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Autore: Sasotta    22/11/2011    3 recensioni
Odio svegliarmi ogni santissima volta;
ogni giorno abbandonarlo è una tortura, come lo è stare sveglia aspettando di rivedere i suoi occhi così stupendi da far mancare l’aria.
Posso solo sperare di addormentarmi sul banco quando sono a scuola, mentre guardo un film o mentre sto viaggiando in macchina.
Sono una stupida.
Come ci si può innamorare di un ragazzo immaginario?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci vorrebbe il mare sulla nostra vita
che lasciasse fuori, come un fiore, le tue dita
così che il tuo amore potrei cogliere e salvare
ma per farlo ancora, giuro, ci vorrebbe il mare...
 

 

 

 16 Luglio 2009.

Oggi è una giornata come tante. Il mare è tranquillo come sempre, a differenza del caos che ho intorno.
Oggi la spiaggia è piena. C’è gente che grida “Dai vieni a fare il bagno, l’acqua è bellissima!”
oppure “Che caldo, vado a prendermi un gelato.”. Tutti i ragazzi della spiaggia sono sdraiati sui loro lettini,
a prendere il sole come lucertole: occhiali da sole sul naso, e ipod acceso.

Io invece sto leggendo un libro trovato questa mattina in una bancarella di libri usati. Un’ombra sulle pagine ingiallite.
Una testa.

< Cosa leggi? > è Tom.
< Mi sono addormentata di nuovo, vero? > lo guardo delusa. Provo a sfogliare le pagine del libro.
La mia mano le attraversa; non riesco ad afferrarle.

< Si… lettura interessante? > ridacchia con quella sua voce roca che mi fa letteralmente impazzire.
< Interessantissima! > sorrido con quel mio fare impacciato che odio tanto.
< Che ne dici? Ci facciamo un bel tuffo? >
< Scherzi? Non voglio mettere in mostra la mia ciccia. >
< Ma quale ciccia? Dai vieni, non c’è nessuno! >
< Nessuno? Oggi la spiaggia è più piena del solito! >
< Sai cosa devi fare. Il sogno è tuo, puoi modificarlo quando ti pare. >
< Non ci avevo pensato. > Chiudo gli occhi, concentrandomi. D’improvviso le voci intorno a noi si dissolvono.
Riapro gli occhi. Mi punto sui gomiti; mi alzo dalla sdraio. Le persone sono sparite, le loro cose con esse.
< Ora vieni? > si toglie la maglietta. I suoi muscoli scolpiti sono ricoperti di calda pelle abbronzata. Voglio toccarli. Mi porge la sua mano.
Prima di afferrarla mi tolgo la maglietta. So di non avere un corpo come una modella, ma lui mi guarda come se fossi perfetta.
Camminiamo sulla sabbia bianca, rallentando sul bagnasciuga. Il vento mi scompiglia i capelli, che mi finiscono sulla faccia,
appiccicandosi alle labbra bagnate. Li tolgo dal viso con la mano, e li accompagno dietro le orecchie.
Due secondi e sono di nuovo sul mio viso.

Mi guarda con quei suoi occhi verdi, chiari, belli da morire, capaci di uccidermi in un solo colpo. Sorride con fare da furbetto.
< Cosa ti passa per la testa? > si avvicina, mi afferra le braccia.
< Hei, ma che fai? > rido. Mi prende in braccio e inizia a correre, schizzandomi addosso l’acqua salata.
< Lasciami, lasciami! > sembro una stupida, ma continuo a gridare.
D’improvviso mi lascia cadere. Finisco nell’acqua calda e fredda, inghiottendola ridendo.
Riemergo; ho la pelle d’oca; tossisco a causa del sale. Apro gli occhi.
< Sei uno stupido! > tossisco di nuovo. Non c’è.
< Tom? > lo chiamo.
< Tom! > tutto diventa nero.
< Mila! Dimmi che ti sei messa la crema solare! > mia madre mi sta urlando in un orecchio. E’ appena rientrata dal bagno.
< Si, tranquilla… > mi strofino gli occhi assonnata e arrabbiata.
< Dovevi proprio svegliarmi? > la guardo male.
< Perché stavi dormendo? >
< No, stavo con gli occhi chiusi così: tanto per… >
< Scusa tesoro! > mi passa una mano bagnata e salata sulla guancia.
< Vai a fare il bagno, stai sempre qui seduta a leggere quei libri noiosi che puzzano. >
< Sono interessanti, invece. > dico. E’ sempre così noiosa quando siamo al mare. Mi alzo di malavoglia.
Penso a una sola cosa, l’unico pensiero fisso che mi accompagna da quando ho 5 anni: Tom.
L’uomo dei miei Sogni.
Odio svegliarmi ogni santissima volta; ogni giorno abbandonarlo è una tortura, come lo è stare sveglia aspettando
di rivedere i suoi occhi così stupendi da far mancare l’aria. Posso solo sperare di addormentarmi sul banco quando
sono a scuola, mentre guardo un film o mentre sto viaggiando in macchina. Sono una stupida.
Come ci si può innamorare di un ragazzo immaginario? Ci sono così tanti bei ragazzi in giro, ragazzi veri, reali, che posso vedere e toccare.
Ma nessuno di questi è così bello e perfetto come Tom. Nessuno può essere comparato a lui, proprio nessuno. Non sono esagerata.
L’ho già detto…lui è il mio Uomo Dei Sogni.

L’acqua fresca del mare mi bagna i piedi. Dei piccoli brividi mi salgono lungo la schiena facendomi venire la pelle d’oca.
Mi torna in mente l’ultimo sogno. Quanto vorrei di nuovo essere presa di peso e buttata in acqua; cambierei solo il finale.
Quante volte ho immaginato di baciarlo. Quante volte ci ho provato e ho fallito. Io lo voglio. Per sempre.

Cosa posso fare per averlo? Forse continuando a sognare. Ma perché non sognarlo per l‘eternità?
Prendo un respiro e mi faccio coraggio. Corro. Gocce d’acqua salata mi arrivano sul viso, ma io continuo, anche se gli occhi
mi bruciano e sto rallentando. L’acqua frena la mia corsa, come volesse dirmi “Basta correre, fermati, non andare oltre.” ma io continuo;
non voglio fermarmi. Corro fino a quando le mie gambe non cedono per la fatica e fino a quando non sento più la sabbia sotto di me.

Mi immergo del tutto sott’acqua. Gli occhi non bruciano più. Mi guardo intorno, ma non vedo niente. Chiudo gli occhi, ma non riemergo.
Inizio a pensare, senza rendermi conto di stare in apnea. Passano trenta secondi, un minuto, un minuto e mezzo.
A due minuti ho bisogno di aria. Riapro gli occhi, tento di ritornare in superficie. Non ci riesco.
Le gambe non funzionano, forse per lo sforzo che ho fatto prima. Muovo le braccia, ma nemmeno loro mi aiutano.
Sono nel panico più totale; mi dimeno, ho bisogno d’aria. Apro la bocca, devo respirare. Inizio a bere,
e non riesco a fermare il mio bisogno d’aria. Sono nel panico più totale.

Cosa posso fare? Non mi viene in mente niente, e inizio a vedere immagini della mia vita passarmi davanti.
Sto per tentare di respirare ancora, e la mia mente inizia ad annebbiarsi. Sto per morire. Come posso morire così stupidamente!?
Riesco a intravedere qualcosa di rosso, un costume forse, appena in tempo; gli occhi si chiudono, definitivamente.

 

Un brusio intorno a me. Qualcosa di salato mi preme sulle labbra. Altre labbra?
Dell’aria entra dalla mia bocca, e sento premere forte poco sopra le mie costole. Sento l’acqua salire.
Mi sollevo. La sputo, rigettando. E finalmente riesco a respirare.
< Brava, così. Respira! > tossisco. Prendo fiato il più possibile. Mangio l’aria.
Mi guardo in giro. Una folla di gente mi sta intorno, e mi guarda con fare preoccupato e allo stesso tempo curioso…passo
in rassegna i visi uno a uno, non riuscendo a capire perché mi guardano. Poi ricordo.
L’acqua mi stava trasportando nel suo mondo…come dimenticare una cosa simile?

Infine mi volto verso la persona che mi ha parlato. Un ragazzo. Lo guardo; chiudo gli occhi e li riapro, li strofino più e più volte.
Non è possibile. Non può essere.

E’ Tom.
Tento di parlare ma non riesco. Le parole non vogliono uscirmi dalla bocca, e tutto quello che riesco a produrre è un rantolo senza senso.
< Ricordi cosa ti è successo? >
< Cosa ci fai qui? > le parole mi uscirono, insieme alla mia felicità di vederlo e la mia preoccupazione. Sono morta? Questo è forse un sogno infinito?
Lui non mi risponde. Ha la fronte aggrottata, e scuote leggermente la testa da destra a sinistra.
< Scusa, non…non capisco…stai bene? >
Cosa non capisci? Perché non mi rispondi, Tom?
< Si, sto bene. > annuisco. Decido di fare la fatidica domanda. < Sono morta, o è un altro sogno? >
Tom mi guarda strano. Cosa c’è di strano?
< Rispondimi! > lui si guarda intorno. Cerca aiuto nei volti delle altre persone.
< Sarà meglio portarti in ospedale, puoi avere qualche danno cerebrale. > Mi prende in braccio. Sono confusa.
Non ho detto niente di strano, perché non mi ha risposto? Lo guardo. Osservo i suoi bei lineamenti.
Poi mi accorgo di una cosa; i suoi occhi sono azzurri. Non è Tom. Non è il mio migliore amico.
Copro il mio viso con le mani, e le lacrime iniziano a rigarmi il volto. Singhiozzo.

< Hei, hei. Calmati. Perché piangi? > mi chiede quello che fino a poco fa credevo Tom.
Siamo quasi usciti dalla spiaggia. C’è un marciapiede; mi ci appoggia sopra.
< Niente, niente. Scusa, prima ti ho confuso con un altro ragazzo. > Non smetto di piangere. Non riesco.
< Tranquilla, sei spaventata. Lo sarei anche io se mi fosse capitata una cosa del genere. >
Non sono tranquilla. Per niente. Sto piangendo per un semplice motivo: un sogno;
un particolare sogno che feci la notte del mio quinto compleanno.

Camminavo lungo il bagnasciuga quando lontano vedevo un bambino. Era poco più grande di me, e mi salutava con la mano.
lo salutai anch’io, nonostante non lo conoscessi. Lui si avvicinò a me, e mi disse.
< Vuoi essere la mia migliore amica? > senza pensarci, ingenua, risposi.
< Si! Io sono Mila! E tu come ti chiami? >
< Tom! >
< Sei reale? > ero ingenua, ma non stupida.
< No, sono un sogno. E mi sognerai da adesso in poi. >
< Perché oggi che è il mio compleanno? >
< Perché da domani ti trasferisci proprio qui. >
< Si, è vero. Andiamo a vivere vicino a una spiaggia. >
< Il mare è mio amico. > non sapevo cosa rispondere.
< Anche mio. >
< No, lui un giorno ti porterà via da me. Non mi sognerai più. >
< Perché? >

< Lo vedrai. > non dissi più niente. Ci prendemmo per mano, e iniziammo a correre e giocare sulla sabbia.

Non vedrò mai più Tom; il mio migliore amico è sparito. Il mio Uomo Dei Sogni è sparito.
< Posso sapere il tuo nome? > sussurro; la voce smorzata dai singhiozzi.
< Mi chiamo Tommaso. > una sensazione di calore mi inonda tutto il corpo.
< Io sono Mila. > mi sorride. E’ il suo sorriso.
< Bene Mila, sarà meglio che ti porto in ospedale. >
< No, sto bene, davvero. >
< Sai che non posso non portarti lì vero? >
< Ti prego, resta qui a parlare con me. Voglio solo…conoscerti. > aggrotta la fronte. Sembra pensare alla mia richiesta.
La fronte torna di nuovo liscia e perfetta.

< Va bene, ma dopo ti porto in ospedale. > sorrido.
Se è veramente lui, il mio Tom, lo scoprirò solo conoscendolo. Devo stare con lui il maggior tempo possibile.

 




 

Ciao A tutti! :)
Beh, che dire? Questa piccolo storia mi è uscita così, di punto in bianco!
Ha un seguito, ma non credo diventerà una Long Fiction! ;)
Spero vi piaccia, e sono molto ansiosa di ricevere vostre recensioni! Per me sono importantissime,
e mi aiutano molto a scrivere, mi ispirano, mi convincono a fare di più e ancora meglio!
Io AMO scrivere, e spero di riuscire a comunicarvi le emozioni e le sensazioni che provo io nel creare queste storie.
Vi saluto e vi mando un grosso abbraccio!
Un grazie in anticipo a chi leggerà e a chi recensirà!
Sara

 
   
 
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