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Autore: mirmominkia    25/11/2011    4 recensioni
Sam ha perso un regalo che John gli aveva donato..
Questo è un mio piccolo esperimento per mostrare John sotto un' altra luce, magari più dolce e comprensivo.. RAITING VERDE :D
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Ehilà :)
Proprio ieri ho visto uno degli episodi della prima stagione (1x21), e mi sono tornati alla mente un sacco di ricordi. E la cosa che viene maggiormente a sottolinearsi è il rapporto tra i ragazzi e John. Così mentre assistevo alle litigate tra Sam e il padre ho pensato: ma possibile che non abbiano mai avuto un momento bello? Insomma è pur sempre suo padre. Così in testa ho immagginato una scena del genere. I Piccoli Sam e Dean, io me li sono immaginati sui 10 anni.. voi fate come volete xD
Si, è una scemenza.. lo so!  Ma la voglio dedicare a una persona che nella mia vita era ed è importante.









 

Ecco, quella sensazione di disperato sconforto che ti raggiunge di nuovo.
Per quanto sia duro sopportare, per quanto sia difficile trattenersi.. tu ti controllerai.
Hai promesso a Dean di non piangere.

Sembrerebbe proprio una giornata perfetta, ma non lo è. Tu non vivrai mai alla perfezione, questo lo sai per certo.
Nello stesso modo in cui i minuti scorrono veloci, il sole lì all'orrizzonte inizia a tramontare, dando al cielo il suo classico colore rosso.
Il rosso è un colore che riesce a giungere bene agli occhi della gente, è il colore per eccellenza. La maggior parte delle cose assume questo colore: il sangue, il fuoco, la rabbia, l' amore.. il braccialetto che ti era stato regalato da papà.

Sei qui, curvato sulle tue gambe. Sai che stai cercando qualcosa ormai irrecuperabile, ma non puoi demordere ora. No, questa volta non ti arrenderai. Continui a scansare libri, vestiti che Dean ha distrattamente lasciato in mezzo alla stanza del motel. Eppure per quanto lo desideri non riesci a trovare quel dannato regalo.

Non c' è mai tranquillità nella tua mente, nemmeno ora che non c' è nulla da cacciare. Saresti potuto andare con Dean, avreste potuto fare qualcosa insieme. Invece sei stato frastornato da una cosa tanto stupida, che ti ha impegnato per tutta la giornata.

Era importante per te, quel bracciale era importante. Ed ora l' hai perso.

Ricordi quel giorno quando, seduti nell' impala, John ti fissò con un gran sorriso porgendoti un bracciale color rosso. Eri felice, e amavi quel regalo. "Io tornerò presto, non ti abbattere." ti disse. Magari fosse stato vero.

La porta viene spalancata, e Dean entra nella stanza con un paio di bibite in mano.
Ti trova sdraiato a terra, a cercare sotto il suo letto. Rimane qualche secondo immobile davanti la soglia della porta, fissandoti con un macabro sorriso.

"Lo hai cercato per tutto questo tempo?" ride.

Tu non rispondi. Ti alzi, inginocchiandoti nei pressi dell' armadio affianco a te.
Non hai, nemmeno per un istante, fatto in modo che i tuoi occhi e quelli di Dean si incontrino. In parte sei arrabbiato con lui. Ti aveva lasciato da solo quando conosceva ciò che stavi provando.

"Sammy, non ti sarai mica offeso? Avevo solo bisogno di sgranchirmi le gambe, visto che oggi non ti sei voluto muovere.."

Ancora una volta le sue parole non ricevono alcuna risposta. Si, stai facendo l' offeso.
Ma sinceramente in questo momento quanto lui sta pensando non ti interessa minimamente. L' unica cosa che davvero vuoi è capire dove e come hai perso il regalo di papà.

"Sam!" urla nuovamente Dean.

Con uno sbuffo si lascia cadere sul letto, aprendosi la lattina che ha tra le mani.
Poi ti fà cenno di averne comperata un' altra per te, ponendola alla tua vista.

Ancora una volta fai finta di niente. "Impossibile che ancora non capisca" pensi.
Continui ad aprire e chiudere in continuazione i casetti di quel lurido e difettoso armadio, che da ormai una settimana contiene tutti i tuoi vestiti.

Senti i tuoi occhi diventare più pesanti. Ma se tuo fratello riesce a vedere le lacrime sul tuo volto probabilmente si arrabbierà. Lui vuole che tu non pianga, solo così riuscirai a diventare più forte.

"Mi domando cosa ti spinge a rovinarti una delle tante giornate libere che abbiamo." sbuffa. "Diamine Sam, stai cercando uno stupido oggettino che trovi a due dollari nei negozi!"

Al suono di quelle parole decidi spontaneamente di interrompere il silenzio, raggiungendo Dean velocemente.
Ti posizioni proprio di fronte a lui, ponendogli la tua faccia davanti.

"Tu non capisci, quel bracciale era speciale.." sussurri.

Dean fà un cenno di derisione, curvando le sue labbra carnose. Probabimente ritiene quanto gli stai dicendo stupido, o forse si diverte a sentirti così.

"Era unico.." continui.

A quel punto notando l' espressione di Dean farsi più seria sul suo volto, ti volti dalla parte opposta.
Tutto questo si sta facendo insopportabile, e probabilmente tuo fratello lo ha capito dai tuoi occhi, che si stanno gonfiando.
Gli hai promesso di non piangere, e non piangerai.

"Quella era la prima cosa.. che ho avuto da papà." termini.

Chi se l' aspettava che saresti mai riuscito a dirlo.
Ti senti diverso dopo aver detto ciò. Dean sa bene che in alcune cose non tolleri il comportamento di papà, eppure quelle parole sfuggono celermente dalle tue labbra.

Rimani voltato, non sapendo come Dean stia reagendo a ciò che gli hai appena detto.
Da parte tua c' è ancora collera, ma resti in silenzio. Si tratta solo di poco tempo, prima che dei grossi lacrimoni scivolino giù dal tuo volto.

Dietro di te Dean ride come compiaciuto da quanto gli hai appena detto, come se ritenesse quella situazione divertente.

"Che diavolo hai da ridere?" gli urli, girandoti di scatto.

Lui ti fissa, con un grande e spontaneo sorriso. Non risponde, si limita a guardarti.
Allunga la mano, indicando con l' indice la porta d' ingresso.

Indifferente stendi lo sguardo, per dilatare poi gli occhi. Davanti a te c'è tuo padre, che ti fissa con occhi pieni di comprensione.
Rimani ermo, senza parlare, senza gettarti tra le sue braccia.
Un brivido risale la tua schiena, dovuto al fatto che sei consapevole che tuo padre ha sentito quanto hai detto. Un pò te ne penti.

"Ti sei sentito solo, Sam?" chiede.

Non cogli il senso di quello domanda.
Lui si avvicina ragionevolmente a te, abbassandosi alla tua altezza.
Lo guardi senza parlare, senza neanche avergli detto "ciao".

"Sam?!" ripete.

Ti senti improvvisamente triste.
Cosa ha colto John da ciò che hai detto?
Gli occhi puntati addosso di tuo padre e tuo fratello in parte ti terrorizzano. Ti senti scrutato, messo a giudizio.

John ti posa la mano sulla spalla, dandoti una pacca con il suo possente palmo.
Ancora una volta non ricambi, ma abbassi lo sguardo intimorito.

Ti vergogni.

"Sam, ti sei sentito solo?"

La domanda è sempre la stessa.

John crede probabilmente che quel regalo che hai appena perduto sia ciò che rispecchia e ricorda tuo padre, in tutti i momenti che non c'è.
Quel dono che ti è stato fatto con gioia ti ricorda un momento intenso che hai avuto con lui: uno dei pochi momenti belli, forse l' unico.

"Si!" rispondi riflettendoci su.

Non vuoi mentire. Vuoi dire le cose in faccia, almeno ora. Probabilemente non ci sarà un' altra occasione, e devi cogliere l' attimo presente.

Noti lo sguardo di John piegarsi verso il basso, mostrando occhi malinconici e feriti.
Lui sà come ti senti, ma sà di non poter rimediare a tutto quello schifo che hai dentro.

"Perdonami.." sussurra, portandosi la mano davanti al volto.

Al suono di quelle parole resti petrificato. Non ti saresti mai aspettato di sentire quelle parole da tuo padre, mai.
Eppure nonostante sia generalmente impossibile, lui ti stà chiedendo di essere perdonato.

Ti rendi conto di aver sbagliato, di aver pensato per tutto questo tempo di essere una vittima, inconscio invece del fatto che non sei l' unico a soffrire.

Dean soffre. Sa di avere una grande responsabilità sulle spalle, di doversi occupare di te, e di dover spesso rimediare agli errori di papà.

John soffre. Lui è conscio di aver esposto i suoi amati ragazzi in condizioni pericolose, di averli gettati nella merda (se si può così dire).

E tu, che ti senti sempre più stupido, ancora taci, sorpreso da  quelle parole.

"Per molto tempo sono stato un cattivo padre, e sò che lo hai pensato.. non nasconderlo."

Quelle dannate lacrime che cerchi ancora di trattenere ti sfidano, e sei consapevole del fatto che presto perderai.

"Sappi che ci sarò sempre per te! Tu e Dean siete le cose più importanti.. spesso sono stato duro, o violento, ma era solo per crescervi come si doveva. In  tutto questo tempo ho sempre saputo a cosa vi esponevo, e questo mi ha spinto a maledirmi.. ma per quanto lo rinnegassi sapevo di non avere un' altra scelta. Vi ho messo sulle spalle un peso troppo grande, e sò che ci state male.. quindi perdonami, Sammy!"

Lui ti stà supplicando. Lui lo stà facendo con il cuore.
Ma questa volta non sei confuso, sei felice. Sei consapevole che quegli occhi lucidi che hai non sono dovuti alla tristezza, nè alla disperazione. Tutto è dovuto alla gioia che in questo stesso momento stai provando nell' ascoltare le parole e le rivelazioni di tuo padre.

Ti avvicini lentamente a lui.

"Voglio che stai con me!" gli sussurri.

Ti ritrovi al cospetto dei grandi occhi sgranati di John, che ti fissano commossi.
Lui sà che quanto gli hai detto non può accadere, sà che è difficile, ma sà che è ciò che hai sempre voluto.

Sà di non poter fare alcuna promessa, perchè non vuole deluderti.. ancora.
Ma vuole che tu non ti senta più abbandonato.
Fà un segno di accondiscendenza con la testa.

Decidi nuovamente di rompere il silenzio.

"Papà.." dici con voce tremante. "Ecco, vedi.."

John avvcina il suo volto al tuo, invogliandoti a continuare quella frase.

"Bhè.. va bene se non mi trattengo più?" chiedi.

I tuoi occhi, ancora bassi, sono talmente gonfi e rossi da non sembrare nemmeno più umani.
Quel tuo singhiozzare si fà sempre più comune per le orecchie dei presenti, e la cosa in parte ti dispiace.

In quell' ultimo istante osservi Dean, che sottolinea un sorrisetto compiaciuto sul suo volto.
Ti senti incredibilmente idiota, ma ormai la cosa non ti tocca più.

"Dean mi ha detto che non devo piangere.." sussurri. "Ma forse posso farlo.. tra le braccia di papà?"

John rialza la testa, fissandoti con occhi lucidi.
In parte divertito, ma in parte profondamente commosso, stende le sue braccia intorno al tuo collo.
 
Ancora una volta senti una fitta allo stomaco.
Tutto questo ti fà tremare, ti agita.

E poi, proprio in quell'istante in cui le tue guance vengono rigate da grossi lacrimoni, decidi spontaneamente di appoggiare la testa sul forte petto di tuo padre.
Tutto questo è strano, e lo sai bene, ma non ti importa. Il momento è piacevole e desideri godertelo tutto.

Il fiato di tuo padre sul collo ti mancava, e risentirlo in maniera così pesante ti emoziona.

"Perdonami.." ripete John.

Eppure tu, non riuscendo a controllare il flusso ormai scatenato del pianto, non rispondi. Ti limiti a stringere quel corpo così caldo di più a te.

Non importa di come il pianto diviene più austero, perchè avevi il bisogno di sentirti vicino a lui.

Dopo tutto ciò che hai provato, dopo tutto quel che è successo, e dopo tutto il male che le azioni di John hanno in alcuni casi scaturito, tu continui a volergli bene.
A volte lo hai rinnegato a te stesso, a Dean. A volte lo rinnegherai ancora. Ma per quanto ci proverai, ti accorgerai di non riuscire a provare un vero e proprio rimorso.
Tu a lui ci tieni!

Ma ora basta! Smettila di pensare.
Il tuo tempo con lui è qui ora, e adesso non puoi nascondere di sentirti felice.
Si, sei felice, e lo sei perchè stai con il tuo papà.












Dedicato a mio nonno, che oggi non c'è più, e che,
 in alcuni momenti, mi ricordava davvero il caro John.

Dd 

  
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