Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Katedixon    24/11/2011    4 recensioni
Piccola shot Brittana, spero vi piaccia :)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Brittany Pierce. Come potrei mai descrivere Brittany S. Pierce in poche parole? Sarei in grado di scrivere pagine su pagine, fino a creare un libro, non uno di quelli tascabili, uno di quelli di ottocento pagine, scritte con un carattere minuscolo.
Questo fu quello che pensai non appena vidi il compito in classe di Italiano: descrivi la persona che ami di più al mondo e motiva la tua scelta.
Potevo scrivere milioni di parole solo per descriverla, figuriamoci per spiegare il perché del mio amore per lei. Continuavo a rigirarmi la matita tra le mani, pensando ai suoi perfetti capelli biondi, sembravano quasi fili dorati, anzi lo erano. Per me tutto ciò che la riguardava era fatto d'oro, sacro, inviolabile. Mi voltai a controllare che fosse ancora seduta nel banco dietro al mio, era così, e appena notò che la stavo guardando mi sorrise, probabilmente voleva farmi intendere che aveva intenzione di descrivere me, o forse stava solo ripensando alla nostra conversazione della mattina, avevamo parlato di come facessero i pinguini a non avere freddo, visto che stavano sempre nel ghiaccio. 
Quei discorsi non mi sorprendevano più, con Brittany erano all'ordine del giorno, era come chiacchierare del tempo, cose normali, insomma. Tornai a concentrarmi sul mio foglio, quel miscuglio di carta e righe nere che mi mandavavano in crisi, se si fosse trattato di fare la punta di una piramide umana, ci sarei riuscita ad occhi chiusi, ma scrivere, studiare, fare tutto quello che riguardava la scuola, non era proprio il mio forte.
Socchiusi gli occhi, cercando di raffiguare nella mia mente un ricordo ben preciso, magari in quel modo sarei riuscita a scrivere qualcosa, giusto qualcosa. 
 
Ci trovavamo a mensa, io e Britt, come al solito stavamo scegliendo accuratamente il nostro pranzo, c'era un'ampia scelta di schifezze: un biancaccio puré di patate che assomigliava solo al vomito di un povero cane con le coliche, del pollo che sembrava solo una poltiglia rafferma masticata e masticata da un Ciclope. L'unica cosa accettabile erano le patatine, anche se ero sicura che fossero scadute da un anno, ma almeno non erano simili a qualche strana sostanza nociva/mortale. A un certo punto sentii la voce della mia bionda rivolgermi una delle sue assurde e simpatiche domande, anche se ovviamente lei non le faceva per scherzare, era solo curiosa, voleva scoprire il mondo. «Perché le fragole non sono velenose? Tutte le cose rosse con i puntini sono velenose. Una volta Lord Tubbington ha mangiato uno di quei funghi, era rosso con i puntini neri, o nero con i puntini rossi.» Si posò delicatamente l'indice con le labbra e il suo sguardo si perse nel vuoto per qualche secondo, concentrato a ricordare il colore di quel fungo. «E' stato male, all'inizio ho pensato che stesse soffocando perché fuma ancora troppo, poi ho visto una formica che portava via una briciola del fungo, rosso, o nero, non ricordo. Comuqnue sia ho dovuto fargli la respirazione bocca a bocca. Sapeva di croccantini. Era un buon sapore.» Concluse, uscendo dalla fila e passando in rassegna tutta la mensa, per cercare un tavolo appartato, come al solito, non eravamo ancora pronte per essere viste insieme in quel modo, almeno io non lo ero. «Beh, il rosso è il colore dell'amore, Britt. A volte può far tanto male, ma altre volte può renderti la persona più felice del mondo, ti fa sentire in paradiso, come se tutto fosse possibile, come se dovessi restare felice per sempre.» Risposi io, non dovetti nemmeno sforzarmi a pensarci, quelle parole erano uscite dalla mia bocca in modo naturale, come se dessi quel genere di risposte ogni giorno, come se fossi un'esperta in materia. Invece no, non avevo mai sentito il sentimento chiamato "amore", prima di allora. Ma Brittany, quella ragazza faceva sembrare tutto più semplice, certe volte mi portava a credere che il mondo fosse fatto di arcobaleni e di sorrisi, quando sapevo benissimo che invece era un posto crudele e divorava le persone troppo gentili. Era uno dei motivi per cui mi ero avvicinato a lei, avevo notato subito che aveva qualcosa di diverso, qualcosa per cui valeva la pena soffrire, qualcosa da proteggere, era come il mio piccolo tesoro. Mi sedetti davanti a lei e accavallai le gambe, portando il mio piede a sfiorare la sua coscia, provocando un sorriso nella mia Britt. «Tu credi nel rosso, San?» Sollevò lo sguardo e incrociò i miei occhi, che sostenevano il suo sguardo, incollati ai suoi, avrebbero voluto non staccarsi mai. «E' il mio colore preferito, piccola.» Sussurrai, accompagnando l'affermazione con un piccolo sorriso. «Quello velenoso o quello dell'amore?» Continuava a fare domande sul rosso, ma sapevo che non voleva farmi innervosire, voleva solo sapere di più, suo solito. «Dipende.» Risposi con tono enigmatico, trattenendomi dal ridere. «Da cosa?» Insistette la bionda, senza staccarmi mai gli occhi di dosso. «Con le persone cattive quello velenoso, per difendermi. Con te, con te potrebbe essere solo quello dell'amore.» Mi guardai intorno, nessuno ci guardava, infondo erano tutti abituati a vederci insieme, non insieme insieme, solo... insieme.
 
Tornai in classe anche con la testa, continuando a fissare il foglio perfettamente bianco e pulito. Mancavano cinque minuti alla fine dell'ora, molti avevano già consegnato il compito e stavano seduti con le braccia incrociate sul banco, compiacendosi di ciò che avevano scritto, secchioni. Mi sarebbe piaciuto sapere di chi avessero parlato, del loro libro, probabilmente. Passai con lo sguardo dal foglio, alla mia penna, a Brittany, che stava ormai firmando il compito. Sospirai e decisi di scrivere le uniche parole possibili:
LEI è perfetta.
Ecco, firmai e appoggiai il mio capolavoro sulla cattedra della professoressa, che mi guardava torva, di sicuro aveva notato che in tutta l'ora non avevo toccato penna. Sorrisi, il resto della classe aveva scritto pagine, ma io ero tornata a posto molto più soddisfata di loro, perché sapevo di aver espresso perfettamente ciò che pansavo della mia ragazza. Ed ero contenta di essere riuscita ad ammettere la mia natura, con quell'unico, piccolo, apparentemente insignificante "LEI". 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Katedixon