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Autore: _FamigliaVargas_    26/11/2011    4 recensioni
Storia concentrata sull'Impero Romano.
Narra di un episodio particolare, che segnò per sempre il destino del mondo.
...
“Imperium Romanus”
Marcus Antonius guardò l'Impero, per poi girarsi leggermente verso la folla, in una domanda silenziosa.
“Lasciali andare Marcus Antonius, lasciali andare.”
Marcus Antonius, allora, salutò riverente, per poi andarsene, seguendo la folla.
Alla fine, rimasero soltanto lui, lui ed i suoi figli.
Genere: Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Antica Roma, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Depose delicatamente il corpo sulla pira funebre, accarezzandone riverente il capo.
Girandosi verso Marcus Antonius, si fece passare la torcia.
Silenzioso ed impassibile, ma con la morte nel cuore, diede fuoco alla pira allontanandosi subito dopo, ma rimanendo comunque nelle vicinanze.
All'improvviso si sentì tirare leggermente la toga.
Distolse gli occhi dalla pira in fiamme, voltando leggermente lo sguardo.
Vide i suoi due figli al suo fianco, non si era nemmeno accorto del loro arrivo.

"Pater?"

Pigolò Venetian, il minore, mentre lo guardava con le lacrime agli occhi.
Romulus, si girò completamente verso di lui, allarmato.

"Si Veneti?"

Gli chiese dolcemente, asciugandogli le lacrime randagie che gli scendevano dagli occhi ambrati, come i suoi.

"Stai bene, Pater?"

Gli chiese piano, ovviamente era una domanda retorica.
Venetian era il più sensibile tra i due fratelli. 
Riusciva a sentire distintamente la sofferenza del popolo, la sentiva sulla sua pelle come propria.
Allo stesso modo riusciva a percepire il dolore del padre, non voleva vederlo soffrire, non riusciva a sopportarlo.
Romulus gli sorrise tristemente, baciandogli delicatamente la fronte per rasserenarlo.

"Certo Veneti, papà sta bene, non devi preoccuparti..."

Venetian ricambiò il sorriso, loro padre era forte.
Roman, osservò il padre mentre rassicurava il fratello, osservò la folla urlare al cielo il suo dolore, osservò il corpo di Cesare in fiamme.
Inconsciamente afferrò la mano del fratello e la strinse forte, non sapendo nemmeno se servisse a consolare lui oppure se stesso, mentre ascoltavano il popolo acclamare, come una sola voce, il nome di Cesare.

Caesar!”
Caesar!”
Quare Caesar?”
Quid faciemus iam post mortem tuam, Caesar?”

Già...
Perché tu Cesare?
Perché sei morto?
Si chiese Romulus, mentre sentiva la sua gente.
Gli venne in mente una frase che gli disse Cesare una volta.

"Ricordati Romulus, tu che hai fondato Roma, Ella è e sarà nei secoli e quando non sarà più Roma, non sarà più mondo!"

Romulus, non ne era più tanto convinto.
Sarebbe riuscito a superare questa tragedia?
Sarebbe riuscito ad andare avanti?
Sarebbero riusciti a condurre il suo popolo fuori da questo dolore?
Una voce fuori dal coro lo riportò alla realtà, distogliendolo dai suoi tristi pensieri.

"Uccidiamoli tutti! UCCIDIAMO I CESARICIDI!"

Il popolo si unì a quella voce, invocando la morte degli assassini di Cesare, invocando la loro vendetta.
Vendetta che era anche sua.
Li appoggiò, internamente era con loro.
A morte i Cesaricidi, a morte gli assassini del suo eroe.
Osservava la folla acclamare la morte dei Cesaricidi, cominciando ad armarsi, quando Marcus Antonius si avvicinò a loro.

Imperium Romanum...”

Marcus Antonius guardò l'Impero, per poi girarsi leggermente verso la folla, in una domanda silenziosa.

Lasciali andare Marcus Antonius, lasciali andare.”

Marcus Antonius, allora, salutò riverente, per poi andarsene, seguendo la folla.
Alla fine, rimasero soltanto lui, lui ed i suoi figli.
Si girò a guardarli.
Venetian dormiva pacifico, provato da quei lunghi giorni e da tutta quella pena, tra le braccia di Roman che lo stringeva protettivo al petto, cullandolo piano, mentre sussurrava una dolce melodia al fratello addormentato.
Che carino il suo Roman, si lamentava sempre di quanto fosse debole il fratello eppure, al suo primo cenno di affaticamento o dolore, accorreva subito in suoi aiuto come in questo caso, come ogni notte.
Sorrise, intenerito da quella scena quotidiana.

Sarai stanco Roman, dallo pure a me.”

Si abbassò leggermente, allungando le braccia per prendere in braccio Venetian.
Roman lo guardò scettico, per poi consegnarli il suo prezioso carico.

Stai attento a non svegliarlo e non farlo cadere!”

Romulus lo guardò, non sapendo nemmeno come rispondere a quell'affermazione.
Roman si corresse, arrossendo sotto lo sguardo divertito del padre.

É una lagna quando si sveglia, peggio ancora se è nel dolore, non lo sopporto.”

Romulus rise, leggendo il vero significato tra le righe.

Starò attento, non darti pena Roman.

Roman cominciò a borbottare frasi incoerenti, mentre si dirigeva verso casa.
Romulus osservò un'ultima volta la pira ormai spenta, pregando gli Dei in onore di Cesare.
Il figlio si fermò, non sentendo i passi del padre dietro di lui.
Si voltò, puntando seriamenter i suoi occhi verdi negli occhi ambrati del padre.

Cesare sarà ancora con noi Pater, lo sarà sempre.”

Romulus guardò il figlio, sorridendogli orgoglioso.

Hai ragione Roman, Cesare sarà sempre con noi.”

Roman annuì, riprendendo il cammino.
Romulus lo affiancò, controllando di tanto in tanto il respiro flebile del figlio tra le sue braccia.
Venetian era il minore dei due, più delicato e fragile del fratello a causa di una malattia avuta fin dalla nascita.
Roman, il primogenito, era forte, un vero guerriero come lui, con un'unica debolezza: il fratello.
Pregò gli Dei, mentre ascoltava il debole respiro del figlio, mentre osservava il maggiore camminare fieramente accanto a lui, notando le occhiate preoccupate che lanciava verso il petto del minore, controllandone il respiro.
Sperava tanto che i suoi figli non dovessero fare la sua stessa fine.
Perché Romulus sapeva già di essere condannato, ne era convinto sarebbe stato ucciso da una persona a lui fidata.
Non sapeva da dove provenisse tutta questa certezza, eppure lui ne era sicuro.
Fu la prima pugnalata sul corpo di Cesare, quella infertagli da Bruto, a dargli quella idea.
Ma almeno che risparmiassero la vita dei suoi due figli.
Sospirò piano, senza farsi vedere, alzando gli occhi verso il cielo in cerca di una persona.

Ti chiedo un grande favore, amico mio, ti prego, proteggi i miei figli, ovunque tu sia.”

Pregò verso Cesare questa volta, affidando la vita dei suoi stessi figli nelle sue mani.
Chiuse gli occhi per un'istante, lasciando sfuggire un'unica lacrima testimone di tutto il suo tormento.

 

Ave, Caesar, morituri te salutant”



...Traduzioni dal latino, grazie a Google e Wiki...

Romulus Romolo
Roman Romano
Venetian/Veneti Veneziano
Pater Padre
Caesar Cesare
Marcus Antonius Marco Antonio
Quare Caesar? Perché Cesare?
Quid faciemus iam post mortem tuam, Caesar? Cosa faremo adesso, dopo la tua morte, Cesare?
Imperium Romanum Impero Romano


...Citazioni e frasi, grazie a Google e Wiki...

"Ricordati Romulus, tu che hai fondato Roma, Ella è e sarà nei secoli e quando non sarà più Roma, non sarà più mondo!"

Questa è una mia personalissima frase che ho creato modificando la profezia di Beda il Venerabile, VIII secolo.

Finché esisterà il Colosseo, esisterà Roma, quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma, quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo.

 

Ave, Caesar, morituri te salutant”
Ave, Cesare, colore che stanno per morire (i morituri) ti salutano.

Questa frase, è per tradizione considerata la frase che i gladiatori indirizzavano all'imperatore prima dell'inizio dei giochi.

 

Adesso, vai con le mie note.
Fic nata per caso.
Stavo rileggendo i manga di Mimiei Sakamoto sull'Impero Romano, e da lì è nata l'ispirazione per questa storia.
Ho voluto aggiungere un accenno ad una mia personalissima HeadCanon.
Io penso che Lovino e Feliciano, prima di diventare l'Italia, fossero in realtà le rappresentazioni dell'Impero Romano D'Oriente (Lovino) e l'Impero Romano D'Occidente (Feliciano) quindi i figli dell'Impero Romano.
Anche perchè, in internet, gira un'immagine che sostiene questa mia folle teoria, eccola:

https://www.facebook.com/#!/photo.php?fbid=244969248874209&set=a.220007204703747.53231.214742475230220&type=1&theater

Detto questo, ringrazio chiunque leggerà questa storia.
Grazie.

   
 
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