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Autore: ma89vi    24/11/2011    6 recensioni
Immaginiamo un Mamoru allergico all'amore.
Cosa succede quando si trova a che fare con il fantomatico colpo di fulmine?
Fatemi sapere cosa ne pensate!:)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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L’amore inaspettato che fa battere il cuore

Quando mi sono innamorato per la prima volta, il mio era un sentimento non corrisposto. Già, come avrebbe potuto esserlo? Lei era la ragazza del mio migliore amico. Lei, così timida, così impacciata. Lui, così freddo, quasi un calcolatore. Sembrava non amarla. Lei, dal viso così dolce e pulito. Ricordo ancora il primo istante che la vidi insieme a lui. Era una calda sera d’estate. Il vento soffiava dolcemente. Giusto per far scompigliare un po’ i capelli. Ed io ero in ritardo. In ritardo per l’uscita serale con i miei compagni d’avventura. Insieme ne avevamo passate tante, ma nonostante tutto quello che sarebbe potuto accadere, potevamo contare sempre l’uno sull’altro.

“Mamo! Sei in un ritardo pessimo!”, mi ammonì Yaten non appena mi vide tutto affannato sopraggiungere al loro cospetto. Lui era come un grande capo indiano, era colui che aveva le redini di tutto. Ci trascinava nelle situazioni più impensabili.

“Direi quasi imbarazzante!”, puntualizzò Minako, la sua fidanzata, una bella ragazza dai lunghi capelli dorati, ma un tantino lunatica.

“Ragazzi, scusatemi, ma non trovavo le chiavi della macchina!”, dissi io per cercare di giustificarmi in qualche modo. In realtà, fu la prima cosa che mi venne in mente in quel momento.

“Bella scusa, ma l’hai già usata!”, sorrise Taiki, mentre pronunciava con rimprovero queste parole. Lui era l’unico che mi capisse di più tra tutti.

“Dai, lo sapete! Sono un ritardatario cronico! Ce la metto tutta, ma purtroppo ogni volta il risultato è negativo.”, mormorai io, ormai rassegnato. E notavo la rassegnazione anche nei loro occhi. Mi guardarono e scoppiammo tutti in una rumorosa risata. Ci bastava poco per divertirci.

D’un tratto, le parole di Ami mi destarono dal mio torpore momentaneo.

“A proposito di ritardatari.. ma Seiya viene? Aveva detto che ci avrebbe deliziato con la sua presenza!”.

A quelle parole, mi stupii. Lui, Seiya. Il mio migliore amico. Il ragazzo a cui confidavo i miei segreti. Quasi un fratello per me. Era da un po’ che non si faceva vivo in giro. Trapelava la voce che avesse una ragazza e che si dedicasse interamente a lei.

“Mah..Sarà uscito con la sua ragazza.. Chissà che tipo è! Mi piacerebbe vederla!”, risposi io, con disinvoltura.

“Guarda, lei non sembra una persona molto socievole.. sembra vivere in un mondo tutto suo!”, fece notare Taiki. Lui sì che era attento ai minimi particolari!

Noi non l’avevamo mai conosciuta. Non sapevamo nemmeno il suo nome a momenti.

“Dai iniziamo a camminare, altrimenti ci addormentiamo!”, esordì improvvisamente Yaten, destandomi dal mio torpore momentaneo.

Era iniziata così quella serata in quel caldo giorno d’estate. Facevamo sopra e sotto per il corso della nostra splendida città di mare. Sentivo il profumo della salsedine nell’aria. Un manto di stelle accompagnava le nostre semplici chiacchierate. Camminavamo separati: Yaten e Minako dietro e io, Taiki ed Ami davanti. A un certo punto mi ritrovai da solo. Taiki ed Ami si erano fermati poco prima con una loro compagna di classe e gli altri due? Beh, loro erano letteralmente scomparsi! Così mi fermai e aspettai che i due compagni che passeggiavano con me, chiudessero il loro incontro.

“Hey, Mamo! Che ci fai qui tutto solo?”. Una voce mi chiamò. Chi era? Proveniva da dietro le mie spalle. Mi voltai. Era Seiya. E non era solo. C’era Lei con lui. Per un attimo il mio cuore smise di funzionare.

“Ehm..ciao Seiya!”, dissi, con la voce che tremava. “Niente, aspetto gli altri che si sono fermati.”, indicando la loro posizione.

“Ah capisco..”, disse lui con un lieve sorriso.

Sembrava preoccupato. Poi, cominciò a dire qualcosa, ma non riuscivo a sentire neanche una parola. Guardavo Lei. Senza farmi scoprire ovviamente. Lei che ascoltava il suo ragazzo e mi sorrideva. Mi fissava con i suoi profondi occhi blu, nascosti dalla frangia color oro. Erano magnetici. Mi avevano ipnotizzato. Lei era bellissima. Il suo corpo era perfetto. Il vestitino color lavanda che aveva addosso era perfetto. Riuscivo persino a sentire il profumo dei suoi capelli. Cosa stavo facendo? Non riuscivo a capire. I suoi occhi. Ancora. Non potevo staccarmi da loro. Il suo sguardo era ammaliante. Era semplice. Perché mi sentivo così? Non la conoscevo neanche, ma mi mancava il respiro! Sentivo le farfalle allo stomaco! Forse erano i suoi odango, che si muovevano in modo sbarazzino a ogni suo gesto. O forse era l’eleganza del suo portamento. Era un’ondata di novità per me. Era bellissima. Non avevo mai visto una creatura così meravigliosa! Era bellissima. Di nuovo, l’avevo pensato.

“Mamo sei sulla terra? Sono 5 minuti che ti parlo e non fai altro che annuire! Stai bene?” mi ammonì lui, visibilmente offeso. Non si era accorto che stavo guardando Lei. Meno male.

“Sì, sì tutto ok! Scusami.. mi sono perso un attimo nel discorso”, gli risposi, spiando con la coda dell’occhio sempre Lei. Avrei voluto che il tempo si fermasse in quell’attimo.

Dopo pochi istanti, Seiya concluse la conversazione, mi salutò e se ne andarono. Lei era impassibile, ma gentile allo stesso tempo. Mi aveva sorriso. Io ero rimasto immobile. Pietrificato dall’emozione. Forse avevo anche la febbre.

***

Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Pensavo a Lei. Cercavo di scacciarla dalla mia mente, ma ogni mio tentativo era nullo. Dal primo momento che l’avevo vista, avevo capito di amarla. Era come se Lei mi appartenesse da sempre. Ma Lei non sarebbe mai stata mia. Dovevo dimenticarla. Diavolo, Lei era la ragazza di Seiya! Che mi stava succedendo? Io le ragazze non le guardavo. Non le pensavo proprio! No che non mi piacessero, ma ero troppo preso dalla mia carriera. Non avevo tempo per una fidanzata. Ma con Lei ora era diverso. Come era possibile che un tipo come me avesse avuto il fantomatico colpo di fulmine? Non riuscivo a spiegarmi il perché. Eppure era così. Ero felice, ma allo stesso tempo mi rabbuiai. Già, pensai. Lei era la ragazza del mio amico! Era sbagliato pensare a Lei!

D’un tratto il telefono squillò.

“Pronto?”, risposi io.

“Pronto Mamo, sono Seiya.” Seiya? E che voleva da me alle tre del mattino?

“Ma sei matto? Sono le tre!” finsi io, ma il sorriso che spuntò sulle mie labbra nutrì ancora di più la curiosità di quella chiamata inaspettata. La sua voce tremava. Era come immaginavo. Doveva avere qualche problema. Qualche problema con Lei.

“Mamo, è molto importante ciò che sto per dirti. Non sapevo con chi sfogarmi se non con te!”, disse lui in modo concitato, esclamando frasi sconnesse. Era visibilmente agitato.

“L’ho tradita e ora aspetto un bambino da un’altra!”, disse tutto d’un fiato.

“Tu.. C-che cosa?”, balbettai io, pietrificato.

“Rei è il suo nome. Siamo cresciuti assieme. L’hai anche conosciuta, ricordi? L’ho rivista un mese fa e la passione che nascondevamo da tempo ci ha travolti inaspettatamente.”, fece una pausa, sospirando. Poi continuò. “Usagi. Lei non c’entra. Credevo di amarla, ma non è stato così. Lei è così bella e così dolce, mi aveva colpito molto e mi ci sono fidanzato. Il mio cuore, però, è sempre appartenuto solo a Rei. Ora che è incinta, non posso far altro che prendermi le mie responsabilità, come giusto che sia. So che penserai che sono un codardo, ma non ho il coraggio di affrontarla. Io..io la lascerò con un sms. Ho deciso così. Non mi sento egoista, ma so solo che è questa la decisione giusta. Grazie per avermi ascoltato. Buonanotte.”, concluse lui senza neanche darmi il tempo di rispondergli.

La rabbia mi salì di colpo. L’aveva presa in giro. L’aveva usata.

Non capivo più niente. Avrei voluto spaccargli la faccia. Avrei voluto insultarlo per tutta la notte! Ero sicuro che Lei fosse buona e gentile. Non avrebbe mai lasciato crescere un bambino senza suo padre. Questo faceva aumentare in me ancora di più il desiderio di Lei.

Io l’avrei conquistata a qualsiasi costo.

Erano passati un paio di minuti dalla telefonata ed io ero ancora paralizzato. Ne ero sicuro: quella per me sarebbe stata una lunga notte. Un solo obiettivo girovagava nel mio cervello: ottenere il suo numero di telefono. Lei sarebbe stata mia.

***

Da quella notte passarono mesi e di Lei nemmeno l’ombra. Aveva iniziato l’università e si era trasferita. Arrivai a queste conclusioni dopo accurate indagini.

“Taiki ma dove cavolo è finita? Proprio ora doveva andarsene!”, dissi io con un velo di delusione sul viso.

“Mamo te l’ho detto! E’ venuta sua madre al negozio di cornici della mia e ha raccontato che la figlia il giorno dopo sarebbe partita per andare a studiare all’università! Non so dove e non so cosa, ma secondo me è letteralmente fuggita! Ha subito una batosta micidiale, poverina! Ma stai su. Ormai abbiamo il suo numero! Devi solo deciderti a scriverle.”, disse lui, regalandomi un dolce sorriso.

Infatti ero riuscito a procurarmi il numero di cellulare di Lei. Se non fosse stato per Taiki che conosceva la sua migliore amica, non so come avrei fatto!

Ora dovevo solo farmi avanti con Lei. Già, mandarle un messaggio! Fosse stato facile! Cosa avrei potuto scriverle?

“Mah, inizia con un ‘scusa ma chi sei?’ Funziona con tutte, sai?”, mi incoraggiò Yaten, fresco di rottura con una disperata Minako.

“Certo che te ne intendi tu, eh? Hai spezzato il cuore di quella povera ragazza.. non ti capirò mai!”, gli feci notare io, avendo come risposta a questa constatazione una linguaccia di disprezzo. Presi alla lettera il suo consiglio.

L’avevo inviato davvero. Il responso giunse pochi minuti dopo.

“Scusa ma chi sei tu? Io non ti ho mica chiamato!”, mi rispose Lei.

Io ero impazzito dalla gioia. Lei mi aveva risposto!

Iniziai a baciare Taiki, Yaten ed Ami.

“Vi amo, ragazzi”, dissi entusiasta.

“Ma che schifo! C’era bisogno di baciare?”, dissero in coro, schifati i tre.

“Adesso datti una mossa a conquistare la tua bella!”

Le risposi. Le dissi chi ero. Lei sembrava reticente nei miei confronti. Non si fidava di me. In fondo, la capivo. Ero sempre l’amico del ragazzo che l’aveva presa in giro. Ma io l’amavo e non mi sarei mai arreso. Da quel messaggio ne succedettero molti altri. Io la corteggiavo spudoratamente. Ricevetti insulti e porte in faccia da Lei, ma più scorreva il tempo, più la desideravo. Non avrei mai immaginato che avesse un caratterino così delizioso! E io apposta la sfidavo. Andavo tutti i giorni sotto casa sua. Lei si affacciava appena sorridente dal balcone del suo palazzo, minacciandomi di chiamare la polizia. La cosa era molto divertente! Mi piaceva vederla così spaventata, così confusa. Volevo proteggerla da tutto e da tutti. Essere l’unico per lei. Chissà se ci sarei riuscito davvero...

Passò un mese e Lei non era ancora diventata mia, ma se la tirava soltanto. Ok, io ero innamorato, la volevo con tutto me stesso, ma mi ero stufato. Stufato di aspettarla. Così le diedi un ultimatum. Se avesse rifiutato di nuovo il mio amore, l’avrei dimenticata. L’avrei lasciata andare per sempre.

Così quella fredda sera di Novembre, andai sotto il suo balcone per l’ennesima volta. Lei era la mia Giulietta ed io mi sentivo un Romeo innamorato sì, ma anche un pò stupido. Mi presentai da Lei con un mazzo di rose rosse.

Le scrissi di affacciarsi. Lei lo fece e appena la vidi, al mio cuore mancò un battito. Era bellissima. Riuscivo a vedere i suoi profondi occhi chiari commuoversi e i suoi capelli ondeggiare con il freddo vento. Con la mano si spostò una ciocca, mi sorrise e scomparve.

Ormai ero rassegnato. Lei non mi avrebbe mai amato. Pensai questo fin quando non sentii il portone aprirsi. Era Lei. Mi si avvicinò, infreddolita e mi abbracciò. Fu un momento magico. Sentivo il calore del suo corpo sul mio. Potevo annusarla, toccarla.

D’un tratto, Lei si staccò e mi disse: ”Non posso più vivere senza di te! Ho perso la testa. Sono innamorata di te! All’inizio avrei voluto controllarmi, per non soffrire più. Ma adesso non posso più mentire a te e nemmeno a me stessa!”

Mi guardò. I suoi occhi erano lucidi ed io ero carico d’amore. Presi il suo viso tra le mai e la baciai. Fu un bacio freddo, ma intenso. Continuai a baciarla ininterrottamente. Questa volta con più passione. Non riuscivo a crederci.

Finalmente Lei era mia. Avvolta tra le mie braccia, lo sarebbe stata per sempre.

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

  
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