta rosa, ho capito che dovevo indossarla, poi mi sono capitati sotto tiro questi jeans... poi ho visto le scarpe coordinate alla maglia e... beh ho dovuto vestirmi così. >> Ridacchio. È vestita completamente diversa e tra l’altro ha i tacchi ai piedi, ma non oso dire niente, ci manca solo che decida di cambiarsi un’altra volta.
<< Perché sei agitata? >> Chiedo afferrando nuovamente le chiavi dell’auto.
<< Non so cos’aspettarmi. Non voglio fare brutta figura. E se tua madre ha cucinato qualcosa che io non mangio? >>
<< Vuol dire che non lo mangi. >> Dico con ovvietà.
<< Ma è maleducazione! >>
<< Allora lo mangi. >>
<< Ma non mi piace! >>
<< Elise. >> Chiudo gli occhi piuttosto confuso e lei prende a mordersi il labbro inferiore.
<< Ok, andiamo. Basta ripensarci. >> Annuendo si avvia verso la porta e io ringrazio tutti gli angeli del Paradiso ma appena sta per mettere il piede sul pianerottolo, si gira e io sospiro.
<< Non è meglio la borsa nera? >>
<< No, questa rosa coordinata alla maglia sta benissimo. >>
<< Ok. Però è meglio che prenda anche una giacca. >> Rientra in casa facendomi alzare gli occhi al cielo. Perché le donne sono così, eh?
<< Eccomi, eccomi, eccomi! >>
<< Sei sicura di aver preso tutto e che tutto vada bene? >> Chiedo esasperato mentre chiude la porta di casa con le chiavi.
<< Sì, sicura. >>
<< Mi chiedo a che cosa ti servi la giacchetta, fa caldo. >>
<< Alex, potrebbe benissimo esserci un po’ di vento questa sera. >>
<< Stasera? Perché usciamo? E poi scusa... dov’è il vestito? Il pigiama? Lo spazzolino? >> Chiedo confuso guardandomi attorno.
<< Oddio. >> Il suo sussurro mi fa chiudere gli occhi.
<< Ti prego... >>
<< Ho dimenticato lo zaino in camera! >> Sbuffo mentre velocemente riapre la porta di casa e corre con i suoi stramaledetti tacchi fino alla sua stanza.
<< Eccomi, eccomi, eccomi! >>
<< Questa frase l’ho già sentita. Dimmi che non hai dimenticato qualcos’altro, ti prego. >>
<< No, ho tutto, lo giuro. >> Sospirando, entro nell’ascensore.
 
 
--
<< Ti chiedo scusa per l’imboscata. >>
<< Non mi devi chiedere scusa, mi sono... divertita. >> Aggrotto la fronte.
<< Non sembri molto convinta. Non deve essere stato facile entrare in casa e venire travolta da mia madre, per poi trovarti al centro dell’attenzione perché sempre la mia adorata madre ti ha presentata alle amiche di mia cugina che hanno deciso di festeggiare qui l’addio al nubilato di Valeria. >> Mi sono preoccupato, penso sia evidente, ma... Elise è particolare, non riesco mai a capire come reagirà a un evento, a una frase, a un atteggiamento... beh stasera mi ha nuovamente stupito. Non sapevo che Valeria volesse cenare qui, e mia madre ha pensato non fosse il caso di dirmelo perché sapeva che se no avrei portato Elise più tardi. Ma il punto non è questo, il punto è che da quando Elise mi ha detto che ha delle crisi di panico, quello ad andare in panico sono io! Non so mai come comportarmi e questo un po’ mi blocca, ma comunque Elise cerca di farmi capire e vedere che va tutto bene ma sappiamo entrambi che non è così. Ma stasera, a cena, è stata favolosa. Non ha mostrato nemmeno un segno di squilibrio, ha parlato con tutte, ha risposto alle duemila domande e si è imbarazzata veramente poco. Vederla sorridente e a suo agio... beh è quello che al momento desidero di più.
<< È vero, sono stata presa in contropiede ma... va bene, cioè non potevo di certo pretendere molto da tua madre, sarebbe stato come chiedere alla mia di non fare battutine sconce. >> Ridacchio e scuoto il capo osservandola sul mio letto con le gambe incrociate.
È bellissima, non c’è niente da fare, più la guardo e più voglio continuare a guardarla. Non sono mai stato catturato da nessuna ragazza, non in questo modo.
<< Elise? Alex? >> Alzo gli occhi al cielo e aiutando Elise ad alzarsi, raggiungiamo Valeria nel corridoio.
<< Elise, sei ufficialmente invitata al mio addio al nubilato. >> Valeria le fa un sorrisone a cinquantamila denti ed Elise schiude la bocca sorpresa, irrigidendosi appena.
<< Uhm... n-non mi sembra il caso. >>
<< Oh no no no! Non accetto un rifiuto, vieni con noi! >> Elise si stringe al mio braccio, e quando incontro il suo sguardo capisco che è quasi spaventata.
<< Vale, se non se la sente non obbligarla. >> Valeria alle mie parole sospira, ma un attimo dopo inizia a saltellare con un sorriso enorme... e io che pensavo di averla vinta!
<< Ti prego! Suvvia, vieni anche tu Alex! Tanto non facciamo niente di esagerato, vogliamo andare in un karaoke. >> Karaoke? È così che ha intenzione di festeggiare il suo addio al nubilato? È pazza!
<< Io? In mezzo a tutte le donne? >> Valeria alza un sopracciglio.
<< Perché fino adesso da chi sei stato circondato? >> Mi chiede piccata. Mi sento in trappola, sinceramente non ho molta voglia di andarci ma devo, più che altro perché se non ci sono io, Elise non ci va, e Valeria invece ci tiene che ci sia. Poso il mio sguardo su Elise, e la piccola peste mi fa gli occhioni dolci e sporge anche il labbro inferiore; come posso resistere?
<< Ok. Ok. Karaoke sia. >>
 
<< Stento a crederci di essere riuscita a cantare! >> Sorrido contento di fronte al suo entusiasmo; siamo in macchina, siamo andati via da poco dal locale e Elise stenta a crederci del suo “coraggio”. Io l’ho semplicemente adorata mentre tutta rossa cantava la canzone Girasole di Giorgia, dedicandomela. All’inizio non volevo credere che l’avesse scelta per me ma quando... beh ha incontrato il mio sguardo non ho avuto dubbi. Non so nemmeno perché io, poco dopo, abbia ricambiato, ma come un flash, mentre stava scendendo dal palco, mi è passata per la mente la canzone “Forse un angelo” degli Studio3 e non sono riuscito a resistere. Spero solo che Gigi non venga mai a sapere di questa cosa, mi prenderebbe in giro a vita: io che salgo su un palco e stonato come una campana, dedico una canzone alla mia povera fidanzata che sarà diventata sorda. No, è meglio che Gigi non lo venga mai a sapere.
 
Vederla persa tra i ricordi è bello, sapere cose nuove su di lei è bello, poterla ascoltare e ridere è ancora più bello. È assurdo come io stia pendendo tra le sue labbra, sono quasi ipnotizzato da lei, dalle sue espressioni e da quello che mi sta raccontando. Riesco quasi a immaginarla mentre da piccola si trovava in questo giardino a giocare con i suoi amichetti, e riesco anche a immaginare lei che inizia a fare i suoi primi piccoli passi nel mondo.
<< Sei tu che vedi solo cose buone in me. >> Mormora divertita facendomi sorridere. È assurdo che io trovi perfetto stare comodamente seduti su una panchina a parlare, vero?
<< Non è vero. Non sono così scemo da non vedere e sapere qualche tuo difetto. Non mi pare di averti mai definito perfetta. >> Che bugiardo che sono. Nella mia mente la definisco sempre e continuamente perfetta... ma a voce non l’ho mai detto, ed è meglio che continui a non saperlo... penso che mi prenderebbe in giro se glielo dicessi... la perfezione non esiste ma lei... lei se non lo è, si avvicina parecchio.
<< Suvvia, dimmene qualcuno? >> Adoro quando mi “sfida”; mi trovo a ridacchiare e giocare con una sua ciocca mentre prendo a parlare.
<< Sei permalosa. Puntigliosa solo quando vuoi. T’innervosisci molto facilmente, non ti piace quando ti vengono toccate le orecchie, diventi quasi isterica distruggendo il tuo buon umore. Quando sei arrabbiata, diventi più ironica e pungente del solito e soprattutto tendi a morderti il labbro inferiore o le unghie quando pensi di avere ragione ma preferisci lasciar correre... devo continuare? >> Non sono veri difetti... avrei potuto dire che è lunatica, isterica, che odia che gli si vada contro quando è convita che abbia ragione ma... che importanza ha? Quasi tutti abbiamo questi difetti.
La osservo e sorrido quando la ritrovo con la bocca aperta e gli occhi leggermente lucidi.
<< Hai dimenticato che sono una piagnona. >> Dice tirando su col naso e io corro ad accarezzargli lievemente una guancia mentre mi perdo tra le sue espressioni e i suoi occhi.
<< Sei sentimentale. Più di quanto tu voglia darlo a vedere a tante persone. E poi... quando hai gli occhi lucidi mi piaci... i tuoi occhi tendono al verde, lo sai? >>
<< La finisci? Vuoi vedermi piangere? >> Ha abbassato gli occhi, probabilmente per non piangere veramente... o forse per nascondere quanto le mie parole l’abbiano colpita. Lei è così, tende sempre a nascondersi, a non farsi vedere vulnerabile. Su questo siamo simili, solo che a me, con lei, piace espormi. Anche se non su tutto. Su mio padre non ci riesco, non come vorrei. Non riesco mai a spiegarmi ed è accaduto anche questa sera a cena quando siamo stati informati della presenza di mio padre domani al matrimonio di mia cugina. Non so perché io abbia dato per certo che non ci sarebbe stato... d’altronde è il matrimonio di sua nipote ma... la mia mente era troppo presa dalla presenza di Elise, dal fatto che ci sarà anche lei domani. Però Elise l’ha presa bene, certo... non penso che mi direbbe quanto l’abbia agitata questa notizia, ma pare averla presa bene.
Mi ridesto tornando a osservarla e... cazzo quanto la amo! È assurdo dirlo nei propri pensieri ma è così, cioè lei è così piccola, sembra fragile, continuamente sul filo del rasoio ma è dannatamente forte, talmente tanto che nemmeno lei sa di esserlo. Mi accosto al suo viso e prendo ad accarezzarlo il viso e le bacio lievemente le palpebre che chiude non appena mi avvicino.
<< In questo momento saprei cosa dirti... ma penso che scapperesti. >> Il mio cuore sta battendo a mille, e mi piace pensare che anche il suo sia messo nella stessa condizione. Mi guarda confusa e scuoto il capo divertito. << Fai così tanto senza nemmeno accorgertene. >> Mormoro guardandola intensamente.
<< Ma che stai blaterando? >> Chiede spaurita. Sono queste le reazioni che spaventano me. Vorrei dirle quello che provo, proprio in questo momento ma... ho paura che si ritragga proprio come sta facendo in questo momento. La cosa assurda è che lo fa senza nemmeno accorgersene.
<< Tu riesci a rendermi felice con un sorriso, con un semplice bacio o un “sì”. Tu mi condizioni più di quanto credi. Adoro i tuoi difetti e apprezzo ancora di più i pregi – che comunque non sono pochi. >> Ammetto senza riuscire a trattenermi.
<< Anche tu mi condizioni tanto. Più di quanto mi piace ammettere. Se ultimamente sono sempre di buonumore, è per te. Per i tuoi sorrisi, per i passi avanti che mi fai fare, per le capovolte che fai prendere al mio cuore e per come mi stringi. >> Alza finalmente lo sguardo e penso che mi stia per venire un infarto. Ti prego Elise, dì quelle due parole... << Amo i tuoi abbracci. Non mi fai solo sentire protetta ma anche in pace con il mondo... come se bastassimo tu ed io. I tuoi abbracci... m’infondono calore, affetto... e tante... tante altre cose. Tu mi fai sentire speciale. Sei tu quello che mi condiziona di più. >> Ho bisogno d’aria, e di distogliere lo sguardo dal suo.
< Elise, per favore, non dire altro. Non voglio farti scappare e soprattutto non voglio dire quelle due paroline così tanto per. >> Non farmi bloccare, dimmi che vuoi che te le dica, dimmele tu, diciamole insieme...
Mi accarezza una guancia, vuole la mia attenzione e io l’accontento. I suoi occhi sembrano brillare e io non so più che dire.
<< *Se vuoi innamorarti di me, penso sia giusto che tu sappia di chi ti stai innamorando. Ti stai innamorando delle mie insicurezze, e delle mie ossessioni di provare a sembrare quello che le altre persone pensano che io sia. Ti stai innamorando della mia immaturità, del mio costante bisogno di sentirmi amata e apprezzata, delle mie ghiandole lacrimali iperattive, della mia tendenza a non essere troppo appiccicosa. Ti stai innamorando dei miei problemi passati e presenti, delle mie speranze e sogni, e di come sia esageratamente romantica, anche se non lo do a vedere. Se t’innamori di me, ti innamori anche di tutte le imperfezioni che nessuno potrà mai amare. Ma ti starai innamorando anche del modo in cui mi sorridono gli occhi quando sto con te, del modo in cui ti do il "buongiorno". T’innamorerai anche delle mie battutine o provocazioni che dirò, e il modo in cui arrossirò quando qualcuno mi chiederà di te. Ma per me la cosa più importante è che tu sappia a che cosa stai andando incontro. >> A metà discorso una lacrima l’è sfuggita e io l’ho osservata finché non è arrivata alle sue labbra. Aveva già smesso di parlare e poiché io non riesco nemmeno ad aprire bocca... beh ho preso a baciarla, perché è così che devono andare le cose: noi, insieme... e col nostro amore. Perché anche lei mi ama, me lo ha fatto capire e non importa che al momento non sia pronta a dirmelo chiaramente... questo mi basta.
 
<< A costo di farmi odiare ma... Elise non abita qui vicino? >> Mi chiede Melissa fuori dalla Chiesa, vicino ai nostri parenti. Elise sta parlando con mia madre e io mi volto verso mia sorella trucidandola con un’occhiata facendola ridacchiare.
<< Sì... ma volevo che dormisse da noi. >>
<< Ok. >> Sorride impertinente ma infine mi accarezza un braccio. << Starò muta come un pesce. >> A sorridere questa volta sono io.
<< Grazie. >> Alza le spalle e si allontana.
<< Quindi Valeria era sincera... Elise esiste. >> Mi volto ridendo verso lo sposo, Simone e annuisco, torno a guarda la mia Elise e la vedo voltata verso di noi, evidentemente si sarà sentita chiamare; allungo una mano verso di lei che l’afferra subito e l’avvicino a noi per poi fare le presentazioni.
<< Dite che è normale che Vale non sia ancora arrivata? >>
<< Non sarai agitato? >> Lo prendo in giro e lui sospira con il panico negli occhi.
<< Siamo ancora tutti fuori dalla Chiesa, e poi la sposa deve sempre farsi attendere. >> Dice Elise cercando di tranquillizzare, oramai, mio cugino.
<< Hai ragione. Poi lei è ritardataria di natura. >> Sorrido scuotendo il capo.
<< Stai tranquillo, non ti lascerà all’altare. >> Annuisce alle mie parole e cerco di non ridere.
<< Allora... a quando il divorzio? >> Zio Mario s’intrufola e fa sbiancare il povero sposo facendomi ridere, Elise mi colpisce il petto e cerco di tranquillizzarmi.
<< Non ci siamo ancora sposati e già vuoi che mi preoccupi del divorzio? >> Chiede con voce strozzata Simone. Zio Mario annuisce.
<< Bisogna sempre pensarci. >>
<< Non è divertente. >> Mormora nuovamente col terrore negli occhi.
<< Pensateci bene anche voi, un matrimonio costa ma il divorzio ha un costo superiore. >> Dice rivolto a noi facendomi aggrottare la fronte. Elise si muove un po’ agitata.
<< Direi... che è un po’ presto anche solo prendere in considerazione di sposarci. >> Mormora Elise, Simone sorride.
<< Lo dicevamo anche noi... due mesi dopo le ho fatto la proposta. >> Dice Simone. Elise sgrana gli occhi e si volta verso di me, le mie mani corrono ai lati della mia faccia.
<< Giuro, non è mia intenzione. >> Alle mie parole si rilassa e zio Mario ride.
<< Se può farti rilassare gli dimezzo la paga, così è sicuro che non può fare una cosa simile... >> Alzo gli occhi al cielo alle parole di zio Mario.
 
<< Sei accompagnato. >> Sbuffo e sorrido al barman.
<< Sì, è un problema per te? >> Chiedo guardando mio padre negli occhi e con i cocktail tra le mani.
<< Non è Silvia? >> Stringo le labbra e guardo altrove, vorrei scappare e non guardare l’uomo elegante, ben vestito e ben curato che ho di fronte. Riesce a farmi salire il nervoso e lo schifo come nessun altro ci riesce. E non è normale... è di mio padre che si tratta.
<< Dovrei farti un applauso per esserti ricordato il nome della mia ex ma... ho dei cocktail in mano. >> Sorride divertito alle mie parole e si volta verso il nostro tavolo, sono certo che stia osservando Elise.
<< È deliziosa. Sembra a suo agio. >>
<< Cos’è, vuoi circuirla? >> Ok, forse sto esagerando e la sua occhiataccia me lo fa capire chiaramente.
<< Alex, io anni fa ho sbagliato ma non ho di certo fatto sesso con una minorenne e non era nemmeno una con cui uscivi. Mi tratti come se fossi peggio di uno stupratore. >>
<< Hai tradito mamma... >> M’interrompe.
<< Sì, ma la mia segretaria era giusto qualche anno più giovane di me, di tua madre... non era una ragazzina e il mio sbaglio lo sto ancora pagando. >>
<< Davvero? Perché io soldi non ne vedo da un bel po’. >> Sorride e il mio nervosismo aumenta.
<< Ci vediamo più tardi figliolo, devo andare a fare un brindisi. >> Alzo gli occhi al cielo e torno al tavolo dando da bere a mia madre e Melissa.
<< Ora parte la commedia. >> Mormoro per poi tornare a sedermi vicino ad Elise, che è accanto a mia sorella. Le stringo una mano e le sorrido.
<< Sei sicura che non vuoi niente da bere? >> Le chiedo mentre intravedo mio padre salire su un piccolo palchetto con un flute in mano.
<< Sicurissima. >> Mi sorride tornando a guardare mio padre.
<< Ti va se usciamo un attimo? >> Mi guarda stranita stentando un sorriso.
<< Va tutto bene? >> Mi chiede afferrandomi una mano.
<< No, puoi venire? >> Annuisce guardandomi preoccupata e mi segue fuori dalla sala. Nemmeno il tempo di chiudere la porta del ristorante che la faccio appoggiare al muro e prendo a baciarla. Inizialmente ricambia con trasporto ma dopo nemmeno un minuto rallenta e mi accarezza una guancia facendomi allontanare.
<< Ehi... che succede? >> Sono pessimo, l’ho fatta preoccupare.
<< Avevo bisogno di stare un attimo da solo con te. >> Mi accarezza le guance e io mi sciolgo sotto le sue carezze.
<< Sei agitato... >> Nota sussurrando.
<< Un po’. >> Ammetto.
<< Si tratta di tuo padre? >> Annuisco con gli occhi chiusi.
<< È uno stronzo. >>
<< Io lo adoro, ma solo perché ha aiutato tua madre a farti. >> Ridacchio continuando a tenere le palpebre abbassate. Non le rispondo e mi abbasso appoggiando la testa sulla sua spalla.
<< Perché sei così adorabile? >>
<< Qualcuno deve pur esserlo. >>
<< Io non lo sono? >> Chiedo guardandola.
<< Raramente. >> Dice con un’espressione buffa e per niente credibile.
Ti amo. Lo penso solamente però, e riprendo a baciarla.
 
<< Piccola mia! Sei stupenda. >> Mi viene automatico irrigidirmi, Elise stava parlando con mia sorella, quindi è normale che ora stia guardando mio padre. Chissà se ha capito che è lui. Sicuramente.
I miei genitori si scambiano un paio di battute e la mia ragazza si volta verso di me.
<< Stai bene? >> Le chiedo prima che possa chiedermelo lei, mi guarda per un secondo e poi annuisce.
<< Alex, figliolo, è bello vederti. >> Quanto gli vorrei togliere quel sorriso strafottente dalle labbra.
<< Se lo dici te. >>
<< Alex! >> Elise mi sgrida sussurrando e guardandomi trucemente. Mi sento quasi come un bambino, ma forse ha ragione lei, almeno oggi dovrei comportarmi bene. Potrei farlo almeno per lei.
<< Sappi che non lo faccio perché ci tengo, ma per educazione: lei è Elise, la mia fidanzata. >> Per lei, sto facendo tutto ciò solo per lei, perché se fosse per me l’avrei ripresa e portata fuori come prima: tutto pur di evitarlo.
<< E’ un piacere conoscerti. >> Si stringono la mano ed Elise arrossisce lievemente.
<< Anche per me. >>
<< Elise... come mai non Elisa? >> Alzo gli occhi al cielo. Al diavolo l’educazione! Ma che razza di domande fa?
<< La scelta era tra Desirée, Jessica o Elise. I miei genitori non sono mai stati appassionati dai nomi italici. >> Elise sorride, cercando di farsi vedere per la persona stupenda che è ma mio padre... annuisce assorto tra chissà quali pensieri.
<< Ti senti bene in questo ambiente? >> Aggrotto la fronte e Elise alza un sopracciglio ma io non riesco a tacere, non più.
<< Non ce la fai proprio a mettere le persona a proprio agio, non è vero? >>
<< Sto facendo conversazione. Qual è il problema? >> Mi ritrovo a sbuffare... non posso prenderlo a pugni, non sarebbe carino. Non in questo momento.
<< Elise, vuoi da bere? >> Ho bisogno di allontanarmi con lei. Subito. Annuisce e io mi alzo, mi allontano da mio padre e dopo aver fatto qualche passo mi volto e la trovo ancora seduta, con mio padre al mio posto che sta parlando con lei. Sospiro e cerco di scacciare il vuoto che provo nello stomaco.
<< Vai a fare quello che stavi facendo. C’è tua madre lì vicina ed Elise sa difendersi. >> Mi giro e incontro lo sguardo serio di zio Mario. << Cavolo nipote, hai proprio bisogno di bere. >> Ridacchiando mi faccio spingere fino al bar.
Elise può farcela... e se non ce la fa, avrò solo un motivo in più per avercela con mio padre.
 
<< Tra un minuto potete mettere “Nient’altro che noi” di Max Pezzali? >> Chiedo al dj e sorrido dopo che mi annuisce, con il cuore a mille mi avvicino ad Elise.
<< Ti va di ballare? >> Poco importa che lei e mio padre stiano ancora parlando, ho bisogno di tenerla stretta tra le mie braccia. Elise annuisce e si alza senza rivolgere la parola a mio padre, lo guarda solamente per poi superarlo. La stringo subito a me mentre mi avvicino alla pista per poi iniziare a ballare con lei.
<< Spero che mio padre non ti abbia tormentata. >>
<< No, mi ha fatto solo qualche domanda. >> Svia velocemente il mio sguardo e io m’insospettisco ma faccio un profondo respiro e cerco di accantonare la cosa, almeno per il momento.
<< Ok, ne parliamo dopo... >> Punto il mio sguardo verso il dj, e gli faccio capire che può mettere la canzone, lui mi da l’ok e io prendo a parlare sussurrando nell’orecchio di Elise.
<< Questa è per te. >> Le prime note della canzone riecheggiano per la sala. Non siamo in tanti a ballare, ma la canzone porta altre coppiette ad alzarsi; stringo maggiormente la vita di Elise.
<< Penso che questa canzone ci rappresenti bene. >> Spiego mentre Elise artiglia il retro della mia giacca come se avesse paura che io possa scappare.
<< Nient’altro che noi. >> Sussurra appoggiando la testa al mio petto. Mi trovo ad annuire e stringerla a me mentre la canzone prosegue. Sulle note finali mi decido e prendo un profondo respiro per poi allontanarla un po’ e dirle quello che oramai è un tarlo nella mia testa.
<< Ti amo, Elise. >> Ho il cuore a mille e non so come reagire quando sgrana gli occhi e s’irrigidisce. Ok... so di averla presa in contropiede ma non è che mi muore, no?
Quando finalmente si muove, apre la bocca senza fiatare e fa scivolare le sue mani sulle mie braccia, mi decido ad aggiungere altro. << Non c’è bisogno che tu dica qualcosa, volevo solo dirtelo. Perché è giusto che tu lo sappia, non che tu lo capisca dai miei gesti. >> Mi è uscita una frase di senso compiuto? Penso di sì e me ne compiaccio.
Elise ha gli occhi lucidi, ma non parla, si alza sulle punte – dopo non so più quanto tempo – e mi lascia un lieve bacio sulle labbra. Ho ancora il cuore che batte a mille e la mancanza delle sue parole mi... mi stranisce, non riesco a capire come dovrei reagire, non riesco nemmeno a capire come mi sento e che cosa sto provando.
Lentamente riappoggia la testa sul mio petto e io la stringo chiudendo gli occhi.
<< Saprò aspettare. Io non scappo. >>
   
 
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