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Autore: Lynx__    27/11/2011    3 recensioni
Amy vive in un'appartamento con Cosmo e Rouge, nello stesso condominio in cui vive Blaze. Sono arrivate le vacanze estive e , un giorno, le quattro decidono di andare al mare. Qui incontreranno degli amici e "nemici" di vecchia data, con cui decideranno di uscire per tutta l'estate. Ci saranno nuovi inquilini e , forse, nascerà anche l'amore.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amy Rose, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia storia non è tragica, non è comica, non sono neanche sicura che si possa definire romantica, però è una storia. Il tutto inizia in una calda mattinata di metà luglio, nel mio bel lettino.


Dormivo tranquillamente nel letto di sotto di un letto a castello, stringendo il mio amatissimo lenzuolo rosa. Ero al buio, completamente immersa nell’oscurità. Questo però, prima che la mia amica Cosmo aprisse le imposte, facendo entrare i raggi solari nella camera. Istintivamente, emisi un mugolio e mi girai verso il muro, cercando di coprirmi con il lenzuolo, troppo trasparente per fermare la luce.
«Dormigliona, è ora di svegliarsi» disse con la sua voce cristallina.
Effettivamente, la voce di Cosmo era un risveglio molto più dolce della luce. Forse avrei preferito che avesse usato direttamente quella.
«Non voglio svegliarmi… Altri cinque minuti…» protestai, abbracciando il cuscino.
Mi accoccolai per bene, sperando che Cosmo avesse deciso di avere pietà di me. Purtroppo lei era tutt’altro che impietosita, infatti venne e scuotermi e, visto che non davo segni di volermi alzare, mi buttò giù dal letto, facendomi atterrare di schiena sul pavimento in legno.
«Ahi!» urlai, sbattendo la colonna vertebrale con il parquet.
«Forza! Oggi dobbiamo andare al mare, non ti ricordi?» disse, mettendo le braccia conserte e avvicinando il suo viso al mio.
Ancora una volta mi sorpresi di quanto fosse carina. Sembrava un bocciolo, candida e delicata, con le guancie leggermente rosate. Non si truccava, né utilizzava tanti accessori. Era semplice, una ragazza acqua e sapone, più o meno come me.
«Insomma, ti decidi ad alzarti? O ti devo trascinare fino in cucina?»
Ghignai, beffarda.
«Preferisco la seconda opzione»
Cosmo rise, scuotendo appena i suoi capelli verdi.
«Ok signorina, l’hai voluto tu» disse prendendomi i polsi e iniziando a trascinarmi verso la porta.
Iniziai a ridere e lasciai che mi trasportasse fino in cucina, dove Rouge stava preparando la borsa frigo. Sempre ridendo, mi liberai dalla presa di Cosmo e mi alzai. Rouge si voltò verso di noi, mettendo in mostra il suo nuovo costume.
«Allora ragazze, che ne dite?»
Sbattei le palpebre, mezza sconvolta. Rouge indossava un bikini di una taglia in meno rispetto alla grandezza del suo seno. Era nero, con una decorazione fucsia sui bordi.
«Ehmm….» fu la reazione di Cosmo.
«Penso che dovresti cercare di coprirti un po’ di più…» dissi, avvicinandomi al frigo e prendendo il cartone del succo di frutta all’albicocca.
Rouge si guardò il seno, poi fece spallucce.
«In fondo stiamo andando al mare, no? Poi, non sono mica nuda»
Detto questo, lasciò la stanza e si diresse verso la sua camera, ondeggiando. Sorrisi. Rouge non lo faceva apposta, aveva solo un modo di vedere le cose tutto suo. A volte non si rendeva conto di indossare una gonna troppo corta o un top troppo scollato, o forse, ero io ad avere una mentalità troppo antica.
«Chissà cosa penserà la gente quando la vedrà…»
«Che pensino ciò che vogliono» dissi, prima di bere un altro sorso di succo direttamente dal cartone «Se Rouge pensa di stare bene, allora non ci sono problemi»
Cosmo sorrise.
«Hai ragione. Vado a finire di preparare tutto»
La osservai scomparire oltre la porta, leggiadra ed aggraziata. Sorrisi tra me e me pensando che vivevo con due persone completamente differenti. Riposi il cartone di succo nel suo ripiano nel frigorifero e mi diressi velocemente nella camera mia e di Cosmo. Trovai il mio costume sulla scrivania, dove l’avevo poggiato la sera prima, e lo indossai, cercando di stringere bene i laccetti del pezzo di sopra. Mi guardai allo specchio e sul mio viso comparve subito una smorfia di delusione. A confronto con Rouge, io sembravo una sogliola. La mia seconda (quasi terza) non era proprio paragonabile alla quinta che lei metteva in mostra. Sospirai sconsolata e, cercando di evitare lo specchio il più possibile, preparai tutto ciò di cui avevo bisogno.
Allora pensai l’asciugamano, la crema, il romanzo, gli occhiali da sole, il cappellino… poi?
Nell’indecisione, decisi di chiedere a Cosmo.
«Cosa hai portato tu?» dissi ,voltandomi verso di lei.
«Quello che hai portato anche tu» rispose sorridendo.
Ricambiai il sorriso e chiusi lo zaino rosa.
«Pensi che incontreremo qualche ragazzo?» chiese, arrossendo.
«Se non ti nascondi sotto la sabbia, forse, e dico forse, potresti anche fare qualche conquista»
«Non sono molto brava con i ragazzi…» ammise, abbassando lo sguardo ed arrossendo sempre di più.
«Neanche io sono molto brava, però cerco di impegnarmi… Ti ricordi all’asilo, con Sonic?»
Cosmo sorrise.
«Certo che me lo ricordo. Gli dedicavi mille attenzioni, gli davi il tuo budino a merenda e lo seguivi anche in bagno»
«Questo perché io ero stracotta a puntino di lui» dissi ridendo.
«Si, non avevi occhi che per Sonic, peccato che lui preferisse la corsa ai tuoi goffi corteggiamenti»
«Ingrato. Ho addirittura rischiato di essere schiacciata da Big ,nel tentativo di prendere la macchinina rossa dal cesto di giocattoli ,per darla a lui, e il signorino non mi ha neanche ringraziata»
«Si, me lo ricordo. Appena suonava la campanella, ti staccavi dalla gonna di tua madre e correvi nella cesta, cercando quella macchinina»
«Tutti quanti volevano quella macchinina… Chissà perché…» dissi, ricordando tutti i maschietti che litigavano per giocarci.
La conversazione finì lì e , dopo aver indossato entrambe un vestitino, uscimmo dalla camera, portando in spalla i nostri zainetti. Rouge ci aspettava davanti alla porta, con due borse da portare. Indossava, sopra al costume, un top bianco e degli shorts neri.
«Allora… qui ci sono le mie cose, qui c’è il cibo e qui il necessario per giocare a pallavolo» disse indicando le tre borse ai suoi piedi.
«Perfetto… Allora io prendo il cibo e tu ,Cosmo, prendi la “borsa dello sport”» dissi, accingendomi a sollevare la borsa frigo.
«Si, signor capitano» fece Cosmo, portando una mano alla fronte come fanno i militari.
Uscimmo dal nostro appartamento e ci fermammo sul pianerottolo.
«Chi chiama Blaze?» chiese Rouge.
Le mie coinquiline spostarono lo sguardo su di me. Capii, quindi, che spettava a me l’onore di salire due rampe di scale e chiamare la nostra amica Blaze.
«Ok, vado io. Però la borsa frigo non me la porto» dissi categorica.
Rouge sospirò ed io mi accinsi a raggiungere l’appartamento di Blaze, al quinto piano. Certo che, abitare in un condominio di sette piani senza ascensore, era faticoso. Soprattutto durante il fine settimana, quando dovevamo trascinare per tre rampe di scale, pesanti buste della spesa o nuovi acquisti per la casa. Oltretutto, in quel palazzo, erano quasi tutti vecchi. Non c’era, a parte noi tre e Blaze, un ragazzo della nostra età, o comunque qualcuno di età inferiore ai 60 anni. Sospirai, fermandomi davanti alla porta dell’appartamento di Blaze. Suonai il campanello e attesi. Nessuno rispose, anche quando suonai il campanello altre due o tre volte.
«Ehi, io sono qui» disse una voce, in fondo alle scale.
Mi affacciai dal pianerottolo e vidi, al piano terra, Blaze che mi salutava.
«Forza Amy, che se no facciamo tardi» disse andandosene, seguita da Cosmo e Rouge.
Sospirai. Avevo fatto due rampe di scale per nulla. Beh, la giornata era appena all’inizio. Poteva migliorare, no?
  
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