NOTA: L'ispirazione di questa storia mi è venuta leggendo Jack the Ripper di Rebychan, che ringrazio sentitamente :-)

COME BAMBOLE 

La notte, a Londra, era più densa del giorno. La nebbia che calava inesorabile lasciava tutto in un alone fumoso dove i coni di luce dei lampioni formavano isole disperate nel buio. Kanda e Allen camminavano in silenzio e i loro passi risuonavano sul selciato come rintocchi di campana.
Buio. Passo. Passo. Passo… Luce. Passo. Buio.
Dal nulla arrivavano a volte acciottolio di ruote, grida di vetturini, lamenti di ubriachi, altri passi che si dileguavano affannosi nei vicoli dove la luce non arrivava mai.
I loro passi non erano uguali ma, anche se non risuonavano all'unisono, avevano comunque una cadenza tesa, che li faceva sembrare militareschi, pericolosi.
Buio. Passopassopassopassopasso. Luce.
A volte il bordo di luce del lampione illuminava una figura sgargiante, una macchia di colore nel grigio uniforme della notte. La balza scarlatta di una gonna. Un corpetto giallo. La piuma azzurra di un cappellino. Puttane. Poi ti avvicinavi e vedevi il velluto stinto che mostrava la trama, gli strappi rammendati alla buona, le rughe sulle facce imbellettate senza età, troppo giovani e troppo vecchie insieme.
Si avvicinavano alla luce, lanciando magari un sommesso richiamo che voleva suonare lascivo e seducente e invece il più delle volte non era che un patetico miagolio arrochito dall'alcool. A volte una mano si allungava, coperta da un guanto logoro, tesa a sfiorare la manica in un gesto di invito.  Quando però erano abbastanza vicine da vedere le uniformi allora si ritiravano di nuovo nell'ombra, in silenzio, simili a falene bruciate che cadessero fuori dall'alone della lampada.
Allen procedeva a testa bassa per non guardarle, diviso fra la curiosità, la pietà e il disgusto. Kanda invece le fulminava con i suoi occhi gelidi e quelle balzavano indietro come scottate, impaurite dal suo procedere inflessibile.
Buio. Passo. Passo. Passo…. Luce.
Quando arrivarono all'imboccatura del vicolo non videro altro che un tunnel di un nero senza fine.  Soltanto dopo qualche minuto il raggio oscillante di una lanterna cieca venne loro incontro.
- Signori! Da questa parte, vi prego! - recitò quella che doveva essere la loro guida.
Il raggio della lanterna balzava sulle pareti intrise di muffa, sul liquame che scorreva al centro del vicolo, sulle porte di legno marcio chiuse con le assi inchiodate. Infine illuminò il fagotto di stracci buttato per terra nell'angolo di un androne.
Una bambola rotta. Fu quello il primo pensiero di Allen. Una orribile, ripugnante bambola rotta. Una di quelle che aveva visto affacciarsi e scomparire alla luce dei lampioni, che ora mostrava l'osceno spettacolo dei suoi ingranaggi.
Kanda non aveva cambiato espressione. Osservava la scena, ascoltava i resoconti affannati, faceva brevi e secche domande senza che nessuna intonazione di orrore andasse a rovinare il timbro austero della sua voce.
Allen non riusciva a parlare, non riusciva neanche a respirare. Fu solo con grandissimo sollievo che accolse l'invito dell'altro ad andarsene.
Di nuovo la luce dei lampioni, la strada acciottolata con il suo selciato duro, preciso, risuonante.
- Smettila di fare quella faccia, mammoletta. Era solo una puttana.
La voce di Kanda gli arrivò come una secchiata di acqua gelida.
- Era un essere umano - sussurrò.
Ma non era sicuro di averlo detto davvero.