You’ll
always be my muse
Durante
una noiosissima mattinata di scartoffie al distretto, Kate non riusciva
a non
pensare all’articolo letto su una rivista durante la
colazione.
I
media erano in fremente attesa del quarto, e forse ultimo, libro basato
sulla
detective Heat.
“Castle..”
cominciò titubante, continuando a compilare un verbale.
“Si?”
rispose poco attento. Quando giochi ad Angry
Birds la concentrazione è tutto.
“Mi
stavo chiedendo…”
“Mi
domandi tutto quello che vuole detective Beckett!”
lasciò il telefono per
dedicarsi completamente alla donna e si sistemò meglio sulla
sua sedia.
“Quando
finirai il quarto libro…che cosa
succederà?”
“Beh,
finchè hanno successo credo che me ne commissioneranno
altri, perché?”
“No,
così… mi chiedevo quando mi sarei liberata di
te…” disse ostentando fin troppa
indifferenza.
“Sei
spaventata all’idea di non vedermi più,
vero?”
“Mi
pare di avere appena detto il contrario Castle!”
“Non
potrei mai lasciarti da sola in questo mondo crudele, mia
musa!” esclamò teatralmente.
“Senza
la scusa del libro la Gates ti sbatterà fuori in un batter
d’occhio!”
“E
che problema c’è, ti vengo a trovare la sera. O
nel fine settimana. O vieni tu
da me. O ci troviamo all’Old Haunt, o…”
Kate lo interruppe
“Ho
afferrato Castle! Ti avrò sempre tra i piedi!”
“Always!”
rispose avvicinandosi di più.
Kate
arrossì. Non era leale giocarsi così, a
tradimento, la parola che più li
legava.
Stava
facendo delle sedute con lo psicologo per riuscire a lasciarsi il
passato alle
spalle riprendendo in mano la sua vita e la possibilità di
non averlo più a
fianco la spaventò.
“Ma
se ti commissionassero altri libri…” insistette
lei.
“Si???”
pronunciò con molto interesse.
“Non
su Nikki, intendo altri libri..”
“Te
l’ho detto, potrò anche non venire più
al distretto ma non ti liberai mai di me”
disse serio con sguardo minaccioso, per poi scoppiare a ridere.
“Si,
l’avevo capito ma se cambi soggetto…”
stavolta fu lo scrittore ad interromperla
“Aspetta
un po’! ”
“Cosa?”
“Tu
hai paura che io mi trovi un’altra musa!!!!!”
sbottò capendo il senso del suo
discorso.
“Beh..”
disse appena, ruotando gli occhi, ma palesemente colta in fallo.
Lui
le appoggiò una mano sulla sua.
“Potrei
scrivere di una casalinga, un pompiere, un astronauta o un operaio ma
sarai
sempre tu la mia fonte di ispirazione” rispose sinceramente,
incatenando i loro
occhi per dei lunghi secondi.
“O-ok…”
riuscì a dire, una volta distolto lo sguardo.
Castle
le lasciò delicatamente la mano e per un po’
restarono in silenzio.
Un’espressione
compiaciuta fece capolino sul volto dell’uomo.
“Togliti
quel sorrisino dalla faccia Castle, stavo solo
chiedendo…” disse Kate sorridendo imbarazzata.
“Certo,
certo… e io ti ho solo
risposto!” ribattè
scostando la sedia e alzandosi.
“Dove
vai?” domandò Kate sorpresa.
“Oddio
allora è vero che non puoi proprio stare senza di me, vuoi
accompagnarmi anche al
bagno dei maschietti?”
“Per
stavolta passo, grazie” rispose ironica arrossendo per
l’ennesima volta.
“Sicura?
Non vorrei privarti della mia presenza…”
“Resisterò
un paio di minuti” lo guardò storto, per poi
ridere una volta che si fu voltato.
E
beh..un occhiatina al fondoschiena ci stava tutta.
Per
qualche istante pensò che questo era sicuramente un
siparietto che avrebbe
raccontato al suo psicologo. Lui quasi certamente le avrebbe detto di
essere
più diretta.
Castle,
se cambi il
soggetto dei tuoi libri cambierai anche musa? Che ne sarà di
noi? Non ti vedrò
più?
No,
ci sarebbe voluto un altro po’ di tempo per avere questi
risultati. Ma le
risposte a queste domande le aveva ottenute comunque.
Sorrise
compiaciuta dell’ottimo lavoro.
Ma
sapeva che era anche merito del suo scrittore. Ormai decifrava i suoi
pensieri
anche meglio di quanto sapeva fare lei stessa.
Castle
tornò alla scrivania ancora gongolante “Vedo che
sei sopravvissuta”
Kate
decise di stare al gioco “Ahhh, come farò questa
sera a casa tutta sola!” disse
con tono sofferente e disperato.
“Kate,
se vuoi chiedermi di uscire insieme, fallo e basta!”
sussurrò con voce suadente
e un’adorabile faccia da schiaffi, prendendola completamente
alla sprovvista.
Le
parve che tutti si fossero girati a fissarla, in realtà
accanto a lei c’era
solo lui in attesa di una risposta.
Oh,
al diavolo! Bisogna pur dare qualcosa allo psicologo su cui lavorare no?
“Ok,
cinema stasera?” parlò velocemente per paura di
bloccarsi.
La
bocca di Castle si spalancò nello stesso istante in cui il
telefono iniziò a
squillare.
Attese
che la conversazione fosse conclusa e poi parlò.
“D-davvero?”
“Davvero”
“No,
intendo.. davvero davvero?”
“Davvero
davvero Castle!” disse la donna alzandosi e cominciando a
recuperare giacca e
fondina.
“E
me lo dici così scusa?” esclamò
rabbuiato. Una rivelazione del genere fatta
così, senza neanche un po’ di atmosfera!
“Muoviti
Castle, abbiamo un omicidio!” rispose lei già
davanti all’ascensore, mordendosi
il labbro.
FINE
Angolo
dell’autrice:
Avevo
una ventina di minuti liberi e la voglia di scrivere.
Questo
è il risultato U_U
Non
ha ne capo ne coda, non ha un perché ma è uscita
così, da sola.
Il
titolo della shot viene dalla canzone “Always be my
baby” di David Cook, che mi
risuonava in testa mentre scrivevo.
Ci
sentiamo sabato o domenica con un nuovo capitolo di “Never
wake up the dragon”!
Buona
lettura a tutteeeee xD
P.S.
BUON COMPLEANNO MARIIIIIIIIIIIIIIII *______________*