Clà
Eccomi, dopo un sacco di tempo riscrivo: forse perchè ho pensato troppo a Kaori di questi giorni e chissà... perchè mi piaceva l’idea di continuare a scrivere quello che pensa. Kaori è proprio una brava tipa e sì, sono proprio contenta di raccontare le sue vicissitudini. Spero che vi piacciaJ
 
 
Sugar
 
 
Kaori non è stata molto paziente in vita sua per certe cose, ma per Ryo lo è stata, sempre.
Lo aspettava ogni sera sul finestrone di casa guardandosi attorno e assicurandosi che la sua macchina rossa rientrasse in tutta la sua tranquillità. Ogni maledetta sera a sperare che lui, varcata la soglia di casa, la guardasse negli occhi e le dicesse almeno “Buonanotte” per poi crollare in un sogno ubriaco fatto di fantasie mai esistite, se almeno ci fossero state. Sogni che parlavano di lei e lui e... forse stava andando troppo oltre.
Era lì, seduta sul divano, che per poco non si disperava di tutto lo strano orario delle serate di Ryo: l’orologio che rallentava e le luci psichedeliche della città che la facevano addormentare ogni volta erano proprio una disgrazia. Aveva provato ogni singola notte a restare sveglia, ma non c’e la faceva quasi mai.
“Ryo s’incazzerà un giorno, già arriva ubriaco e poi ci sono io che dormo e che deve portare di peso a letto, un giorno c’ammazzeremo su per le scale” pensava sempre prima di addormentarsi.
Aveva pensato che Ryo le dasse il bacio della buonanotte sulla fronte quando dopo averla coperta con le lenzuola se ne stava lì in piedi per momenti che sembravano ore.
È stata paziente quando lui le diceva di non essere all’altezza del suo lavoro, di non essere abbastanza femminile e di non fare la racchia con le rughe davanti a City Hunter. Pretendeva solo un po’ di riconoscimento per quello che era, la presenza che aveva nella sua vita ma non arrivava praticamente mai, certe volte si risorprendeva di quanto Ryo potesse perseverare nell’evitarla.
Ryo, City Hunter, uomo, marito, amico, nemico, Quante cose il nome Ryo riusciva portarle alla mente.
Ryo.
E adesso guardarlo mentre dorme, la barba rasata, i capelli spettinati sul cuscino e quel respiro che l’ha sempre rassicurata le sa di magia.
Magia buona, che non vuole nulla in cambio. Non alchimia.
Si è lasciata crescere i capelli, forse un giorno se li taglierà.
Ryo quel giorno starà sullo stipite della porta e la guarderà tutto il tempo, le si avvicinerà, accarezzerà e parlerà col suo pancione e la bacerà sorridendo.
“Da calci come al solito”
“Maschio?”
“No... Sugar Boy!”
“Ryo!”