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Autore: Chibs    23/11/2011    1 recensioni
“ Scusa...Sono davvero felice di averti conosciuto, Alfred. Sono sicura che diventeremo ottimi amici, io e te!”
[Ritoro alla carica con una nuova FF di 4 capitoli interamente dedicata al mio primo OC e ai suoi rapporti con altre nazioni. Spero che la fic sia di vostro gradimento.]
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Axis Powers Hetalia
Pairing: Stati Uniti d'America/Louisiana
Sottogenere: Storico
Rating: Verde
Avvertimenti: Het, What if...?, OOC (?)

Note dell'autrice: Questa è una FF abbastaza datata, risale ancora a quest'estate, ma prima d'ora non avevo mai trovato il coraggio ed il fegato di postarla da qualche parte.  Racconta in chiave Hetaliana gli avvenimenti del Louisiana Purchase, in 4 capitoli ognuno dei quali narrato da un persoaggio diverso. Come ho già detto Louisiana è stato il mio primo "personaggio originale" per questo fandom e le sono molto affezzionata. 
Contesto: Louisiana Purchase

The journey of Louisiana Purchase:

[1] Il modo migliore per allargare i propri confini.


Eravamo lì, seduti vicini. Io le toccavo timidamente una mano con la mia, era una situazione insostenibile -o perlomeno lo era per me-. Avevo bramato tanto averla vicina a me, poterla guardare da più vicino e sentirla parte di me. Ma ora che ciò era avvenuto, lei non faceva altro che parlare una specie di francese misto a spagnolo e ad allontanarmi.

“Che hai Louisiana? Non sei felice?” parlai rapido cercando ancora un contatto con la ragazza, stavolta visivo. Non ero mai stato bravo con le parole, ogni volta che provavo ad esprimermi non ottenevo nulla o venivo frainteso.
La ragazza -immaginai- cercò di cavarsela con un semplice “Non, ne sono molto felice invece.” per poi lasciar cadere il discorso. Ma io non le credetti fin dal primo istante.
Gliela si leggeva negli occhi la nostalgia, e gliela si sentiva nella voce la titubanza.
Credevo di renderla felice, offrendole le mie ricchezze e il mio sostegno, ma sembrava che non gli andassi bene.
Abbassai lo sguardo sedendomi composto e liberando la mano di lei dal mio tocco.

Quando Jefferson e Livingston mi parlarono di un possibile acquisto della città portuale di New Orleans, non stavo più nella pelle. Finalmente avrei potuto rincontrare Kaitlyn* e parlare con lei, starle vicino. E lo avrei potuto fare tutte le volte che volevo.
Mi tornarono in mente alcuni momenti della mia infanzia, la vedevo giocare nelle praterie e poi insinuarsi nel fitto di una palude senza il minimo scrupolo a sporcarsi il vestitino. Un alligatore o un pellicano la seguivano sempre e le facevano compagnia.
Io rimanevo in silenzio a guardarla imbambolato, ero un bambino a quel tempo e mi lasciava estasiato la libertà che ci attorniava.
Ma poi arrivarono loro due. Arthur e Francis.
Mi trovarono e fecero a gara per “conquistare” la mia fiducia ed essere miei fratelli. Io scelsi il primo, forse perchè mi sembrava il più solo e mi faceva un po' pena. Non sembrava conoscere seriamente la vera libertà -o non come la conoscevamo io e Kaitlyn-
I giorni seguenti non ebbi nemmeno il tempo di andare a cercare Louisiana e chiederle di giocare, dovevo fare compagnia ad Inghilterra e farmi insegnare quello che sapeva. Dovevo sfruttare la possibilità che mi era stata data.
Quando rividi la ragazza eravamo entrambi cresciuti un po', parlavamo due lingue diverse, avevamo tradizioni diverse ed eravamo “sentimentalmente” legati a persone diverse.
Lei aveva Francia che la viziava e la riempiva di doni, attenzioni e complimenti. Praticamente completamente il contrario di quello che Inghilterra faceva con me.

Più tempo passava più diventavamo diversi e lontani. Ma io continuavo a provare un certo interesse per lei, interesse che a quel tempo non sapevo ancora spiegarmi.


Livingston partì nel 1801 in volta della Francia e io lo segui a ruota, volevo assistere alle trattative, anche perchè così avrei potuto parlarne direttamente con Francis.

Non fu per niente difficile “estorcere” la Louisiana a Francia, per contro di tutte le mie più rosee aspettative.

Non mi sarei mai aspettato che Francis mi dicesse quelle cose, mi ha stupito davvero molto il suo comportamento.
Quando tornammo in America eravamo più poveri di
11.250.000 $ ma in compenso avevamo 'guadagnato' quasi il doppio dei territori che eravamo disposti ad acquistare alla stessa cifra.
Era avvenuto il così detto 'Louisiana Purchase'.
Sbarcati nei, neonati, Stati Uniti d'America fummo acclamati da alcuni come eroi, mentre accusati da altri di aver compiuto un atto anticostituzionale.
In quel momento, però, non m'importava di ciò che diceva la gente. Avevo una sola cosa in mente; l'avrei rivista, sarei potuto diventare il suo eroe.


Da allora, non feci altro che pensare e programmare questo giorno.
Che mi sia illuso con le mie stesse mani? Credevo di poter sostituire la figura di Francia nel suo cuore, così da un giorno all'altro. Evidentemente mi sbagliavo.

Di lì a poco sarebbe stato ufficializzata la cessione dei territori dalla Francia agli Stati Uniti, speravo solamente che andasse tutto liscio.
Se il popolo louisianese fosse insorto, causando morti e feriti, non me lo sarei perdonato!

“ Scusa...” fu l'unica parola che sentii provenire dalle labbra della ragazza prima che questa le increspasse in uno smagliante sorriso e mi prendesse delicatamente le mani. Sporgendosi letteralmente verso di me.
“ Sono davvero felice di averti conosciuto, Alfred.” disse, puntando i suoi occhi oltremare nei miei di una tonalità più chiara. Quella frase non era finita, me ne rendevo conto, ma sembrava essere destinata a rimanere in-terminata per via del lunghissimo periodo di tempo .
“Sono sicura che diventeremo ottimi amici, io e te!”
S'alzò con eleganza dal divanetto, sistemandosi velocemente la gonna ampia a balze e di un bellissimo colore indaco. I movimenti di quella sinuosa figura di giovane donna mi ammaliarono, letteralmente.

“Andiamo? La folla ci aspetta.” La voce squillante non lasciava trapelare tristezza, sembrava essere serena. Ma io continuavo a non credere alle apparenze.
Mi lasciò indietro, raggiungendo velocemente il sindaco della città di New Orleans e suo fratello Leslie**, che si era rifiutato di incontrarmi prima della 'cerimonia' che ci apprestavamo ad iniziare.

Sapevo non sarebbe stata facile la convivenza con loro, ma non credevo così tanto.
Li raggiunsi di corsa, un gran sorriso stampato in volto, e ci avviammo per uscire in piazza.
Il popolo sarebbe, ora, entrato a conoscenza del passaggio della Louisiana agli Stati Uniti.
Era il 20 Dicembre 1803.


*Kaitlyn D.Orleans è il nome umano che ho dato lei. Ho scelto questo nome perchè era la giusta commistione fra il francese e l'inglese e poi perchè mi ricordava il nome Katrina. 

** Leslie Le Noir: Ho preso un attimo in "prestito" l'OC di lesty, come lei ha fatto più volte con la mia Kaitlyn. Tanto per ricambiare il favore.  E mi raccomando, leggete anche la sua FF.


   
 
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