“GAJEEL!”
Al sentire quel nome, pronunciato così, tra l’affannato e l’ansioso, al Dragon Slayer del metallo venne un nodo alla gola.
Si voltò, decisamente contro voglia: stava partendo per una missione, da solo, come al solito.
“ GAJEEL!”
“ Che cavolo sei venuta a fare qui?” chiese il ragazzo.
Glielo aveva ripetuto centinaia di volte, ma lei non ne voleva sapere: a volte pensava che lo facesse apposta, solo per prenderlo in giro, solo per farlo diventare matto, solo per farlo preoccupare.
“Uff..ah…ah…voglio…venire con te” tentò di dire la ragazza, ancora affaticata per la corsa.
 Quell’idiota lo aveva fatto ancora, l’aveva lasciata indietro: eppure lei lo desiderava tanto, desiderava così tanto stare con lui che quasi le veniva da piangere tutte le volte. Perché non riusciva a capirlo?
“ Non puoi venire con me”
“ Perché no?”
“E’ troppo pericoloso”
“…Bugiardo”
“ Cosa?”
“ Perché fai così? Perché non mi voi?”
“ Non ho detto questo…”
“Eppure, lo fai sempre, tutte le volte: non pensi mai a me!”
“ Ma sei impazzita per caso? Se non pensassi a te, non me ne importerebbe nulla se ti fai male o se ti metti in pericolo. Invece, sono qui a dirti di andare a casa, Levy!!”
“Sei ingiusto. Io voglio diventare forte, Gajeel, voglio poter combattere al tuo fianco senza sentirmi un peso, voglio esserti d’aiuto, voglio stare con te!! Non sei stato forse tu a dirmi di non lasciare mai il tuo fianco!? E adesso mi cacci via!?”
“ Dannazione Levy!! Perché stai tirando fuori così tante stronzate in una volta sola, eh!?”
Levy non rispose, chiuse i pugni lungo i fianchi e serrò le labbra. Il suo sguardo, che era sempre stato addosso a Gajeel, ora si proiettò a terra: non voleva che quello stupido la vedesse piangere, non questa volta.
“ Cos’è, non dici più nulla?” il tono era di sfida, si capiva.
“Io…”
La ragazza, scossa dai singhiozzi, tentò di parlare. Voleva dirgli tutto, doveva dirgli tutto, così, almeno per un volta, i suoi sentimenti sarebbero potuti ficcarsi bene in quella zucca vuota.
“ Io…ti…”
“ Tu cosa? Vedi di essere chiara nanerottola!”
“IO TI AMO, RAZZA DI IDIOTA!!”
Levy non riusciva respirare, le gambe le tramavano, il cuore le batteva all’impazzata, la gola le faceva male: le lacrime non ne volevano sapere di tornarsene indietro. Era arrabbiata, frustrata, non riusciva a pensare in modo lucido e per poco non svenne.
Accortasi veramente di ciò che aveva detto, si asciugò nervosamente il volto e lo coprì con le mani, in preda ai singhiozzi.
Gli occhi umidi non le avevano permesso di vedere il ragazzo avvicinarsi, lentamente, verso di lei.
Quando Levy alzò lo sguardo, le labbra fredde di Gajeel erano posate sulle sue, roventi.
Quel contatto era così delicato, così intenso e inaspettato.
 Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare: le grandi mani del Dragon Slayer le tenevano il volto premuto contro il suo, i loro respiri si unirono e prima che potesse accorgersene, aveva schiuso le labbra e nuove, incredibile sensazioni le percorsero la schiena.
Aveva brividi in tutto il corpo: solo Gajeel riusciva a ridurla in quello stato così confusionario.
Quando si staccarono, Levy era calda, come mai prima di allora: aveva ancora la bocca aperta e lucida, gli occhi socchiusi, e lo guardava, guardava quegli occhi cremisi perdersi nei suoi.
“ Ga…jeel” Lo disse in un sussurro.
Il ragazzo le baciò la fronte e  le lasciò andare il volto: fece qualche passo indietro e incrociò le braccia al petto.
Le guance leggermente arrossate, lo sguardo girato dall’altra parte.
“ E poi non dire che non ti voglio, gamberetto!”
Detto ciò, diede le spalle alla ragazza, prese la sacca e si incamminò verso l’uscita della città di Fiore, incontro ad un’altra missione.
Levy non disse una parola, portò le mani alla bocca,  come per non dimenticare quel bacio.
“ Ci vediamo sta sera!” fece ancora in tempo a dire Gajeel, alzando la mano aperta.
La ragazza sorrise, appoggiò entrambe le mani sul petto e chiuse gli occhi.
“Si”