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Autore: palanmelen    19/07/2006    5 recensioni
Temuti e rispettati per il loro carisma e le loro famiglie, tre ragazzi che non sono assolutamente come tutti gli altri, ed un'amicizia che ha dell'incredibile. E gli altri amici ed i parenti... Ma cadrà su di loro una goccia dorata, direttamente da un passato vecchio di cinque anni. Per lui saranno il presente, per loro lui sarà molte cose.
Genere: Malinconico, Suspence, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Lirin, Sha Gojio, Son Goku
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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1- Genjo Sanzo Hoshi

-Che ci fai tu qui?-
-Ho bisogno di una boccata d’aria. Penso di aver bevuto un bicchierino di troppo.-
-…-
Il ragazzo biondo stava appoggiato alla ringhiera del balcone da almeno mezz’ora, fumando una sigaretta dietro l’altra.
L’altro si abbandonò accanto a lui, le braccia sul corrimano e sopra la testa.
-Ma guardati… studi medicina e fumi come una ciminiera. Potresti almeno offrirmene una.-
-Te la faccio ingoiare accesa e vediamo se prendi fuoco?-
-… Non mi solletica tanto.-
-E allora zitto.-
A quelle parole sulla bocca dell’altro comparve un mezzo sorriso, nascosto dai lunghi capelli. Il solito caratteraccio... in fondo, si conoscevano da una vita.

-Ma è così noiosa questa festa?-
Un ragazzo dai capelli bruni si era affacciato dalla porta finestra dietro di loro.
Ora che i vetri erano aperti il fracasso di musica e grida invadeva la notte tranquilla della città.
Le luci colorate che si intravedevano attraverso le tende bianche uscivano a fasci nel buio.
-Ma no, con tutte quelle belle fanciulle?- Il ragazzo alzò la testa e la girò verso l’altro. Si creavano strani riflessi sui suoi lunghi capelli rossi.
-E allora perché siete qui fuori?-
Il bruno li raggiunse e chiuse i festeggiamenti oltre la porta.
-Un Cuba Libre di troppo.-
-Ma se non ti piace!-
-Alla ragazza con cui stavo parlando sì.-
-Ah.- Sorrise.
-Di un po’, se li dentro ci si diverte tanto, che ci fai qui?- Li interruppe il biondo.
-Effettivamente, mi stavo annoiando!-
-Se lo dici così sembri felice.-
-Be’…- rivolse il suo sguardo al cielo, sereno ma senza astri a causa della luce, del colore del vino.-Con questo tempo, a casa mia si riusciranno a vedere le stelle.-




All’Hoshi Manor, ore 7.36 a.m., il giorno dopo.

Ma perché ci doveva essere uno specchio proprio lì?
Ogni volta che usciva dalla sua stanza vedeva la sua immagine riflessa in quel maledetto pezzo di vetro.
Si squadrò con aria critica.
I capelli, biondissimi ed un poco lunghi, legati in un corto codino, con qualche ciuffo in fronte.
La pelle chiara, un’unica ruga d’irritazione in mezzo agli occhi, per il resto perfetta.
I lineamenti leggermente femminei, il collo lungo, il petto e le braccia dalla muscolatura sottile e quasi senza peli, i fianchi stretti e le gambe piuttosto esili.
Indossava un paio di jeans neri a vita bassissima, tanto che quando si sedeva gli si scopriva un pezzo di sedere ed una camicia bianca con sottili righe azzurre, completamente slacciata ed aperta, ed anche leggermente stropicciata.
Aveva un libro in mano, dalle dita lunghe e femminili, ed era scalzo.
In bilico sul naso, un paio di occhiali senza montatura e le lenti piccole e sottili, coprivano due magnifici, magnetici occhi viola, dal taglio all’ingiù. Ed erano parecchio scocciati.
Dello stesso colore intenso era un tatuaggio che s’intravedeva dietro un lembo di camicia, sul petto a sinistra, poco sopra il cuore.
Una rosa, dai petali stilizzati e spigolosi, viola e blu verso l'esterno.
Il suo sguardo, come al solito, si posò lì, incupendosi di dolore.
Quello stupido disegno se l'era fatto fare, un giorno che era particolarmente ubriaco, per coprire una cicatrice, che ancora s'intravedeva.
Piccola, rotonda, leggermente rientrante, come se qualcosa avesse penetrato la carne.
Qualcosa come un proiettile.
-Al diavolo i ricordi.- mormorò fra se.

Sei un Sanzo Hoshi, Genjo.
Non avere nulla, non avere legami.
Non essere schiavo di niente e nessuno.
Vivi semplicemente per la tua vita.
Questo è l'unico insegnamento che ti posso dare.
Per il resto, il tuo spirito ed il tuo corpo sono forti abbastanza per farti il mio erede.


E poi, le domande che sempre gli giravano in mente assieme alla voce del suo vecchio.
‘Anche se non sono vostro figlio, padre? Anche se siete morto a causa mia? Voi eravate allora un bugiardo, od un ipocrita, perché mi amavate?’

Appoggiò la fronte alla superficie fredda, chiudendo un attimo gli occhi e respirando profondamente per recuperare un po' di autocontrollo.
Erano anni che non gli succedeva di lasciarsi andare così.
Erano...sì, ormai già cinque lunghi anni, da quando era successo.
Da quando suo "padre" era morto.
Una maledettissima notte, che a lui aveva lasciato solo quel minimo segno ormai coperto da quell'icona del suo cuore, duro, spigoloso e freddo.
Perché quella notte gli era stato portato via la cosa più importante che avesse mai avuto, l'affetto per cui il suo cuore batteva ed era caldo.

L'orologio a pendolo batté le tre.
Genjo si riscosse dai suoi pensieri.
Gli occhi erano i soliti petali sempre arrabbiati e taglienti.
Nessuna emozione nuova ombreggiava il suo viso.
Eppure gli fu più difficile del solito riprendere la lettura del suo testo, una volta accomodatosi su una poltrona.





^_^

Alé, un AU!!
Che cosa carina, vero ?
Ma tu guarda, mi faccio i complimenti da sola! ^_^
Allora! (Palanmelen si strofina le mani): che ve ne pare di quest’inizio? Non si capisce niente, vero? ^_^
ç_ç non è carina, vero…?
Mi lascereste un commentuccio?

=KISSHU!!= a tutti!

Mele

  
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