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Autore: AlisIntoTheDark    25/11/2011    1 recensioni
titolo della storia modificato da "I'm pregnant... ok?" a "Snow"
La Dott. Cristina Yang di Beverly Hills non avrebbe mai voluto fare la mamma.
Non era nella sua natura.
Ma qualcosa stava cambiando.
Forse paperelle e pannolini non erano la fine del mondo.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang, Meredith Grey, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Snow

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cristina non avrebbe mai voluto fare la mamma.

 

Eppure quel giorno qualcosa era cambiato in lei.

 

Qualcosa si era mosso nel suo cuore e nella sua mente, lasciando spazio a quel pensiero che la tormentava da giorni: devo farlo? Oppure no?

 

Erano passati cinque giorni da quando aveva litigato con suo marito e non riusciva a pensare ad altro che ha lui e alla sua vita e come cambiarla sarebbe stato pazzesco per lei.

 

Lei amava il lavoro, la chirurgia era la sua vita e benché amasse Owen più di quanto avesse mai potuto amare qualcun’altro, prendere in mano un bisturi e salvare la vita delle

persone era tutto ciò che la rendeva veramente felice.

 

Oppure no?

 

Quella mattina con le braccia incrociate al petto e seduta sul letto ci aveva pensato.

 

Si era immaginata sorridente e con un bambino in braccio, sembrava felice, e quel pensiero la fece sorridere ancora più di quanto non facesse nel suo profondo.

 

E li aveva capito.

 

Aveva veramente capito che non poteva aspettare ancora quella felicità, che non era legata al lavoro, ma a qualcosa di suo, con un proprio pensiero, due occhi grigi e una piccola boccuccia.

 

Dopo si era alzata da quel letto e si era decisa a far vedere a tutti quanto una donna chirurgo potesse essere un ottima madre.

 

Certo.

L’idea la spaventava parecchio, ma con Owen al suo fianco niente sarebbe stato più bello.

 

Cristina prese le chiavi dell’auto e uscì vittoriosa da casa di Meredith.

 

Sarebbe andata da Owen e gli avrebbe detto la notizia.

 

Parcheggiò e salendo le scale di quel vecchio palazzo il cuore le batteva a mille, non si era mai sentito niente di più forte, niente di più potente e che correva all’impazzata.

 

Si fermò davanti alla porta di casa sua, anche se l’ultima volta che ci era stata le cose non erano andate per il meglio.

 

Fissò la porta, la toccò e fu quasi convinta di bussare fino a quando qualcosa dentro di se non le disse di aspettare.

 

Gettò le braccia lungo i fianchi e si voltò per andare via.

 

Ma come poteva andarsene? Come poteva negare ad una parte importante di se di non fare più parte della sua vita.

 

Della vita di suo figlio.

 

Già.

 

Suo figlio.

 

Il figlio che non aveva mai voluto, ma che ora c’era.

 

Senza pensarci troppo Cristina prese il cellulare e chiamò Meredith. La sua compagna di viaggio. Sua sorella. La sua persona. L’unica che potesse capirla davvero.

 

Compose il numero e rimase li ad aspettare.

 

Beep. Beep. Beep.

 

“Pronto?” rispose quella voce squillante che riempiva le giornate di Cristina.

 

“Ehi... Meredith.”

 

“Cristina! E’ da un po’ che ti cerco! E che cerco le chiavi della mia auto! Sei uscita senza dire niente a nessuno, pensavo che ti fosse successo qualcosa!” rispose Meredith preoccupata per la sua migliore amica.

 

Cristina si schiarì la voce e voltò la testa verso la porta di casa.

 

“Meredith... non sei mia madre e sono abbastanza grande per decidere se uscire da sola, per cosa fare nella mia vita e sono abbastanza grande anche per decidere se voglio dei

figli!” disse Cristina stringendo il cellulare posto sull’orecchio destro.

 

“Ok. So di non essere tua madre. Ma è tutta questa questione con Zola che...” Meredith prese una pausa “cambiando discorso... dove sei?” chiese.

 

“Sono. Davanti. A casa mia. E... sto cercando di capire se devo bussare oppure andarmene e dimenticarmi per sempre di Owen o almeno dimenticarmi di lui finché non verrà a cercarmi.”

 

Meredith sorpresa si schiarì la voce.

 

“Ehm... wow... voglio dire... quindi avrai un bambino? Ne sei sicura?”

 

Quello era i vero problema per Cristina.

 

Essere sicura di quello che voleva.

 

Per colpa della sua forte emotività, affrontare abbandoni o situazioni molti forti sul lato sentimentale la faceva riempire di preoccupazioni e paure e la faceva chiudere ancor più in se stessa.

 

Ma forse quella era una situazione un po’ diversa.

 

“Bussa. Bussa a quella porta e fa vedere a Owen quanto tu sia una gran donna! Perché... tu sei Cristina Yang! E io sono Meredith Grey e non permetterò a nessuno di ostacolare di nuovo il tuo finale felice!” disse Meredith dando coraggio a Cristina.

 

“Hai ragione. Voglio anch’io il mio finale felice!” affermò convinta.

 

Decisa a bussare quella porta, Cristina, alzò la mano.

 

-Ah ah ah... Owen! E’ da tanto che non ci divertiamo così io e te!-

 

Quella voce femminile fece preoccupare Cristina, le fece montare la rabbia e la tristezza rendendola vulnerabile.

 

“Meredith. Oddio. C’è una donna in casa di Owen! In casa mia!”

 

“Ok... non preoccuparti, è il momento migliore per bussare! Fatti forza Cristina e bussa a quella maledetta porta!” disse Meredith incoraggiando Cristina.

 

Prese fiato facendo respiri profondi e bussò a quella porta.

 

Attendendo quei pochi secondi che la  separavano da Owen avrebbe voluto scappare.

 

“Grazie Meredith. Ti chiamo più tardi.”

 

Cristina chiuse la chiamata.

 

Quando la porta si aprì lentamente, alla donna mancò un battito.

 

Il profumo di quella casa, il suo e quello di Owen, la invase come una leggera nebbia che disperde i sensi.

 

Il sorriso felice che Owen aveva dipinto sul volto si spense in pochi attimi.

 

“Cristina” disse Owen realizzando quanto veramente le fosse mancata in quei giorni.

 

Lei teneva lo sguardo basso perché incrociare gli occhi di Owen sarebbe stato un colpo troppo forte.

 

Ma gli occhi di Owen, quegli splendidi occhi grigi, erano qualcosa di meraviglioso in cui perdersi per momenti infiniti.

 

A Cristina mancavano gli occhi di suo marito.

 

Gli mancava il suo soldato, ma era troppo orgogliosa per dirlo.

 

“Owen” disse lei in cenno di saluto.

 

“Che ci fai qui?” chiese Owen.

 

Cristina scosse il capo e si guardò le scarpe.

 

“Voglio solo parlare” disse con voce tremante.

 

Owen annuì.

 

“Io voglio parlare con te, ma ora non posso... c’è... c’è Teddy in casa, è venuta a farmi una visita” disse Owen.

 

Cristina si costrinse ad alzare gli occhi e ad incrociare quelli di Owen.

 

Il dolore e il rimorso che provò per quello che gli aveva fatto la fecero piangere copiosamente.

 

“Scusami... io non ho il diritto di essere qui, ma non lo faccio per me. Lo faccio perché ti amo e voglio che mi ascolti un attimo, mentre ti parlo.”

 

Owen la guardò e i suoi occhi tradivano amore mentre il suo volto voleva esprimere serietà e durezza.

 

Lui la amava e tutto avrebbe fatto per lei.

 

“Allora ti ascolto” disse l’uomo impaziente.

 

Cristina riprese a respirare normalmente e sorrise.

 

“Ti amo, e tu sei l’unico che mi abbia mai veramente capita. Hai sciolto la mia corazza di ghiaccio e mi hai accolto al caldo nella tua aura solare, mi hai aperto il mondo e sei

stato come un secchio d’acqua in faccia, un secchio che da troppo tempo non ricevevo. Mi hai tolto i tappi dagli occhi e mi hai amato. Mi hai amato. per quello che sono e non per quella stupida senza cuore che conosce la gente, ma mi è più facile comportarmi così e lo sai. Ti prego. Amami. Amami... ancora” fece una pausa e fissò di nuovo quegli occhi grigi.

 

Owen si avvicinò a Cristina.

 

“Perché mi stai dicendo questo? Perché vuoi farmi stare male?” disse sottovoce.

 

“Perché non terrò il bambino... per te. Ma perché lo voglio io e perché se non lo faccio adesso non potrò mai più coglierne l’occasione, perché se non lo faccio non vorrò mai più farlo. Quindi adesso è il momento in cui forse voglio veramente avere un bambino, ed è questo momento che conta.” 

 

Owen rimase a bocca aperta con gli occhi fissi su Cristina.

 

Cristina deglutì mentre Owen si metteva le mani sui fianchi e ancora una volta annuiva pensierosamente.

 

“Ok” rispose Owen “Ma se è femmina ho diritto a sceglierne il primo nome.”

 

Cristina sorrise scuotendo la testa e incrociò lo sguardo di Owen un altra volta, ma ormai non provava più quel peso.

 

“Ci sto” disse la donna tendendo all’uomo la propria mano.

 

Owen l’accettò e la strinse con delicatezza.

 

“Ti amo. Ti amerò sempre” disse e attirò Cristina a se abbracciandola.

 

Cristina restituì l’abbraccio respirando il profumo di Owen.

 

Owen si era dimenticato completamente della presenza di Teddy in casa loro. Ormai aveva tutto ciò che desiderava e lo condivideva con la persona che amava.

 

Non si sarebbe mai e poi mai staccato da quell’abbraccio.

 

“Posso tornare a casa adesso?” chiese Cristina.

 

Owen la strinse a se più forte.

 

“Si” rispose mentre la prendeva per mano e la invitava con un gesto della mano ad entrare in casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua...

    Alis    

  
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