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Autore: Arts    24/11/2011    7 recensioni
Cosa succederebbe se, per un fatale caso del destino - altrimenti denominato Chris - Duncan e Courtney finissero a convivere nella stessa casa, per un mese? E se Duncan e Courtney non si sopportassero?
Opzione A: Courtney rischierebbe letteralmente un esaurimento nervoso.
Opzione B: Duncan diventerebbe davvero più sadico del solito.
Opizione C: Censurata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Fraternizzare con il nemico e altri sport estremi.

 
Courtney chiuse gli occhi. Non sta succedendo. Usava quella tecnica, certe volte, quando i suoi genitori andavano fuori di testa e la rimproveravano per cose assurde. Quando non era abbastanza. Non abbastanza ubbidiente, intelligente, o brillante.
Non succede.
Non succederà.
E se anche dovesse succedere, lo dimenticheresti.
Gwen la guardò per qualche secondo, quella sera. Miss Perfezione se ne stava in silenzio, in un angolo. Ed era strano, perché di solito Miss Perfezione leggeva, parlava o enunciava a voce alta tutto ciò che non le andava bene, snocciolando con parole altisonanti ogni suo pensiero.
Seduta sulle scalinate della casetta, Courtney fissava un punto vuoto nel bosco.
“Courtney?” mormorò, uscendo e sedendosi accanto a lei. “Tutto okay?”
Non erano mai state amiche, seriamente, lei e Courtney. Tuttavia, per un motivo allorché ignoto, quella sera Gwen non sentiva il solito bisogno impellente di stare lontano da lei e dagli altri.
La ragazza sussultò, come se fosse stata strappata a chissà quale pensiero.
Courtney  tendeva a essere sempre così estremamente tesa, concentrata, pronta all’attacco, come se dovesse dare la risposta giusta a qualche quiz, tantoché Gwen si sentiva in qualche modo fuori luogo a fare quella domanda.
Solo la sera, alle volte, Courtney  permetteva alla sua mente di divagare, concentrandosi su qualche piccola fantasia, ricordo o  pensiero illogico;  in quei pochi momenti le sue spalle si rilassavano e quel portamento da ballerina lasciava il posto a una piccola e ingobbita secchioncella, persa in fantasticherie.
Ovviamente, Courtney non era cosciente di questo particolare di se stessa.
“Uhm, certo, Gwen” rispose distrattamente. “Ero solo distr … stavo solo ragionando sulla prova e su come sarà strutturata”
“Capisco” replicò Gwen.  “Quindi non pensavi a domani, alla casetta, e tutto il resto?”
“Assolutamente no!”
“Uhm” disse Gwen, corrugando le sopracciglia.
“Non mi credi?” disse Courtney, girandosi a fare un sorriso angelico a Gwen.
In qualche modo le piaceva parlare con lei. Era meno insistente degli altri, più intuitiva. Era silenziosamente intelligente, e Courtney l’apprezzò.
“Oh, certo. Ti credo, sei la verità fatta persona” commentò Gwen, e sbadigliò “Comunque, io vado a letto”
Courtney annuì, e abbozzò un sorriso.
Mentre saliva i gradini, sembrò presa da un’improvvisa illuminazione: “Ah, Courtney, a proposito! Non per qualcosa, ma controlla i tuoi cuscini, e l’accappatoio, quando sarai a casa con … Duncan. L’ho sentito parlare allegramente di larve e scarafaggi e credo di sapere chi sia il suo obiettivo”
Oh mio Dio, ma perché ce l’ha con me? Che gli ho fatto?”
“Niente, ovviamente, ma sei intelligente, fragile, molto, molto permalosa e … carina. E’ una cosa naturale: sei la preda perfetta. Soprattutto per uno come Duncan. Lo sarei sempre, devi farci l’abitudine”
“Non è una buona spiegazione”
“Oh, sì, invece”
“Io non sono fragile” replicò decisa Courtney. “Non sono fragile”
Gwen si abbassò, fino a osservarla curiosamente. “E neanche irritabile, giusto?”
“Già”
“Sì, come immaginavo”
 
L’indomani mattina, Chef era insolitamente allegro. Andava in giro canticchiando, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e brandiva quel suo mestolo come se fosse un fucile.
Ruggiva a tutti, chiedendo se avessero mangiato e poi li spediva verso una sana colazione, a quanto diceva lui.
La maggior parte dei ragazzi non faceva resistenza, nonostante fosse risaputo che l’allegria di Chef non era mai un toccasana per il proprio stomaco. Tuttavia, erano le cinque e mezza di mattina, praticamente notte, e nessuno si sognava di mettere in funzione i neuroni, o anche solo cercare di sfuggire al futuro sterminio dovuto a un probabile virus intestinale o peggio.
Perché erano tutti sveglia alle cinque di mattina? Beh, perché, a quanto pareva, li aspettava un lungo viaggio.
Il nostro piccolo gruppo di concorrenti camminava con un aspetto da zombie, un rivolo di bava che colava dalla bocca e gli occhi persi in un forzato sonno da svegli. Avrebbero avuto tutti mal di stomaco, domani. Tutti.
L’unica sveglia, pimpante, profumata e ben vestita era Courtney. Lei era abituata ad alzarsi presto, dormire poco, studiare molto e cercare di avere un atteggiamento riposato, anche quando era al limite del crollo.
Dopotutto, lei era Courtney Dawson. Non poteva avere crolli.
Socchiuse le palpebre, pregustando di sfuggire alla colazione e andare a sedersi qualche minuto sul molo, a leggere.
Si stava dirigendo lì, quando la voce di Chris la bloccò: “Duncan non si è fatto vedere. Gli altri concorrenti si sono riuniti nel refettorio. Mancate solo voi due. Chef ha preparato una delle sue innumerevoli specialità, ci rimarrebbe malissimo se non la assaggiaste. Courtney, ti dispiacerebbe andare a svegliare Duncan?”
“Non può farlo Chef? Gli procuro un imbuto, così può rovesciare la sana colazione nella gola di Duncan, in diretta. Sarebbe un buonissimo risveglio, per quel ragazzo, soprattutto se soffoca”
“Chef è occupato. Io sono occupato. Gli altri mangiano. Chi rimane?”
Courtney sospirò. “Io?”
“Esattamente, ragazza mia”
E con un ringhio, Courtney si avviò verso una delle casette.
Quella di Duncan, per la precisione. Duncan dormiva profondamente. A quanto pare, i suoi compagni di stanza dovevano aver cercato di svegliarlo, ma c’era stata una lotta che lui aveva vinto. Le coperte del letto erano ammassate confusamente sopra il ragazzo, che abbracciava il cuscino, lasciando un braccio penzoloni.
Le dita sfioravano il pavimento.
I capelli verdi, scompigliati, gli coprivano confusamente il volto. Courtney imprecò, mentre scavalcava mutande, coperte, dopobarba buttati sul pavimento della casetta come capitava. Le t-shirt erano raccolte in cumuli sulle sedie, per terra, e sui letti. Tutto era utilizzato, meno che gli armadi.
Courtney inciampò in una grossa camicia, cadde a terra con un tonfo e un mugugno. Si massaggiò il gomito, e superò anche quell’ultimo ostacolo con decisione. La bocca era una linea di disapprovazione.
Arricciò il naso. “Sveglia!” Tirò via le coperte di Duncan, strappandogliele crudelmente dal letto e … arrossì fino alla radice dei capelli quando si rese conto che Duncan dormiva in mutande.
Ma un pigiama, non ti piaceva?
 Un paio di pantaloni, perlomeno.
Duncan mugugnò qualcosa che suonava proprio come “Mamma, marinerò, lasciami stare. Oggi no”
Courtney ridusse gli occhi a due fessure.  “Sono troppo giovane per essere tua madre, caro Duncan, e sono molto peggio” Lo scosse, cercando di ignorare il fatto che era in mutande e il profilo poco accennato dei muscoli, del suo corpo erano fin troppo evidenti e vicini. Cercò di tirarlo per le braccia, di farlo rotolare fuori dal letto, di trascinarlo in qualsiasi modo.
Ma nada.
O Duncan aveva una stretta di ferro, o era in simbiosi con il letto. “Ora basta! DUNCAN! Svegliati, cavolo, svegliati! E forza, dai” In un nuovo moto di imbarazzo, cercò di buttargli nuovamente le coperte addosso e spingerlo fuori dal letto. Mentre metteva tutta la forza per fare questo, inciampò nella coperta e capitolò sul ragazzo. Il suo  naso sfiorava il petto di Duncan e per giunta aveva sbattuto la testa contro la testiera del letto e non era riuscita a capire come tutto questo fosse avvenuto.
E ora?
Era intrappolata nella coperta, faccia a faccia con quel testa verde addormentato, indecisa sul da fare. Cercò di muoversi, strisciare via dalle coperte, ma quelle sembravano legarla al letto.
Ora capiva perché Duncan era un avversario difficile, se si trattava della sveglia mattutina. Era legata, altroché. E proprio mentre si dimenava, sibilando imprecazioni e arricciando quel nasino a tutto forza, gli occhi azzurri di Duncan si spalancarono.
Oh, no. Ti prego. Cacchio.
Dapprima, il ragazzo la guardò perplesso, mentre la sua mente analizzava ogni particolare della situazione. Dopo un secondo, sul viso di Duncan comparve un sorriso beffardo e gli occhi azzurri, così innocenti all’apparenza, si accesero di una luce maliziosa. “Buongiorno, principessa, già mi salti addosso così? Abbi almeno un po’ di pazienza, pensavo che una ragazzina come te fosse più composta … ”
“Zitto, delinquente idiota. E’ tutta colpa di Chris!”
Duncan alzò un sopracciglio. “E’ colpa di Chris, principessina, se mi addormento un attimo e al risveglio sei appiccicata a me? Secondo me … ”
Courtney ringhiò, e cercò di allontanarlo. “Sei un imbecille! Siamo in ritardo di un’ora, sai cosa significa? E non permetterti di dire che io sono appiccicata a te, idiota, è tutta colpa tua. Solo tua. E ora hai cinque secondi per alzarti e capire l’importanza della puntualità …”
Duncan le lanciò un cuscino e la immobilizzò con un braccio. “Tu parli troppo, e di prima mattina soprattutto” soffiò a pochi centimetri dal suo viso.
Courtney sgranò gli occhi, indignata. “E tu … tu sei uno stupido testa verde e finiscila di chiamarmi principessa!”
“E questo … è il miglior insulto che tu abbia trovato, principessa?”
Courtney, che, nonostante il suo infinito dizionario, non disponeva di una gran gamma di insulti e parolacce, contrattaccò con la più grande, pallosa, e lunga ramanzina che Duncan avesse mai sentito.
Ed era solo la prima di un mese.
 
Mezz’ora dopo, davanti a un piatto fumante di brodaglia nera in cui galleggiavano piccole molliche marroni,  a dir poco sospette, Duncan programmava una vendetta epica. Doveva solo mettere piede in casa, quella piccola secchioncella.
Courtney stava leggendo. Mescolava con il cucchiaio la brodaglia come se si trattasse di un raro tipo di thè importato dall’Inghilterra. Duncan aveva ragione a dire che si comportava come una maledetta principessa in ogni situazione.
Chris si decise finalmente a spiegare le regole di quel mese, tutto compiaciuto.
Passeggiò fra le file di persone e infine iniziò a spiegare: “Non vi importa sapere né dove andrete, né in che modo o con chi” E ironicamente il suo sguardo si soffermò su Courtney, mentre pronunciava quelle parole. “L’unica cosa importante è che nella casa non c’è alcuna telecamera”
Un brusio leggermente interdetto si levò. Alcuni erano semplicemente felici di poter vivere un mese lontano dallo sguardo freddo delle telecamere, altri si chiedevano come fosse possibile mandare avanti un reality show senza filmare nulla.
Chris si affrettò a chiarire, inarcando un sopracciglio: “Sarete voi a registrare ogni azione nella casa. Il vostro compito è immortalare ogni cosa interessante, divertente, drammatica o altro. Nelle vostre mani una piccola videocamera, che la coppia dovrà dividere. La terrete un giorno ciascuno, e una delle regole importanti è registrate quanto più potete. Come se fosse un diario”
“E per le case? Il cibo? C’è tutto?” chiese Owen. Il cibo era importante, ovviamente. Era un aspetto che quelli di Total Drama tralasciavano spesso.
“Ovviamente no. Toccherà a voi fare la spesa, e il resto. Un vero corso di sopravvivenza. Per esempio, avete presente le vecchiette che al supermercato vogliono sempre rubarvi l’ultima scatola di Lucky Charms? Quelle sì che sono pericoli, altroché castori assassini”
“Giusto!” esordì Owen.
“A me fanno più paura i castori assassini” mormorò Bridgette dall’altro lato del tavolo.
E mentre si accendeva una disputa sui castori assassini, Courtney fissò irrequieta la brodaglia. “Mio Dio”
 
***
 
Non vomitare. Non vomitare. Nonfarlo ti prego, mormorò Courtney a se stessa.
Duncan non la smetteva di puntarle quella stupida telecamera addosso, come se stare sull’aereo non fosse già di per sé una tortura. “Ed ecco la nostra Courtney, cari spettatori, che sta cercando in ogni modo di trattenere la brodaglia di Chef dentro lo stomaco. Ce la farà? Lo vedrete ora su … Duncan Channel!”
“Sei ridicolo, Duncan e lo è anche Duncan Channel”
Duncan scrollò le spalle. “Io non sono quello che sta per vomitare in diretta, almeno”
“Io non sto per vomitare in …” Courtney serrò le labbra, chiudendo gli occhi. Un altro po’ e avrebbe dovuto utilizzare quel bellissimo sacchetto di plastica.
Non vomitare, Court, no. Almeno non quando questo idiota ti punta contro la telecamera.
Riaprì gli occhi.
Duncan ammiccava spudoratamente a una hostess, e quella ridacchiava anche!
“Ma la vuoi piantare?”
“Di fare cosa?” replicò Duncan, con uno sguardo fatto di pura innocenza.
Courtney alzò gli occhi al cielo. Poi si ricordò improvvisamente che le veniva da vomitare, che lo stomaco sembrava intento ad attorcigliarsi in un nodo sempre più stretto e che, ovviamente, Duncan stava riprendendo ogni cosa.
Il ragazzo si passò un mano fra i capelli, e, dopo un secondo di esitazione, tirò fuori quei trentacinque fogli di contratto e li sbandierò come se le sorti del pianeta dipendessero da lui e dai suoi stupidi ordini.
“Che … diavolo … fai?”farfugliò Courtney, che aveva ormai raggiunto un colorito verdastro pari a quello del ragazzo e teneva spasmodicamente i pugni chiusi.
Duncan non sembrava provare un minimo di pietà. “Sto cercando qualcosa nel contratto che ti impedisca di vomitarmi addosso, altrimenti sei eliminata” replicò con una scrollata di spalle. “Non è che soffri di vertigini, per caso?”
“Sei un … idiota”
“E’ un sì?”
“No, scherzi … mi viene … da vomitare per divertimento
“Oh, ecco. Qui dice che se soffri di qualsiasi tipo di paura, sarebbe un mio dovere darti una mano … nel modo che preferisco. Uhm, bene, bene, bene”commentò Duncan con uno sguardo malvagio.
Chris” sibilò Courtney, con uno sguardo che al confronto la bambina dell’esorcista era una dei Teletubbies. “Voglio il mio avvocato e … passa qui quel sacchetto!”
“Cari spettatori, vi risparmio questa vista orribile, sconvolgente, drammatica …  vabbé, si, date un occhiata” Duncan, al culmine della divertimento, puntò la telecamera verso Court e poi nuovamente verso di sé con un sguardo disgustato: “Mai salire in aereo con una tizia che soffre di vertigini”
Un secondo di silenzio.  Duncan alzò un sopracciglio. “Okay, credo che le darò una mano … forse. Ora chiudo, Duncan Channel tornerà domani, alle tre. Tenetelo a mente,  gente, anche perché ci sono io …”
Uno strillo inferocito si sentì in sottofondo.
Duncan chiuse gli occhi “Forse ci sarò io, spero. Vi amo tutti, a domani!”
Certe volte, Courtney si era chiesta se esistesse una Forza Misteriosa che se la rideva alle sue spalle. Una forza che si divertita a ridicolizzarla, e far sì che Duncan non si perdesse mai lo spettacolo. Per un po’ di tempo, aveva pensato che quella forza fosse Chris, ma ora si rendeva conto che era qualcosa di molto, molto più grande e onnisciente. E soprattutto, crudele.
Serrò le palpebre, mentre l’aereo sobbalzava per una leggera turbolenza e strinse le mani sui braccioli.
Courtney, non puoi fare così ogni volta che sali su un aereo.
Iniziò a respirare velocemente.
Come puoi fare il presidente degli Stati Uniti se hai paura di viaggiare?
L’aereo sobbalzò ancora e lei trattenne un gemito.
“Principessa?” commentò Duncan, rilassato.
Courtney esalò un respiro flebile. “Non è il momento di fare l’idiota, Duncan” disse a fatica.
“Pensa a una canzone” disse lui, senza badare ai suoi insulti. Ci era abituato. Per la quella secchioncella viziata era quasi impossibile non insultarlo per almeno cinque minuti di fila.
Courtney rimase in silenzio. Si staccò dal sacchetto, e si legò i capelli con un elastico e un paio di forcine.
Affrontava i viaggi in aereo organizzata e attrezzata come un guerriero ninja dell’ordine e della pulizia. Impressionante, a dirsi. Duncan la guardò incredulo, prima di ricordarsi che non la chiamava principessa per nulla.
 “Io facevo così, quando mi sentivo male. Pensavo alle parole di una canzone, e alla musica. Aiuta a calmarsi, aiuta sempre” continuò Duncan.
La principessa aveva assunto ormai un colorito rossastro. Era convinto che non gli avrebbe risposto, invece lei replicò piano: “Non conosco molte canzoni”.
“Cos – come fai a non conoscere canzoni?”
“Mia madre diceva che erano tutte – si bloccò, pronta a prendere la busta –  una perdita di tempo”
“Ma come osa  dire una cosa del genere? Insomma, la musica è musica!”
 La principessa emise un verso strozzato. Duncan lo interpreto come se lei fosse d’accordo, poi la scrutò per qualche secondo. Le sarebbe venuto un infarto prima che l’aereo atterrasse, se non avesse fatto qualcosa.
Sbuffò sonoramente. “Okay, principessa, ma giuro che se dici a qualcuno che ho fatto questo per te, me la paghi duramente” commentò e iniziò a canticchiare. “Watching myself when I'm taking strides, but here comes the moon and it feels  and it feels like an informer quick run away hide before they see you, you know it is all, all a glow
Poi si fermò. “Forza, principessa, respira piano. Prova a indovinare le note” E continuò a cantare piano al suo orecchio. “Walking on water seems parlays now you got my trust and it feels, and it feels like sabotage when I'm pulling triggers back on myself you know it is all I know, is all I know”
Courtney si concentrò sulle parole. Lasciò indovinare le note a qualcuno che ne capiva  qualcosa di musica, e tentò di decifrare la canzone dal punto di vista metaforico. C’era un significato strano e attraente in quelle parole.
Senza che se ne rendesse conto, il suo respiro era tornato quasi regolare e la stomaco era retrocesso dalla fase se-mi-muovo-vomito a il-mio-stomaco-ha-fatto-un-nodo-di-se-stesso e, cosa ancora più strana, Duncan le teneva in ciuffo di capelli sfuggito dalla forcina in modo che non le andasse in faccia.
Davvero tenero, pensò ironicamente.
Riuscì quasi a sorridere maliziosamente a Duncan, mentre lui si scostava. “Oh - oh, abbiamo un musiscista! Hai una bella voce, sai?”
Duncan alzò un sopracciglio. “Vedo che stai meglio”
“Esattamente, e ovviamente non grazie alla tua canzoncina dei miei stivali. Ma comunque grazie lo stesso, bel tentativo”
“Che cosa? Senza di me, a quest’ora ti sarebbe venuto un attacco d’ansia”
“Ma sei pazzo? Io sono Courtney Dawson, so gestire un semplice mal d’aria da sola!”
Duncan indicò la busta di plastica. Nauseante. “Oh, sì, ho notato, principessa"
“Non chiamarmi così, testa verde!”
“Ah, sì, sennò che fai?”
Non ottenne alcuna risposta. Courtney era di nuovo occupata a socializzare con il suo mal d'aria.
Duncan sorrise malvagio, e accese la videocamera.
“Quindi, Courtney, dicevi di saper gestire un semplice mal d’aria, giusto? Vediamo cosa ne pensano gli spettatori”




Banco Informazioni!

Bene, bene, bene! Salve, gente.
Okay, so di aver ritardato, lo so. In realtà, questa storia non avrebbe neanche dovuto avere un seguito, ma la coppia di Duncan e Courtney è davvero forte, e bella e alla fine l'ho continuata. Non pensavo che sarebbe piaciuta così tanto, credevo che mi avreste lanciato i pomodori ... invece non lo credevo, è tutta falsa modestia u.u Va bé, comunque, come sapete, mi fanno piacere le critiche. Quelle articolare, e quindi, più accorgimenti ed errori mi fate notare, più mi sarete utili per migliorare. Sono ancora una dilettante, ma un commento serve sempre ;)

E ora, rispondiamo ai commenti!
 Il Saggio Trent: Sono molto felice che ti sia piaciuta! Si, beh, chiudere Duncan e Courtney in un luogo per più di venti minuti equivale a guerra sanguinosa, e quindi immaginavo che sarebbe stato divertente xD Sappiamo tutti che Courtney, come hai detto, è ossessiva D: Ma il personaggio più difficile è Duncan, non capisco mai come dovrebbe reagire; sarà che è un pazzo scalmanato.
Grazie mille per il commento, spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto :D

lady luna love
: Sappiamo entrambe che questa storia avrà un finale tragico per Chris e Duncan u.u Ma cercherò di tenerlo vivo il più a lungo possibile!
Ps. Mi sa che ho ritardato un tantino con l'aggiornamento xD Grazie mille per il commento, comunque, prometto che cercherò di aggiornare più spesso d'ora in poi u.u

 SamSam333: Addirittura spelendida? Apprezzo che davvero che ti piaccia, anche visto che sei pazza peggio di Izzy xD

ThePirateSDaughter: A parte il fatto che mi piace il tuo nick, continuiamo. Si, ho cercato di rispettare i caratteri de persoggi, ma sono così eloquenti tutti e due che non è stato molto difficile. Rido perfino io mentre scrivo di loro due, a pensarli. Grazie del benvenuto, comunque. Che ne pensi di questo capitolo? :)

_Eileen: Duncan non sarebbe Duncan senza il suo lato pervertito, dopotutto u.u Quel ragazzo sta rischiando di affogare il cervello nel colorante verde, ma a parte questo grazie del commento XD

Grazie mille anche a Bonnie_ , Nackros_Marieclaire, _HoaraSimply___ForMeSilver10 , dolcevalestar, Honestangel99 !
Vi prego di scusarmi se non ho risposto a tutti i commenti, ma oggi non ho proprio il tempo. So che non è per niente carino dopo che avete commentato non ricevere risposta, ma spero comunque che vi faccia piacere avere il secondo capitolo. La prossima volta cercherò di rispondere a tutti quanti, alla prossima! :)







 

  
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