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Autore: Sophie_Chant    25/11/2011    3 recensioni
Era in un corridoio buio, le pareti strette e scure.
Era soffocante, claustrofobico.
Voleva uscire, liberarsi, scappare, respirare l’aria fresca.
Poi vide una luce, la fine del corridoio.
Era la libertà, era la felicità.
E aveva una chioma azzurra.
[...] Flashfic puramente introspettiva.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                    In the Darkness: Pain
 
 
 
 
Era in un corridoio buio, le pareti strette e scure.
Era soffocante, claustrofobico.
Voleva uscire, liberarsi, scappare, respirare l’aria fresca.
Poi vide una luce, la fine del corridoio.
Era la libertà, era la felicità.
E aveva una chioma azzurra.
Correva, ma le pareti sembravano stringersi sempre più, come per soffocarlo, per rendere vano ogni passo che faceva; la luce sembrava farsi più lontana. Per quanto tendesse i muscoli, portandoli allo stremo, si allontanava, si allontanava; più cercava di avvicinarsi, di raggiungerla, più diveniva lontana.
Il buio avanzava, pareva un’onda gelata dell’oceano; l’oscurità avanzava e lui non poteva fare altro che correre spinto dalla disperazione di vedere la fine del corridoio ma non poterla raggiungere.
Spinse il suo corpo al massimo, slanciandosi in avanti, sentiva i polmoni scoppiare per lo sforzo e la testa girare per la mancanza di ossigeno.
Poi l’oscurità lo raggiunse, lo circondò completamente.
Faceva male, male da impazzire.
Tutto era freddo, sembrava che miliardi di aghi gli si conficcassero nei piedi, nei polpacci, in tutto il corpo.
Quella sensazione lo faceva morire di paura.
Freddo, freddo, dolore e disperazione.
La luce, contro la quale si stagliava la figura sottile si affievolì e la ragazza con i capelli blu volse le spalle al corridoio. Si allontanò.
Aveva una paura del diavolo perché sapeva che con lei sarebbe scomparsa anche la luce, la sicurezza.
«Ti prego, ti prego. Non lasciarmi!»
Una preghiera inutile, che nel nulla si perse.
Tutto era buio e tutto diveniva angoscia.
Iniziò a tremare incondizionatamente.
Poi il dolore, acuto, in ogni parte di sé.
 
Jet si svegliò di scatto, spalancando gli occhi sul buio assoluto.
Tremava violentemente.
Lacrime di disperazione solcavano il viso affilato; sentì il panico invaderlo, come piombo nelle vene.
Non c’era nessuno.
Mosse la mano accanto a sé.
Niente, il letto era freddo e vuoto.
E il buio.
Nemmeno questa volta avrebbe sentito le mani sottili della ragazza sul suo viso per asciugargli le lacrime.
Rimaneva solo il buio, la solitudine.
Non sentiva nulla. Tutto era riempito dal vuoto. Tutto taceva, ogni cosa ferma e ovattata.
Il nulla e poi, d’improvviso, ancora quel dolore reale, insopportabile e ormai sempre presente. Soffocante.
[Lei] Non sarebbe tornata.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Fiction assolutamente Nonsense, ispirata da “Speed of Darkness” dei Flogging Molly. Non ha un intento specifico se non quello di descrivere il suo dolore, in bilico tra sofferenza fisica e psicologica. Il contesto? Jet potrebbe essere stato catturato e torturato da una gilda avversaria, potrebbe essersi perso in un limbo notturno, immaginatevi quello che vi pare. Quasi quasi mi sento in colpa, prima o poi ammazzerò questo povero ragazzo xD Ma la verità è che lo amo troppo per non scrivere di lui in ogni possibile situazione <3
 
 
 
 
 
 
Sophie
 
  
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