Personaggi: Lovino Romano Vargas/ Sud Italia
Clelia Romolo Romana/ Città di Roma
Nota: Lovino qui è inteso come 'Lega Italica'...i popoli italici desideravano la cittadinanza romana, in quanto erano sempre stati loro fedeli alleati, per cui, dal 91 all'88 a.C si riunirono in una lega e diedero filo da torcere ai romani. (Evviva Wikipedia...) Roma d'apprima da la cittadinanza a chi si arrende, poi a tutti i popoli al di sotto del Po.
Io credo che Lovino sia nato così, la sua prima comparsa...la Lega Italica.
Perché? Non so...ma è come se, per la prima volta, l'Italia fosse unita.
Va be', spero che non sia un disastro... buona lettura. ^^

Il ragazzino la guarda irritato.
O forse è solo contrariato?
Eppure dovrebbe essere soddisfatto, ha ottenuto quello che voleva, allora perché la guarda così?
- Che c’è?!- sbotta Clelia infastidita- La cittadinanza romana ora ce l’hai, che arcidemone dell’Averno vuoi ancora?-
Le parole rimbalzano nell’aria irruente, e sembrano agitare la fioca luce delle torce quasi spente della stanza, oramai semibuia.
Il ragazzino continua a guardarla imbronciato, avvolto nel lenzuolo bianco, con un bicchiere d’acqua davanti, seduto al tavolo della residenza estiva della romana.
- Be’?- rincara la dose la donna, incrociando le braccia in un gesto stizzito che fa ondeggiare la candida vestaglia.
Ancora silenzio e Clelia sospira, andandosi a sedere di fronte al bambino.
- Ce l’hai un nome, Italico?- chiede passandosi una mano tra i lunghi capelli scompigliati.
Un lampo illumina la stanza e il rumore della pioggia si fa più forte.
- Lovino.- borbotta il ragazzino osservando il proprio riflesso nel bicchiere d’acqua.- Lovino Vargas.-
- Lovino Vargas…hai paura dei temporali?-
A quella domanda posta in tono tanto materno quanto inaspettato, il piccolo italico alza gli occhi che si specchiano in quelli della città più potente del Mediterraneo.
- Sai, Tiberio dice che io e te abbiamo gli stessi occhi.- continua la donna giocherellando con una ciocca di capelli.- Ed ora tu sei un romano a tutti gli effetti, data la cittadinanza concessati mal volentieri dai sottoscritti Romolo e Remo…-
Lovino inconsciamente piega leggermente la testa da un lato, non capisce dove vuole parare l’Urbs  con quel discorso.
Senza schiodare lo sguardo da Clelia afferra il bicchiere e ne beve il contenuto.
- Stavamo pensando di adottarti, scemotto.- rivela lei sorridendo appena.
Lovino sputa l’acqua e afferra per un pelo il bicchiere che stava per cadere rovinosamente a terra.
- D…davvero?- mormora guardandola di sottecchi, con malcelato entusiasmo ed evidente speranza.
- Ne discutiamo da quando ti abbiamo concesso la cittadinanza.- Clelia si appoggia allo schienale della sedia, incrociando ancora le braccia.- Però solo se tu sei d’accordo.- stabilisce infine.
L’italico la guarda con gli occhi pieni di stupore.
Roma tiene in conto il suo parere, questo significa che lui è importante.
Si catapulta giù dalla sedia, quasi inciampa nel lenzuolo bianco e infine la abbraccia chiudendo gli occhi e respirando il profumo naturale della sua nuova parente.
Profuma di terra, di Tevere, di vino, di olive…di tutto quello che al mondo c’è di buono.
Di tutto quello su cui si basa il mondo di Lovino.
Avverte la presa forte della donna, e poi si trova seduto sulle sue gambe.
Poggia la testa sul suo petto e sente i battiti calmi del suo cuore.
- Sì…ho paura dei temporali…- ammette stringendo la vestaglia bianca
- Lo immaginavo.- l’Urbs gli poggia una mano sulla testa, carezzandogliela- Posso aggiungere Romanus al tuo nome?- domanda poi
- E come sarebbe?-
- Sarebbe ‘Lovino Romanus Vargas’.-
- Ah…va bene.-
Avvolto dal calore del corpo di Clelia e cullato dal battito del suo cuore, Lovino si addormenta, ed è sicuro che i temporali non gli faranno più paura, se Roma sarà con lui. 

Angolino:
Grazie per aver letto, perdonatemi se non è stata il massimo o se è una bestialità storica.