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Autore: Neko no Yume    27/11/2011    2 recensioni
Le dita sottili e decise di Lizzie si intrecciavano alle sue, trascinate dalla foga del gioco, e Ciel ogni volta pensava tra sé e sé che sarebbe stato disposto a correre per chilometri solo per poter sentire la loro morbidezza.
(spoiler saga del Titanic)
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ciel, Ciel! Vieni, ho preparato del tè buonissimo! L’ho anche versato in tazzine piccole e graziose!-, cinguettò la bambina mentre afferrava con naturalezza il sottile polso del compagno di giochi per trascinarlo verso il giardino.
-A-arrivo, non correre!-, le rispose lui, i piccoli piedini che annaspavano incerti tra l’erba, sul punto di inciampare.
Le dita sottili e decise di Lizzie si intrecciavano alle sue, trascinate dalla foga del gioco, e Ciel ogni volta pensava tra sé e sé che sarebbe stato disposto a correre per chilometri solo per poter sentire la loro morbidezza.
Era una morbidezza unica nel suo genere, ti carezzava gentilmente ma allo stesso tempo era salda come una roccia, inamovibile e sicura.
I due bambini si fermarono sotto un piccolo gazebo dai drappi di lino bianco, sotto al quale era stato allestito con perizia facilmente riconducibile a Elizabeth un tavolinetto corredato di tovaglia, servizio da tè e sedie.
Su due sgabelli troneggiavano candidamente dei peluche della Phantomive raffiguranti un ghiro e una lepre, mentre su una sedia era posato un vistoso cappello a cilindro decorato di nastri colorati, piume e un fiocco sul lato.
Lizzie prese posto a capotavola e fece cenno a Ciel di sedersi accanto a lei, togliendo il bizzarro copricapo dal suo posto e calcandoglielo bene sulla fronte ampia.
-Come pensavo, questa tonalità di blu ti sta benissimo-, ridacchiò soddisfatta, per poi prendere una piccola teiera di ceramica e versare un caldo liquido ambrato in due tazzine della stessa fattura.
-Per caso hai appena letto Alice nel Paese delle meraviglie?-, le chiese il promesso sposo, senza nascondere un sorriso ampio e divertito mentre giocherellava con una zampa della loro Lepre Marzolina.
-Già, mi è piaciuto tantissimo!-, annuì lei, per poi mandare giù con aria decisa un sorso del tè che si era tanto impegnata a fare da sola, senza l’aiuto delle domestiche o di Paula.
Certo, forse non era buonissimo, ma il sapore assomigliava di più a quello che avrebbe dovuto avere, piuttosto che ad acqua marroncina e sospetta, ed era riuscita a non inondarlo di zucchero.
Un sorriso raggiante e soddisfatto le illuminò le labbra, mentre le grandi iridi smeraldo catturavano un altro tiepido sorriso dell’altro.
Ciel pensò che le sue dita erano morbide anche quando tenevano il fragile manico di una tazza, col mignolo che svettava aggraziato.


La mano che aveva stretto protettivo sino a pochi minuti prima, mentre cercavano di fuggire dalle budella infernali della nave, ora impugnava un spada davanti a lui.
Era salda, ferma, sembrava risoluta come uno scoglio che sfidi beffardo le intemperie delle tempeste, le nocche bianche come spuma di mare.
Eppure era sempre morbida, non riusciva a non esserlo.
Le dita affusolate quasi rilucevano, indifferenti ai corpi già morti e putrefatti che le lame attraversavano, come se le brutture del mondo non potessero toccarle.
Come se non fossero mai cambiate dai tempi in cui sfogliavano le pagine dei libri di Carroll e provavano a preparare un tè per il proprio fidanzato.
Eppure un brivido di terrore scosse la spina dorsale di Ciel, insinuandosi freddamente dentro le ossa inumidite e doloranti.
Il mondo in cui vivevano giaceva acciambellato su fondamenta di società segrete e visionarie, traffici di droga, schiavi, rapimenti di bambini innocenti… Ogni sorta di orrore con cui lui, il Cane da guardia della Regina, era tenuto a convivere e lottare.
Anche Elizabeth si sarebbe ritrovata invischiata in una simile melma prima o poi e nessuno poteva prevedere se le sue mani sarebbero rimaste candide, dolci e morbide, pronte ad accoglierlo e regalargli timide carezze.
No, quelle mani, Lizzie, erano tutto ciò che gli restava, l’unico appiglio in un passato ormai ridotto in cenere quella notte di tre anni prima e lui non avrebbe permesso loro di cambiare.
-Ti ricordi quel negozio al centro di Londra dove volevi che ti portassi?-, mormorò incerto, mentre si avviavano a testa bassa verso le scialuppe di salvataggio per raggiungere gli altri Middleford.
-Uh, quale? Quello appena aperto che vende cappelli e guanti?-, si riscosse lei, piantandogli i due pozzi verdi e perplessi nell’unico occhio azzurro.
-Sì, quello… Beh, appena torniamo ti ci porto. E ti comprerò dei guanti, i più belli che abbiano. Saranno color crema, con un bottoncino semplice come chiusura e un fiocco sul dorso. E li prenderemo appena più grandi delle tue mani, così ti andranno bene per un bel pezzo-.
L’avrebbe raggiunta, non importava come.
L’avrebbe raggiunta e protetta, sarebbe stato il suo guanto, pronto ad infangarsi per lei.
-Che bello~!-, pigolò la ragazza, un accenno di sorriso di nuovo a illuminarle il volto.



Yu’s corner.
Ne, bella gente~!
Come avrete intelligentemente intuito, anche la sottoscritta ha iniziato Kuroshitsuji e si è divorata tutti i capitoli disponibili in pochi giorni. <3
Alla luce delle ultime vicende, volevo scrivere qualcosa di Ciel/Lizzie perché, dai, sono così teneri… ;V;
Eniuei, haters gonna hate e a chi è piaciuta un grazie preventivo!
Bye bye, Yu.
  
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