Credi nelle prove,
Stella.
#066.
Between the sheets
Nel
silenzio dello spogliatoio, l’unico movimento è quello delle braccia di Stella.
La
detective svuota il proprio armadietto, stipa tutto nel borsone da palestra, si
sofferma a guardare la maglietta che credeva di aver perso, e invece è sempre
stata lì, come in una cassaforte. La prende tra le mani, ne saggia la
consistenza, la avvicina al naso e riconosce il profumo del detersivo alla
magnolia comprato al Walmart circa otto mesi prima.
Mentirebbe,
se dicesse che non le mancheranno questo lavoro, questa squadra…
ma è ora di rimettere insieme i tasselli della propria vita, è ora di
riordinare le idee.
La
porta si apre, spezzando l’atmosfera quasi magica che si è creata nello
stanzino.
“Ehi,
ciao. Scusa” balbetta Adam. Nonostante stia seriamente lavorando sui suoi
problemi di relazione, ogni tanto non può fare a meno di balbettare. È insito
nel suo DNA, nessuna terapia potrà mai guarirlo completamente. “Stai… stai
andando via, vero?”
Stella
guarda il borsone ancora aperto e ci rimette dentro la maglietta. “Sì. Sì,
stavo… prendendo le mie cose.”
“Mi… ci
mancherai. Mi mancherai.”
“Adam,
tu…”
“No,
non dirlo. Lo so. Lo so che avevamo deciso di non… che non si sarebbe ripetuto.
Ho solo detto che mi mancherai, tutto qui.”
“Non
vado ad abitare sulla Luna, Adam” cerca di rassicurarlo lei.
“A me
sembra di sì” le risponde, puntandole addosso gli occhi, così azzurri e
magnetici da poter concorrere seriamente con quelli di Flack. “Insomma, non…
non sappiamo nemmeno dove stai andando.”
Plurale
maiestatis, pensa Stella, sicura che dietro quel ‘non sappiamo’ si
nasconde una sola richiesta: dimmi dove stai andando, Stella. Dimmi dove sei
diretta, voglio poterti ritrovare. “Anche tu mi mancherai, Adam.”
“Immaginavo
che non ci fosse modo di convincerti a restare, quindi ti ho preso un… beh, un
regalo d’addio, se vogliamo metterla così.” Le porge un pacchettino
rettangolare, poi spinge le mani in fondo alle tasche dei jeans. Stella può
quasi vederlo stringere i pugni mentre aspetta che lei strappi la carta. Tra le
sue mani, sotto la semplice carta rossa, spunta un libro. Se lo sta ancora
rigirando tra le dita, quando lo sente parlare di nuovo. “Ero indeciso tra
quello e I dolori del giovane Werther, ma… beh, poi ho pensato che
magari avresti apprezzato di più qualcosa con un lieto fine.”
Stella
sorride, guarda la copertina, guarda lui e reprime un pianto di commozione. In
fondo sa che dovrebbe restare – se non al lavoro, almeno a New York –, perché
anche se non ha mai avuto nulla, tranne la sua intelligenza e la sua integrità,
sa che potrebbe sempre avere l’amore di Adam. “Grazie, Adam. È stato davvero
gentile da parte tua” risponde, muovendo due passi avanti, con le braccia tese
ad abbracciarlo.
Si
ritrovano così, Adam e Stella, immobili nell’aria di nuovo silente dello
spogliatoio, come quella famosa notte in cui si sono ritrovati insieme, tra
le lenzuola, senza sapere bene come ci erano finiti. Adam impiega qualche
secondo per convincersi, ma alla fine rimette le proprie mani sulla schiena di
Stella, come quella notte, esercitando la stessa delicata pressione. Solo che
stavolta non è più un incontro, ma un addio. All’improvviso, in un istante
imprecisato dell’abbraccio, Stella si trova davanti agli occhi lo sguardo di
Adam, puro e innocente com’è sempre stato. Fa scivolare le proprie labbra sulle
sue, in ricordo di quell’unica, lontana notte d’amore.
Quando
si separano, poco più tardi, a lui sfugge un sorriso. “Devo imparare a
sopportare l’idea di essere più felice di quanto non meriti.” Abbassa lo
sguardo di fronte all’espressione interrogativa di Stella. “E’… l’ho letta in
quel libro” spiega, indicando il romanzo che lei tiene ancora in mano. “L’avrò
letto venti, venticinque volte. È un po’ rovinato, ma ci tenevo che lo avessi.”
Soltanto
in quel momento Stella pare accorgersi che il libro non è nuovo. “Mi stai dicendo
che… è tuo?”
“Sì,
ma… voglio che lo abbia tu.”
“Perché?”
“Perché
sì”. È la prima volta da quando si conoscono che Adam non le dà una risposta
precisa. È il suo lavoro dare risposte, sciogliere i dubbi, spiegare perché
le cose succedono. Ma stavolta, per caso o per scelta, non ha una spiegazione.
Si allontana, portandosi via i suoi sorrisi e i suoi occhi, e con un timido
gesto della mano le dice addio.
Stella
sfoglia rapidamente il romanzo, fino a trovare, infilato tra le pagine, un
pezzo di carta sgualcito. Credi sempre nelle prove, Stella. Cerca sempre la
verità. Con amore, Adam. Stella sorride e resiste all’impulso di corrergli
dietro. La verità è che lei l’aveva già trovata, prima che tra i fogli,
da sola, tra le lenzuola, con lui.
[772
parole.]
Note dell’Autrice
In quanto fan di tutte e
tre le serie CSI, non potevo saltare a piè pari il fandom.
E leggendo il prompt
“Between the sheets”, subito ho pensato ad Adam Ross e Stella Bonasera.
Coppia fantastica, non
credete? Già, peccato che lei abbia lasciato la serie alla fine della sesta
stagione =(
Il titolo della storia è
ispirato ad una battuta pronunciata da Mac Taylor.
La ff è ambientata alla
fine della sesta stagione, quando Stella decide di lasciare la squadra.
Il riferimento al
magnetismo degli occhi di Flack non ha alcun significato nascosto:
semplicemente, il nostro
caro detective ha degli occhi così folgoranti che non si può fare a meno di
notarli *_______*
La battuta di Adam “Devo
imparare a sopportare l’idea di essere più felice di quanto io non meriti” è
ispirata ad una battuta contenuta nel romanzo Persuasione, di Jane
Austen
– lo stesso libro donato
da Adam a Stella come regalo d’addio.