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Autore: ParanoidxX    24/11/2011    3 recensioni
E pure era successo.
Tom sarebbe andato a trovarla sempre , ogni giorno.
Che recasse in mano primule o crisantemi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza di vetro.






In mano recava un mazzo di primule viola.

La prima cosa che aveva saputo di lei era stata proprio quella : amava le primule , di qualsiasi colore.

Quel fiore , effettivamente , la rispecchiava parecchio : bellissimo , delicato e fragile.

Troppo fragile per vivere.

Come anche lui , non era pronto per ricevere una simile notizia dal primario di ortopedia; Il suo caso era talmente particolare che era tenuta in cura da ben tre dottori.

Perciò , quel pomeriggio , entrò in camera con il cuore distrutto.

L’andava a trovare ogni giorno , lavoro permettendo , chiaro.

E , ovviamente , la trovava sempre li ma , forse e purtroppo , in condizioni sempre peggiori del giorno prima. Nonostante questo , però , restava sempre bella.

Di un candore e una delicatezza unici.

Agnes era il suo fiore.

-Ciao piccolina- la salutò con un sorriso.

La ragazza , la bambola , girò il visetto per incrociare il suo sguardo : su quel volto latteo splendevano due zaffiri al posto degli occhi. Erano sempre intensi e profondi. Le sue labbra poi , sottili , quasi disegnate , si tendevano in sorrisi così dolci che sarebbe troppo difficile descriverli.

-Ciao Tom- e la sua voce poi.

Ogni volta che parlava a Tom pareva di star ascoltando la melodia di un’arpa.

Il chitarrista guardò il vaso , posato sul suo comodino , vuoto. Come sempre Agnes l’aveva fatto svuotare perché ogni giorno le arrivavano fiori nuovi. Si avvicinò , notando che era stata messa perfino acqua nuova e quindi gli fu possibile immergervi le primule.

-Come sono belle- con lentezza e difficoltà , la ragazza cercò di drizzarsi sul letto , restando con la schiena sprofondata nel doppio cuscino.

-Ti piacciono?- domandò , quasi retorico , andando a sedersi al bordo del materasso , attento a non gravare sul suo corpo.

Sul suo fragile corpo.

-Sono bellissime- ripeté guardando i fiori per poi spostare lo sguardo sul suo viso.

Tom la guardò , prendendole delicatamente la mano e stringendola tra le sue. Aveva paura di romperla.

Perché si , Agnes poteva rompersi da un momento all’altro.

Lei era affetta da Osteoporosi e , essendo al terzo stadio ormai , le sue ossa potevano considerarsi fatte di vetro. Ogni minimo colpo , caduta , le avrebbe fratturato qualcosa. Le sue zone più fragili erano le gambe , ricordava gli innumerevoli gessi che le erano stati messi.

Da quanto tempo la conosceva?

Erano ormai trascorsi anni dal giorno che l’aveva incontrata.

Dal giorno che di lei si era innamorato.

Era all’ospedale a trovare un suo amico che , come un perfetto idiota , si era rotto il femore in un incidente con la moto. Tutto era successo alla fine del tour , era tornato a casa e subito gli era giunta la notizia. Trafelato , con suo fratello , si era dunque recato all’ospedale , spaventato era entrato nella sua camera e l’aveva letteralmente mandato a quel paese , notando che era vivo e vegeto , per sdrammatizzare la cosa.

Mentre Bill era rimasto in stanza , suo fratello aveva deciso di andare alle macchinette del corridoio per un caffè. Era stanchissimo.

E fu in quel momento che , per la prima volta , l’aveva vista. Non era la solita bionda , alta , slanciata , tutte curve e seno. In verità , Agnes , non rispecchiava per nulla il suo stereotipo femminile : quel giorno stava camminando con l’ausilio di due stampelle , minuta , magra e con morbidi boccoli castani che , lunghi , le ricadevano fino al fondo schiena quasi.

Ancora oggi non sarebbe in grado di spiegare che cosa fece scattare la scintilla.

Ma gli scoppiò il cuore. Così come si scoppia a piangere lui scoppiò ad amare.

Era lei , senza ombra di dubbio.

-Cosa pensi?- domandò.

-Al nostro primo incontro- rispose sincero. –Ricordi?-

-Si- annuì piano , sospirando –Perché ci pensavi?-

-Così , avevo voglia..- di capire se ancora lo ricordavo perché è a quel ricordo che voglio aggrapparmi quando tutto sarà finito. . Ma non lo disse , ovviamente. –Ma tu come stai piccina?-

-Io? Mai stata meglio- ridacchiò flebilmente ed , effettivamente , rispetto alle altre volte si poteva dire che Agnes era nel massimo del suo splendore.

Dopotutto aveva ancora diciotto anni e aveva sempre vissuto nell’ospedale , trasferita poi in una clinica alla morte dei suoi genitori.

Ma , successivamente a quella tragica perdita aveva avuto Tom.

Poteva considerarsi fortunata.

-Ehi- disse , d’un tratto –Ho chiesto il permesso ai medici , sai?-

-Permesso?- inarcò un sopracciglio –Permesso di cosa?-

-Coraggio- si alzò dal letto , aprendo un anta dell’armadio e frugando tra i vari vestiti. D’altronde quella era la sua camera da una vita ormai. –Vestiti-

-Vestirmi? Tom , ma cosa dici?-

-Ti porto in spiaggia- si girò a guardarla –In realtà è una sorpresa. Voglio farti vedere una cosa-

-Sarebbe bello- abbozzò un malinconico sorriso –Ma io non posso , lo sai..-

-Puoi invece- le si avvicinò –Io ti proteggerò.. sarò attento ed è solo per qualche ora. Coraggio Agnes..-

Rimase in silenzio per un po’, ponderando la decisione.

Sospirò poi , guardandolo –Va bene. Umh.. allora esci fuori , su , così mi cambio- ridacchiò nuovamente e Tom fu così rincuorato nel sentire quel suono.

Annuì sorridendo e uscì , aspettandola fuori al corridoio.




La nuova audi di Tom si era fermata in una zona poco conosciuta della costa di Los Angeles , quasi estrema periferia.

Agnes aveva chiesto il motivo ma non aveva ricevuto alcuna risposta se non un “lo scoprirai”.

In realtà la spiaggia era un po’ lontana e intravedibile dalle fronde degli alberi di un boschetto che la precedeva. Non pareva l’America quella ma solo una semplice e bellissima utopia.

Tom era sceso dall’auto e , aperta la portiera di Agnes , l’aveva presa in braccio con estrema delicatezza. Si comportava come se stesse maneggiando una bambola di vetro estremamente fragile ed effettivamente era proprio così.

Chiusa definitivamente la vettura , con la ragazza tenuta come un principe tiene la propria principessa , attraversarono la vegetazione , giungendo così alla costa.

Erano metri e metri per arrivare li dove il mare baciava la sabbia , il bagnasciuga. E proprio li , in un punto morto , vi era il relitto in legno di una grande nave ormai in decadenza. Di sfondo vi era il sole color arancio che pian piano si adagiava sulle acque dell’oceano.

Una favola.

Gli occhi di Agnes si sgranarono , non aveva mai visto nulla di più bello in tutta la sua vita.

Tom l’adagiò a terra , facendola sedere su di un tronco abbattuto e le si mise accanto , sempre vigile e protettivo.

-Ti piace?-

-E’ meglio dei fiori- mormorò lei , rapita , sembrava una bambina.

-Sapevo ti sarebbe piaciuto- sorrise , conosceva bene i suoi gusti e il suo amore spassionato per le storie dei pirati e velieri.

La ragazza spostò il suo sguardo chiaro sul viso del ragazzo , sorrise appena , malinconica ma pregna anche di tanta dolcezza –Sto per morire , vero?- domandò in un sussurro.

Quella domanda fece breccia nel cuore del ragazzo.

Ecco cosa il medico gli aveva detto , fermandolo in corridoio prima che potesse entrare , come suo solito, nella camera di Agnes : no , lei non stava per morire , semplicemente la sua malattia non faceva altro che degenerare e un giorno l’avrebbe resa più fragile del vetro , più fragile della carta velina.

Come può sopravvivere una bambolina di pasta-frolla nel mondo? Impossibile , dovrebbe essere rinchiusa in una teca ma neanche in quel caso sarebbe completamente al sicuro.

-No Agnes , no- rispose , scuotendo appena il viso.

-Divento ogni giorno più fragile , però- mormorò ancora senza disperazione alcuna.

Agnes aveva ormai da tempo accettato il suo destino , se ne era fatta una ragione. Un giorno aveva perfino detto che lei era nata per morire.

Bèh si , tutti nasciamo per poi morire. Ma tutti , nella vita , hanno un fine : divenire medici , ingegneri , fare grandi scoperte , scrivere famosi best seller.

Il suo scopo era quello di morire.

-In realtà..- la guardò , sorridendo –Stavo per dire che diventi ogni giorno più bella- disse dolcemente , avvicinandosi per lasciarle un morbido bacio sulle labbra.

Aveva paura di romperla perfino con quel gesto.

-Come puoi amare me , che sono così guasta- mormorò , abbassando il capo –Proprio tu che puoi avere la ragazza più perfetta del mondo-

-Ehi , guardami- le sollevò il viso , incrociando il suo sguardo –La ragazza perfetta per me ha due occhi così azzurri che il mare non è niente a confronto. Dove trovo due occhi così?- fece finta di guardarsi intorno per poi portare nuovamente l’attenzione sul suo volto. Sussultò , come se avesse trovato ciò che stava cercando–Oh , eccoli qua!- esclamò sommessamente lasciandole un altro bacio.

Agnes sorrise appena per poi mordersi il labbro inferiore. –Tom ma io..-

-Ti farò guarire Agnes.- lo disse con estrema e assoluta decisione.

-Lo so- lei sapeva che il ragazzo stava facendo sul serio tutto il possibile per far fronte al suo problema.

Aveva perfino donato un mucchio di soldi a favore della ricerca per curare l’osteoporosi.

Era consapevole , però , che i suoi sforzi erano in gran parte vani : neanche un miracolo avrebbe bloccato quel processo irreversibile.

-Un giorno potrò correre e venire in tour con te- Agnes sospirò , il sorriso si fece più felice e carico di illusione.

-Molto presto- rispose lui , cingendole le spalle con un braccio e stringendola a se. La ragazza si accucciò al suo petto , guardando lo spettacolo naturale dinanzi a loro.

Nessuno dei due riusciva a capire come fosse possibile che un famoso e bel chitarrista si fosse innamorato di una ragazza con un simile problema.

E pure era successo.

Tom sarebbe andato a trovarla sempre , ogni giorno.

Che recasse in mano primule o crisantemi.




Note :
Nel caso a qualcuno non fosse chiaro , i crisantemi sono i fiori che spesso si portano al cimitero.
(Lo so , non è una bella nota .-. xD)
  
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